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Autore: Mery_10    29/03/2013    6 recensioni
Mary frequenta il quarto anno della scuola superiore ed è fidanzata con un ragazzo di nome Luke da un anno, fino a che questo non la lascia per un'altra.
Lei lo ama ancora, ma i suoi pensieri sono occupati anche dal suo odiato compagno Harry Styles. Un odio reciproco.
Una sera esce con i compagni di classe in un pub e vede il suo amato Luke ballare con Angy. La tristezza e il dispiacere la portano ad esagerare con l'alcool e da li la cambierà ciò che sembrava impossibile...
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Triangolo
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-Mary- La fotografia

Fortunatamente avevo le scarpe perfette per quel meraviglioso vestito che mi aveva regalato Harry.
Harry mi aveva abbandonata fisicamente, ma lui non sapeva che si era ripresentato nel sogno che avevo fatto quello stesso pomeriggio. Non ricordavo bene cosa facesse, però ero sicura che ci fosse lui nei miei pensieri.
Anche se ero piena di coriandoli e stelle filanti, mi ero buttata sul letto stanca ignorando quel piccolo particolare. Così non appena mi svegliai feci la doccia e cominciai a riflettere sul fatto che quel giorno ero maggiorenne! Mi mancava un anno e poi avrei finito le superiori, poi sarei andata sicuramente all’università per studiare lingue e non sapevo bene quale lavoro volessi fare. E Harry? Avrebbe tentato la fama da cantante insieme agli altri? Saremmo stati insieme per sempre?
Sentii bussare velocemente alla porta.
“Mary! È arrivato Harry, è giù in salotto” avvisò mia madre.
“Oh” misi velocemente nel giusto cassetto il rossetto che avevo appena finito di stendere sulle mie labbra “Arrivo subito”
Mi guardai allo specchio, controllando un’ultima volta quanto potessi essere presentabile. Sfortunatamente la mia autostima quella sera era sotto i piedi, mi sembrava di essere una sottospecie di mostro truccato. Corrugai la fronte triste per quello che vedevo, poi sbuffai ed aprii la porta dirigendomi al piano di sotto, ovviamente scesi le scale rischiando di ammazzarmi perché ormai per me era naturale rischiare sempre la vita.
Non appena fui in salotto riconobbi la sagoma del mio meraviglioso ragazzo. Sorrisi subito vedendo quanto era elegante. Si accorse subito che ero arrivata e si voltò, uccidendomi con il suo sorriso e le sue dolcissime fossette.
“Oddio” risi andandogli in contro.
“Cosa?” mi abbracciò in vita sorridendo imbarazzato. Forse anche lui era stupito di quanto potesse essere romantico ed elegante per un compleanno.
“Ma come sei vestito?” domandai retorica e ridendo “Sei bellissimo” dissi infine guardandolo seria.
Poggiò la sua fronte contro la mia “Lo so, grazie” scoppiò a ridere mentre io alzavo gli occhi al cielo.
“Signorino Styles, ha intenzione di rimorchiare qualche bella ragazza questa sera in mia assenza?” domandai scherzando.
“Uhh” spalancò quei suoi smeraldi “Non è proprio una ragazza”
Improvvisamente sentii la delusione invadere il mio corpo. Insomma sapevo di non essere un gran che, ma sentirmi addirittura dire che non ero una ragazza era davvero troppo!
Poggiai le mani sul suo petto e lo allontanai guardandolo male. Lui sorrise e se ne andò in cucina, mentre io provvedevo subito a raggiungerlo. Questa l’avrebbe pagata! Non poteva farmi sentire un mostro -più di quanto non credessi già- il giorno del mio compleanno.
Lo vidi subito sorpassare mia mamma per raggiungere Marry. Non potei che sorridere quando la prese in braccio cominciando a sbaciucchiarla.
Mi riavvicinai a lui sorridendo “Sarebbe lei?”
“Stai scherzando?” domandò retorico “Lei è praticamente la nostra bambina, non potrei mai!” rise.
Gli diedi uno scappellotto e scoppiai a ridere “Ah siamo genitori?” stetti al gioco.
Baciò di nuovo quella meravigliosa gattina sorridendole “Certo!”
La lasciò scendere dolcemente a terra e lei corse subito in contro a mia madre che le stava versando del latte nella ciotola. Quanti ricordi legati a quella piccola gattina; ricordi bellissimi.
Lo vidi avvicinarsi a me “Sei bellissima” mi baciò “E questo vestito ti sta benissimo” sorrise.
