Capitolo due- Ballo e conoscenze…
Hermione rimase sul divano per una buona mezzoretta, a
pensare, per quanto le riusciva.
Quel ragazzo sembrava aver risvegliato in lei quelle
sensazioni che da troppo tempo non provava, un moto di imbarazzo, ansia e
agitazione.
Si domandava come fosse possibile che Dio avesse creato
un essere di simile bellezza, così rara e magnifica.
Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, per
fortuna egli sembrava tutto preso dalla console per notarla.
Ma non era la sola a guardarlo, si disse: tante ragazze
lo circondavano, con la scusa di chiedere qualche particolare canzone e cose
del genere.
Beh,
non sono mica sceme!
Si disse, pensierosa e all’improvviso già gelosa.
Ma cosa le prendeva? Gelosa di un ragazzo di cui non
conosceva nemmeno il nome!
Intanto, qualche minuto dopo il ragazzo stava parlando
con un gruppo di ragazzi di sicuro figli di papà, vestiti con giacca e cravatta
ed orologi costosi, poco distante da lei.
A questo gruppo si unirono anche Lavanda e Ron, che
sorridevano e chiacchieravano allegramente.
Quindi
Lavanda lo conosce! Forse stava anche lui al liceo… Ma lo avrei notato! Non è
un tipo che passa inosservato!
E sembrava che Lavanda lo conoscesse bene, per il modo
con cui ci scherzava. Cosa fare? Di sicuro non glielo avrebbe presentato,
ostinata com’era per la storia di Harry…
Accanto a lei le si sedette Calì, che emanava una vaga
puzza di fumo mista ad alcool.
“Ti stai dando già da fare, eh?” le chiese con voce
severa, ma non più di tanto poiché era indaffarata con la situazione del
biondino.
“Ma vaffanculo!” le rispose Calì di rimando, alzandosi
di sbotta e andandosene.
Ormai Hermione ci era abituata, e non si sconvolse più
di tanto.
Una ragazza si sedette sullo stesso divano, e da come
si toccò ripetutamente le caviglie con una smorfia di dolore, Hermione capì che
era indolenzita a causa dei tacchi vertiginosi delle sue scarpe.
“Mannaggia a me che mi metto sempre queste scarpe
scomodissime!” disse ad alta voce, con i lunghi capelli ebano che le ricadevano
davanti agli occhi.
“Fanno male, eh?” chiese Hermione comprensiva, decisa a
fare qualche conoscenza tra tutte quelle persone.
La ragazza la guardò come se la notasse per la prima
volta e parve sorpresa.
“Oh, scusa, che maleducata, non ti avevo proprio
notato! Scusa se mi sono seduta...”
“Non ti preoccupare, il divano mica è di mia
proprietà!” sorrise Hermione, cordiale.
La ragazza ricambiò il sorriso.
“Comunque, piacere di conoscerti, mi chiamo Cho”
“Piacere, mi chiamo Hermione!”
“Ti ha invitata Harry?” chiese Cho, lanciandole
un’occhiata penetrante.
“Oh, no, cioè, ha invitato mia sorella Lavanda e il suo
ragazzo Ron, e ha detto di portare invitati, così…”
“Ah, no invece ha invitato me e il mio ragazzo Cedric”
rispose.
Si guardarono, poi Cho sorrise nuovamente.
“Quanti anni hai?” chiese
“Diciassette, tu?”
“Venti. Vai al liceo Webster?” continuò a domandare,
curiosa.
“Si, al quarto anno. Mi sa che sono una delle più
piccole qui in mezzo…” rispose Hermione, lasciandosi prendere dalla
preoccupazione per la conferma di essere tra persone più grandi di lei e con
interessi superiori ai suoi.
“Ma che! Su, Hermione, a parte che sembri più grande,
si vede che sei abile a socializzare, mi sei già simpatica! E poi, di che ti
lamenti? Vorrei andarci io al liceo, invece che all’università….” Dichiarò
pensierosa Cho, con una piccola nota di invidia nella voce.
Hermione parve rincuorata dall’affermazione di Cho.
“Grazie, Cho. Ma a che università vai?”
“Secondo anno di psicologia, una vera rottura! Ma mio
padre ha voluto così, e quindi…” rispose con una nota di amarezza, questa volta più accentuata.
Hermione era imbarazzata e decise di cambiare discorso.
“E… Quindi, sei venuta qui con il tuo ragazzo?” chiese,
con una voce allegra.
“Si, con il mio Ced. Stiamo insieme da quasi un anno!”
rispose, questa volta raggiante. Doveva proprio esserne innamorata!
“Ma dimmi” continuò, “Hai detto che sei la sorella di
Lavanda?”
“Si”
Cho la squadrò nuovamente.
“Onestamente, devo dire che non ci avrei mai giurato.
