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Autore: JustBelieve    27/03/2013    4 recensioni
Dalla storia:
"Spesso Darren si chiedeva come ci riuscisse, come facesse a lavorare incessantemente per tutte quelle ore per poi tornare a casa ancora intero. Ma una ragione per cui resistere e lottare con tutte le sue forze ogni giorno per non crollare, lui ce l’aveva: si chiamava Chris Colfer".
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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           "There's so much i need to say to you".





Era già passata una settimana da quella notte, della quale nessuno dei due aveva più parlato.

Le giornate erano trascorse velocemente, tra passeggiate per la città e visite quotidiane al fratello di Darren. Niente tra di loro era cambiato, erano ritornati alla fase del ‘siamo solo amici’ e come tali si comportavano, o almeno ci provavano.

Per quanto assurdo possa sembrare, tra i due non c’era alcun tipo d’imbarazzo, nonostante le circostanze. Avevano deciso di andare avanti, di superare l’accaduto con la speranza di evitare gli eventuali ‘acciacchi’.

Entrambi sapevano che avrebbero perso tanto, perdendo l’altro. E se c’era una cosa che li spaventava al punto di far loro mancare il respiro, era proprio questo.

Non potevano rimanere l’uno senza l’altro, perciò la soluzione migliore era dimenticare ciò che era successo ed andare oltre quel bacio. Si erano ormai convinti che non aveva avuto alcun significato per l’altro.

Il solo pensiero faceva soffrire entrambi, poiché incapaci di ammettere ciò che ormai era chiaro a tutti come la luce del sole. Tranne che ai diretti interessati, ovviamente.

Accantonarono l’accaduto come un ‘atto di debolezza’.

Chris pensava fosse dovuto alla complessa situazione familiare in cui si l’amico si trovava e che quindi aveva ricambiato il bacio in un momento di fragilità emotiva.

Probabilmente neanche si era reso conto dell’importanza che quell’evento aveva avuto per Chris.

Darren, d’altro canto, si era ormai arreso all’idea che il soprano meritasse molto di più, ragion per cui decise di stare al suo ‘gioco’ e fingere che niente tra di loro fosse cambiato.

La verità, però, era un’altra: per quanto potessero continuare a fingere, la tensione tra di loro era ormai onnipresente e non sempre era semplice da gestire.

Erano quei piccoli gesti, sorrisi e gli sguardi inaspettati che li portavano ‘fuori rotta’.

Nonostante facessero del loro meglio per non illudersi, spesso e volentieri era difficile non perdersi l’uno negli occhi dell’altro.

Darren, in particolare, era una persona ‘fisica’ e come tale riteneva importante il contatto con le persone che amava.
In particolar modo quando si trattava di Chris.

Era impossibile per lui non poggiargli la mano sulla spalla o abbracciarlo di tanto in tanto, quando ne sentiva il bisogno. E lo sentiva sempre.

Il soprano ne era al corrente e lo lasciava fare, senza mai lamentarsi, in quanto era qualcosa che lui stesso desiderava.

Tuttavia, dopo quel piccolo ‘incidente’,  il moro si era costretto (con grande difficoltà) a limitare qualunque contatto fisico, poiché sapeva che non sarebbe riuscito a trattenersi.

Se solo avesse potuto (e se Chris non stesse fingendo di avere un’amnesia), gli sarebbe saltato addosso alla prima occasione.

Avrebbe venduto l’anima, pur di poter rivivere di nuovo quell’istante, in cui ogni cosa era stata perfetta e così … naturale.

Quelle labbra erano state create per incontrarsi tra di loro.
                                                           
                                                   ***


L’ultimo giorno della permanenza in casa Criss fu alquanto frenetico.

Mentre Darren correva  da una stanza all’altra in cerca di non si sa cosa, Chris era nella stanza degli ospiti a preparare la propria valigia, in vista dell’imminente partenza.

Dopo le due settimane di ricovero, Chuck sarebbe finalmente tornato a casa quella mattina.

