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Autore: Alex_Andria    26/03/2013    4 recensioni
Slices of life di Gareth Eldrige e Alexandria Mayfield. Io le chiamo Garalex, racconti di come uno dei più farfalloni di Black Friars si sia fatto incastrare dalla giovane Alexandria e di come la loro storia d'amore si sviluppi, intrecciandosi alle vicende degli altri personaggi di BF.
Le storie traggono spunto dalle vicende che Alex e Gar vivono nel GdR di Black Friars.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexandria Mayfield, Altri, Gareth Eldrige
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al mio Gareth.

... e da allora sono perchè tu sei,
e da allora sei, sono e siamo, 
e per amore sarò, sarai, saremo.

- Pablo Neruda

 
-Gli passerà, gli è sempre passata.-
- Ma guardalo, sembra un ebete.-
- Non è una novità che lo sembri.-
-Stai scherzando, Bryce? Non fa altro che parlare di lei.
Per strada fissa tutte nella speranza di trovarla tra la folla, rifiuta di venire ad ubriacarsi con me e non va a donne da quella sera in cui l’ha vista alla taverna.-
Ross scosse il capo preoccupato. Le teste dei due si girarono all’unisono verso Gareth che, sprofondato su una poltrona dello studio della residenza cittadina della Reggenza di Aldenor, era intensamente impegnato a guardare un dipinto che ritraeva un antenato dei Vandenberg.
-Che diavolo significa che non è andato più a donne da quella sera?- Bryce prese sottobraccio Ross parlandogli sottovoce all’orecchio.
-Quello che ho detto, Bryce! Vuoi che ti faccia un disegnino?-
- No, grazie! Le tue nature morte non mi interessano.-
Bryce sghignazzò mentre Ross lo fulminò con lo sguardo.
-Stasera c’è una festa al Borgo di Altieres, potremmo convincerlo a venire con noi.-
-Hai detto la parolina magica, Ross!- Lo sguardo di Bryce sembrò illuminarsi.
-Davvero? Quale parolina? –Ross lo guardò confuso.
-Sei davvero più tonto di lui!- Rise indicando Gareth che nel frattempo si era alzato per guardare il quadro più da vicino.
-Altieres - Bryce scandì le lettere della parola come si fa con quelli che hanno difficoltà di comprendonio.
-Oh! Non ci avevo pensato! E’ vero, Alexandria viene da Altieres.
Che diavolo sta combinando con quel quadro?-
Gareth alla fine aveva deciso di togliere il quadro dal muro poggiandolo a terra e ora sembrava studiare con attenzione il chiodo piantato nell’intonaco.
-Non lo so, ma se ti chiede un martello ti proibisco di darglielo!-
  


                        *     *    *     *    *  


Il Borgo di Altieres era come se l’era immaginato.
Fioriere stracolme di fiori a ogni finestra, balconi ornati da ghirigori e decorazioni intricate, colori caldi che ricordavano il clima di quella terra bagnata dal mare e baciata dal sole tutto l’anno. Bryce e Ross non avevano faticato molto a convincerlo a seguirli.
Per molti giorni aveva combattuto una battaglia con sé stesso: da una parte continuare ad essere lo stesso di sempre, l’amante di una notte che non voleva legami, dall’altra seguire il suo istinto che lo portava irrimediabilmente verso quella ragazza incontrata in una taverna, una notte come tante.

Quegli occhi neri come l’onice li sognava la notte, sognava di accarezzare quei lunghi capelli fatti di fili di seta, di sfiorare quella pelle
morbida come il velluto, di baciare quelle labbra rosse come ciliegie mature. Sembrava stregato. Non gli era mai successo prima.
Le donne non gli erano mai mancate, eppure adesso non sentiva alcun interesse per nessuna che non fosse Alexandria.
Alexandria…

Sperava di incontrarla quella sera al Borgo.
Aveva pensato molte volte di andare al Collegio di Altieres per poterla vedere ma la sua presenza da quelle parti non sarebbe passata inosservata e lui non voleva esporsi. Bryce lo aveva avvertito sulle parentele della ragazza e la sua fama di donnaiolo mal si accordava con le sue intenzioni. Volere Alexandria significava essere un altro Gareth, il che gli procurava una certa inquietudine.