Ridussi i miei occhi ad una fessura “Non sapevo che avessi questi bellissimi gusti”
Rise “Veramente mi ha aiutato mia sorella, perché se fosse per me, sarei ancora in negozio disperato”
Bhe, se non altro, apprezzavo la sua sincerità. Scoppiai a ridere scuotendo la testa “Allora dovrò ringraziare Gemma”
“No! Ho pagato io e lei mi ha messo solo davanti a tre scelte” borbottò offeso.
Lo baciai “Allora grazie” sorrisi.

Non appena varcammo l’entrata del locale, l’aria calda m’invase, come la musica, le risate e… le persone. Fui circondata da tantissime persone che mi allontanarono subito da Harry.
Non facevo altro che sentire le voci dei miei amici che continuavano a farmi gli auguri, mi sorridevano, mi abbracciavano e Harry si era fatto da parte. Ciò non mi faceva molto piacere, quella sera avrebbe dovuto stare sempre al mio fianco, il pensiero di sentirlo lontano mi agitava.
Tra la confusione e i visi sorridenti io cercavo ancora quello del mio fidanzato, ma non lo trovavo.
“Mary!” mi saltò addosso Carol “Auguri ancora!”
Scoppiai a ridere e ricambiai l’abbraccio “Non dirmi che hai già bevuto” la presi in giro.
“No, solo un paio di drink” mi guardò sorridendo.
Sentii qualcuno stringere il mio polso così mi voltai e trovai gli occhioni grigi della mia… migliore amica? Era ancora la mia migliore amica?
“Auguri bellissima!” mi abbracciò.
In quell’abbraccio non potevo nascondere l’imbarazzo che provavo. Tutto quello che era successo con Harry non potevo dimenticarlo, invece lei sembrava averlo fatto.
Sentii il suo solito profumo dolce occuparmi la mente, facendomi ricordare quante volte l’avevo abbracciata. Ormai era un’abitudine. Forse sarei riuscita presto a dimenticare tutto quello che era successo.
Sciolsi l’abbraccio e la guardai “Grazie” sorrisi gentile.
“Devo parlarti un momento” mi prese di nuovo il polso, questa volta, trascinandomi fuori dalla massa di ragazzi che rideva e scherzava tra di loro. Fortunatamente non si erano accorti subito della mia assenza. Quella sera sarei stata solo io al centro dell’attenzione, ma l’importante era che ci sarebbe stato Harry con me.
“Dimmi” dissi io prendendo posizione davanti a lei, poggiando il gomito destro sul bancone del locale “Ma fai in fretta che si accorgeranno presto che me ne sono andata” scherzai. Volevo un po’ rompere il ghiaccio.
Lei rise “Devo confessarti una cosa”
Ancora? Cosa diavolo c’era ancora da confessarmi? Eh no! Questa volta l’avrei davvero mandata a cagare!
Deglutii corrugando la fronte, cercando di nascondere la linea sottile di fastidio che già m’invadeva “Cosa?”
“Sono un po’ gelosa” abbassò lo sguardo. Stavo per insultarla, pensando che si riferisse a me e a Harry, ma lei parlò prima “Insomma, va bene che è successo quel piccolo disguido con Harry, però mi sembra che tu stia dando più importanza a Carol”
Un sorriso misto tra sollievo e tenerezza comparve sul mio viso. Era gelosa di Carol? Effettivamente nell’ultimo periodo avevo un po’ accantonato Jess per stare con Carol. D’altronde lei, spesso, l’intervallo lo passava con quelle tre ochette con cui aveva stretto particolarmente amicizia quando le cose tra di noi non brillavano. Poi avevo sempre voluto bene a Carol, stavo semplicemente passando più tempo insieme a lei rispetto al solito.
“Jess, non posso dirti che quello che è successo con Harry non mi abbia un po’ condizionato” sospirai “Perché comunque io non riesco ancora a baciarlo davanti a te” abbassai lo sguardo.
“Oh bhe se è per questo” sentii il suo sguardo fisso sul mio viso, così ricambiai “Io… Volevo dirti un’altra cosa”
Chiusi gli occhi. Avevo paura, tanta. Avevo paura di sentirmi dire qualcosa come: Scusa, ma Harry mi piace davvero tanto e l’ho capito in questi giorni.
La sentii sospirare “Credo che… Si, insomma, credo di piacere a Niall”
Spalancai gli occhi di colpo. Non mi aveva detto quello a cui stavo pensando, anzi, qualcosa di completamente diverso!