Era stato dimesso il giorno prima. I dottori avevano detto che era pronto per la riabilitazione e che era tornato ad essere completamente autosufficiente.

Di conseguenza, quella mattina erano stati tutti indaffarati a preparare il necessario per il suo ritorno.

Non appena il moro ebbe finito di parlare al telefono con il fratello, la prima reazione fu quella di trovare Chris (prima ancora dei suoi genitori) e stringerlo a sé, con tutto le forze che aveva in corpo.

L’amico, naturalmente, aveva ricambiato quel gesto inaspettato.

La gioia si era ben presto divulgata in tutta la casa; Cerina e Paul avevano stretto in un lungo abbraccio il moro per poi fare lo stesso con il soprano, che fu piacevolmente sorpreso da quel gesto.

- “Grazie”- gli mormorò la donna, accennando un sorriso.

- “Di cosa?” – rispose Chris a quelle parole inaspettate.

- “Nessuno è in grado di prendersi cura di lui come fai tu. Sono felice che la vita gli abbia fatto incontrare una persona così speciale”.

A quelle parole, il soprano arrossì leggermente. Ricambiò con un sorriso sincero, dandole un leggero bacio sulla guancia.

- “Darren è tutto ciò di cui ho bisogno. Mi prenderò sempre cura di lui, te lo prometto” – concluse, infine.

La madre del moro lo guardò per un secondo, prima di lasciarlo andare.

Era lo sguardo di chi sa, di chi conosce l’amore è in grado di riconoscerlo nel volto delle persone, quando lo vede.

E Chris conosceva quello sguardo, era lo stesso che gli rivolgeva Lea ogni qualvolta parlassero del moro.

Dannazione, proprio non era bravo a fingere in certi casi.

Eppure era un attore, sarebbe dovuto essere facile come un bicchier d’acqua. In fin dei conti si trattava di dover recitare una parte, cosa che faceva ormai da anni (e per la quale aveva pure vinto diversi premi).
Sta di fatto, però, che quando si trattava di Darren, non ne era in grado.

Ogni cosa gli veniva spontanea e non era capace di fermarsi in tempo, impedire a se stesso di superare il limite.

L’unica ‘fortuna’ che aveva era che il moro sembrava non accorgersi di niente, tanto era ingenuo.

In varie occasioni il soprano si era lasciato andare con lui, facendosi sfuggire parole che avrebbe fatto meglio a tenere per sé e mai, neanche una volta, l’amico era riuscito a capire le sue vere intenzioni.

Si chiedeva come, dopo tutti quegli anni trascorsi insieme, l’altro ancora non fosse riuscito a rendersi conto di ciò che provava per lui.

Ne erano a conoscenza tutti, muri e camerini del set, compresi.

Tuttavia, aveva deciso di quella situazione fino a che gli sarebbe stato possibile poiché, fino a che il moro non l’avrebbe capito, i suoi sentimenti sarebbero stati ‘al sicuro’.

Sfortunatamente, però, gli altri non erano ‘tonti’ come Darren e ben presto l’avevano ‘smascherato’.

La prima fu la sua migliore amica, ovviamente. Fin dal primo momento in cui avevano affrontato la questione, Lea lo aveva spronato a rivelare all’amico ciò che provava ed aveva continuato a farlo per l’intero anno, cercando in tutti modi di convincerlo.

Conosceva Chris meglio di se stessa e sapeva che sarebbe passato del tempo prima che si decidesse a fare una mossa, ma non perdeva le speranze ed aspettava il giorno in cui, finalmente, uno dei due si fosse dichiarato.

Tutto ciò che voleva era la felicità dell’amico e se c’era qualcuno capace di ciò, era proprio Darren.

                                              ***


Dopo pranzo, Chris aveva continuato a darsi da fare con i preparativi, mentre Darren era rimasto in cucina, ad aiutare sua madre (e ad auto convincersi che no, non lo aveva fatto per evitare Chris).

