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Autore: YeahBuddy_OneD    29/03/2013    3 recensioni
Non capivo il motivo di tutta quel euforia. Perché dei ragazzi dovrebbero essere felici di rimanere chiusi in un castello a studiare per tutto l’anno? Forse i professori appena entri da quel portone ti lanciano un incantesimo che ti fonde il cervello per farti studiare di più?
Niall-NuovoPersonaggio / Larry 
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Verità




Sentivo delle voci in lontananza, ma quasi come sussurri. Non riuscivo a distinguere i toni, era solo un rimbombo meccanico nella mia testa. Non esprimevano emozione, erano solo parole.

Flebili sussurri,leggeri come piume. Non avevano nemmeno senso. Una parola poteva significarne cento, come cento potevano significarne solo una.

Non vedevo niente era tutto buio, non c’era neanche una flebile luce che mi indicasse dovessi andare. Vagavo sola all’interno del più completo e totale nulla. Il nero davanti ai miei occhi si espandeva per chilometri e chilometri. Andavo in avanti con le mani stese verso l’esterno, quasi come se potessero fare quello che i miei occhi non potevano fare in quel momento.

D’un tratto sentì una leggera risata di sottofondo. A cui se ne unirono delle altre e altre e delle altre ancora. Erano risate allegre e cristalline, erano delle risate di bambini.

Le sentivo continuamente intorno a me ma non riuscivo a vedere nulla, fino a che il muro scuro davanti a me si colorò di migliaia di colori e di luci.

L’oscurità che prima mi avvolgeva si dilatò e mi ritrovai improvvisamente in un posto a me a sconosciuto, ma anche molto familiare.

Ero in un piccolo parco giochi, di quelli che si trovano all’interno dei giardini. C’erano bambini che giocavano a mosca cieca, altri che si dondolavano sulle altalene e altri ancora che correvano sulla casa dell’enorme scivolo.

Le piccole risatine riempivano l’aria e davano al luogo una totale spensieratezza.

L’occhio quasi da solo si sposto su un gruppo di bambini che si trovavano un po’ distaccati dai giochi. Erano su un piccolo fraticello proprio attaccato a questi e giocavano a Uno Due Tre Stella. I piccoli si bloccavano in posizioni assurde e con espressioni assurde. Uno di quelli attirò la mia attenzione. Era poggiato all’albero e diceva chi si era mosso.

 D’un tratto un bambino era caduto mettendosi in una posizione assurda e lui si mise a ridere. Appena sentì la sua risata un brivido mi percorse la schiena. Quella risata era così familiare e così reale. Sì reale.

Sapevo perfettamente che quello che stavo vedendo era frutto della mia immaginazione, ma tutto era così vero.

Il bambino avrà avuto all’incirca quattro anni.

 Non riuscivo a distinguere i lineamenti del sul suo viso, l’unica cosa che riuscivo a vedere era il colore dei suoi capelli. Erano di un’un leggero marrone chiaro, simile al colore delle nocciole. Cercai di avvicinarmi per vedere meglio ma fui trattenuta da una mano che era intrecciata alla mia.

Solo in quel momento notai di stare seduta su una panchina e, soprattutto di non essere sola.

Poggia lo sguardo sulla mano che era intrecciata possessivamente alla mia, ma una cosa notai subito, il piccolo oggettino d’oro che stava sull’anulare di questa. Alzai lo sguardo verso il polso per poi salire verso le spalle. Per quello che ero riuscita a notare fino adesso, dalla statura, avrebbe dovuto avere all’incirca una ventina d’anni. Appena però alzai lo sguardo oltre la sua spalla per vedere il suo volto, tutto cominciò ad annebbiarsi.

Le risate si faceva sempre più lontane e confuse, mentre la figura di fronte a me cominciò a sparire e la sua presa alla mia mano venne meno.

Appena quella sparì del tutto cominciò come ad aprirsi dentro di me una vorace. Era come se avessi bisogno di quella stretta, che ora era venuta a mancare.