“Ti piace Niall?” non riuscii a trattenere un sorriso.
Anche se la stanza era buia e piena di luci colorate, riuscii chiaramente a notare un rossore sulle sue guancie. Era in imbarazzo! Oddio, le piaceva Niall!
“Bhe” si sistemò una ciocca dei suoi capelli lisci dietro l’orecchio destro “Mi ha chiesto di uscire” fece spallucce.
Le mie labbra si spalancarono in un sorriso, ma prima che potessi dire qualcosa, sentii delle forti braccia avvolgermi al collo per un abbraccio amichevole.
“Auguri!” mi urlò nell’orecchio Luke per poi stamparmi un bacio sulla guancia.
Risi e persi di vista Jess, così come avevo perso di vista Harry. Mi voltai per guardare Luke e trovai i visi sorridenti di Louis, Liam, Zayn e… Harry!
Spalancai gli occhi “Harry!” non resistetti e mi buttai addosso a lui abbracciandolo in vita.
Sentii il suo petto vibrare in una dolce risata mentre ricambiava il mio abbraccio per poi posarmi un bacio sulla testa.
Mi staccai a mala voglia e guardai Luke mortificata per averlo ignorato. Sorrisi gentile “Grazie. Anche per essere venuto”
Lui accennò un sorriso e subito dopo notai poco distante da noi Niall che scambiava risatine e dolci occhiate con Jess.
Non potei che essere felice per lei “Avete visto Niall?” domandai tenendo lo sguardo fisso su quella che sarebbe presto diventata la nuova coppietta.
Tutti si voltarono a guardarli e ovviamente Louis non perse l’occasione “Andiamo a farli sentire un po’ in imbarazzo” scoppiò a ridere mentre si incamminava verso di loro seguito dai suoi amici.
“Mi stai dicendo che finalmente non piaccio più a Jess?” domandò speranzoso.
Effettivamente, il fatto che lei si fosse interessata a Niall mi confortava principalmente perché sapevo che così avrebbe dimenticato Harry, non più che altro perché lei fosse felice. Però mi sembrava abbastanza normale come cosa, dopo quello che avevo passato!
Sospirai sorridendo e lo baciai sulla guancia.
“A proposito” mi allontanò “Puoi evitare di farti baciare da chiunque?” domandò infastidito.
Inizialmente non capii. Avevo baciato così tanta gente in quegli ultimi dieci minuti, ma la mia mente analizzò velocemente tutti i visi bloccandosi su quello di Luke. Adoravo quando faceva il geloso.
Scoppiai a ridere “Harry, è il mio compleanno”
Prima che lui potesse parlare fummo raggiunti nuovamente dai nostri amici che mi incolpavano delle mie tentate fughe. Era vero: stavo cercando di scappare, ma solo perché stavo chiarendo con una delle persone più importanti della mia vita.
Per il resto della serata, però, non lasciai la mano di quel meraviglioso ragazzo che stava sempre al mio fianco. Ovviamente, c’era quel simpaticone di Louis che insieme agli altri aveva deciso di farmi uno scherzo. Il tutto consisteva nel buttarmi la testa nella meravigliosa torta alla panna che avevano fatto preparare apposta. Fortuna che non avevo esagerato con il trucco, ma avevo solo messo il mascara. Il che non era calcolato per la torta, ma ben si perché non avevo voglia di andare in giro con la faccia piena di trucco, non lo avevo mai fatto e preferivo sentirmi un piccolo sgorbio comodo, invece che una piccola bambolina di ceramica.
Non potevo dire che lo scherzo della torta non mi divertiva. Ma la parte peggiore, o forse migliore, venne quando Louis si alzò in piedi fingendosi nobile e picchiettando il cucchiaino contro il bicchiere.
“Scusate” si schiarì la voce “Un po’ di silenzio, prego” gli scappò un sorriso.
Nel frattempo io presi un tovagliolo per cominciare a pulirmi la faccia, ma fui subito bloccata da Zayn.
“Pensi che sia finita così?” domandarono all’unisono quei due.
La panna in faccia mi dava fastidio e anche il fatto che dovevo stare ancora così per non so quanto. Cosa stavano tramando quei due? Cosa mi sarebbe aspettato? Magari mi tiravano dei confettini colorati oppure del miele, come avevano fatto con Niall. Anche se, quel ragazzo era un caso a parte e i suoi amici lo avevano fatto solamente perché lui adorava mangiare e quello lo trovavano il modo più divertente per festeggiarlo.