Per quanto amasse casa sua ed i suoi genitori, il moro non vedeva l’ora di tornare a New York, dove non solo lo aspettavano incessanti ore di lavoro, ma anche il suo appartamento, l’unico posto dove poteva rifugiarsi dalla realtà.

Passare tutto quel tempo con Chris era ciò che aveva sempre desiderato e per quanto continuasse a negarlo a se stesso, poterlo avere tutto per sé era qualcosa che sognava per il proprio futuro.

Dopo l’accaduto, però, si era reso conto che, per quanto ci provasse, non sarebbe mai stato in grado di continuare a fingere.

Non era possibile dimenticare qualcosa che, anche se solo per un istante, l’ha fatto sentire vivo per la prima volta.

Nonostante continuasse a ripetersi che era sbagliato, che non sarebbe dovuto accadere, quel bacio aveva significato molto per lui e non riusciva a toglierselo dalla mente.

Ed è per questo che tornare a casa era la soluzione migliore.

L’indomani sarebbero tornati ognuno a casa propria e non ci sarebbero più state situazioni imbarazzanti, ne momenti di silenzio totale che spesso, in quei giorni, li avevano messi a disagio.

Darren non era solito lasciare questioni in sospeso, ma stavolta era diverso: stava scappando.

Si malediva per questo: allontanare Chris era l’ultima cosa che voleva, ma se ciò significava lasciarlo vivere una vita migliore di quella che avrebbe potuto dargli, era la decisione giusta.

Avrebbe dovuto affrontarlo, chiedergli cosa volesse ma non ne fu in grado. Aveva preso quella decisone per entrambi e non intendeva tornare più indietro.

Era cosciente del fatto che la sua testardaggine non lo avrebbe portato lontano e tantomeno gli avrebbe permesso di essere felice, un giorno.

Da quando lo aveva conosciuto, aveva messo da parte la propria felicità perché era ciò che voleva per lui. E se Chris era felice, lo sarebbe stato anche lui.

Era forse così sbagliato desiderare nient’altro che il bene per la persona che più amava al mondo?

Nel frattempo, Cerina, che aveva ormai finito di sistemare le stoviglie, stava osservando il figlio. Lo conosceva bene e quando qualcosa non andava, lei lo sapeva.

Quel ragazzo era un libro aperto per lei.

Fin da piccolo, Darren era sempre stato un bambino vivace, entusiasta e con il sorriso stampato in volto. Quando, però, era triste o aveva qualche problema, il sorriso svaniva, come anche la luce che aveva negli occhi.  

Metteva su una specie di broncio, che secondo sua madre, ‘non donava sul suo bel faccino’.

Con la crescita, ciò non era cambiato e senza rendersene conto, in quel momento la stessa identica espressione era riflessa sul suo volto.

- “Dare, che ti succede? Sembri … diverso. Si tratta per caso di lavoro? E’ successo qualcosa che non so?” – chiese Cerina, cauta.

Il moro aveva alzato finalmente lo sguardo e adesso stava guardando sua madre, quasi con stupore.

D’altra parte, non era mai stato in grado di nasconderle nulla fin da quando era solo un bambino.

- “Mamma, va tutto bene, non preoccuparti!” – rispose, con un sorriso forzato – “Il lavoro va alla grande, non vedo l’ora di riprendere, mi mancano i miei amici” – concluse, infine.

- “Sono contenta di sentirtelo dire, tesoro. Per quanto riguarda il resto, invece? Ci sono novità?”

Darren sapeva perfettamente cosa gli stava chiedendo ed istintivamente roterò gli occhi al cielo.

“A dir la verità sono innamorato perso del mio migliore amico, che mi ha baciato e adesso si comporta come se avesse l’Alzheimer” – avrebbe voluto dirle, ma non poteva.

- “No, mamma. Non mi vedo con nessuno, se è questo che intendi. Mi godo la mia vita da single finché posso”.

“Oppure per sempre, perché no?”

Cerina lo guardò preoccupata. Neanche il lavoro che faceva lo aveva aiutato a ad imparare a mentire.

