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Autore: we_are_infinite    25/03/2013    2 recensioni
-Cos'è successo esattamente quattro anni fa? Posso saperlo?- Zayn voleva approfittare del momento per togliersi ogni dubbio. Era stufo di tutto quel silenzio, che era come un buco bianco che aveva un inizio, ma non aveva una fine. - Mi hanno violentata, senza pietà e senza paura. - Zayn vide il viso di Amy incupirsi, e gli occhi diventarle lucidi. - Matt, Josh e il suo gruppetto. All'uscita, mi presero con forza buttandomi nel muro. Cominciarono a toccarmi- Una piccola lacrima per la seconda volta in quel giorno solcò la guancia della ragazza. Non era mai stata così vulnerabile. Di solito era come un pezzo di ghiaccio, e perfino il suo cuore lo era.
- Mi toccarono ovunque, cominciando a togliermi la maglia. - Zayn le strinse la mano, come se le avesse detto "coraggio, io sono qui per te", ma in quel momento un gesto valeva più di mille parole. - Quando però Josh iniziò a toccarmi le parti intime , lì non ci ho visto più. l'unica cosa che vedevo era nero intorno a me. - - Poi però il nero scomparve. Cominciai a picchiare Josh. Lui si accasciò a terra, mentre gli altri erano scappati.- ... questa è la storia di Amy Malik
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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ATTENZIONE: vorrei chiedere se per favore mi potete far sapere quello che ne pensate! <3 grazie in anticipo!... BUONA LETTURA A TUTTI ! ;)

Scese in cucina con passo felpato, così da attirare meno sguardi possibili su di lei. Sentendo delle grida, capì che era ora di entrare in scena…
-Oh sei arrivata Amy!- le disse la madre mentre la invitava a sedersi. Non capiva perché la madre faceva sempre la gentile con lei. Sapeva che alcuni di quei sorrisi non erano veri. La madre lo faceva per attirare la sua attenzione, e questo Amy lo aveva capito, ma preferiva un saluto sincero piuttosto che tutte quelle parole al vento.
Tutti si voltarono verso la porta. Amy abbassò lo sguardo. –ciao Amy! Come mai qui?- la salutò Louis. Lei alzò gli occhi guardando prima Louis poi Zayn. – è mia sorella – gli rispose Zayn che aveva colto le richieste di aiuto di Amy.

 – Come mai non ci hai mai detto che avevi una sorella?- chiese curioso Liam. – perché mi sono trasferita quattro anni fa a Londra -. I ragazzi non avevano mai conosciuto Amy, perché era solo da tre anni che Zayn conosceva Harry, Louis e Liam perché si erano trasferiti in quella scuola da soli 3 anni, mentre da due Niall perché era arrivato dall’Irlanda. Zayn era un tipo chiuso non amava parlare della sua famiglia, tantomeno della sorella, che per lui era sempre stata indifferente.
I quattro amici capirono che la situazione era abbastanza tesa, così non allungarono tanto il discorso. Lo avrebbero poi continuato in futuro. Neanche la madre aveva detto niente. Aveva capito che Amy non aveva intenzione di dire niente, e capiva anche che non doveva mettergli pressione. Sapeva che sua figlia era intelligente da capire quando era il momento giusto di parlare. Lo aveva sempre saputo.

La cena passò quasi tranquillamente. Quasi perché era intrattenuta da Louis che faceva battutine, che poi erano commentate dagli altri. Amy aveva sempre lo sguardo fisso su quel cibo, che non avrebbe neanche voluto mangiare.

La mattina dopo, dopo un risveglio piuttosto tranquillo, andò a scuola con Zayn, dato che la madre lo aveva svegliato molto presto, dato che il giorno prima era arrivato in ritardo. I loro genitori erano tipi molto precisi, e per quanto Zayn fosse un mascalzone, aveva avuto una buona educazione fin da piccolo.
Amy aspettò che il fratello finisse la colazione, poi si avviarono in moto. Zayn aveva pensato tutta la notte a quella risposta che aveva dato Amy ai suoi amici, e voleva saperne di più, ma capiva che doveva ancora aspettare. Anche lui era rimasto sconvolto quando quattro anni fa successe quell’ “incidente”, ma di fatto non gli era importato più di tanto. Forse non era ancora maturo come adesso per capire.