Presa dal panico cominciai a girare di lato la testa e mi concentrai sul aprire gli occhi. Dovevo svegliarmi da tutto questo ed anche subito. Feci forza sugli occhi, pensai al viso di Louis, di El, di Zayn, di Harry, di Liam e di ….Niall. Mi sforzai in una maniera disumana ma alla fine le palpebre si aprirono leggermente.

 

Delle voci che mi chiamavano. La vista era ancora offuscata, ma riconobbi subito il colore chiaro dei muri che mi circondavano. Ero su un lettino dell’infermeria.

Sbattei un paio di volte le palpebre per mettere a fuoco quello che mi stava intorno.

Le voci che sentivo prima ora erano molto più nitide e precise.

-Ginny, Ginny ci sei?

Alla fine la mia vista fu completa e vidi Louis che mi guardava e mi sventolava una mano di fronte agli occhi.

-Ginny stai bene?

Non feci in tempo a rispondergli che delle braccia si attorcigliarono intorno a me , ci mi poco a riconoscere che era Eleanor. All’inizio mi ritrovai un po spiazzata da quell’abbraccio, poi abbraccia le mani dietro la sua schiena e la strinsi forte a me. Quella mise la testa sulla mia spalla.

-Mi sei mancata.

Sussurrò sulla mia pelle. Io sorrisi.

-Mi sarò addormentata all’incirca per due ore e già ti mancavo?!

-Ovvio StupidabambinamalataEllis.

Potei sentire un sorriso formasi sugli angoli della sua bocca che era poggiata sulla mia spalla. La fissa per i nomignoli idioti però non l’aveva pera minimamente.

-Anche tu, o almeno credo. Cioè dormivo quindi…

Sentì una risatina che parti dal fondo della sua gola. Con uno sbuffo si allontanò da me.

-Dormivi è un eufemismo tesoro. Hai dormito tutto il resto di ieri sino ad ora. Diciamo che la parola più adeguata invece di dormire era “essere in coma”!

Spalancai gli occhi all’affermazione della mora.

-Ho dormito per quasi un giorno?!

Chiesi con un pizzico di stupore nella voce. Non era da me dormire così tanto, o almeno non nei week-end e il mio orologio naturale sapeva esattamente che era un mercoledì.

-Mh mh.

Fece Ele annuendo con la testa. Io mi portai una mano sulla fronte sbuffando. Se avevo dormito così tanto perché avevo ancora sonno?

Per svegliarmi un minimo mi misi seduta con la schiena poggiata sul bianco e tetro letto dell’infermeria. Era uno dei luoghi che odiavo di più ma nel frattempo che mi piacevano di più. Era un ragionamento alquanto contorto ma con altre parole non potrei spiegarlo. Era accogliente in un certo verso con le enormi vetrate che illuminavano l’ambiente, ma nel frattempo mi metteva ansia. Era pieno di medicine, teschi e puzzava di, non so neanche di cosa. Ma era un odore nauseabondo.

-Sarà che dormivi eppure non hai dormito sola.

Quella si morse il labbro guardando verso la porta.

-Ahi!

Aggiunse massaggiandosi le costole. Lou le aveva appena tirato una gomitata. Non capì il gesto del moro, infatti lo fissai in modo interrogativo quello fece un sorrisetto nervoso e mimando un “Lascia stare” con le labbra, guardando di nuovo male El che fece spallucce.

-Io a voi due non vi capisco!

Ammisi alzando le mani.

-Neanche io mi capisco delle volte.

Ammise Lou. Mi fece scappare una risata, e lui mi guardò sorridendo in modo dolce. Poi mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

-Ci hai fatto preoccupare a tutti lo sai?

Io annuì con la testa. Sapevo benissimo di quello che avevo rischiato.

-Lo so Lou e mi dispiace.

Quello sorrise e rivolse lo sguardo verso El che sorrise comprensiva.