- “Darren Everett” – disse, seria – “ti conosco meglio di quanto credi e so quando qualcosa non va. Adesso ti chiederò una cosa e voglio che tu sia del tutto sincero con me”- concluse.

A quelle parole, il moro si era ormai arreso al fatto che non sarebbe potuto fuggire per sempre dalla verità. Soprattutto non quando sua madre aveva appena usato il suo nome per intero, cosa che faceva nei momenti di grande serietà.

- “Vai avanti” – disse, semplicemente, consapevole di dove stesse andando a parare sua madre.

- “Tu e Chris … Va tutto bene tra voi? In questi ultimi giorni vi ho visti distanti, quasi come se steste cercando di evitarvi a vicenda. Probabilmente mi sbaglio, ma sembra quasi che vi siate lasciati. O almeno è così che apparite all’esterno”.

Darren dapprima spalancò gli occhi, per poi scoppiare in una fragorosa risata.

- “Mamma, cosa vai a pensare? Chris è il mio migliore amico, niente di più, niente di meno. Non c’è niente che non vada, dico davvero. Siamo solo molto impegnati nei preparativi”.

Aveva usato questa frase talmente tante volte che era ormai era diventata la sua ‘scusa’ preferita.

- “Sono seria, Darren. Qualsiasi cosa sia, puoi parlarmene. Mentirmi non serve e tantomeno nascondersi. Sai che puoi parlarmene, non ti ho mai giudicato e di certo non lo farò adesso” – disse, tentando di rassicurarlo, in qualche modo.  – “Qualsiasi cosa stia accadendo tra voi due è importante che la chiariate. Quel ragazzo tiene davvero a te, posso assicurartelo. E tu non puoi dire che non sia così. E tanto per specificare, io non guardo i miei amici con gli occhi a cuoricino”- concluse.

Sua madre aveva ragione, poteva negare l’evidenza di fronte a chiunque, ma non con lei.

Aveva bisogno di parlarne con qualcuno e nessuno sarebbe stato in grado di capirlo come lei.

Con un po’ d’esitazione, finalmente parlò.

- “So che tiene a me come io tengo a lui, non ne dubito. Il fatto è che durante la nostra permanenza, qualcosa è cambiato tra di noi” – cominciò a dire.

- “Continua” – lo spronò Cerina, che ormai aveva avuto la conferma dei propri ‘sospetti’.

- “No, in realtà sono cambiate già da diverso tempo, almeno per me. E’ diventato fondamentale per me, ma da quando è successo ciò che è successo, lui fa finta di niente, come se non gli importasse. Non so cosa fare, mamma. Non sono mai stato bravo con le parole e tu lo sai”…

- “Sei innamorato” – lo interruppe, prima che potesse ribattere.

A quelle parole, il moro crollò definitivamente. Era la prima volta che le sentiva ad alta voce e non nei suoi pensieri.

Il muro che con tanta fatica si era costruito, si sciolse in un istante, come la neve al primo raggio di sole.

Si prese il volto tra le mani, tentando inutilmente di ricacciare indietro le lacrime, che stavano prendendo il sopravvento.

- “Lasciati andare, sfogati. Non oso immaginare per quanto tempo tu ti sia tenuto dentro questo peso, ne per quanto tu abbia finto che tutto andasse bene. Non aver paura tesoro, ci sono io qui con te. E Chris, lui ci sarà sempre, vedrai. Non lo perderai, credimi” – disse, stringendo il figlio fra le braccia.


- “Non finché non scoprirà ciò che provo per lui” – si disse fra sé e sé.

- “Grazie, mamma” – disse, staccandosi lentamente dalla presa di quell’abbraccio – “ma l’ho già perso”.

- “E’ qui che sbagli. Lui prova le stesse cose per te, credimi. So riconoscere l’amore quando lo vedo e ho visto come ti guarda. Soprattutto, vi ho visto insieme e ciò che avete è molto più profondo di una semplice amicizia, credimi”.

