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Autore: Stella Di Mezzanotte    27/03/2013    7 recensioni
Un architetto famoso, viene lasciato all'altare dalla donna che ama ed è compito della Dottoressa Swan farlo tornare a vivere... sì, perchè Edward Cullen si è chiuso a riccio e non intende far entrare nessuno all'interno del suo scudo. La Dottoressa riuscirà nel suo intento? Compito difficile, dato che il bell'architetto non intende farsi aiutare!
E il latte e il miele cosa c'entrano?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                          Epilogo

 

<< Mi scusi, ma devo portarle via mia moglie >>
Con un sorriso la feci alzare sotto gli occhi confusi di un uomo di circa cinquant’anni, seduto di fronte a lei.
<< Edward, in questo momento non posso. >>
<< Sì che puoi. Si tratta di un emergenza. >>
Lei capì dal mio sguardo che non mi sarei arreso, così si rivolse al suo paziente con un sorriso di scuse.
<< Signor Burke, come ha sentito anche lei, mio marito dice che c’è un emergenza quindi sono costretta ad andarmene. Mancano solo dieci minuti alla fine della seduta, che gli farò recuperare la prossima volta >>
Senza attendere oltre, le circondai la vita con un braccio e feci cenno alle due pesti di tre anni di seguirci. Josh fu il primo a mollare le sue macchinine sul tavolo di Rosalie, per venire ad aggrapparsi alla mia mano, Janice invece si prese tutta la calma del mondo nel sistemare tutti i suoi giocattoli, in un cassetto della scrivania di Bella e prendere il suo pony di peluche, prima di raggiungere Bella e prenderla per mano. Scossi il capo con un sorriso. Con la mia famiglia al completo mi diressi fuori dallo studio di mia moglie e feci salire tutti in macchina.
<< Anche Latte e Miele vengono con noi? >>
Gettai un occhiata ai sedili posteriori dove Latte era torturato da Josh, che gli tirava le orecchie, e Miele era stretto tra le braccia di Janice, che tentava invano di sistemargli al collo il collarino rosa del suo pony.
<< Sì, fanno parte della famiglia. >>
Bella non disse niente, ma era divertita a giudicare dal suo sguardo
<< Edward mi farai chiudere lo studio uno di questi giorni. >>
<< Perché no? >>
<< Smettila! Questa non è la prima volta che mi sottrai ai miei pazienti. >>
<< Non sono mai venuto a disturbarti in un ufficio prima d’ora. >>
Lei non disse nulla, però mi guardò come qualcuno che tiene dei segreti. Ben presto la mia mente fu pervasa dal dubbio e dall’aspettativa. Mia moglie sarebbe stata soddisfatta del mio lavoro? Mi fermai davanti un cancello molto grande con le lettere L e M applicate su di esso. Gettai un occhiata a Isabella quando lo aprii con un telecomando, e notai i suoi occhi accesi. Non credevo mica che lei fosse all’oscuro di tutto, anche se aveva fatto di tutto per farmelo credere, però sapevo che non si sarebbe mai aspettata cosa stava per vedere. Un lungo viale, costeggiato da fiori multicolori, che poi si snodava in altri due percorsi, portava a una grande villa che richiamava lo stile Italiano, con i suoi mattoni rossi e i balconi ornati di gerani. Era circondata da un immenso prato all’inglese, con un area dove i bambini potevano stare al sicuro con i loro giochi e un'altra occupata da una piscina dalla forma articolata, con le pietre e piccole cascate. Presi il sentiero che conduceva alla rimessa, dove posizionai l’auto, l’altro invece portava a una piccola dependance.  Sorrisi dell’improvviso silenzio che si era venuto a creare nell’abitacolo, quando ero entrato nella villa Latte e Miele, la nostra casa. Il primo a rompere il silenzio fu naturalmente Josh.
<< Papà! Quetta casa è bellittima! >>
<< Questa casa è bellissima, si dice così velo mamma? >>
Osservai mia moglie riscuotersi dalle sue fantasticherie e lanciarmi uno sguardo incredulo.
<< Ehm, sì Janice. >> disse poi rivolta a nostra figlia.
<< Si dice vero non velo! >> proruppe Josh, infastidito dalle lezioni della sorella.
<< Scendiamo? >> dissi, sovrastando le voci dei due gemelli.
<< Sì. >>
Feci il giro dell’auto e le presi la mano mentre scendeva. Poi mi occupai delle piccole pesti che portai, al sicuro, nella loro area recintata in modo che potessero giocare e mi avviai con Bella verso la casa che avevo fatto costruire per noi. Stavolta però avevo fatto tutto da solo, non avevo accettato nemmeno l’aiuto e i consigli di Jasper, che naturalmente aveva scoperto ogni cosa, spulciando tra i miei affari in ufficio. Era peggio di mia sorella quell’uomo! Capivo perché si trovassero così bene insieme.