Corrugai la fronte “Perché?” sembrava più una supplica. Come se mi stessero per uccidere ed io domandavo: Perche a me?
“Harry, a te l’onore di pulirla” intervenne Tom ridendo.
Non potevo crederci. Che razza di cafoni! Sarei morta se Harry mi avesse sfiorato. Lanciai subito un’ occhiata a Louis che rideva sotto i baffi, ma non potei ribattere che subito mi sentii presa dietro la schiena. Harry mi stava invitando a sdraiarmi sulla panca in cui stavamo solo io e lui, quella a capo tavola. Fissai i suoi occhi verdi sopra di me e scoppiai a ridere decisamente troppo imbarazzata dalla situazione. Mai avrei pensato di condividere un momento così. Con Harry. Davanti a tutti.
Mi guardò sorridendo “Scusa ma non posso resistere” si avvicinò al mio viso e, mentre un boato si alzava dalle voci dei nostri amici, cominciò a leccare gli zigomi nel punto in cui si trovava quella deliziosa panna sprecata.
Risi nuovamente chiudendo gli occhi imbarazzata e ascoltando le risate dei nostri amici, mentre lui continuava a esplorare il mio viso. In quel momento il pensiero che a Jess o a Luke potesse dare fastidio ciò che stava facendo Harry, non mi preoccupava minimamente! Ero più concentrata a cercare di controllarmi.
Si spostò cominciando a baciarmi la punta del naso “Io ho la macchina libera se vuoi” sembrò capirmi. Un mio lamento lo portò a ridere per poi spostarsi sulle labbra cominciando a bagnarle con la lingua.
Oddio santissimo! Non poteva fare così! Scoppiai a ridere e lo abbracciai mentre il vociare continuava a occupare i minuti di quel momento. Notai anche i flash luminosi che ci immortalavano in una foto.

Sentii un tremendo mal di testa invadermi non appena aprii gli occhi. Capii subito dove mi trovavo e cosa era successo. Sentii anche il petto duro di Harry sotto di me. Mi spostai subito, non ricordando però che mi trovassi in macchina, così un tonfo rimbombò nell’auto seguito dal mio lamento di dolore.
“Mary?” sentii subito la sua voce preoccupata e vidi il suo viso affacciarsi per cercare il mio.
Risi e mi lasciai aiutare da lui. Non ero mai stata così scomoda come in quel momento in quel veicolo stretto.
“Buongiorno” mi baciò lentamente.
Chiusi gli occhi in estasi “Non potevi tirarmi un secchio d’acqua in faccia, così almeno avrei ricordato questa fantastica notte?” domandai retorica per poi tornare a perdermi nelle sue iridi verdi.
Sorrise e si stiracchiò, sebbene facendo fatica dato che il mio corpo glielo impediva “Ce ne saranno altre” chiuse gli occhi ancora assonnato e stanco “E poi non mi sembrava il caso di tirarti un secchio d’acqua in faccia, dato che ieri sera ci avevano pensato Louis e Zayn con la torta” scoppiò a ridere.
Gli baciai la guancia. Ricordavo perfettamente com’era proseguita la serata, e ricordavo anche che io e Harry avevamo voluto rimanere nel locale anche quando gli altri se ne stavano andando. Ricordo che erano arrivate le 3.00 del mattino quando gli dissi che volevo andarmene, solo dopo, però, aver bevuto nuovamente.
“Dai andiamo a casa che questo pomeriggio mi hai promesso di andare a Londra” picchiettai sulla sua spalla. Solo qualche istante dopo mi accorsi della situazione “Merda!” mi alzai di colpo picchiando la testa contro il tettuccio della macchina. Un lamento uscì dalle mie labbra mentre Harry spalancava gli occhi preoccupato.
“Harry!” quasi lo sgridai mentre mi massaggiavo la parte dolorante della testa “Dobbiamo andare a scuola!”
Lui si ributtò all’indietro sbuffando “No, ti prego!” si lamentò “Non andiamo, tanto non dobbiamo portare la giustifica perché oggi è l’ultimo giorno. Andiamo a Londra”
L’idea mi piacque subito, ma ecco che un altro ostacolo si presentò davanti “Ma no! Oddio mia mamma! Non sono tornata a casa” cominciai a ragionare “Devo andare a scuola… Come faccio?” sbottai.
Mi guardò accarezzandomi il braccio, riuscendo improvvisamente a calmarmi “L’hai chiamata ieri sera e le hai detto che dormivi da me”
“Cosa?” domandai stupita “E non ha chiesto per la cartella…?”