Era vero?  Chris poteva ricambiare i suoi sentimenti? Impossibile dirlo, ripensando agli ultimi giorni che avevano passato ‘insieme’ ( o meglio, ognuno nella propria camera, evitando contatti diretti con l’altro).

Possibile che anche lui stesse soffrendo allo stesso modo?

Tante erano le domande che lo perseguitavano in quel momento, peccato, però, che di risposte non ne avesse neanche una.

I suoi pensieri vennero interrotti da Cerina, che disse l’ultima cosa, prima di tornare a fare le pulizie.

- “Devi parlargli. Aprigli il tuo cuore, digli ciò che provi. Non aver paura, ti ascolterà e quando sarà pronto, farà lo stesso”- disse, posandogli una mano su una guancia. “L’amore non è solo rose e fiori, è molto di più. E’ aspettare chiamate che tardano ad arrivare o non arrivano proprio. E’ non riuscire a dormire la notte perché i pensieri sono ‘occupati’ da quella persona. E’ sofferenza. E’ lottare con tutte le forze per chi amiamo, fino a che non ne rimaniamo senza. E se c’è qualcuno che merita di essere amato incondizionatamente, sei tu. Devi solo trovare il coraggio necessario”- concluse, infine.

“Coraggio, già … Proprio quello che manca me” – pensò tra sé e sé.

Quelle parole lo colpirono dritto al petto, come un pugno in pieno stomaco.

Aveva ragione: solo lui poteva cambiare le cose tra di loro.

Un giorno ci riuscirà, dirà a Chris quanto sia importante per lui e che non riesce ad immaginarsi un futuro senza di lui, neanche volendo.

Un giorno, sì, ma non adesso.

Dette un bacio sulla guancia a sua madre e dopodiché si avviò verso camera sua, ripensando a ciò che gli aveva appena detto.

Si rese conto che parlarne gli aveva fatto bene, si sentiva in qualche modo più ‘leggero’.

Sua madre aveva la capacità di fargli tornare il sorriso in qualunque occasione.

Una volta in camera, finì di fare le valige e scese di sotto, dove Chris lo stava aspettando con tanto di cappotto già addosso e bagagli a fianco.

“Ci siamo” – pensò – “da domani cambierà ogni cosa”.



Angolo dell'autrice.

Ebbene, sì, sono tornata!
No, non sono morta, nel caso ve lo foste chiesti.
Non ho scusanti per questa tremenda attesa,
perciò vi dirò semplicemente che
sto attraversando un periodo per niente facile,
che ha purtroppo influito sulla mia voglia di scrivere.
Avevo iniziato il capitolo tempo fa, ma ogni volta
che lo riprendevo, non riuscivo ad andare avanti.
Avete mai avuto un 'blocco'? Ecco, questo è ciò
che è successo a me per mesi.
Mi dispiace veramente tanto, credetemi.
Non so se dopo tutto questo tempo
qualcuno vorrà ancora leggere questa mia
piccola storia, ma spero di sì.
Capirei se aveste deciso di abbandonarla, vi
ho fatto aspettare davvero troppo.
Detto questo, spero tanto che il capitolo
vi piaccia. Non odiatemi, è solo il 7°
e hanno un percorso da fare prima
di potersi impegnare.
Non so quando aggiornerò, ma sicuramente
presto visto che la voglia di scrivere mi è tornata, eccome
se è tornata!
Ringrazio le persone che hanno messo la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate, siete gentilissimi, non avete idea di quanto mi faccia piacere
che ci sia qualcuno che spende qualche
minuto del proprio tempo per leggere questa
mia piccola creatura *-*
Ricordo la pagina FB dove troverete gli aggiornamenti:http://www.facebook.com/JustbelieveEfp?ref=hl
Se invece voleste aggiungermi, mi trovate qui: http://www.facebook.com/verohrach.sarfati?ref=tn_tnmn

Detto ciò, vi lascio (:
Alla prossima (:
  
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