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Autore: jas_    27/03/2013    29 recensioni
Aprii gli occhi di scatto e spostai il cuscino, mettendoci un attimo a far riabituare i miei occhi assopiti alla forte luce che entrava dalla finestra vicina a me. Mi guardai intorno e sussultai: quella non era la camera di Molly, né tantomeno la mia.
Un altro movimento mi fece voltare di scatto alla mia sinistra, un ragazzo seminudo dormiva sereno nel mio stesso letto. Prima di rendermene veramente conto urlai, guardando poi il mio di corpo: indossavo solo la biancheria intima. Cominciai improvvisamente a sentire caldo, mi passai una mano tra i capelli in preda al panico e cercai di ricordare gli avvenimenti della serata precedente.
Ricordavo la festa, i diversi cocktail che Molly mi aveva portato, quelli che invece mi ero arrangiata io a prendere, la pista affollata, quasi soffocante, io che non trovavo più Molly e cercavo di uscire da quella trappola umana e... Due mani che mi cingevano i fianchi, poi il vuoto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Right side, wrong bed'
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Capitolo 9

 
 
«Buongiorno Cioppi» mi salutò Harry, non appena salii sulla sua macchina.
Lo guardai confusa, «siamo passati alle abbreviazioni?» domandai poi.
Lui si strinse nelle spalle accendendo la radio, «posso continuare a chiamarti Cioppicioppi se preferisci.»
«Fai come vuoi, tanto fanno schifo tutti e due» ribattei.
Harry mi ignorò, alzando il volume della radio che in quel momento stava trasmettendo Wonderwall degli Oasis. Si mise a cantare indisturbato, mentre ci dirigevamo verso l'officina di Liam, o almeno credevo, visto che non sapevo dove fosse. Rimasi incantata dalla bellezza della sua voce, l'avevo intuito anche sentendolo solo parlare che era particolare ma non pensavo che fosse in grado di cantare così bene. Chiusi gli occhi lasciandomi cullare da quel suono soave, fino a quando Harry non si arrestò e smise di cantare.
«Siamo arrivati» dichiarò poi, sorridente.
Aprii gli occhi di scatto, «di già?»
Lui annuì, «dove pensavi che saremmo andati? In Scozia?» rise.
Gli feci una linguaccia e scesi dall'auto, stavo quasi per dirgli che cantava bene ma mi rimangiai le parole all'istante. Quel ragazzo era già fin troppo sicuro di sé, anche senza i miei complimenti.
Osservai l'officina davanti a me e sentii Harry fermarsi al mio fianco.
«Pronta?» mi domandò.
Annuii decisa, nonostante in realtà non lo fossi affatto. Avevo paura di sapere la verità, sopratutto se questa era che io e Harry avevamo fatto sesso, ma allo stesso tempo temevo che quello sarebbe stato un altro buco nell'acqua.
Inaspettatamente Harry mi prese per mano e mi sorrise sincero, «andrà tutto bene, ci sono io con te» mi rassicurò.
Deglutii e annuii turbata, prima di entrare all'interno dell'officina.
Harry si rivolse ad un tizio che indossava una tuta da lavoro completamente sporca di grasso, «salve signor Payne, c'è Liam?»
«Oh, ciao Harry!» esclamò l'uomo contento, «tutto bene?»
«Sì grazie, lei?» domandò cortese.
«Non mi lamento dai, Liam è nell'altro garage, vai pure.»
Harry annuì, dirigendosi poi verso una porta semiaperta alla nostra sinistra. Arrivammo in un altro garage, simile in tutto e per tutto a quello precedente fatta eccezione per la macchina che ci stava al centro.
«Liam!» lo chiamò Harry, guardandosi intorno.
Alcuni secondi dopo da sotto l'auto spuntò un ragazzo dal sorriso dolce e la voce baritonale.
«Ciao Harry!» esclamò sorpreso, mentre lo salutava.
Lo osservai attentamente, se avessi dovuto associare una parola a quel ragazzo credo che questa sarebbe stata miele.
Aveva i capelli di un castano chiaro, color del miele, gli occhi marroni e anche la pelle era leggermente abbronzata.
Sì, miele. Decisamente.
Mi riscossi dai miei pensieri quando mi accorsi che Harry mi aveva appena presentata a Liam, gli strinsi la mano sorridendo gentile mentre lui sembrava essere divertito.
«Non ti ricordi proprio niente di me?» domandò.
Scossi la testa imbarazzata, per un attimo mi ero dimenticata del motivo per cui eravamo lì.
«Sono qui per questo» spiegai, in difficoltà.
