Temari
correva sotto la pioggia. Non stava guardando dove andava, correva e basta. Poi
alzò lo sguardo e vide un grosso albero che le fece venire un groppo alla gola.
Quanti ricordi, tanti, troppi. E ora la facevano solo stare male. Tutta colpa di
quello stupido ragazzo: avevano litigato per l’ennesima volta. Loro, così
diversi, eppure così uniti. Fino a poco prima quando lei aveva deciso di
andarsene una volta per tutte, mantenendo tutte le promesse fatte. Sarebbe
tornata a Suna, se solo le sue gambe e, forse, il destino, non l’avessero
portata lì.
Temari stava per partire,
tornava a casa dopo due mesi e più che era a Konoha a causa del torneo di
Chunin. Però le mancava ancora una cosa da fare: salutarlo. Non sapeva perché, ma quel
ragazzo la attirava. Era intelligente e aveva anche un bel fisico. Peccato che
fosse eternamente seccato e, soprattutto, pigro.
I suoi compagni di squadra
le avevano detto che l’avrebbe trovato sotto un grande albero in un prato appena
fuori il villaggio della foglia. E lei lo stava
raggiungendo.
Lo vide: sdraiato all’ombra
a fissare le nuvole.
Lo raggiunse con passo
felpato e si inginocchiò dietro di lui.
- Temari, sei
tu?-
La ragazza sgranò gli occhi
dallo stupore e poi, sbuffando, si sdraiò di fianco a
lui.
- Come facevi a saperlo?-
gli chiese curiosa.
Non glielo disse mai come
l’aveva capito, forse solo fortuna o forse no.
Senza ottenere quindi
risposta, Temari si mise a guardare verso l’alto le nuvole che scorrevano
lentamente sullo schermo del cielo.
- Sono belle- disse
improvvisamente il ragazzo.
-
Cosa?-
-Le
nuvole-
Temari mugugnò qualcosa in
risposta, poi si sedette e si alzò, spolverandosi il
vestito.
- Devo andare- disse
rivolta al ragazzo, mentre si sistemava sulla schiena il ventaglioche aveva
precedentemente tolto.
- A
presto-
Temari sorrise. Sicuramente
non era una dimostrazione di affetto ma doveva essere una delle frasi che lui
trovava più difficile da dire, e questo la rese felice. Forse, dopotutto, non la considerava poi una gran
seccatura.
Una lacrima scese sul viso
già bagnato di Temari. Ormai non c’era più nessun motivo di trattenerla: lì
nessuno poteva vederla e quindi il suo orgoglio non si sarebbe
danneggiato.
Il ricordo di quel giorno
felice la fece stare ancora più male, perché le portò alla memoria altre
immagini.
Lei seduta ad aspettarlo
sotto quell’albero. Sapeva che sarebbe arrivato, lo conosceva da un bel po’
ormai. Poi lo vide. Da lontano, con quel ciuffo strano che lo faceva sembrare un
ananas, le mani in tasca e la testa in alto ad osservare le poche nuvole rimaste
in quella splendida giornata, camminava con passo lento e incerto. Forse era
ancora scosso per gli ultimi avvenimenti accaduti: il combattimento contro Tayuya, il recupero
fallito di Sasuke Uchiha e le gravi condizioni in cui si erano trovati i suoi
compagni per colpa sua.
Per fortuna Temari l’aveva
aiutato contro la ragazza del quartetto del suono, sconfiggendolo una volta per
tutte, e aveva cercato di sostenerlo in ospedale, dove anche suo padre era
contro di lui.
Il ragazzo abbassò lo
sguardo stanco e incrociò gli occhi acquamarina della bionda di Suna ed ebbe un
sussulto, ma poi sorrise.
- Ciao,
Temari-
- Ciao- rispose lei,
chiudendo gli occhi.
- Cosa ci fai
qui?-
- Parto. Di nuovo. E volevo
salutarti-
Il sorriso si spense sul
viso del moretto. Ma lei non lo vide.
- Di già?- le
chiese.
- Purtroppo sì, ma tornerò
presto-
Il ragazzo si sdraiò
tranquillamente ai suoi piedi, con la testa girata verso di
lei.
- Per quanto tempo stai
via?-
- Fino a quando tu non ti
caccerai di nuovo nei guai. Il mio sesto senso mi avvisa sempre- Temari riaprì
gli occhi e iniziò a ridere, subito imitata
dell’altro.
A smettere per primo fu lui
che le parlò, fissandola con i suoi profondi occhi
scuri.
- Mi
mancherai-
A quelle parole Temari per
poco non svenne. Le sue guance si colorarono di rosso acceso perché non riusciva
più a tenere sotto controllo i suoi sentimenti. Il ragazzo scoppiò nuovamente a
ridere, questa volta di gusto, mentre l’altra arrossiva per la vergogna e
incrociava le braccia imbronciata.
- Ci caschi
sempre!-
Temari sbuffò e si alzò di
scatto, facendo per andarsene, quando il ragazzo le afferrò una caviglia e la
fece fermare.
- Siediti qui- disse poi
picchiettando il terreno con una mano.
La ragazza sbuffò
nuovamente ma non ribattè niente. Lui si alzò e le si sedette accanto,
avvicinando il viso a quello dell’altra.
- Non stavo scherzando- le
sussurrò dolcemente.
Temari arrossì e sorrise,
abbassando lo sguardo. Poi si sporse in avanti e gli diede un bacio su una
guancia, molto vicina alle labbra. Non passò neanche un secondo che la ragazza
era scattata in piedi e correva verso i fratelli che la stavano aspettando alle
porte di Konoha, per tornare a casa.
Dopo qualche minuto si
girò, e vide solamente una grande chioma verde che spuntava da un prato dello
stesso colore e un puntino nero sotto di esso.
E il puntino nero la stava
guardando, mentre si sfiorava, ancora incredulo, la guancia
baciata.
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Ciao a tutti, sono tornata con una nuova ff sulla mia coppia preferita!!! Non mi piace molto il personaggio di Temari triste, ma qualche volta lo può essere anche lei... Non nominerò il nome del ragazzo fino alla fine anche se con i molti indizi è abbastanza semplice da capire... Comunque spero che vi piaccia questa storiella, ho cercato di renderla più reale possibile anche se ci ho aggiunto qualche pezzo inventato... Domani aggiorno perchè ho già pronta la continuazione...a presto!
Ne approfitto per ringraziare arwen5786, SaraDJ, bambi88, Dreaming Ferret, Valy_Chan e NaTemari che hanno recensito "La neve". Grazie mille vi adoro!!!!^^
ciao ciao bacioni Silvia