Lui annuii “Le hai detto che non avremmo portato niente oggi perché non si faceva lezione, ma si guardava un film”
Incredibile come la mia mente riuscisse a elaborare delle buone bugie anche da ubriaca. Mia mamma ci aveva creduto e io non avevo assolutamente voglia di andare a scuola, al contrario volevo passare un indimenticabile giornata a Londra con Harry.
“Che ore sono?” domandai subito.
Guardò il suo orologio mentre la sua mano destra continuava a disegnare dei cerchietti sulla mia coscia sinistra.
“Sono le 8.20” fece una smorfia “Anche volendo non riusciremmo ad arrivare a scuola per le 9.00”
“Perché?”
“Perché siamo fuori da Holmes Chapel, su una collina” indicò debolmente il finestrino per invitarmi a guardare fuori “non so esattamente dove”
Riuscii a convincerlo ad andare a casa e prepararci per partire subito, così almeno ci saremmo rimasti più tempo. Fortunatamente a casa mia non c’era già più nessuno così potei prepararmi tranquillamente. Neanche a casa di Harry c’era nessuno, ma lui borbottava continuamente per il mal di testa. Anche io sentivo pulsare sulle tempie ma cercavo di non farci tanto caso anche perché di li a poco, sarei stata nella città che amavo; ma soprattutto nella città dove io e Harry ci eravamo conosciuti per quello che eravamo davvero. Il gelato, il bambino, i suoi baci sfuggenti, la gattina, il treno. Era stata una giornata meravigliosa.
Anche se avevo cercato di convincere Harry ad andare in treno, lui insisteva per andarci in macchina.
“No, adesso ho la macchina e posso andare dove voglio” s’impuntò.
“Si, ma spenderesti di più e poi forse faremo fatica a trovare parcheggio” cercai di farlo ragionare, ma lui aveva già messo in moto l’auto restando dell’idea che siccome aveva la macchina sarebbe andato con quella.
Voleva essere più dipendente e lo capivo, ma quando arrivammo a Londra non potei che stuzzicarlo con quelle semplici parole: “Chi aveva ragione?”
“Smettila” mi fece la linguaccia trattenendo un sorriso mentre scrutava un qualche possibile parcheggio.
Alzai gli occhi al cielo e accarezzai la sua mano sul cambio. Sembravamo una coppietta fidanzata da anni, invece la nostra storia era più che particolare! Se ripensavo a tutto quello che ci era successo, il mio mal di testa aumentava. Però ne era valsa la pena, ubriacarmi quella sera, accettare la sua proposta. Tutto.

Stringere la sua mano, ormai, era già un’abitudine. Un gesto naturale e terribilmente dolce che mi faceva sentire sempre meglio. Ero nella città che amavo con il ragazzo che amavo; niente di meglio.
Londra era sempre affollata, anche il tempo cominciava ad essere un po’ più bello. Per i londinesi, il sole era quasi sacro, un premio. Erano così tanti i giorni in cui il maltempo governava su quella città, che quando usciva il sole chiunque era più felice, come se fosse stato premiato.
Ripercorremmo le stesse strade, questa volta mano nella mano e ridendo. Avevamo pranzato con calma parlando di tutto e di più, di quanto fossi stata impulsiva la sera precedente. Mi aveva raccontato -tra le risate- che stavo per picchiare una tizia perché ci stava provando con lui. Mi aveva trascinato via e mentre mi allontanavo avevo urlato alla ragazza che io avrei spogliato quel ragazzo e lei no. Non potevo credere alla figuraccia che avevo fatto in quel locale; una cosa era certa: non ci avrei messo più piede.
Erano le 15.00 del pomeriggio e a me andava già un gelato, così ci stavamo incamminando per raggiungere la gelateria più vicina, quando d’un tratto con la coda dell’occhio, notai in una vetrina, qualcosa di familiare.
Mi bloccai di colpo facendo fermare anche Harry.
“Che c’è?” mi domandò confuso mentre si spostava di poco per far passare dei signori.
Non dissi niente, lasciai la sua mano ed indietreggiai di poco. Mi si presentò una modesta vetrinetta con su un primo ripiano tante macchine fotografiche, di vari modelli, ma la mia attenzione era stata catturata da una foto al centro. Era abbastanza grande, sarà stato un formato A4, ma non erano le dimensioni, ne la bellezza che mi colpì; bensì i soggetti.
“Oh mio Dio” spalancai la bocca.