Quando arrivarono a scuola ad aspettarli c’era il gruppo “bad boys” e Eleanor. Salutarono tutti, poi si avviarono all’entrata. Amy aveva già avuto l’onore di conoscere da lontano Ashley, la poco di buono della scuola. Insieme alle sue ancelle formavano le cheerleader (se si scrive cosi), della squadra di basket. Matt, il bullo della scuola. Non era un puttaniere, era solo un vero e proprio coglione. Si divertiva a prendere in giro i ragazzi del primo anno, o qualche ragazzina quando aveva voglia di farsi una sana scopata. Amy aveva compreso che, da quando era andata via, non era cambiato quasi niente. C’erano i soliti gruppettini, che lei non aveva mai sopportato. Se eri figo o popolare, allora tutto andava bene, sennò dovevi avere il fegato saldo a sopportare tutte le umiliazioni, e se non lo avevi c’era un taglierino a farti compagnia mentre piangevi, chiedendoti il perché di tutto quello che ti succedeva.

A pranzo Amy si sedette con i ragazzi, ma non parlò molto. Si limitò solo ad ascoltare. Zayn la guardava curioso, come se stese studiando la sorella. Comprese che Amy sorrideva poco, quasi mai, se non per due o tre battute divertenti. Rovistava col la forchetta, tra quel cibo che assomigliava a tutto tranne che ad un piatto di pasta. Nascondeva qualcosa, sotto quell’aria da dura che voleva dare.

In verità era solo spaventata e scoraggiata nei confronti della vita, e voleva, per il momento, avere meno rotture di palle possibili e restare sola. Non si fidava della gente, nemmeno dei suoi familiari. Era chiusa e silenziosa come una tomba.

Prima che la campanella suonasse Amy era uscita a fumare. Però non lo aveva detto ai ragazzi, nemmeno ad El, con cui legava ogni giorno di più, e forse era la sua prima vera amica, aveva detto solo che doveva fare una chiamata. Mentre inspirava la sua sigaretta guardando le villette davanti alla scuola, due mani le circondarono i fianchi. Sobbalzò spaventata. – Ehy piccola!- lo riconobbe da quei occhi verde scuro. Era Matt. Non era una faccia sconosciuta per lei. – Ti ricordi di me?- le chiese.
Come dimenticarlo. Era uno dei ragazzini che insieme a Josh, l’aveva presa e  sbattuta al muro quattro anni fa. In quel momento si chiese come aveva fatto a riconoscerla, dato che aveva tinto e tagliato i capelli e si era messa due chili di ombretto nero, proprio per non farsi riconoscere. Ma evidentemente la maschera era caduta. – ti ho riconosciuto sai? Come si fa a dimenticarsi di un bel faccino come il tuo?- . Amy aveva lo sguardo fisso a terra. Lui con un dito glie lo alzò e si avvicinò. La ragazza cominciò a tremare. – LASCIAMI!- gridò. Ma Matt al contrario strinse la presa. – Non ti farò male! Sarà un cosa veloce, quello che Josh non aveva finito di fare...- 

-Matt!!! Brutto coglione lasciala!- gridò qualcuno. Matt ed Amy si voltarono.

Oltre ad essere suo fratello, era anche un angelo, che appariva nei momenti più difficili. L’aveva aiutata al cimitero, quando era caduta in un pianto che sembrava non finire più. Lui l’aveva tirata su e consolata con uno dei suoi più sinceri abbracci. L’aveva aiutata a nascondere la verità durante la cena, perché aveva capito che Amy voleva mantenere il segreto, e adesso per la terza volta l’aveva salvata dal suo incubo peggiore, che ancora si sognava nel bel mezzo della notte…


CONTINUA…
 

Questo capitolo è stato il più difficile da scrivere… il mio povero cricetino dentro la testa non riusciva a far comparire nulla… grazie per chi lo ha letto! :))

  
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