-Non ti devi preoccupare, ci sono persone a cui è andato di peggio!

-Già pensa che Beals si è rotto il ginocchio, mentre Samuels il braccio! Perciò sei quella che sta messa meglio infondo.

Interruppe Lou indicando con la testa dietro di lui. Mi sporsi un po’ per vedere cosa accadeva dietro le sue spalle. Nei due letti davanti a me dalla parte opposta della stanza vidi Andy e Trevor distesi su due lettini con rispettivamente il braccio e la gamba fasciati. Nel frattempo la Green era chinata su una piccola scrivania dove armeggiava con vari liquidi, quella dopo aver mischiato con una bacchettina mise il composto in due bicchieri distinti. Poi si mosse verso i due e glieli porse. Quelli con aria disgustata mandarono giù il liquido facendo delle facce schifate mentre emettevano versi come se avessero appena mangiato un limone.

Mi scappò una risatina pensando che mi era andata veramente bene.

-Loro ci hanno rimesso di più, ma non hanno avuto compagnia come quella che hai avuto tu!

Mi bloccai fissando interrogativa Lou.

-Cosa intendi?

-Poi sono io quello che deve stare zitta eh!?

Eleanor gli diede un pugno sul braccio guardando Louis severamente e con gli occhi lo guardò nello stesso modo in cui lui aveva guardato lei pochi minuti prima.

-Lo so ma …

-Posso sapere anche io cosa state dicendo?

-B-Bhe, insomma prima che venissimo..

-Si sai prima che venissimo noi…

Cominciarono alterandosi balbettando.

-Cioè in realtà prima che venissi io…

Lou prese la parola cominciando a giocare con le dita come se fosse in difficoltà a dire qualcosa.

-Prima che venissi io tu stavi con…

-Ehi!

La signora Green spunto da dietro Louis facendolo sobbalzare e non permettendogli di finire la frase.

Era una vecchietta molto particolare. Era molto piccola di statura, con lunghi capelli bianchi raccolti in un chignon sopra la testa. La sua vecchiaia non aveva però intaccato il profondo verde smeraldo dei suoi occhi.

-Vedo che ti sei svegliata signorina Ellis! Come ti senti?

-Bene almeno credo.

L’anziana si avvicino al mobiletto accanto al mio letto e tirò fuori dal piccolo cassetto un ampolla con del liquido blu.

-Nessun giramento di testa o nausea?

Io feci di no con la testa mentre quella versava il liquido dentro un bicchiere.

-Bene bevi questo.

Prese lentamente il bicchiere e me lo porse. Poggia il naso sul bordo di questo sospettando un odore nauseabondo. Dovetti però ricredermi. Somigliava molto all’odore della menta.

Senza esitazioni lo buttai giù tutto di un colpo.

-Devo dire che sei stata molto coccolata dai tuoi amici mentre dormivi, soprattutto da quel Grifondoro.

Per poco non mi strozzai sentendo l’ultima parte della frase.

Guardai i Louis ed Eleanor davanti a me che avevano uno sguardo colpevole e cercavano di balbettare cose insensate per giustificarsi.

-Non credo di aver capito.

Dissi posando il bicchiere accanto a me guardando l’anziana che aveva appena finito di mettere a posto il flacone con la medicina. Lei mi sorrise.

-Bhè, è venuto poco dopo che sei arrivata. Era un Grifondoro, biondo, un po’ bassino, anche con uno strano accento devo dire. Anche se molto carino.

Niall era stato qui? Con me?

Fissai di nuovo i miei due compagni di casa di fronte a me che avevano lo sguardo basso.

La Green poi continuò.

-Ti è stato accanto tutto il tempo. E’ stato sino a notte fonda accanto a te. Ad un certo punto si era anche addormentato accanto a te, ma mi faceva troppa pena così l’ho svegliato e mandato a dormire bella sua casa.

Era stato con me tutta la notte e non mi ha lasciato nemmeno un minuto. Nel mio stomaco ormai non esistevano più farfalle, probabilmente erano diventate degli elefanti.