Conosco Lavanda, stavamo allo stesso anno alla Webster, e non siamo mai state
grandi amiche. Invece devo dire che tu sei diversa, non le assomigli per
niente, tranne che per il portamento, mi sembri migliore di lei”
Hermione arrossì: miracolo, miracolo, miracolo!
Qualcuno che la considerava migliore di Lavanda!
“Dai, Cho, sei troppo gentile!” esclamò, arrossendo
lievemente.
“Sono sincera, io le persone le capisco al volo” rivelò,
facendo l’occhiolino.
“Oh, guarda, Ced è quello!” aggiunse, indicando un
ragazzo poco lontano da loro con l’indice della mano destra.
Hermione si girò, seguì il dito e… Il ragazzo
indicatole da Cho ora stava parlando con quel ragazzo biondo, insieme a Lavanda
e Ron.
Fortuna? Destino?
Cosa fare? Se avesse rivelato a Cho…? No, no.
“Vieni, te lo presento!” esclamò poi, afferrandola per
un braccio e alzandola di peso, dimenticando del tutto il dolore causato dalle
scarpe.
Piano piano lo raggiunsero, e Cedric le fece segno di
unirsi a loro.
“Ced, ti volevo presentare una mia nuova amica,
Hermione” disse Cho, facendo avanzare Hermione, la quale strinse la mano del
ragazzo e non potè evitare di arrossire a causa del ragazzo biondo.
“Piacere di conoscerti, Hermione, mi chiamo Cedric”
“Piacere!”
“Oooh, Cho, carissima, devi assolutamente dirmi dove
hai preso quella gonna!” trillò Lavanda.
Cho parve sorridere falsamente.
“Carissima Lavanda, l’ho presa proprio nel negozio dove
lavori tu… Conosci bene i capi che vendi, a quanto vedo!” rispose sarcastica,
senza nascondere un sorriso di soddisfazione.
Lavanda divenne di tutti i colori.
Non rispose, ma anche Ron e gli altri sembravano sul
punto di scoppiare a ridere per la figuraccia.
Poi il dj che aveva sostituito il ragazzo biondo mise
un lento. Lavanda ne approfittò per svignarsela dopo la figuraccia e Cedric
invitò Cho, ma non prima di dire al ragazzo: “ Ehi, sii gentiluomo per una
volta. Invita a ballare la cognata di Ron” e se ne andò, mano nella mano con
Cho.
Il ragazzo sorrise e fece un piccolo inchino ad
Hermione, che avrebbe pagato oro per poter svenire, e questa volta sul serio.
“Se mi vuole concedere l’onore di questo ballo, Madame”
dichiarò gentilmente e porgendole la mano.
Hermione la strinse più che potè e si lasciò condurre
al centro della pista, dove erano riunite tutte le coppiette.
Abilmente, il ragazzo le cinse i fianchi con le mani e
iniziò a farla ondeggiare lievemente seguendo il ritmo lento della canzone,
“Only you”.
Hermione non credeva a ciò che le stava succedendo, e
con le mani tremanti appoggiò le braccia attorno al collo del ragazzo.
Possibile che la fortuna per una volta era dalla sua
parte?
Mentre la canzone continuava a diffondersi per la sala,
i due continuarono a ballare. La ragazza avrebbe tanto voluto sapere qualcosa
di più su di lui… Ma come? Sembrava deciso a non proferire parola!
Quasi verso la fine della canzone, però, egli disse un piccolo:
“Fa caldo”, con quella sua voce dolce e sensuale allo stesso tempo.
“Si, infatti…?”
“Eric, mi chiamo Eric Flind” rispose garbatamente lui.
Eric Flind… Eric Flind… Quel nome non le era nuovo.
Ma almeno lo aveva conosciuto!
“Io sono Hermione Granger” rispose lei con la voce un po’
tremante per l’emozione.
Il suo stomaco si attorcigliava sempre di più.
Avrebbe voluto continuare a conversare, ma Eric
sembrava deciso a concentrarsi sul lento.
La teneva sulle spine!
Alla fine della canzone, Eric sorrise nuovamente e le baciò
la mano in modo elegante, provocando in Hermione il pensiero di andare in
chiesa più spesso, perché aveva appena avuto la conferma che Dio esisteva! Impossibile
ma vero, ce l’aveva fatta, lo aveva conosciuto!
Strano quanto una serata può diventare speciale grazie
a degli occhi magnifici e quel sorriso conquistatore…
Eric le fece cenno di seguirla, e si sedettero a bere
qualcosa su un tavolino lì vicino.
“Attenzione a non far cadere di nuovo il bicchiere, mi
raccomando!” disse lui con un sorriso ironico, facendola ridere.
“Non è una novità il fatto che sono imbranata… Ma,
Eric, conosci mia sorella Lavanda?” chiese Hermione, cercando di sapere il più
possibile su di lui.