Harry mi prese di nuovo la mano, che aveva lasciato per stringere quella del signor Payne, e mi sorrise rassicurante.
«Ci puoi dire cosa è successo esattamente alla festa di Louis?» chiese poi a Liam.
Il ragazzo si tolse i guanti da lavoro, scrutandomi serio. Sentii un brivido percorrermi la spina dorsale.
«Stavo uscendo da casa di Louis quando ti ho vista salire le scale in condizioni abbastanza pietose» cominciò, «avevo paura che potessi cadere e farti male così sono corso in tuo aiuto e ti ho portata in bagno, visto che continuavi a borbottare che dovevi vomitare» spiegò.
Nascosi una smorfia disgustata, pensandoci bene mi ricordavo che quando mi svegliai il giorno successivo avevo uno strano gusto amaro in bocca.
«Quando siamo arrivati in bagno, accanto alla vasca c'era il qui presente Harry Styles» disse divertito, facendogli un cenno con la testa, «che si stava lavando la faccia, anche tu però amico non eri messo tanto bene» aggiunse rivolgendosi a lui. «Comunque niente, ti ho tenuto indietro i capelli mentre vomitavi nel water solo che ti sei sporcata comunque il vestito e hai insistito per togliertelo. Giuro solennemente che hai fatto tutto da sola, io non ti ho sfiorata anche perché sono felicemente fidanzato» precisò, arrossii al pensiero che anche lui mi avesse vista in intimo.
«Poi però la mia ragazza mi ha chiamato e sono dovuto andare, non so cosa avrebbe potuto pensare se mi avesse visto in bagno con una ragazza seminuda. Mi dispiace ma non so dirti altro» concluse.
Lanciai uno sguardo preoccupato ad Harry che invece sembrava perso nei suoi pensieri, «quindi tu mi hai lasciata in bagno con...»
«Harry» finì Liam al posto mio.
Annuii riflettendo sulle sue parole. Alla fine ero al punto di prima, nonostante sapessi di essere stata in bagno con Harry, poi non c'era nessuno che avesse assistito a qualche scena compromettente ma utile.
«Va bene, grazie comunque» dissi, sorridendogli gentile.
«Figurati, spero di esservi stato d’aiuto.»
«Grazie Liam» aggiunse Harry, passandosi una mano tra i capelli, «ci si vede in giro» lo salutò, prima di voltarsi ed uscire.
«Siamo al punto di prima» borbottai, quando salii in macchina.
Harry sospirò, «non credo ci sia altro da fare, alla fine siamo rimasti da soli in bagno.»
«Chissà come siamo finiti in una camera, a letto insieme» osservai dura, cercando il telefono nella borsa che aveva preso a suonare.
«Non deve per forza voler dire che abbiamo fatto qualcosa» obiettò lui.
Ignorai mia madre che mi stava chiamando e mi voltai a guardarlo, «le circostanze suggeriscono l'esatto contrario.»
Harry ignorò le mie parole ed indicò con un cenno del capo il cellulare che mi stava ancora squillando in mano, «dai rispondi.»
Sbuffai e feci come mi disse, in quel momento mia madre era l'ultima persona con cui volevo parlare.
«Victoria dove sei?!» strillò quasi, imperterrita.
«In giro» brontolai, per niente dell'umore per mostrarmi gentile ed educata.
«Con chi? A che ora torni a casa? Ricordati che domani c'è il matrimonio e non so ancora con chi verrai.»
Sospirai, «a quale domanda devo rispondere prima?»
«Con chi sei lì?»
Lanciai uno sguardo a Harry, concentrato nella guida, «un mio amico.»
«Victoria» esalò mia madre seria, «ti voglio a casa per cena e voglio anche sapere chi sarà il tuo accompagnatore, ciao» e senza nemmeno lasciarmi il tempo di ribattere, riattaccò.
«Si è incazzata» osservai, ributtando il telefono nella borsa.
Harry rise, «e ci credo! Hai sentito come le hai risposto?»
Mi strinsi nelle spalle, «è tutta la settimana che rompe per questo matrimonio del cavolo, l'accompagnatore che non esiste e tutto il resto. Non ce la faccio più» sospirai, lasciandomi andare sul sedile e chiudendo gli occhi.
«Non hai ancora trovato nessuno?»
Scossi la testa, «chi vuoi che sarebbe disposto a stare con quella psicopatica? Non credo esista persona all'altezza delle sue aspettative.»
«Beh, forse qualcuno c'è...» borbottò lui, arrestandosi in prossimità di un semaforo rosso.
Mi voltai a guardarlo di scatto, «chi?» domandai speranzosa.
Harry sorrise, «io.»
«Non credo sia una buona idea» mormorai.
Lui mi guardò corrucciato, «perché?»
«Non conosci i miei, è come fare il bagno coi coccodrilli, se non peggio.»