Ma si fermarono subito, facendomi venire in mente che forse era stato accanto a me solo per compassione. Chissà magari avrà pensato che fossi una completa sfigata. Ma Niall non era così.

-Gli avevo promesso che lo avrei chiamato quando ti saresti svegliata. Vuoi che lo vada a chiamare?

Io cominciai a balbettare non sapevo cosa rispondere. Lo volevo vedere ma ero anche dubbiosa. Non chiedetemi il perché, so solo che avevo paura. Ma cosa c’era da avere paura era solo…

-Non ce n’è bisogno.

Niall. Una voce si era alzata interrompendo i miei pensieri, una voce che conoscevo fin troppo bene.

Louis ed Eleanor si voltarono di scatto permettendomi di poterlo vedere. Era infondo alla stanza all'entrata dell’ infermeria. Teneva le due mani nelle tasche dei pantaloni e lo sguardo fisso sul mio viso.

-Oh bene figliolo, almeno non sono dovuta salire. Se vuoi scusarmi devo andare da Beals che si sta lamentando come un bambino.

Dicendo questo la Green si allontanò andando da Trevor che emetteva dei lamenti soppressi mentre si massaggiava la gamba rotta.

-Bene noi due dobbiamo andare.

Disse El alzandosi dalla sedia strusciandola a terra.

-No, non è vero, io poss…Ahi!!!!!

Il moro ricevette un calcio dalla ragazza che cercò di farlo con molta nonchalance e non farsi vedere da me. Però la cosa non riuscì molto.

-S-si è vero dobbiamo andare.

Si lamentò Louis portandosi una mano verso il piede, prima di alzarsi e darmi un bacio sulla fronte.

-Ti lasciamo in buone mani.

Detto questo mi fece un occhiolino malizioso. Io lo guardai male. In  quel momento avrei solo voluto saltargli addosso e strozzarlo. Quello in tutta risposta mi fece una linguaccia prima di allontanarsi con la mia migliore amica.

Mentre loro però uscivano dalla porta, il ragazzo biondo entrava. E si avvicinava sempre di più a me.

Appena i due voltarono l’angolo lo vidi velocizzare un po’ la camminata, anche se guardava sempre verso il basso.  Non alzò lo sguardo verso di me neanche quando prese la sedia che stava accanto al mio letto per potersi sedere.

Si mise con la sedia attaccata al mio letto e alla fine decise ad alzare la testa.

Mi venne una fitta al cuore.

I capelli biondi di solito sempre alzati in una crestina erano bassi sulla fronte. I grandi occhi azzurro mare che tanto mi piacevano erano circondati da profonde occhiaie viola, che andavano fino a qualche centimetro sotto gli occhi. La camicia che di solito era portata almeno abbottonata era completamente  stropicciata e intorno al collo non portava la cravatta gialla e rossa.

Aveva il viso stanco e triste in un certo senso. Era come se fosse stato una decina di giorni senza dormire.

Con dolcezza alzai piano la mia mano destra per poi andarla a poggiare sulla sua guancia. Sentì tutti i suoi nervi che prima erano tirati cime una corda di violino rilassarsi, accompagnati da un leggero sospiro che era uscito dalle sue labbra.

-Cosa ti è successo?

Quello sorrise inclinando leggermente gli angoli delle labbra. Poi prese la mano che era ancora poggiata sulla sua guancia tra le mani, stringendola leggermente.

-Non ti devi preoccupare,sono solo un po’ stanco.

Io feci finta di crederci. Non era solo quello. Lo stato in cui era non era assolutamente consono ad una persona che non dormiva solamente.

-Tu invece dovresti riposarti ancora un po’!

Sbuffai leggermente.

-Si certo. E’ da una giornata che dormo e tu vorresti farmi dormire ancora?!

-Hahahaha certo almeno avrei tra i piedi una rompipalle in meno!

Io spalancai la bocca in modo teatrale emettendo un suono di sorpresa molto esagerato.

