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Autore: Lady Rea    25/03/2013    1 recensioni
-Mai Audrey Schumann avrebbe pensato che quello non sarebbe stato un'estenuante e pericolosa spedizione di lavoro, ma bensì un viaggio più inteso, lungo e profondo.
Un viaggio legato al cuore e alle sue mille fragili crepe.-
La storia di Audrey e Percy, che non è solo amore, ma anche sofferenza, amicizia, rabbia e riflessione.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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#Mani scialbe



[Percy]



C'era qualcosa di irritante e di completamente sbagliato nella polvere che nelle ultime settimane si era posata su ogni superficie del suo desolante appartamento cittadino. Le sue scarse abilità negli incantesimi casalinghi avevano aumentato in modi spropositato la sua naturale pigrizia nei confronti della pulizia della casa.
Fissò distratto i tomi di scuola ricoperti da quella seconda pelle e si domandò se non fosse venuto il momento di arrendersi. Di deporre le armi, uscire da quella casa a gambe levate e trovare rifugio nella sua vecchia stanza alla Tana. Chissà magari sua madre avrebbe potuto spiegargli l'esatta esecuzione di quell'incantesimo, davanti a una tazza di tè caldo e un piatto di biscotti al cioccolato.
Strinse le mani in pugni stretti e tremante, scacciò quei pensieri che vorticavano nella sua mente e tentò di riacquistare un briciolo d'integrità.
Ma non poté fare a meno di notare quanto difficile era diventato.
Quanto arduo era riacquistare quella compostezza che da sempre lo distingueva e lo inorgogliva.
Le domande erano diventate sempre più precise ed insidiose, a volte urlate, a volte sussurrate. Le risposte erano passate dall'essere tempestive e chiare a mute ed inutili.
Passava intere mattine a pensare a cosa far scrivere alla redazione della Gazzetta del Profeta, “il Ministro ritiene necessario mantenere la calma”, “E' importante che la comunità magica rimanga coesa”, “i recenti orribili avvenimenti sono eventi rari”, “Due presunti Mangiamorte catturati” …

Tempo sprecato, tempo buttato al vento!
Ed ora eccoli lì, un uomo dello Stato, ridotto ad occhiaie nere, instabilità mentale, spalle ricurve e un grande senso di colpa. Il ragazzino ambizioso che veniva dalla famiglia povera gettato nella mischia degli errori giudiziari, del panico generale, della certezza di una nuova guerra in arrivo. Stretto nella morsa degli eventi ed incapace di ribellarsi, un involucro vuoto fatto di carne e sangue, un verme, insomma.
Rimase a lungo sdraiato sul divano, incapace di reagire, sopraffatto dai suoi stessi pensieri, in uno stato di dormiveglia estenuante, vide di nuovo l'alba sorgere e la sua angoscia crebbe.
Si fissò confuso la mano destra e la posò sugli occhi asciutti per il terrore.
Con quella mano, poche ore dopo, avrebbe distrutto la vita di un altro uomo.



[Audrey]


