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Autore: blackmiranda    26/03/2013    11 recensioni
Cinque mesi dopo la sonora sconfitta, Ade riesce finalmente ad uscire dal fiume infernale in cui Ercole l'ha scaraventato. Purtroppo per lui, i progetti di vendetta dovranno attendere: una nuova minaccia si profila all'orizzonte, preannunciata da una profezia delle Parche, unita a quella che ha tutta l'aria di essere una proposta di matrimonio...
“E' molto semplice, fiorellino. Vedi, sono in giro da un bel po', e, anche a seguito di recenti avvenimenti non molto piacevoli, mi sono ritrovato, come dire, un po' solo. E così ho pensato, ehi, perché non cercare moglie?”
Persefone rimase interdetta. La situazione si faceva sempre più surreale, minuto dopo minuto.
“Tu... vorresti sposarmi?” balbettò incredula.

Questa è la storia di Ade e Persefone, ovvero di un matrimonio complicato. Molto complicato.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Ercole, Megara, Persefone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 5 Mama's girl Mama's girl




Dodici sudate ore dopo aver scoperto il nome della figlia di Demetra, Ade era riuscito ad elaborare un piano piuttosto ingegnoso per avvicinare la vittima designata senza mettere piede fuori dall'Oltretomba.


Non sapeva molto di Persefone, ma quel poco che conosceva era sufficiente.

Era persino riuscito a ricordare dove aveva già sentito parlare di lei: alla sua prima festa di compleanno, nientemeno.

Non aveva prestato molta attenzione alla piccola nella culla, ma ne aveva afferrato il nome, e ricordava di aver pensato che fosse eccessivamente lungo e pomposo.

Niente di strano, in questo: era risaputo che lui aveva una predilezione per i nomi brevi e concisi.

D'altra parte, chi se ne importava del suo nome? Non era certo per quello che si era interessato alla dea della primavera.

Ripassò mentalmente il piano mentre usciva dallo studio.

Si articolava in tre fasi principali, dalla difficoltà crescente: trovare Persefone, rapirla e acquisirne il potere.

Il tutto senza farsi notare dagli altri dei, prima tra tutti Demetra.

Certo, era una bella scommessa, ma si trovava con le spalle al muro e quella era l'unica via d'uscita dalla situazione poco piacevole in cui era finito.

Raggiunse Pena e Panico sulle sponde dello Stige.

Panico stava dormendo, appoggiato ad una pietra, mentre Pena, rivolto verso le anime irrequiete, tentava di tenere la situazione sotto controllo servendosi di un lungo bastone di legno con cui far indietreggiare gli spiriti.

Ade osservò i due in silenzio per qualche secondo, reso apatico dalla stupidità della scena che si era appena trovato di fronte.

Dopodiché si schiarì la voce, mettendo per il momento da parte la considerazione di rimpiazzare i due servitori.

Panico sobbalzò, svegliandosi.

“Ragazzi, ho delle buone notizie per voi.” esordì sfoderando un sorriso che avrebbe dovuto risultare accattivante, ma che, a causa della perenne emicrania, riuscì invece estremamente minaccioso. “Siete diretti a Nysa, e dovete trovarmi Persefone, dea della primavera, figlia di Demetra, giovane, si spera piacente anche se non è fondamentale. Non tornate qui prima di averla trovata e di aver raccolto più informazioni che potete su di lei, senza farvi vedere. Intesi?” disse scrutandoli con gli occhi iniettati di sangue.

I due annuirono. Tutto pur di lasciare quel posto infernale.

***
La fitta vegetazione che circondava la piccola isola di Nysa, nell'Egeo, era un posto perfetto per guardarsi intorno senza essere notati.

Pena e Panico, nei piumati panni di due uccellini cinguettanti, si erano posati su più di una cinquantina di rami mentre sorvolavano la zona in cerca della dea.

L'isola pareva deserta, eccezion fatta per la fauna locale, a cui si erano uniti i due diavoletti mutaforma.