-Io rompipalle?! Parla il simpatico invece!

Quello fece un sorrisetto e stacco un delle sue mani dalla mia mentre con l’altra continuava a strigermela. Sebrava non volesse lasciarla andare.

-Io e la mia squadra almeno abbiamo vinto!

-Bhè almeno io….Aspetta cosa?!

Quello alzò ed abbassò le spalle.

-Abbiamo vinto perché siamo fortissimi!

Allora avevo capito bene, aveva vinto Grifondoro la partita. La partita a cui io tenevo tantissimo. La mia uscita dal tunnel, il mio nuovo inizio. Ma come al solito ero riuscita a combinare un guaio. Sentì gli occhi pizzicarmi ma non lasciai scendere le lacrime che lottavano con tutte le loro forze per uscire. Non volevo piangere davanti a Niall. Non doveva vedere quanto ero debole in realtà.

-Avete vinto solo perché non c’ero o in campo!

Cercai di rispondere nel modo più semplice e gioioso del mondo. Per aumentare quella finta gioia direi una pacca amichevole sulla spalla a Niall, a cui partì una risatina.

Solo a quel suono quelle gocce salate che prima volevano uscire a tutti i costi si calmarono. Era incredibile l’effetto che riusciva a fare quel ragazzo su di me.

-Ovvio, con una puffa come che giocava avreste sicuramente vinto la partita!

Cominciava a sfottermi il ragazzo.

-Non è che tu invece sia tutta questa altezza. Io almeno sono giustificata prchè sono una ragazza! Tu che scusa hai?

-Ehi! Io non sono basso! Sono diversamente alto, è diverso!

Mi fece scappare una risata. Quello anche si unì e ridendosi si portò la mano libera sul labbro pizzicandoselo e giocandosi.

Poi si blocco e mi fissò direttamente negli occhi. Non mi stava guardando come mi guardava di solito, oltre quel velo di spensieratezza potevo vedere qual cos altro. Qualcosa che mi stava attraendo verso di lui e lui verso di me. La sua mano strinse di più la mia tirandola leggermente verso di lui. I nostri volti si avvicinavano sempre di più e i nostri occhi non si decidevano a staccarsi. Con una mano quasi istintivamente mi diedi una spinta sul materasso per alzarmi di più ed avvicinarmi di più al suo viso. Ormai mancavano pochi centimetri. Sentivo il suo respiro sulle labbra e quelle farsi sempre più vicine.

-Ginny….

Sussurrò a pochi millimetri dalle mie labbra. Le sue labbra sfiorarono lentamente le mie mentre il suo viso si avvicinava sempre di più…

-Signorina Ellis!

Al suono della voce delle professoressa Green quel piccolo momento di magia si interuppe spaccandosi in mille pezzi. Niall si allontanò velocemente da me e io feci lo stesso con lui.

-Si, si mi dica.

Dissi girandomi in direzione della professoressa, che stava ai piedi del mio letto con una pergamena in mano.

-Puoi andare. La situazione è stabile, se hai una ricaduta non esitare a venire e se ti senti qualche giramento prendi un po’ di succo di zucca con lo zucchero.

Scrisse velocemente con una penna bianca una  cosa sulla pergamena che aveva in mano.

Io nel frattempo mi girai con le gambe mettendo mi seduta sul bordo del letto. Prima che potessi fare leva con le mani per alzarmi sentì Niall mise un braccio sotto il mio.  Fece un po’ di forza per alzarmi per poi togliere il braccio e lasciarmi in piedi da sola.

Io poggiai di nuovo lo sguardo verso la professoressa.

-Grazie professoressa Green.

Quella fece spallucce e sorrise dolcemente.

-Non preoccuparti. Ora vai nella tua casa e riposa.

Io annuì con la testa per poi girarmi verso l’entrata e cominciare a camminare. Non percepì la presenza di Niall dietro di me, e in quel momento non volevo neppure che ci fosse.

