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Autore: Severa Crouch    28/03/2013    0 recensioni
I Weasley sono in vacanza in Irlanda. Tra scherzi dei fratelli e letture babbane, Percy incontra una ragazza, Caposcuola di Tassorosso, più grande di lui, che gli insegnerà a vedere l'Irlanda al di là dei libri.
“Cosa leggi?”
Percy alzò di malavoglia l'occhio dal suo libro di Trasfigurazione. Davanti a sé una ragazza con un caschetto rosa lo fissava con un sorriso sornione sulle labbra.
Strizzò leggermente gli occhi per identificarla e cercare di ricordare dove l'avesse vista.
“Percy Weasley, vero? Quarto anno, Grifondoro ad Hogwarts.”
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Percy Weasley
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Capitolo 2

Carrick, Donegal, 22 agosto 1980

 

La mattina dopo fecero colazione tutti insieme: i Tonks chiacchieravano allegramente con i Weasley.

Percy osservava incuriosito la familiarità che c'era tra i genitori e da qualche frammento di conversazione riuscì a capire che Arthur e Molly avevano frequentato Hogwarts negli stessi anni di Ted e Andromeda. Inoltre, dovevano essere stati amici, perché nominavano anche gli zii Fabian e Gideon.

Percy non poté fare a meno di notare l'ombra che incupì lo sguardo degli adulti nel momento in cui i nomi degli zii Prewett vennero pronunciati.

È per questo che voglio diventare un Auror,” gli sussurrò sottovoce Tonks.

Percy la guardò, osservando come i capelli neri la rendessero simile alla madre, anche se alcuni tratti erano stati ereditati dal padre.

Lo sguardo dei miei genitori si incupisce sempre quando parlano della guerra. Mia madre piange, a volte, e mio padre non sa come consolarla,” gli disse infine.

Percy posò il succo di zucca che stava bevendo e annuì: “Anche mia madre piange.”

Vuoi diventare Auror anche tu?”

Voglio diventare Ministro della Magia, perché cose del genere non accadano più,” concluse sistemandosi gli occhiali sul naso, mentre Tonks lo guardava divertita, sembrando leggermente sorpresa per quell'esclamazione.

Dall'altra parte del tavolo, i gemelli facevano uscire piccole scintille colorate dalle salsicce di Ron, suscitando le risate di Ginny. Una salsiccia iniziò a saltellare sul tavolo, mentre Ron cercava di infilzarla con la forchetta ed ogni affondo andava a vuoto, lo si vedeva diventare sempre più rosso e concentrato per riuscire nella sua impresa. A Ginny venne il singhiozzo per il troppo ridere, mentre Charlie e Bill ridacchiavano tra di loro, parlando di schemi di Quidditch.

Molly tossicchiò, lanciando un'occhiataccia ai figli; Bill con un colpo di bacchetta fece tornare la salsiccia sul piatto di Ron, che finalmente riuscì a finire la colazione, mentre Ginny iniziò a tapparsi la bocca cercando di nascondere il singhiozzare, per paura di non avere più il permesso di andare a vedere l'Irlanda.

Comportatevi ancora in questo modo e non solo non vedrete la partita, ma finirete in punizione per il resto dell'estate! Riprenderete in mano una scopa solo una volta ad Hogwarts!” minacciò Molly, fissando i gemelli con maggiore intensità, mentre il silenzio calava improvvisamente sul tavolo, interrotto dal singhiozzare di Ginny. Scoppiarono tutti a ridere e con un colpo di bacchetta Molly fece passare il singhiozzo alla figlia.

Fuori si separarono: i piccoli presero la Passaporta diretti allo stadio, mentre Percy, Tonks e i loro genitori iniziarono a passeggiare con gli zaini in spalla.

Le Sliabh Liag erano un sistema di scogliere difficile da raggiungere, isolate e solcate da un unico sentiero accidentato. Avevano dovuto portarsi il pranzo al sacco, perché sarebbe stato difficile trovare dei posti in cui mangiare. I villaggi babbani più vicini, infatti, erano per lo più nell'entroterra e presto li avrebbero superati con la Smaterializzazione. Quel sentiero attraversava delle proprietà private di Babbani, che concedevano il passaggio ai turisti solo a condizione che richiudessero il cancello una volta entrati.

Tonks non faceva altro che ripetergli che ne sarebbe valsa la pena, che era un posto bellissimo, ma ignorava che Percy sapeva esattamente cosa lo avrebbe atteso. Aveva letto tutto sulla guida dell'Irlanda che aveva portato con sé, senza contare che da piccolo gliene aveva parlato anche la cugina irlandese di suo padre.