Nonostante la ricerca sembrasse infruttuosa, Pena e Panico erano di ottimo umore.

La brezza primaverile era un toccasana dopo le interminabili ore passate nei pressi del fiume infernale.

Il sole caldo filtrava tra le fronde degli alberi, e il dolce profumo dei fiori era tutt'intorno a loro.

D'accordo, l'odore dei fiori era forse un po' troppo penetrante per i loro gusti, ma in quel momento la cosa non li turbava più di tanto.

Alzatisi in volo per l'ennesima volta, giunsero infine in un grande spazio aperto, dove un gruppetto di ninfe stava allegramente chiacchierando del più e del meno.

Pena e Panico si scambiarono un'occhiata dubbiosa. “Pensi che sia qui da qualche parte?” domandò Pena.

“Forse.” rispose Panico, spiegando le ali. “Proviamo ad avvicinarci. Fa' finta di niente, mi raccomando.”

Planarono sul prato, spaventando un paio di farfalle variopinte.

Fingendo indifferenza e cercando di comportarsi da volatili come meglio potevano, i due diavoletti diedero un'occhiata più da vicino al gruppo di ninfe.

Si trattava di Oceanidi, senza dubbio: la pelle azzurra e le sottili squame erano inconfondibili.

Spiccava tra di loro una giovane, il cui aspetto, in tutta onestà, ricordava una specie di fiore gigante.

Non c'era molto margine di errore: doveva per forza essere Persefone.

Somigliava parecchio a sua madre, questo era innegabile. Il viso rotondo, da ragazzina, era illuminato da due grandi occhi dello stesso colore della pelle, rosa acceso.

Il naso a punta contrastava curiosamente con le alte sopracciglia arcuate, che le davano un'espressione perennemente sorpresa.

I lunghi capelli biondi e ondulati erano quasi completamente nascosti da un sottile velo e il volto della dea era incorniciato da una corona di petali, anch'essi rosa.

Indossava, infine, un paio di orecchini dalla forma allungata e un semplice chitone bianco, che sembrava quasi voler compensare l'elaborata ricercatezza dell'acconciatura.

Tutto sommato, sembrava perfettamente coerente nel suo ruolo di dea della primavera.

Era incredibile, si ritrovò a pensare Panico, che Ade condividesse la stessa primigenia natura con quelle colorate divinità della terra e i loro ridicoli cappelli a forma di fiori e frutti.

Stettero ad osservarla per un bel po', spostandosi di tanto in tanto per non destare sospetti.

Le giovani ninfe chiacchieravano animatamente tra di loro, mentre la dea, sorridente, ammirava la propria immagine riflessa in un piccolo specchio.

“Oh, darei qualsiasi cosa pur di farmi notare da Tritone!” esclamò una di loro, sognante. Le altre assentirono, entusiaste.

“Oh, a proposito, Kore!” disse un'altra ninfa rivolgendosi alla dea. “Come è andata con Helios?” chiese ridacchiando.

“Sì, racconta! Voi due sareste proprio una bella coppia...” la incalzarono altre due Oceanidi.

Persefone arricciò il naso, posando a terra lo specchio. “Non è proprio il mio tipo.” disse con voce squillante. “Poveretto, un po' mi dispiace.” aggiunse in tono frivolo.

Trascorso un po' di tempo, le Oceanidi se ne andarono, lasciando Persefone da sola. Era quasi il tramonto, e di lì a poco Demetra arrivò a fare visita alla figlia.

Come appresero durante la seguente settimana di spionaggio (Ade si era rivelato molto meticoloso durante la prima fase del piano), la dea della fertilità andava a trovare la figlia ogni giorno, un'ora prima del tramonto.

Quasi ogni giorno le portava un dono; generalmente di trattava di frutta esotica o di semi da piantare nel terreno fertile dell'isola.

Oltre alla madre e alle ninfe, Persefone, o meglio Kore, come veniva sempre chiamata, non sembrava avere contatti con nessun altro.