«Non mi importa, davvero. E credo che anche tu dovresti cercare di farti influenzare di meno dai tuoi, Victoria.»
Mi voltai dall'altra, osservando i lampioni ai lati della strada che si susseguivano velocemente, «non capisci, Harry.»
Lo sentii sospirare, «fai come vuoi» borbottò, fermandosi davanti a casa mia.
Rimasi immobile, non accennai a voler scendere dall'auto.
«Cosa fai?» domandò Harry, confuso.
«Andiamo da qualche parte, per favore» lo pregai, «non voglio andare a casa ora.»
Lui sorrise, «però domani ti accompagno io.»
«Mi stai ricattando?» domandai, inarcando un sopracciglio.
Harry si strinse nelle spalle, «forse.»
«Allora preferisco andare a casa» ribattei, aprendo la porta della macchina ma lui mi prese la mano, costringendomi a voltarmi.
«Cioppicioppi sono serio.»
«Come fai ad essere serio e chiamarmi Cioppicioppi?»
Harry rise, «no davvero, voglio aiutarti.»
Alzai gli occhi al cielo e richiusi la porta, «perché insisti così tanto?» chiesi poi.
Era più cocciuto di un mulo, non capivo perché ci tenesse così tanto, neanche se si stesse parlando delle nozze dell'anno o di conoscere la regina Elisabetta. Harry non conosceva nemmeno coloro che si sarebbero sposati.
«Perché...» Harry ci pensò su un attimo, «perché ci tengo a te, e non voglio che tu abbia problemi» spiegò infine, sincero.
Sentii una strana sensazione colpirmi all'altezza dello stomaco, feci per dire qualcosa ma ero troppo scossa da quelle parole per parlare. Mi limitai a sorridergli timida, Harry ricambiò per niente preoccupato per ciò che aveva appena detto, prima di ripartire senza dirmi dove ci stessimo dirigendo.
«Ce l'hai un vestito per domani?» gli domandai, a un certo punto.
«Non preoccuparti Cioppi, penso a tutto io» mi rassicurò lui.
Non mi fidavo completamente di quelle parole ma cercai di farmele bastare, «fossi in te taglierei anche un po' i capelli» aggiunsi poi, sfiorandoglieli con la mano destra.
«Devo proprio?» domandò lui.
Annuii decisa, «non vorrai farti vedere dai miei con un cespuglio non potato in testa!» esclamai.
Harry spalancò bocca e occhi sorpreso dalla mia battuta, «stai scherzando spero! Questi - si indicò i capelli - piacciono a tutte. E ci terrei a sottolineare tutte.»
Ignorai le sue frecciatine, «si da il caso che domani l'unica persona a cui devi piacere sono io, o meglio, mia madre visto che a me interessa fino a un certo punto come sei, quindi devi cambiare acconciatura.»
Harry mi guardò truce, «sei malvagia.»
«Anche tu mi hai ricattata» sorrisi trionfante.
Lui sospirò, «allora» riprese poi, «stasera io e te usciamo insieme» proclamò deciso.
«Un appuntamento?» balbettai quasi, incredula.
Harry si strinse nelle spalle, «chiamalo come vuoi, ma non posso farti da cavaliere senza prima essere uscito con te.»
Cercai di respirare normalmente per quanto mi fosse possibile dato che il mio cuore aveva cominciato a battere all'impazzata e il fiato a mancarmi, «devo essere a casa per cena» mormorai poi, abbassando lo sguardo verso le mani che tenevo congiunte in grembo.
«Per forza?» domandò lui.
Annuii, «me l'ha imposto prima mia madre, mi dispiace.»
«Dammi il telefono» disse deciso, allungando la mano verso di me.
Lo guardai confusa, «dammi il telefono» ripeté lui.
Obbedii, senza tuttavia capire le sue intenzioni. «Cosa vuoi fare?» chiesi titubante.
Lui non rispose, si limitò a fare qualcosa col mio cellulare prima di portarselo all'orecchio.
«Harry ti prego non dirmi che...»
«Salve signora, sono Harry, un amico di sua figlia» disse lui, guardandomi sorridente e facendomi l'occhiolino, mi passai una mano tra i capelli ed appoggiai la schiena al sedile osservandolo parlare animatamente con mia madre.
«Sì, il suo accompagnatore» specificò, «stasera volevo invitarla ad uscire a cena con me ma mi ha detto che doveva tornare a casa, ecco, mi chiedevo se lei non potesse fare uno strappo alle regole per una volta, le prometto che sarà a casa per le undici.»
Ci fu un attimo di silenzio, in cui sentii soltanto il mio cuore fracassarmi la gabbia toracica per quanto batteva forte, era incredibile quanto Harry fosse testardo ma allo stesso tempo convincente, e capii che anche mia madre era caduta nella sua trappola quando lo vidi riattaccare con un sorriso trionfante dipinto sul volto.


