Prima che leggiate, volevo scusarmi in anticipo per
alcune coppie che ho deciso di mettere, poi capirete, ma vi prego, non
ammazzatemi!!! ^^ Buona lettura!
Due cuori e tante diversità da superare… insieme
Capitolo uno- Le sorelle Granger
Nel lontano 26 dicembre 1984, una ragazza guardava il
paesaggio innevato che le si presentava fuori dalla finestra della sua camera
con sguardo sognante.
Come adorava l’inverno! La neve, i maglioni caldi, ma
soprattutto il Natale e le successive feste.
Un ricciolo ribelle le ricadde sopra la spalla, lei lo
riportò dietro l’orecchio e continuò a fissare quel paesaggio.
Le andava proprio di fare due passi, e non vedeva l’ora
che arrivassero le otto, ora in cui sarebbe uscita con la sua migliore amica da
ormai sei anni, Ginevra, che tutti chiamavano Ginny.
Ad Hermione Granger di solito piaceva rimanere in casa
nei periodi festivi, vedendo la tv o assaporando le squisitezze che preparava
sua madre insieme alle sue sorelle, ma quell’anno ci sarebbe stato qualcosa di
diverso: i suoi genitori erano partiti per la Scozia, per fare visita ai
genitori di suo padre, perchè ormai ritenevano le loro tre figlie abbastanza
grandi da potersela cavare da sole.
La prima figlia era Lavanda, una ragazza di venti anni
molto estroversa e amante dei vestiti, era sempre circondata da amiche e
lavorava in un negozio di alta moda al centro di Londra. Da otto mesi era
fidanzata con Ronald Weasley, fratello di Ginevra, che aveva conosciuto appunto grazie a lei; la
seconda era appunto lei, Hermione, di diciassette anni.
Andava al penultimo anno di liceo, era abbastanza brava
in tutte le materie, tranne in matematica, che odiava ritenendola noiosa ed
inutile. Oltre a Ginny, aveva anche Luna come cara amica e le sue compagne di
classe. Ma Hermione a scuola non era molto conosciuta, infatti subiva spesso il
suo confronto con Lavanda, che al contrario ai tempi del liceo gironzolava
sempre tra i corridoi ed era anche la beniamina di qualche professore,
nonostante non fosse poi così brillante. Ma la cosa che accumunava Hermione e
Lavanda era la passione per la moda, infatti ogni sabato, giorno libero sia
dalla scuola che dal lavoro, si recavano in piccoli negozi alla ricerca di
qualche nuovo capo simile a quello portato da qualche cantante o attrice che
particolarmente adoravano.
L’ultima sorella era Calì, una quindicenne molto
diversa dalle sorelle: non amava vestirsi e truccarsi, ma era una vera e
propria punk, portava sempre pantaloni neri, accessori strambi e fumava. Aveva
il suo piccolo gruppo di amiche punk come lei, con cui usciva tutti i giorni.
Al liceo erano temute per i loro atti vandalici e, nonostante fossero solo al
secondo anno, erano rispettate come quelli del quinto. Non studiava, e
circolava la voce che i professori la promuovessero solo per togliersela dai
piedi il prima possibile. Calì era la disperazione dei signori Granger, che
ogni giorno si chiedevano dove avessero sbagliato con lei.
Così quell’anno le sorelle Granger rimasero da sole
durante le feste, senza la compagnia dei loro genitori, ma tutti sappiamo come
ciò può diventare una gioia per tre ragazze…
“Herm, Ginny al telefono!” disse la voce squillante di
Lavanda.
Curiosa, Hermione uscì dalla sua stanza e andò nel
salotto, prendendo in mano la cornetta.
“Ginny! Dimmi!”
“Ciao Herm… Etciù! Scusa…
No volevo… dirti che sto influenzata…”
“Eh, si sente!”
“Quindi non posso uscire… Poi vengono pure i miei zii
da Oxford a casa, quindi…”
Hermione rimase zitta per un po’, poi si lasciò
sfuggire un piccolo sbuffo.
“Ok, ok!”
“Scusami ancora Herm… Ora vado… Anzi aspetta, c’è Ron
che vuole parlare con Lavanda”
“Si, ora la chiamo”
Hermione chiamò la sorella per poi buttarsi sul letto,
sconfortata.