-Ellis, Horan ti deve accompagnare fino alla tua casa, aspetta!

Io mi bloccai sulla soglia della porta non voltandomi verso dietro. Seppi che era arrivata dal rumore dei suoi passi dietro di me. Appena fu vicino a me cominciai a camminare senza neanche guardarlo.

La scena di pochi minuti prima mi ritornava in mente in modo continuo. Non avevo il coraggio di guardarlo in faccia.

Tra i corridoi non c’era nessuno. Cosa strana visto che era ormai pomeriggio inoltrato.

Per fortuna il mio dormitorio era al piano terra, mentre l’infermeria al primo. Minore era la distanza, minore il silenzio che dovevo sopportare tra di noi.

Non era come la volta che ci eravamo toccati la mano nella foresta, questa volta l’aria era intrisa di frustrazione , mentre la prima volta c’era solo vergogna.

In lontananza vidi il piccolo corridoio che mi avrebbe portato nella mia stanza.

Mi fermai propio la davanti per salutare Niall, infondo mi aveva accompagnata. Non ebbi il coraggio di guardarlo in faccia quindi mi misi a fissare le scarpe da Quidditch che ancora portavo dal giorno prima. Mentre guardavo le mie scarpe riuscivo anche a vedere le sue così sapevo che era proprio davanti a me.

-Bhè allora grazie.

Feci per voltarmi e correre verso l’entrata della mia casa. Ma una mano mi trattenne per il polso e in pochi secondi mi ritrovai con la testa sul suo petto e le sue braccia attorno alla mia vita. Mi strinse forte poggiando la sua testa sopra la mia.

Riamasi sorpresa da quel gesto, non ricambiai infatti subito l’abbraccio. Ma mi sentivo troppo protetta per temerlo, così lo strinsi a mia volta.

-Ti voglio bene piccola.

Sussurrò sui miei capelli. Senza farmi vedere sorrisi contro il suo petto.

-Ti voglio bene anche io Nialler.

Sentì sui capelli un sorriso aprirsi sulla sua bocca, per poi darmi un bacio sulla testa.

Mi rattristai quando le sue mano fecero pressione sulle mie braccia per allontanarmi da lui.

-Vai ora.

Sciolta ormai dal abbraccio lo guardai negli occhi. In quegli stupendi e profondi occhi in cui potevi vederci l’infinito solo se lo volevi.

Feci un cenno col la testa e corsi verso la porta della mia casa, per poi dire la parola d’ordine ed entrare.

La sala comune era vuota. Non avevo idea di dove tutti fossero andati a finire, pensai che stessero nelle stanze, ma quando arrivai trovai la stessa desolazione che avevo visto prima nei corridoi e nella sala comune.

Senza neanche pensarci due volte mi spogliai e mi diressi verso la doccia del piccolo bagno che avevamo a disposizione in camera.

Aprì l’acqua della doccia per farla riscaldare, nel frattempo mi fissai allo specchio.

Ero pallida, pallida e con le occhiaie. Cosa che non riuscivo a spiegarmi sito che avevo dormito per una giornata intera.mi misi a fare qualche smorfia allo specchio. Probabilmente la noia, o probabilmente il fatto che avevo non pochi problemi mentali incurabili, mi portavano a fare certe cose.

Appena sentì il vapore dell’acqua bollente dietro di me mi gettai sotto il getto d’acqua. L’acqua calda mi rilassava ogni volta. Anche in estate tendevo sempre a farmela bollente. E poi sotto la doccia tutti i miei vari pensieri confusi scomparivano permettendomi di concentrarmi su una sola cosa alla volta quel unica cosa era Niall.

Non capivo il suo comportamento. Prima mi stava per baciare e poi, si comporta come se non fosse successo nulla! Ma io ero l’ultima a poter parlare, insomma lo avevo ignorato per tutto il tragitto e se lui non mi avesse abbracciato probabilmente me ne sarei andate senza neanche dire nulla.