-Sei pensieroso- Disse Bryce prendendolo per un braccio.
-Vieni, Ross ci sta aspettando vicino alle bancarelle dei dolci.-
Si fecero largo tra la folla che animava la piazza cercando di raggiungerne il bordo pieno di bancarelle che esponevano la loro merce.
Le feste al Borgo di Altieres erano sempre molto allegre, piene di gente che beveva e mangiava e ballava.
Un’orchestrina strimpellava delle canzonette che tutti sembravano conoscere perché le cantavano mentre si agitavano battendo i piedi all’unisono. Una specie di marea umana danzante gli venne addosso separandolo dalla stretta di Bryce che scomparve, sommerso dalla calca.
Cercò di orientarsi quando due braccia gli cinsero il collo e due labbra calde si appropriarono delle sue, baciandole.

Gareth rimase imbambolato, subendo quel bacio tanto improvviso quanto inaspettato.
- E’ passato molto tempo dall’ultima volta, Gareth.-
La voce familiare lo fece sobbalzare mentre,come una cascata, tutti i ricordi legati a quel modo di pronunciare il suo nome si riversarono nella sua mente.
-Hule!- Gareth se la scrollò di dosso e la guardò in malo modo.
-Che ci fai qui?-
-Potrei chiederti la stessa cosa. Non ricordavo tu fossi tipo da feste di piazza.-
Hule Jansen era una bella donna, più grande di lui. Aveva lunghi capelli neri e gli occhi di un azzurro acceso, simile al cielo estivo senza nemmeno una nuvola. Indossava un abito che metteva in evidenza le sue curve, senza farla sembrare volgare.
Era elegante ma qualcosa nel suo modo di fare la rendeva diversa dalle altre donne, più matura o più vissuta forse.
-Neanche io ti ricordavo amante di feste del genere.-
Gareth sorrise mellifluo, calcando la voce sulla parola amante.
Le tolse le braccia dal collo e gliele sistemò lungo i fianchi, cercando di mettere una certa distanza tra lei e lui.
- Adoro le feste da ballo e adoro ballare. Ma tu lo sai, visto che ti ho fatto da maestra.- Hule rise premendo il corpo contro il suo.
-Fammi ballare, Gar… In ricordo dei vecchi tempi.-
Senza aspettare che Gareth le rispondesse, Hule gli prese le mani facendosi cingere i fianchi e iniziò a muoversi seguendo la musica.
Gareth non potè fare a meno di assecondarla e si ritrovò in mezzo alla piazza a ballare con quella che una volta era stata la sua amante.

Non era quella  la donna che avrebbe voluto stringere tra le braccia.
Quel ballo lo catapultò dolorosamente  nel passato, quel passato che aveva deciso di dimenticare,che lo aveva portato a essere
quello che era, un amante di una notte che non voleva legami.

Fu allora che li sentì di nuovo, puntati violentemente su di lui.
Quegli occhi …
Alexandria li stava guardando ballare. Guardava le mani di Hule che gli cingevano il collo, le sue mani che le stringevano i fianchi,
il loro corpi stretti l’uno all’altro. E si sentì bruciare.
Quando i loro sguardi si incrociarono Gareth capì. Anche lei stava bruciando per lui.
Alexandria strinse i pugni, lo guardò per l’ultima volta negli occhi e poi si voltò, sparendo in mezzo alla folla.
Fu come se gli avessero dato un pugno in piena faccia.
- Alexandria…- Sussurrò piano.
Quel nome semplicemente sussurrato divenne un grido quasi disperato.
Gareth si gettò istintivamente tra la gente che ballava,  prendendo a spallate chiunque gli impedisse di raggiungerla.
Arrivò trafelato davanti a una piccola piazza con una fontana al centro. La folla della festa era scomparsa.
Appoggiò le mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato.
- Gareth…-
Non ebbe bisogno di alzare gli occhi per sapere a chi appartenesse quella voce.
-Alexandria…-


   
 
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