Quella sera di sicuro Lavanda sarebbe uscita con Ron, e
quelle tossiche delle amiche di Calì sarebbero venute a casa. Cosa avrebbe
fatto lei? Luna era dai suoi nonni, le altre compagne di classe sarebbero
uscite con i loro ragazzi o sarebbero andate a qualche festa…
Guardò l’orologio. Erano le sei e venti.
Ancora distesa sul letto, squadrò ben bene il soffitto
pesca della sua stanza, come cercando di invocare qualche santo per aiutarla.
Sbuffò e si sedette sul letto, e si ritrovò a fissare il poster della mitica
Olivia Newton John, il suo idolo da
quando l’aveva vista in “Grease”. Aveva solo undici anni, ed era andata
al cinema con le sue ex compagne ed alcuni ragazzi che conosceva da poco, tra cui
uno che le piaceva, Viktor. Era più grande, aveva quattordici anni, ed era
conteso da tutte le sue amiche.
Ma chissà perché, sembrava attratto solo da Hermione,
la più timida del gruppo. Le si sedette vicino e a metà film le aveva stretto
la mano per qualche minuto,dicendole: “Sai, sei identica a Sandy. Ma anche più
bella di lei”. In quel momento sarebbe voluta scoppiare e pregò che le sue
amiche non lo notassero, per evitare un litigio a causa della loro gelosia, ma
nonostante il buio, una di loro, Angelina, l’aveva notato e poco dopo alla fine
del film, lo disse a tutte le altre, che si infuriarono. A salvarla era stata
Ginny, che intervenne rapidamente in quella discussione, perché una delle
ragazze, Millicent, sembrava sul punto di mollare un ceffone ad Hermione.
Ginny era intervenuta e le aveva zittite, intimando
loro di andarsene. Da quel momento Hermione e Ginny divennero grandi amiche, e
riguardo Viktor le cose cambiarono.
Quando Hermione aveva quattordici anni si misero
insieme, ma sei mesi dopo il ragazzo fu costretto a trasferirsi con la sua
famiglia, quindi si dovettero lasciare.
Ma Hermione, dopo i primi momenti di tristezza, decise
di ricominciare da capo, trovare un nuovo amore, anche perché Viktor nella sua
ultima lettera le disse che stava uscendo con un’altra ragazza.
Da quel momento non aveva incontrato più nessuno, però.
E così, a sedici anni, aveva deciso di smettere la ricerca del principe
azzurro, perché sarebbe stato lui a trovarla… O almeno così sperava.
Così, vedere quel poster di Olivia Newton John, le
ricordava tutta quella situazione che ricordava con un sorriso, dopotutto era
solo una ragazzina… L’amore per Viktor era passato, ma almeno l’ammirazione
verso quell’attrice no!
“Herm, Herm, notizia favolosa in arrivo!” Trillò
Lavanda, risvegliandola dai suoi pensieri.
Hermione si voltò verso di lei, che sorrideva come una
matta sulla soglia della porta.
“Cosa c’è?”
“Oh, Ron mi ha appena detto che siamo stati tutti invitati
alla festa di Harry Potter…”
“Harry Potter?”
“Si, Herm! Sai quello super popolare ai tempi in cui
andavo al liceo…”
Lavanda stava parlando come se i suoi tempi del liceo
fossero remoti. Hermione l’ascoltò e cercò di focalizzare, ma non ci riuscì.
Poi, però, ricordo la prima parte dell’esclamazione della sorella.
“Quindi siamo state invitate ad una festa?” chiese,
entusiasta, e alzandosi dal letto.
“Si! Cioè, siamo stati invitai io e Ron” puntualizzò la
ragazza, con un po’ di aria di superiorità, “Ma Harry ha detto che possiamo
portare ospiti… Quindi perché non dirti di venire, dato che Ginny ti ha dato
buca?”
Hermione sorrise disgustata dalla precisazione della
sorella.
“Ok, sorellona! Viene anche Calì? Non penso sia una
buona idea lasciarla qui da sola con quelle pazze…”
Lavanda ci pensò.
“Non credo che verrà! Comunque, inizia a vedere cosa
devi indossare perché alle otto e mezza dobbiamo essere lì!” continuò,
chiudendo la porta.
Hermione, colta da un dubbio, la riaprì e si affacciò
sul corridoio.
“Lavanda?”
“Si?”