Si trattava di scogliere che cadevano a picco sull'oceano, tra le più alte d'Europa. L'origine risalente alle glaciazioni della preistoria le rendeva affascinanti e suggestive. Secondo alcuni maghi, inoltre, si poteva sentire una forma di energia primitiva, risalente alle origini del mondo. Molti ignoravano questo posto e la magia ad esso connesso, perché era difficoltoso da raggiungere e perché evocava presagi oscuri, di un tempo precedente ai Fondatori di Hogwarts, quando la magia non conosceva la distinzione tra il bene e il male.

Percy era curioso di vederle, considerava le leggende delle stupide superstizioni, ma la quarzite che componeva le rocce era un buon ingrediente per alcune Pozioni.

Pensò che avrebbe potuto scrivere un saggio da consegnare al professor Piton, e forse avrebbe iniziato l'anno con dei punti extra, in modo da avere tutte le carte in regola per diventare Prefetto il prossimo anno.

Accanto a lui, Ninfadora gli sorrideva con un caschetto del suo stesso colore, fissandolo incuriosita.

Sai, Weasley, a volte mi domando a cosa pensi.”

Pensavo che la quarzite che compone le rocce delle scogliere è un ingrediente per le Pozioni e che potrei scrivere un tema per il professor Piton.”

Dimmi, Weasley, perché vuoi rovinare il giorno del tuo compleanno pensando al professor Piton? Sei forse innamorato di lui?”

Percy alzò gli occhi al cielo, quando li riabbassò vide Tonks guardarlo con un sorriso sornione e pensò che gli faceva uno strano effetto: lo sguardo sfrontato, la sicurezza che ostentava, il suo essere imbranata, i sorrisi e quegli occhi così luminosi lo mandavano in confusione. La testa diventava leggera e le mani sudavano, per questo le teneva sempre in tasca. Sentiva le orecchie in fiamme e ringraziava la brezza dell'oceano che era così frizzante da non farlo sudare. Odiava sudare, lo faceva sentire sporco, ed era anche per questo che non giocava a Quidditch.

Sei diventato rosso, allora sei innamorato del professor Piton?” disse Tonks prendendolo in giro; gli diede una pacca sul braccio e a quel tocco lo stomaco fece una capriola.

Devo preparare la strada per la mia nomina a Prefetto,” fu la risposta di Percy.

Tonks alzò gli occhi al cielo, e lui si disse che era il solito essere noioso, con le sue frasi noiose e le sue abitudini altrettanto noiose. Eppure, la noia era importante, perché non c'erano seconde chance nella vita ed ogni passo andava studiato con anticipo. C'era scritto persino su “Prefetti che hanno raggiunto il potere”, ma non lo disse per paura di sembrare sempre più... noioso. Perfetto, adesso aveva perso anche le parole.

Siamo arrivati!” annunciò la voce del signor Tonks.

Molly si strinse ad Arthur, tenendo fermo lo scialle che le copriva le spalle riparandola dal vento forte, così come la signora Tonks si strinse al marito.

Sotto, l'oceano si infrangeva forte contro la roccia.

Era esaltante, maestoso e terribile. C'era un senso di forza e di morte nella violenza delle onde che si lanciavano sulle pareti, lo strapiombo verticale sotto i loro piedi, e poi il buio dell'oceano. Era il dominio degli uccelli, unici in grado di volare e pescare.

Le leggende vogliono che neanche i maghi riescano a volare in queste scogliere, che la forza del vento rischierebbe di sbatterli contro la roccia o farli annegare nelle acque gelide.”

Erano nell'estremità nord occidentale dell'Irlanda, lontano dal calore delle correnti provenienti dal Golfo del Messico. Le acque gelide del Polo rendevano l'aria fresca anche in piena estate.

Un brivido corse lungo la schiena di Percy.

Allora, Weasley, è come leggere i libri?”

La voce di Tonks gli provocò un'altra ondata di brividi.

No.”

No. C'era molto di più oltre i libri, c'era la vita che reclamava di essere vissuta, e mentre quei presagi di fine e precarietà lo stordivano, Tonks gli prese la mano, di nuovo.

Lo guidò fino al ciglio dello strapiombo, l'aria intrisa di salsedine riempiva i polmoni, il vento scuoteva i capelli, i lembi del cappotto e la sciarpa. Era pericoloso, dannatamente pericoloso, e bello. Era forza, era il brivido del potere, il confine tra la vita e la morte, tra la forza travolgente delle onde e la staticità della roccia.