E’ solo che non avevo mai provato niente del genere per una persona, e questa cosa mi spaventava. Mi spaventava essere rifiutata, mi spaventava essere disprezzata di nuovo.

Anche se sapevo che Niall non mi avrebbe mai ferita, dentro di me rimaneva comunque il dubbio che potesse farlo.

Mi faceva male anche solo pensarlo, così per non rimuginare, uscì fuori dalla doccia e chiusi l’acqua e senza neanche indossare nulla, tranne un paio di slip, e senza neanche asciugarmi i capelli mi buttai sotto le coperte.

Dovevo provare a non pensarci e questo era l’unico modo. Chiusi gli occhi cercando di addormentarmi, ma un zampettio sulle mie gambe mi fece sobbalzare. Mi alzai con il busto per vedere Ink che si era raggomitolato sulle mie gambe. Sorrisi e gli accarezzai con la mano lentamente il dorso. Quello fece un po di fusa compiaciuto per poi raggomitolarsi e rimettersi a dormire.

A quella vista non ci pensai due volte e mi distesi di nuovo sul enorme letto. Senza neanche pensarci due volte buttai la testa sul mio cuscino e mi addormentai in meno di pochi secondi.

 

Intorno a me c’era un rumore assordante, continue esplosioni ed urla. Aprì gli occhi di scatto per poi ritrovarmi distesa a terra. Ero nella sala grande, che in quel momento era ricoperta di macerie e di corpi mutilati. Guardai verso il basso vedendo la camicia che di solito portavo completamente ricoperta di sangue. Ma io non avevo taglio o lesione, quindi non era il mio . Di colpo mi girai alla mia destra e vidi alcuni corpi a terra. Mi alzai da dove ero e cominciai a scrutarli tutti. Liam, Louis, Zayn , Harry ed Eleanor. Erano tutti a terra, morti.

Mi buttai sulle ginocchia con le lacrime che cominciavano a scendere copiose, provai ad urlare ma dalla mia bocca non usciva un suono.

Gattonai fino al corpo di El prendendolo tra le mie braccia e piangendo su di questo. Non potevano essere morti, non potevano essersene andati. Poi una cosa attirò la mia attenzione, un corpo in particolare. Come mosse da vita propia le mie gambe cominciarono a muoversi verso di quello.

A pochi metri riconobbi subito chi era. Niall era disteso a terra e boccheggiava sputando sangue. Lui era ancora vivvo ed io dovevo aiutarlo.

Ora non erano da sole a muoversi, ora era io che le guidavo, che correvo.  Ma più mi avvicinavo più lui si allontanava. Per quanto mi sforzassi non riuscivo a raggiungerlo.

Poi il suo torace smise di muoversi e li capì che era la fine.

Ricominciai a gridare, più forte che potevo per far uscire tutto il dolore che avevo in corpo. Era morto, erano tutti morti ed io ero di novo sola.

 

Mi alzai di soprassalto svegliata da quel orribile incubo. Mi passai una mano sulla fronte che era sudata. Mi alzai dal letto, quando avevo incubi come quello sapevo che non riuscivo ad addormentarmi di nuovo.  La stanza era buia e dalle finestre non entrava neanche un minimo di luce, probabilmente era già notte fonda. Mi affaccia al letto di El per vedere se era a letto ed infatti era così. Dormiva abbracciata al suo cuscino e russava leggermente.

Sapendo che non sarei riuscita a riaddormentarmi mi venne la geniale idea di andare a farmi un giro per il castello. A quel ora sarebbe stato perfetto, non ci sarebbe stato nessuno. Prima di uscire mi misi una delle mie solite enormi felpe che tenevo sempre ai piedi del letto per coprirmi la notte se avevo freddo e ,cercando di fare il più piano possibile mi infilai un paio di Converse che erano vicino alla porta. Non sapevo neanche se erano mie o di El, ma le indossai lo stesso e senza fare rumore sgattaiolai fuori dalla stanza.