“Possibile che ora si fanno anche le feste di Santo
Stefano?”
“Perché no? Se si festeggia l’anniversario del giorno
in cui la prof di latino è andata in pensione non vedo perché non si dovrebbe
festeggiare Santo Stefano…” rispose la sorella maggiore dalla sua stanza, in
cui si era parata davanti all’armadio per scegliere con quale capo ammaliare il
suo Ron quella sera.
Hermione rise appena, per poi chiudersi in bagno per
farsi una rapida doccia.
Che bello, sarebbe uscita! E di sicuro si sarebbe
divertita, ne era sicura. Anche se doveva essere una di quelle festa della
“generazione” di Lavanda, tutti ventenni laureati o cose simili.
Le sembrava strano che Ron avesse acconsentito nel
portarsela dietro, insomma, di solito cercava sempre di starsene in pace con
sua sorella… Boh…
Dopo tante indecisioni, decise di indossare un
miniabito nero a collo alto con dei decolté dal tacco abbastanza alto. Alzò la
sua capigliatura castana e riccia in uno chignon da cui ricadevano dei boccoli,
si truccò e si disse molto carina.
Quando uscì dalla sua stanza credette veramente di aver
assistito ad un miracolo: sua sorella Calì era seduta sul divano del salotto
iper imbronciata, con… Con indosso un abito nero simile al suo. Un abito
elegante. Sotto portava delle converse rattoppate, ok, ma… già di per sé era un
miracolo. Era truccata! Non portava la solita matita nera e smalto nero, no,
aveva un ombretto carne, lucidalabbra… e smalto color carne.
Hermione cercò di astenersi dal ridere, ma un sorriso
non potè non incresparle il volto.
“Che cavolo ti ridi?” le chiese aspramente Calì,
lanciandole uno sguardo infuocato.
Hermione si voltò e fece per uscire per impedire di
farle capire che stava continuando a sorridere, per non dire iniziare a ridere,
dicendo: “Niente, niente”, ma si trovò davanti la sorella maggiore.
“Herm, hai visto quanto è bella Calì così? Sembra per davvero una ragazza!” commentò
entusiasta, mentre si stava aggiustando gli orecchini. Portava un abito marrone
con dei ricami dorati sul bordo e i lunghi capelli biondi erano stati
arricciati.
“Che ne dite?” chiese entusiasta, facendo una piccola
giravolta.
“Stai bene” commentò Hermione, mentre Calì sbuffò e
disse: “Sembri la brutta copia della nonna!” e uscì dalla stanza.
Lavanda la guardò disgustata e fece spallucce.
“Non le dare retta. Ma, dimmi, come l’hai convinta a
venire?” chiese curiosa Hermione, per adottare quel metodo quando le sarebbe
stato più utile.
“Le ho promesso che le darò i soldi per le sigarette
tutto il mese, con tanto di anticipo” rispose Lavanda, tra il soddisfatto e lo
scocciato.
Hermione stava per rispondere quando suonò il campanello.
“E’ Ron!” esclamò Lavanda e corse ad aprire.
Ron, un ragazzo di venti anni dai capelli rossi e la
stazza di un giocatore da football entrò in quella stanza pochi secondi dopo.
“Ciao Hermione!”
“Ciao, Ron”
“Ti trovo bene… Scommetto che farai colpo stasera!”
disse il ragazzo facendo l’occhiolino.
Hermione fece un verso scettico, per poi andare a
sistemarsi il trucco nella sua camera.
Pochi minuti dopo lei e Calì sedevano nel sedile
posteriore della macchina di Ron.
La sorella minore stava ancora protestando sottovoce
mentre Ron parlava allegramente.
“Hermione, sai, dovresti conoscere Harry, è davvero un
bravo ragazzo, è entrato da poco alla facoltà di medicina…”
“Si” confermò Lavanda, “E’ uno studente modello, e poi
viene da un’ottima famiglia, si dice che suo nonno era un duca…”
Hermione fece due più due: l’avevano portata a quella
festa per farla mettere con lo scapolone di turno.
“Scusate, ma se pensate che io stasera starò dietro a
questo Harry vi sbagliate…” disse, decisa.
“Ma come fai a dirlo? Non lo conosci nemmeno…”
“Infatti, Ron ha ragione! E poi Harry è il suo migliore
amico…”
“Tanto piacere!”