Passava le giornate dedicandosi quasi esclusivamente a far crescere piante e fiori, non curandosi apparentemente di nient'altro.

Dopo cinque giorni di quella routine, Pena e Panico si ritrovarono a rimpiangere le ore passate a fare la guardia alle anime nello Stige.

Era estremamente difficile restare svegli e non distrarsi di fronte ad uno scenario del genere.

Quanto a personalità, la dea non sembrava nulla di speciale.

Educata e affettuosa nei confronti della madre, discretamente allegra, apparentemente vanitosa: non era facile da capire quando tutto quello che faceva la maggior parte del tempo era annaffiare i fiori.

Una cosa, però, era certa: era molto attaccata alla madre, e il legame pareva reciproco.

“Questo potrebbe rappresentare un problema.” aveva commentato Ade quando gli avevano riferito la notizia. “Ma onestamente non me ne preoccuperei. Una volta trovato il modo di farla rimanere qui, la grassona potrà strepitare quanto vorrà, e non servirà a niente.”

“E... come avreste intenzione di farla rimanere qui, Vostra Ingegnosità?” domandò Pena curioso.

Ade lasciò andare di colpo il lembo del rotolo giallastro che stava consultando, facendo in modo che si riavvolgesse di scatto. “Oh, ho i miei metodi...” rispose in tono lugubre.

“Intendete persuaderla... pacificamente?” chiese Panico.

“A dire il vero avevo pensato ad un incantesimo o ad un vincolo di qualche tipo. Ma ehi, anche un paio di catene andrebbe bene, non sono un tipo schizzinoso.” disse accennando un sorriso divertito.

I due diavoletti ridacchiarono, cogliendo uno di quei rari momenti in cui il loro padrone era di buon umore.

Il dio incrociò le braccia dietro la testa, rilassando i muscoli per qualche minuto.

Tutto sommato, era soddisfatto del piano, anche se gli risultava comunque molto fastidiosa l'idea di dover rapire un'altra divinità.

La cosa avrebbe potuto scatenare effetti catastrofici, se organizzata male.

Per non parlare del fatto che non aveva ancora ben chiaro come fare per acquisire il potere di Persefone.

Certo, era al corrente di uno o due modi per farlo, ma si trattava di incantesimi devastanti, che richiedevano settimane, anche mesi per essere completati.

Al momento era alla ricerca di un metodo meno complicato e più veloce, se ne esisteva uno.

Non aveva avuto fortuna fino ad allora, ma era anche vero che la Fortuna gli doveva un grande favore, dopo la sequela di fallimenti a cui era andato incontro negli ultimi mesi.

Per cui sì, era piuttosto ottimista. Una delle sue qualità migliori, a suo parere.

Si alzò in piedi di scatto. “Beh, per oggi basta studio. Devo far visita a tre vecchie signore, stasera.”

Pena e Panico si fecero da parte per farlo passare.

***
Atropo, Clotho e Lachesi si trovavano, come erano solite fare, nell'ampia stanza che Ade aveva riservato loro secoli prima, quando era entrato in possesso dell'Oltretomba.

Nessuno sapeva dove esse abitassero realmente, ma era noto che amavano soggiornare nella stanza che dava direttamente sul perlaceo Acheronte, con una vista che era tra le migliori che si potessero desiderare.

Sebbene in realtà le Parche non dovessero parteggiare per nessun dio, non era un mistero il loro debole per Ade: le aveva sempre trattate con rispetto e aveva pure un certo ascendente su Clotho, il che non era di poco conto... per non parlare del fatto che Zeus non si era mai premurato di riservare loro una stanza privata sull'Olimpo.

Sapevano che Ade aveva bisogno del loro aiuto, e sapevano anche che sarebbe arrivato nel momento in cui lo sentirono bussare alla loro porta.

“Avanti!” gracchiò Atropo un attimo prima di tagliare l'ennesimo filo.

Il dio entrò, sfoderando il suo sorriso migliore. “Signore mie, che piacere vedervi. Mi auguro di non disturbare...” disse facendo un rapido baciamano a Clotho.