 

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CIAAAAAAAAAO!
Non sono morta, mi spiace per voi, ho solo avuto un po' di problemi col computer/efp in sti giorni :)
Vi chiedo umilmente scusa per il ritardo nel postare, so di avervi fatto aspettare molto ma spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo che è uno dei miei preferiti HAHAHA
So che dovreste essere voi a giudicare ma io amo questo Harry, non il solito puttaniere o altro, ma un normalissimo ragazzo, come ce ne sono in giro a migliaia hahaha
Poi nei prossimi capitoli scoprirete altre cose su di lui, ma non posso spoilerarvi nulla uù
Visto che domani parto per Parigi e non so quando aggiornerò vi auguro buona Pasqua e buone vacanze (una misera settimana çç) Spero che per allora sarò patentata (oggi pomeriggio ho l'esame, ma lo so che non ve ne può fregar di meno ahahaha)
Alla prossima! :D
Jas

P.S. Ho aggiornato anche lo spin-off su Molly e Zayn,
Loved You First

P.P.S. Non mi sono dimenticata dell'iniziativa proposta nello scorso capitolo quindi ecco qua alcune delle storie che mi hanno chiesto di pubblicizzare. Non sono tutte, ho scelto quelle che mi hanno colpita di più, le altre le metterò nel prossimo capitolo e così via. Ovviamente se ne avete altre basta che me lo dite :)


All Too Well

Bad Boy
Trust Me
This Is Me



 

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