Questa conversazione ebbe fine solo quando arrivarono
alla villa dei Potter, cioè dieci minuti dopo.
Appena varcarono la soglia, nell’ingresso arredato
molto elegantemente,furono accolti da Harry in persona, un giovane dai capelli
corvini ribelli, un po’ più basso di Ron, e dai brillanti occhi verdi, che li
salutò con calore.
“Harry, è lei la ragazza di cui ti abbiamo parlato, mia
sorella Hermione” disse Lavanda, spingendola in avanti e guadagnandosi un’occhiataccia.
Harry la squadrò e sorrise, rivelando una dentatura
perfetta.
“Piacere di conoscerti Hermione. Sono Harry”
“Piacere” rispose pigramente lei, per poi subito
aggiungere: “Scusate” ed andarsene con Calì.
Varcò la soglia del salone dove si stava svolgendo la
festa, mentre Calì borbottava qualcosa, e si guardò intorno in cerca di qualche
conoscente.
Era un po’ delusa da sua sorella, insomma, cercarle un
ragazzo così, come se fosse una vecchia zitella! E poi Harry non le piaceva
nemmeno, questa era stata l’impressione che aveva avuto quando lo aveva visto. Non
le aveva provocato nessuna reazione, era fatta così: credeva nei colpi di
fulmine.
Gliene avrebbe dette quattro a tutt’e due quando
sarebbero tornati a casa, di sicuro! Portarsela dietro solo per farla conoscere
ad un ventenne single…
“Ehi, io vado a prendere qualcosa da bere” disse Calì,
e lei la seguì.
Erano vicino al tavolo del buffet quando Hermione si
girò. Rimase pietrificata da quello sguardo dal colore glaciale che si era
posato su di lei.
Un ragazzo dai capelli biondo platino, un viso perfetto
e dallo stile particolare, jeans scuri e giacca nera, posizionato presso la
postazione del dj la stava guardando.
Lei ricambiò lo sguardo, ancora pietrificata, e lui si
voltò.
Rimase ancora a fissarlo mentre il ragazzo faceva
girare qualche disco molto abilmente vicino la console.
Era stato come ricevere un pugno nel bel mezzo dello
stomaco, il battito del cuore le si era accelerato e senza rendersene conto
aveva fatto cadere il bicchiere di aperitivo che le aveva dato sua sorella,
facendo girare tutti.
“Oh, oh, s-scusate” fu l’unica cosa che riuscì a pronunciare,
mentre si abbassava per riparare il guaio fatto.
Ma appena allungò la mano, una più veloce della sua, un
po’ pallida e dalla lunghe dita sottili, raccolse cautamente quei pezzi di
vetro. Hermione alzò lo sguardo e rimase ancora più sbalordita quando incrociò
di nuovo quello sguardo glaciale, ma questa volta da vicino. Si sentiva
svenire.
“G-grazie” disse, con la gola stranamente secca.
Il ragazzo le sorrise.
“Figurati, capita a tutti” le rispose lui gentilmente,
per poi aggiungere: “Ti sei tagliata?”
“Oh, no, no”
“Bene… Allora buon proseguimento di serata” si congedò
lui, e dopo aver sistemato tutto ritornò alla console e mise un nuovo pezzo.
Hermione si sedette su un divano lì vicino, sicura di
svenire da un momento all’altro. Le sue guance erano terribilmente arrossate,
le gambe le tremavano.. E non di certo per la figuraccia del bicchiere
infranto. Nella sua mente qualcosa le diceva che quello era il colpo di fulmine
tanto atteso, mentre quel ragazzo di cui non conosceva nemmeno il nome le
regalava un altro sguardo.
Continua…
Salve! Ecco l’ennesimo un inizio di una fic, il secondo
in questi giorni… Non so perché, ma mi sento come un vulcano di idee e non riesco
a fare a meno di scriverle. Non so come mai abbia deciso di fare una AU e
soprattutto ambientata negli anni ’80… A proposito, non sono molto preparata
sull’argomento, quindi vi chiedo se gentilmente potreste dirmi qualche cantante
e attore famoso di questo decennio, ve ne sarei grata… Beh, allora, cosa ne
pensate? Aspetto qualche vostro commento, è molto importante per me sapere i
vostri giudizi…. Grazie, ve ne sono grata in anticipo! ^^ la vostra milly92.