Strinsi la mano di mia moglie quando arrivammo davanti il portone d’entrata.
<< Edward? >>
<< Sapevi quello che stavo facendo. >>
<< Immaginavo più che altro, ma non mi sarei mai aspettata una villa così splendida! >>
Il suo commento mi fece rilassare, ma solo un po’, infatti ancora doveva guardare l’interno. Le consegnai le chiavi e lei aprì, emozionata. Davanti a noi si stagliava un grande salone con mobili che erano a metà strada tra l’antico e il moderno, come piaceva a lei. Grandi vetrate mostravano l’esterno della casa, si vedevano l’area per i bambini e la piscina ai due lati opposti e di fronte, una di queste vetrate si apriva e si poteva uscire all’aperto, dove si trovava un grande gazebo, delle panchine e diverse fontane. Bella si portò una mano al viso, meravigliata, guardando poi la scala in marmo bianco venato di rosa, che portava ai piani superiori. Prima di arrivarci però la condussi in cucina, luogo che amavamo entrambi. Questa era decisamente grande, a penisola, in legno rustico, con un grande piano di lavoro e due lavelli in acciaio. Due finestre ai lati erano ornate da alcune rose rampicanti e al centro un lungo tavolo in legno faceva bella mostra di sé.
<< Edward sono senza parole. >>
<< Aspetta a dirlo >>
La portai di sopra a vedere le cinque camere da letto, due per Janice e Josh  che avrebbero avuto per la prima volta stanze separate, due per gli ospiti e infine la nostra camera da letto. Ci avevo messo mesi per cercare di capire cosa sarebbe piaciuto per davvero alla mia adorabile moglie. Un letto a baldacchino era posto al centro e il resto dei mobili era a metà strada tra l’antico e il moderno, come il resto della casa. Un divanetto e una poltroncina bianchi di velluto erano posti ai lati della stanza e una piccola porta rivestita anch’essa di velluto bianco portava al bagno interno. Il pezzo forte della stanza però, era la porta finestra che dava sul giardino e portava a un lato della piscina. Era l’unica stanza collegata ad essa, anche per la sicurezza dei bambini. Era infatti protetta da una recinzione fatta con un muretto e un alta parete di ferro intrecciato e adornato con piante rampicanti, chiuse da un cancello che richiamava quello d’entrata. Bella uscì fuori a vedere la piccola sorgente, rappresentata dalla piscina e si girò verso di me.
<< Te l’ho detto: sono senza parole. >>
<< Quindi ti piace? >>
Lei sorrise e mi si buttò addosso.
<< Mi piaci tu, soprattutto qua dentro. >> sussurrò maliziosa.
Ricambiai il suo sorriso e la baciai. Non ebbi tempo però di fare altro, dato che due tornadi entrarono in camera.
<< Papà, Josh mi tila i capelli! >>
Mia figlia venne da me e cercò di arrampicarsi sulle mie braccia, per ripararsi dal fratello che stava per balzarle addosso. La presi in braccio e le detti un sonoro bacio sulla guancia. Mi specchiai nei suoi occhi smeraldo identici ai miei per colore, ma per forma ad Isabella. Di lei aveva anche il sorriso, la forma del viso e i capelli, anche se il colore era più simile al mio, di un rosso leggermente più scuro. Josh andò dritto da sua madre, che si piegò alla sua altezza, cercando di placare la sua agitazione.
<< Mamma! Janice ha trappato la testa al mio guettieto >>
<< Guerriero, Josh. Non preoccuparti, ora la mamma lo aggiusta, va bene? >>
<< Si dice strappato e non trappato! Velo mamma? >>
Io e Bella ci guardammo, ben sapendo che la solita risposta di Josh stava per arrivare.
<< Si dice vero, non velo! >>
Erano le loro due solite battute! Josh diceva al posto della s la t, Janice invece della r la l. Erano i nostri due tesori. Josh era identico a me in quasi tutto, tranne che per lo sguardo attento tipico di Bella e per il colore dei capelli, che erano castano scuro. Per il resto sembrava me alla sua età, con gli stessi occhi verdi e il sorriso malandrino.
<< Va bene cuccioli, ora state buoni che arrivano visite. >>
<< Visite? >> esclamarono tre voci, nello stesso momento.
Li guardai tutti e tre e sorrisi, proprio mentre suonavano al campanello. Scendemmo giù e Bella aprì la porta, facendo entrare Tanya e Emmett con il loro piccolo Patrick di quattro anni, i miei genitori, mia sorella Alice e Jasper con Susy la mia nipotina di due anni dai lunghi capelli corvini della madre e gli occhi azzurri del padre, Rosalie con suo marito Anthony e un piccolo fagottino in braccio e infine i genitori di Bella, insieme a Sue. Vidi l’incredibile sorpresa dipinta nei suoi occhi. L’ultima volta che li aveva visti insieme era stato alla nascita dei gemelli.