Tonks lo tirò indietro, forse vedendolo troppo affascinato dal vuoto sottostante, rapito dal vento e sedotto dal potere. C'erano forze oscure in quel posto e Percy ne aveva avvertito la presenza, ne sentiva il richiamo ed il fascino. Era stata la mano calda e morbida di Tonks a salvarlo, ad impedirgli di cadere, e in quel momento comprese quanto facile fosse cadere, e quanto importante fosse l'amore.

Si sentì come l'Evelyn di Joyce: immobilizzato davanti al mare, incapace di decidere se andare o restare. Percy avvertiva il senso di paralisi, l'oppressione del nulla, quel senso di trappola che imprigiona l'anima e ti fa attendere un segno di riscatto, l'intervento di qualcosa che ti porti via, lontano: un diploma, un tirocinio al Ministero, una carriera brillante, per non soffrire più, per potersi permettere libri e abiti nuovi, per non vedere i genitori far sempre sacrifici.

I suoi occhi incontrarono quelli di Tonks.

Non farmi prendere spaventi, Weasley.”

In quel contatto, fatto di sguardi e dita intrecciate, Percy ebbe la reale sensazione di non essere stato il solo a sentire il richiamo dell'Oscurità. Guardò in direzione dei genitori, e li vide intenti a preparare il picnic, distratti da quanto sarebbe potuto accadere.

Forse, si disse Percy, loro avevano già combattuto la propria lotta contro l'Oscurità e adesso era il turno di quelli come lui.

Seguì docilmente Tonks e si sedette sulla panca di legno evocata da Arthur, mentre Ted mostrava a Molly alcuni incantesimi culinari per rendere i sandwich ancora più gustosi.

Non era un mistero che i Tassorosso fossero esperti in questo genere di incantesimi: il ricettario di Hogwarts era praticamente opera di Tosca Tassorosso e moltissimi appartenti alla sua Casa, nel corso della storia, avevano aiutato la vita domestica delle streghe.

Forse, non c'era di che diventar famosi, ma si poteva diventare ricchissimi, bastava pensare ai proprietari del Paiolo Magico e delle altre locande per maghi, per lo più Tassorosso, tutti benestanti.

Molly e Andromeda – ecco come si chiamava la mamma di Tonks – seguivano attentamente Ted, mentre Arthur finiva di apparecchiare.

Tonks lo fissava con un sorriso sornione in volto, mentre scrollava le spalle dicendo di non essere portata per gli incantesimi domestici. Percy sorrise, con un gesto della bacchetta ordinò con precisione i contenitori con il pranzo e le bevande, sotto lo sguardo sorpreso di lei, e nella mente gli balenò una parola “complementari”.

Chiacchieravano fittamente, seduti sulle panche di legno intorno al tavolo, con la tovaglia a quadretti gialla, quella dei pranzi all'aperto in estate, con il pasticcio di Molly e l'arrosto di Ted e la torta di melassa, che era tra le preferite di Percy.

Era strano non avere i fratelli intorno, riuscire a fare conversazione, sentire gli adulti interessarsi a lui. Era strano, e un filo di malinconia sembrò unirlo a Molly, all'inquietudine con cui scorreva il tavolo, come se non fosse abbastanza pieno, come se sei persone a tavola fossero troppo poche. Si sentiva l'assenza di Fred e George, delle sfide tra Charlie e Bill, delle moine di Ron e di Ginny che sgridava i gemelli perché non ubbidivano alla mamma. C'era un vuoto, riempito solo dal suono delle raffiche di vento sopra l'oceano.



NdA: Eccomi qua. Prima di Pasqua, mi sembrava doveroso fare un aggiornamento della storia! :-)

Innanzitutto, ringrazio le due coraggiose che hanno recensito il primo capitolo, grazie mille per il feedback e l'incoraggiamento, sono lieta di sapere che bene o male il pairing sembra interessante! Spero di non aver deluso le aspettative con questo secondo capitolo. Vi lascio alcune note che avevo riservato alla giudicia.


Sulle scogliere, il richiamo che sente Percy e i pericoli della caduta non alludono alle Arti Oscure, ma alla seduzione per il potere e vuole essere un presagio della rottura con la famiglia, così come il fascino subito da lei è un presagio dell'incontro con Lupin. Ninfadora lo salva, per sottolineare l'importanza degli affetti nella vita di ognuno di noi.

Non so se fare un altro aggiornamento, più tardi, visto che mi dispiace lasciarvi per Pasqua con un capitolo che finisce in modo così malinconico!
A presto, 
Sev :-)

   
 
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