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Autore: PrimPrime    25/03/2013    2 recensioni
“non ci riesci, vero?” mi chiese Lucas
“e certo che non ci riesco, vorrei vedere te!” gli dissi, quasi urlando.
Lui mi prese il cellulare dalle mani e cercò il numero di Andy nella rubrica.
“no! Che fai!” non volevo assolutamente che fosse lui a dirglielo, ma non riuscii a fermarlo che lo stava già chiamando. Subito Andy rispose. “ehi Andy, ho una cosa importante da dirti.. Mia al momento non può parlare, e ha chiesto a me di chiamarti”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono una ragazza di nome Mia, ho 16 anni e vivo in America.  Frequento la seconda superiore in una scuola di Seattle, ma non ci resterò per molto..  mia madre è un’interprete, ed è stata chiamata per un lavoro a Los Angeles, quindi ci trasferiamo.. di nuovo..  ci siamo trasferiti un sacco di volte per via del suo lavoro, e ogni volta è sempre più dura lasciare la città dove viviamo, città che ormai conosciamo bene, che chiamiamo casa, di cui conosciamo gli abitanti.. ed è proprio per questo che negli ultimi anni, ogni volta che ci siamo trasferiti, non ho cercato di farmi degli amici nella nuova città.. è dura trasferirsi ogni volta in un posto nuovo, e sapere sin dal primo giorno che non ci resterai per molto, che di lì a poco tua madre sarà chiamata per un altro lavoro e dovrete trasferirvi di nuovo.. quindi sono diventata una persona che molti chiamano “asociale”, che non parla con nessuno, che si tiene alla larga da ogni rapporto con gli altri che non sia strettamente necessario, che cerca di non apparire simpatica a nessuno per paura di farsi degli amici che in poco tempo dovrà lasciare, e non potrà più rivedere.. solitamente passo le giornate chiusa in casa, a studiare il minimo indispensabile, e ogni tanto sento qualche amica su facebook, ma loro non hanno molto tempo per chattare con me, che ormai sono uscita dalla loro vita.. insomma, non ho amici, ma non mi interessa molto.
E così, sono qui che preparo le valige, cercando di non dimenticare nulla, poi do un ultimo saluto alla mia stanza, a cui mi ero affezionata, e mi dirigo in salotto, dove mio padre sta facendo l’inventario delle cose e mia madre è al telefono per accertarsi che sia tutto a posto per la vendita della casa.
"hai preso tutto?" mi domanda mio padre
"certo" gli rispondo, cercando di non far trasparire la solita ansia che mi sento addosso quando dobbiamo trasferirci
"bene, dov’è tuo fratello? Corri a chiamarlo, per favore. Il nostro aereo parte fra un ora e non dobbiamo perderlo!"
 Salgo le scale, entro in camera di mio fratello e mi accorgo che non ha ancora preparato le valigie: i suoi vestiti sono sparsi in giro per tutta la stanza, le scarpe buttate una qua e una là, e lui è sdraiato sul letto a fissare il soffitto, pensando a chissà cosa.
Si chiama Lucas, è di 3 anni più grande di me e siamo praticamente l’opposto: è un ragazzo molto socievole, bravo in tutto, si fa sempre tanti amici con cui riesce a rimanere in contatto, se ne frega di quello che dicono i nostri genitori ed è la pecora nera della famiglia, ma è anche la persona più vicina ad un amico che io abbia, infatti quando ho bisogno c’è sempre, e con me è sempre gentile e disponibile.
"ehi!" gli urlo, dopo di che si alza di colpo e mi guarda stupito:  "che cosa succede?"
"ma lo sai che ore sono? Non hai fatto ancora le valigie!" rispondo
con un espressione addormentata si porta il braccio destro vicino al viso e guarda l’orologio
"oddio!" esclama accorgendosi dell’ora; così inizia a prendere la sua roba e a buttarla a caso nella valigia, e io lo aiuto. Con un po’ di fatica, riusciamo a metterci tutto e a chiuderla, poi corriamo in salotto e indossiamo le nostre giacche. I nostri genitori stanno caricando le valigie nel taxi, li raggiungiamo e portiamo loro quelle di Lucas.
"cosa diavolo c’è qui dentro?" chiede mio padre, notando che la cerniera di una delle valigie non si chiude del tutto. "non ti preoccupare" gli risponde Lucas con fare menefreghista e sale sul taxi.
 Arriviamo in poco tempo e saliamo sull’aereo appena in tempo. Io mi siedo accanto a Lucas, e per tutto il viaggio non facciamo altro che stare in silenzio mentre ascoltiamo musica sui nostri mp3 e lui ogni tanto tira fuori il cellulare dalla tasca dei jeans e manda qualche sms ai suoi amici.
 Ormai manca poco all’arrivo a Los Angeles, già si riesce a vedere la città dal finestrino dell'aereo, e io non riesco a fare a meno di pensare a come sarà vivere lì, come sarà la nostra nuova casa, e dentro di me sento che questa volta non sarà come tutte le altre volte che ci siamo trasferiti.. sento che accadrà qualcosa di speciale..
"tutto bene? – mi chiede Lucas – ti vedo strana.."
"si.. tutto ok" gli rispondo, ma continua a fissarmi con sguardo interrogativo.
"se lo dici tu" questa è la sua risposta, ma credo abbia capito che gli ho mentito.
Una voce ci annuncia che stiamo per atterrare, quindi ci allacciamo le cinture e aspettiamo con ansia di vedere come sarà la città.
   
 
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