<< Cos’hai combinato? >>
<< Dovevamo festeggiare! >> dissi in difesa dell’attacco di Bella.
<< Tu sei matto. >> disse tempestandomi il viso di baci, come era solita fare quando voleva ringraziarmi. Furono tutti entusiasti della casa e ricevetti i complimenti da parte di tutti, ma a me interessava solo che piacesse a Isabella, la donna che amavo con tutto me stesso. Incredibile come la mia vita fosse cambiata, non pensavo che sarei mai arrivato ad avere nulla del genere. Quando pensavo che la mia vita fosse finita, era arrivata una splendida donna a portare pace e amore nella mia vita, regalandomi se stessa e due tesori inestimabili, i nostri bambini.
 Vidi correre Janice verso di me. Lo faceva sempre quando era nei guai o cercava il mio conforto, Josh invece correva subito da Bella.
<<Cosa c’è cucciola? >>
<< Voglio stale con te! >>
La presi per mano, capendo che c’era qualcosa che non andava, infatti vidi mio figlio confabulare con Patrick. Incrociai lo sguardo di Emmett che mi venne incontro. Janice si strinse a me, guardando Patrick di sottecchi. Quella storia non mi piaceva.
<< Sai Edward, credo che diventeremo parenti. >>
Strinsi la mano di Janice e fulminai il marito di Tanya.
<< Lo siamo già abbastanza >>
Lui rise e indicò con un dito Patrick, il cui sguardo oscillava su Josh ma più su Janice, che lo guardava di nascosto. Due risate femminili attirarono la mia attenzione e notai Bella e Tanya ridere, guardando i due bambini. Eh no! Era troppo presto!
Il piccolo Patrick somigliava molto a Emmett, ma aveva gli occhi azzurri della madre e i capelli biondo scuro. Era un tipo taciturno all’inizio, ma che diventava un gran chiacchierone dopo aver preso confidenza. Ormai lui e Josh, che si levavano solo un anno,  stavano quasi sempre insieme.
<< Edward, Emmett! Venite qui >>
<< Oh no Bella! >>
<< Sta zitta, Tanya! >>
Raggiunsi Bella che mi schiacciò l’occhio e disse di dover fare un annuncio.
<< Presto avremmo un nuovo membro in questa grande famiglia che siamo diventati.  Emmett e Tanya diventeranno di nuovo genitori! >>
<< Stavolta sarà davvero una femmina >> sentii borbottare a Tanya.
Feci gli auguri a tutti e due e solo quando tutti se ne andarono riuscì ad avere mia moglie tutta per me. I miei tesori si erano addormentati su un divano, Josh abbracciato al collo di Latte e Janice con la mano stretta nel collarino che aveva messo a forza a Miele, il quale  muoveva la coda di tanto in tanto non potendo fare altri movimenti.
<< Sei contenta? >> dissi, chiudendola tra le mie braccia.
<< E’ dire poco, marito. >>
Sorrisi e le baciai il naso.
<< Solo il meglio per te, moglie. >>
<< Edward? >>
<< Sì? >>
Mi portò una mano sul suo ventre e io non ci misi molto a capire. La presi in braccio e la feci volteggiare in aria.
<< Amore mio è meraviglioso. >>
Avevo le lacrime agli occhi come quando mi aveva detto di aspettare i gemelli.
<< Non l’ho detto prima, perché volevo che fossi tu il primo a saperlo. >>
La baciai, prendendole il viso tra le mani e la sentii sorridere sotto alle mie labbra.
<< Penso di avere un buon sesto senso. Sia noi che Tanya e Emmett avremo una bambina. >>
<< Finalmente Tanya sarebbe al settimo cielo. >>
<< Lo è già con Patrick >>
<< Sì, Patrick >> dissi borbottando.
<< Cosa c’è? >> chiese ben conoscendo la risposta.
<< Sono ancora due bambini! >>
<< Certo! Quando saranno grandi però… >>
<< No, Bella! >>
<< Sarebbe così romantico. >>
La baciai di nuovo prima che avesse tempo di dire qualche altra cosa.
<< Un'altra bambina? >> le sussurrai sulle labbra.
<< Penso proprio di sì. >>
La guardai a lungo, specchiandomi nei suoi occhi di cioccolata.
<< Ti amo dottoressa Swan >>
<< Anch’io ti amo Cullen >>
Poggiai la fronte sulla sua e sorrisi. Avevo fatto qualche calcolo sbagliato, quando quattro anni prima consideravo la mia vita finita… perché guardando due intense gemme color cioccolato mi resi conto che era appena iniziata.

 

 

 

 

***********************
Oh! Siamo arrivati proprio alla fine! Anche questa storia si è conclusa e come sempre mi capita in questi momenti, mi mancherete tanto sia voi, sia Cullen e la dottoressa Swan!
Latte e Miele è giunta al termine. Grazie a tutti per avermi dato supporto, e per avermi seguito. Adesso darò spazio alle altre mie storie soprattutto Miel di Luna e il Colibrì.

Un bacio a tutti, con affetto!
Stella Di Mezzanotte.
  
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