C'era qualcosa di brusco nella smaterializzazione che mai le era piaciuto.
Violento e definitivo, pungente e maligno come il dolore alla parte bassa della schiena, il suo punto debole da sempre, che la prendeva ogni volta. All'alba dei suoi ventuno anni già era condizionata dagli acciacchi del mestiere.
Johanne Fields le sorrise allegra, sistemandosi i capelli scuri dietro la nuca e cominciando a guardarsi intorno. Il Ministero inglese li aveva forniti di una passa-porta che li avrebbe condotti direttamente negli uffici degli Auror, senza perdere tempo. Il che aveva messo di cattivo umore Audrey abituata prima ad “annusare l'ambiente” come spesso ridevano i suoi colleghi, ma era una consuetudine che più di una volta li aveva salvati da scontri mortali o noie burocratiche, per quanto fossero allegri e contenti della promozione, la maggior parte degli Auror tedeschi e polacchi non riusciva a nascondere la tensione e la confusione.
Come mai un paese straniero, per giunta da sempre lontano anche a livello istituzionale, chiedesse il loro aiuto? In fondo loro erano Auror e Specialisti di un paese ancora diviso e dalle fragili fondamenta, a metà fra una comunità di Babbani confusa e una comunità di maghi che minacciavano guerre e battaglie contro vicini e ex amici, quale mai contributi potevano portare?
E cosa stava davvero succedendo in quell'isola?
-Hannes e Boris sono già dentro l'ufficio, viene anche tu?- le domandò Fields indicando Boris che se ne stava appoggiato allo stipite di una piccola porta e leggeva una lettera.
-Qui dicono se “gentilmente” possiamo spostare l'incontro alle dieci, al primo livello.- lesse Boris ridacchiando. -Scommetto che nemmeno loro sanno perché siamo qui!-
-Fatto sta che abbiamo tempo.- mormorò distratta Audrey.
-E quindi cominciamo ad “annusare l'ambiente?”- chiese Hannes spuntando improvvisamente e guardando il lungo e silenzioso corridoio.
-Direi di sì.- rispose Audrey. -Io incomincio, ci vediamo qui davanti fra un'ora?- propose la ragazza togliendosi la giacca e rimanendo in maglietta corta.
Johanna brandì la bacchetta e la rigirò fra le dita. -Comunque, non è strano che non ci abbiamo accolto?-
-Se per accoglienza intendi dire parata sovietica come piacciono a te …- disse Hannes scimmiottando un saluto militare.
-No, ma almeno una cazzo di persona che dia il benvenuto! Noi siamo qui pronti a sporcarci le mani per … -
Un colpo di tosse bloccò la predica di Johanne e irrigidì i quattro Auror tedeschi.
Audrey fu la prima a voltarsi ed individuare chi li avesse interrotti.
Un ragazzo poco più alto di lei, capelli rossi, qualche ingenua efelide sul viso, uno sguardo tra il severo e il disgustato, dita lunghe e magre che stringevano impazienti delle cartelle gialle, abito dalla linea perfetta.
Aggrottò la fronte.
Dalle sue parti, i giovani impiegati del Ministero della Magia non sapevano cosa farsene di una cravatta o di un pantalone dal taglio perfetto, era già tanto se s'infilavano una camicia pulita da cui però spuntavano maglie di squadre di calcio, di band hard rock o personaggi dei videogames.
Lui invece sembrava il classico baronetto inglese, il consigliere fidato della varie regine d'Inghilterra delle fiction da BBC, almeno finché non aprì bocca.
-Bene, io sono l'assistente del Ministro della Magia Inglese.- esordì pomposamente. -Voi siete stato chiamati personalmente dal Ministro e dal Consiglio per supportarci nel difficile percorso che -
Audrey, Johanne, Boris e Hannes fissarono il Ministro della Magia parlare a una certa velocità, di cose come progetti, grande ruolo, incarico esemplare. Persero tutti e quattro le fila del discorso, finché Hannes borbottò una serie di imprecazioni in tedesco con chiaro accento bavarese.
-Scusi?- domandò l'assistente chiaramente infastidito dal borbottio del bavarese.

-Ja Jung*, non vorrei sembrarle scortese ma potrebbe riassumere velocemente?- domandò Hannes in perfetto inglese.

L'assistente lo fulminò con lo sguardo. -Vedo che la mia introduzione al discorso di benvenuto che farà, poi, il Primo Ministro non vi ha entusiasmato.- osservò fissandoli con astio. -C'è qualcuno di voi che ha intenzione di seguirmi per archiviare i vostri documenti tedeschi e le vostre generalità?- chiese guardandoli uno ad uno.
Boris fece un passo indietro, Johanne scrollò la testa, Hannes spinse in avanti Audrey che si ritrovò affianco dell'inglese. -Lei è bravissima con le scartoffie.- dichiarò Hannes facendole l'occhiolino.
-Io non sono brava a compilare i moduli. Non li capisco!- sbuffò Audrey cercando di sfuggire al compito vigliaccamente assegnatoli.
-Ma non dire cazzate, cara! Sei la migliore esperta di anglistica qui! E poi, non devi “annusare l'ambiente?”-
A quell'espressione l'assistente alzò un sopracciglio e i tre Auror si dileguarono all'interno della saletta a loro assegnatogli nell'ultima lettera.
Audrey si voltò verso il britannico e si mordicchiò l'interno della guancia destra per celare la rabbia. Ancora una volta il fatto di essere brava nelle missioni di ricognizione l'aveva fregata.
Sospirò leggermente e allungò una mano.
-Audrey Schumann da Berlino.- si presentò cercando di fare un sorriso e di cominciare con il piede giusto.
-Weasley.- rispose solamente l'inglese rispondendo frettolosamente con una scialba stretta di mano e s'incamminò per il lungo corridoio facendole cenno di seguirlo.


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*Ja Jung = Sì, giovane/giovanotto!
   
 
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