“Oh no, affatto!” replicò quella, di ottimo umore.

Lachesi non pareva altrettanto entusiasta di vederlo. “Devi dare una sistemata a queste anime, Ade. Sono diventate irrequiete e irrispettose. E il rumore che fanno è insopportabile.” lo rimproverò.

Il sorriso svanì dalle labbra grigie del dio. “Già, è un bel problema...” assentì, guardandosi intorno con indifferenza, “... che sono quasi riuscito a risolvere, ma manca ancora un dettaglio, una cosa da nulla, ecco...” aggiunse frettolosamente, sperando che le tre sorelle finissero la frase per lui.

“Lo sappiamo.” dissero in coro.

“Mi fa piacere sentirvelo dire.” commentò congiungendo le punte delle dita. “Se solo esistesse un modo semplice e veloce per rimediare a questo spiacevole incidente...” insistette in tono calmo e tranquillo.

Atropo parlò, fissandolo con l'unico occhio. “Perché non la prendi in moglie?”

Ade rimase interdetto per qualche istante. “... Come, prego?”

Atropo non batté ciglio. “Persefone. Perché non la prendi in moglie? E' un modo semplice e veloce. La sposi, lei diventa tua moglie, regnate entrambi sull'Oltretomba e i tuoi poteri sono raddoppiati.”

Ade rimase a bocca aperta, suo malgrado. Ma certo, era così facile! Perché non ci aveva pensato prima? In questo modo avrebbe risparmiato un sacco di tempo e fatica.

“Beh, questo è un interessante caso di Deus ex machina...” riuscì a balbettare infine.

Le Parche non risposero. Lachesi e Atropo erano impassibili. Clotho sembrava improvvisamente contrariata.

Ade fece una smorfia. “La fregatura sarebbe dover subire la sua presenza costante per il resto dell'eternità.”

Le tre sorelle ripresero ad occuparsi delle vite dei mortali, mentre il dio borbottava tra sé e sé, pensieroso.

Si trattava semplicemente di valutare i pro e i contro di quella nuova possibilità.

Pro: risparmio di tempo e di energie. Probabile vantaggio qualora gli altri dei avessero scoperto che fine aveva fatto Persefone (sposata era pur sempre meglio di morta o gravemente ferita).

Contro: spartizione dell'Oltretomba con un'altra divinità. Ora, questo era uno spiacevole inconveniente. Nonostante Ade avesse cercato di impossessarsi dell'Olimpo, egli era comunque molto protettivo nei confronti del suo dominio e non vi avrebbe di certo rinunciato di propria volontà.

Insomma, c'era un motivo se non si era mai sposato, in milleduecento anni di onorata carriera.

Una cosa era certa: le riunioni familiari si sarebbero ulteriormente complicate. Immaginando la faccia che avrebbe fatto Demetra, si lasciò sfuggire un sogghigno.








Eccoci qui, signore e signori. Quinto capitolo, e finalmente si vede un po' meglio la nostra eroina. xD
Allora, che ne pensate? L'ho fatta abbastanza odiosa o potevo fare di meglio? ;) La mia idea originale era di renderla molto simile a Charlotte La Bouff, personaggio de La Principessa e il Ranocchio, ovvero estremamente vanesia e viziata, con un bel po' di ingenuità a condire il tutto.
Intendiamoci, io adoro Lottie, allo stesso modo in cui adoro Ade. xD

Per chi volesse un complemento grafico, qui troverete tutto quel (poco) materiale disponibile sulla nostra dea della primavera:
http://disney.wikia.com/wiki/Persephone
Inoltre, se vi va, aggiungetemi pure su Facebook (pulsantino a destra dell'avatar nella mia pagina autore): lì pubblicherò notizie, info e trivia sulla storia.

Ho davvero bisogno di conoscere le vostre opinioni, ora più che mai. Quindi coraggio, non risparmiatevi in cattiveria! :D

Un abbraccio a tutti quelli che leggono e che recensiscono. :*
   
 
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