Sopra di essa stava un “2” argentato, che simboleggiava l’eventuale secondo posto ad un concorso. Non riuscivo a togliere lo sguardo dall’immagine, non riuscivo a credere come la coincidenza potesse fare questi scherzi.
“Ma che…” Harry restò sbigottito quanto me.
La mia attenzione volò dietro quel quadretto, dove un viso rugoso ci spiava. Inizialmente mi spaventai, ma poi questo si affrettò a sfuggire dal nostro sguardo, come un ladro colto in fragrante.
Questo mi portò a notare la piccola didascalia sotto quella foto: Your laugh is the best sound I have ever head.
“Harry, secondo te si può comprare?” domandai senza guardarlo.
“Penso di si… Andiamo a chiedere?” mi strinse di più la mano.
Entrammo in quel piccolo negozietto e subito l’atmosfera mi piacque. Era un po’ tutto in disordine, ma ciò creava un non so che di intrigante, bello, strano. Come la coincidenza nel ritrovare quella foto.
“Buon pomeriggio” la voce di quel signore che poco prima ci spiava “Posso aiutarvi?”
“Si” parlò Harry “Volevo sapere se era in vendita una copia di quella foto al centro” indicò la vetrina.
Il signore seguì l’indice del mio ragazzo e sorrise “Si, posso stamparvela adesso se volete” sorrise gentile.
Dopo una nostra risposta affermativa, la studiai di nuovo. Era semplicemente bellissima, in bianco e nero e non aveva bisogno dei colori per suscitare quell’emozione. All star bianche, jeans, maglietta bianca. Quei riccioli perfetti e scuri, quelle fossette formatesi dal sorriso delle sue labbra e dei suoi occhi che teneva puntati nei miei. Non studiai la mia figura, ma semplicemente il mio sguardo. Ero persa, lo abbracciavo al collo e sorridevo tenendo la mia fronte sulla sua e il mio naso contro il suo. Avevamo isolato il mondo, i nostri sguardi sembravano legati, anzi lo erano! Com’era strano rivedermi in quelle condizioni… Ero così persa per lui? Quel pomeriggio in quella città mi era bastato.
Passai a studiare lo sfondo ed era tutto sfocato, con persone che passavano assorte nei propri pensieri, magari di fretta. Un pullman rosso, proprio dietro di noi, ma questa volta la foto non era la solita che rappresentava uno dei simboli di Londra. No, il soggetto eravamo io e Harry. Calmi rispetto a tutte le persone intorno a noi, abbracciati a goderci i nostri sguardi, perché in quel periodo solo quelli parlavano per noi. La signora aveva colto proprio quello in noi, ecco perché aveva voluto fotografarci. Ora capivo quello che aveva cercato di dirci, voleva farci capire che avrebbe partecipato a questo concorso. Lei era l’unica estranea che aveva capito gli sguardi tra me e quel perfetto ragazzo. Volevo il suo nome, l’avrei contattata e le avrei raccontato cosa c’era davvero dietro quella semplice ma bellissima foto; volevo dirle che noi eravamo l'impossibile.
“Ecco qua” sentii la voce del signore distrarmi dallo studio di quel ricordo.
Harry lo ringraziò prendendo il sacchettino, non mi ero neanche accorta che aveva già pagato e scambiato qualche parola con l’uomo. Molto probabilmente gli aveva detto che eravamo noi due in quella foto.
Uscimmo dal negozietto e subito supplicai Harry di farmi rivedere la foto.
Lui rise “Aspetta. Guarda cosa ho scritto dietro”
Lo ascoltai, voltai lentamente quella carta lucida, per paura di rovinarla e per l’ennesima volta sentii gli occhi bruciare:


I love you. 
That's my secret.
No hearts. No pretty drawings. No poems or cryptic messages.
I love you.



 

Mi merito tutti gli insulti di questo mondo! Non ho aggiornato per più di due settimane D: Scusatemi!!!! E' stato un periodo un po' incasinato, ma finalmente sono riuscita a scrivere il finale di questa storia. Mi dispiace che sia finita, ma credo che il fatto di fargli ritrovare quella foto sia stato davvero carino :) 
Grazie a tutte quelle che hanno aggiunto la mia storia ai preferiti/ seguite/ ricordate. E anche a quelle che l'hanno recensita. Spero vi sia piaciuto questo finale, fatemi sapere cosa ne pensate.
Adesso proverò a concentrarmi sull'altra storia che sto facendo su Zayn (anche li non aggiorno da due settimane D: sono una merdaccia... lo so ahah) 
Un bacione, buona notte!
Mary.

  
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