La sala comune era deserta, come il pomeriggio e la stessa situazione c'era all'interno del castello. I corridoi erano totalmente bui ed ad illuminarli c'erano solo delle piccole candele attaccate al muro. Arrivata all'entrata con molta calma feci pressione sul portone per farlo aprire quanto bastava per far passare il mio corpo. 

Dovevo riuscire a non farmi vedere da Gazza, questo infatti girava la maggior parte delle notti per controllare che gli studenti non stiano fuori da i loro letti.

Sgusciai fuori e mi ritrovai all'entrata esterna del castello. Di fronte a me si estendeva l'enorme ponte che portava verso la foresta. 

Rimasi ferma lì  ad osservare le stelle. A Londra non erano così luminose, molti dicevano per l'inquinamento o il metano, ma penso che i babbani vedano solo la luce minore delle stelle, quella più pura la vedono i maghi. Erano troppo luminose e disposte in modo perfetto. La luna dal suo canto però rubava l'intera scena. Piena e bianchissima i suoi raggi si estendevano oltre al leggera coltre di nubi illuminando leggermente la loro fine .

Un leggero venticello volava leggero spostandomi i capelli dietro la testa. 

La pace fu d'un tratto spezzata da un rumore alla mia sinistra. Una figura era dietro la fila di colonne e gesticolava parlando con qualcuno. 

Spinta dalla curiosità mi avvicinai lentamente verso la figura. Più mi avvicinavo più il profilo mi sembrava familiare. Camminavo bassa quasi al livello del muretto per non farmi vedere. Quando arrivai lì di fronte mi nascosi dietro la colonna.

-Questa è l'ultima volta che faccio un cosa del genere Harry! 

Riconoscevo quella voce, era la voce di Louis e stava parlando con Harry. Il suo tono era alquanto irritato.

-Stai tranquillo, l'importante è che Ginny non sospetti nulla! 

-Si è semplice per te! Tu non sei dovuto entrare nella stanza di una delle tue più care amiche, perchè ormai è questo che è per te , e rubare la metà della foto. Avresti potuto rovinare tutto cazzo! 

Allora era stato lui. Louis aveva preso la foto da sotto il mio letto. Louis aveva rubato la parte della foto che Harry aveva perso in biblioteca. Ma perchè?

-So perfettamente quello che ho rischiato. Se le nostre famiglie sapessero di noi...

-Saremo già morti, o peggio, ci avrebbero separati.

Noi? Questo vuol dire che...

-Sono stanco di nascondermi Louis. Sono stanco di non poterti tenere per mano per i corridoi. Sono stanco di dover essere un fottuto puttaniere e vederti sempre in quello stato ogni volta che bacio una ragazza. Sono stufo. 

Mi affacciai dalla colonna per vedere almeno i loro volti. Louis stava spostando un riccio ribelle ad Harry dietro l'orecchio e gli sorrise dolcemente. 

-Ti amo Louis.

-Ti amo anche io Harry.




Angolo Autrice:
Ecco a voi l'8 capitolo!!!!! Penso che molti stessero già sospettando della Larry. Io sono una shipper e per me è stato molto bello scrivere l'ultima parte. Per Niall e Ginny il cerchio si sta piano piano sempre più chiudendo. Che i loro sentimenti sbocceranno nel prossimo capitolo??? Resta solo che scoprirlo! 

Voglio chiedere scusa ancora per il grande tempo che impiego a scrivere i capitoli, ma scuola mi rubba un'infinità di tempo, sopratutto ora che è la fine dell'anno. 
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno messo la storia tra:
Preferite
Seguite 
Ricordate
e che le recensiscono! 
Vorrei anche ringraziare le ragazze che recensiscono sempre i miei capitoli: 
BoLennon_ 

Konaku Na 
ed eragarattini99


Grazie per l'enorme supporto che mi date sempre, anche alle ragazze che non recensiscono. Vi voglio bene. <3 
Baci, G.



 

  
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