Eric bevve un sorso di birra e rispose: “Si, ci siamo
conosciuti al corso di scuola guida l’anno scorso”, ma dal suo tono Hermione
capì che la cosa per lui non aveva tanta importanza.
Annuì e bevve lentamente un po’ di coca-cola.
Non sapeva cos’altro dire.
Avrebbe tanto voluto ritornare a ballare con lui fino
alla fine della serata e avere la certezza di rivederlo, perché davvero un solo
suo sguardo le regalava emozioni che non aveva mai provato prima, nemmeno ai
tempi di Viktor.
Ma per sua fortuna Eric sembrava interessato, perché chiese:
“Quanti anni hai?”
Lei fece finta di essere offesa, perché rispose: “Lo
sai che è maleducato…”
“Chiedere l’età alle signore, si ,lo so… Ma tu sei una
signorina a quanto pare, no?” l’interruppe lui, con un’aria furba.
“Ok, ok! Ne ho diciassette” rispose, timorosa della sua
reazione. L’avrebbe continuata a conoscere una volta saputo che era un semplice
liceale?
“Ah, sembri più grande… Io ne ho diciannove” disse,
rispondendo alla sua domanda inespressa.
E così aveva diciannove anni… Ma il solo fatto che
aveva detto che dimostrava di più la faceva sentire meglio.
Stava per aggiungere qualcosa quando la voce di Lavanda
li raggiunse.
“Hermione, Hermione!” urlò quasi, correndo come una
pazza.
Si girò, spaventata per il modo in cui era stata
chiamata. L’espressione della sorella era agitatissima.
“Vieni, muoviti, Calì sta male, ha vomitato, dobbiamo
andare a casa!” esclamò allarmata, facendole cenno di muoversi.
Riluttante, ma anche preoccupata, Hermione annuì.
Si voltò verso Eric per salutarlo, ma lui disse solo: “C’è
una festa per Capodanno… Verrai?”
“Non so… In tal caso ci vediamo lì!Ciao, Eric, è stato
un piacere conoscerti” disse riluttante, mentre la sorella le passava la pelliccia
da indossare.
Dopo quella parole, Eric se ne andò vicino ad un gruppo
di amici, mentre Lavanda tirava Hermione per il braccio, incitandola a
muoversi.
Sconfortata, la riccia guardò per quella che di sicuro
temeva essere l’unica ed ultima volta Eric. La sua fortuna si era mutata in
sfiga.
Una volta in macchina, tornarono a casa senza parlare,
mentre Calì era semi addormentata e respirava affannosamente.
“Lo dicevo io che non dovevamo portarcela, me lo
sentivo! Non è servito a niente!” disse accalorata Lavanda, una volta che
furono a casa e Calì fu messa a dormire, dopo aver vomitato nuovamente tutto
ciò che aveva nello stomaco e aver preso la medicina giusta.
“In che senso non è servito a niente? Il fatto che la
tua sorella single e sfigata non abbia deciso di morire appresso ad Harry
Potter?” chiese arrabbiata Hermione, che di certo aveva più motivi si sua
sorella per essere imbronciata.
“Herm, è per il tuo bene… “
“No, tu hai agito solo perché vuoi toglierti Harry
dalle scatole, dato che non ha una ragazza e vuole uscire sempre con Ron, da
buon migliore amico!” urlò inviperita e andandosene nella sua camera, cercando
di non piangere.
Aveva sfogato la sua rabbia per non essere potuta
rimanere alla festa con Eric sul fatto di Harry, anche se ciò non la
preoccupava tanto, dato che sapeva farsi valere quando voleva.
Sentì Lavanda borbottare: “Pazza sfigata”, ma non le
importava.
Quello che contava al momento era rintracciare Eric ed
andare a quella festa di Capodanno, dove nessuna sorella ubriacona le avrebbe
rovinato la serata…
Continua…
Hola! Ecco il secondo cap… Cosa ve ne sembra? Hermione finalmente
conosce “Eric”, ma Calì sta male ed è costretta a tornarsene a casa… Si
rincontreranno? Spero di aver fatto comprendere bene i suoi sentimenti, fatemi
sapere. Vi prego, recensite, consigli sono bene accetti! Ringrazio 8marta8, laretta e Shavanna
per aver recensito, grazie davvero, fatemi sapere cosa ne pensate di questo! E grazie
a Christina Malfoy per averla
inserita tra i preferiti (tesoro, spero mi farai sapere cosa ne pensi… ^^
Grazie!). Inoltre grazie a chi legge, anche se uno sforzo potreste farlo, dai,
vi prego! Al prossimo cap… E recensiteeeeee!!!! La vostra milly92.
P.s. Se vi va di leggere un’altra Draco/Herm c’è anche
l’altra mia ff, “100 giorni per vincere- Mean Witches” è solo al primo cap ma
più in là se ne vedranno delle belle… Grazie!