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Autore: Paperetta    18/10/2007    10 recensioni
- Jiraiya le prese il viso con una mano e la cotrinse a guardarlo dritto negli occhi. Era diventato improvvisamente serio. "Da quando sono diventato così importante per te?" "... lo sei sempre stato... sempre"- Per chi è fermamente convinto che Tsunade sia innamorata persa di Jiraiya!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON È COSA FACILE


Mettere fuori gioco il grande Jiraiya non era cosa facile. Lui stesso aveva ammesso di aver visto la morte in faccia solo due volte nell'arco di tutta la sua vita, ma mai durante una missione. Persino Orochimaru non c'era riuscito (anche se bisogna concedergli delle attenuanti, viste le condizioni!), e questo dice tutto.

Allora come è possibile che per colpa di un piccolo, minuscolo, insignificante insetto abbia perso così facilmente la vita?


Shizune raggiunse l'ufficio di Tsunade con una tazza di tè fumante tra le mani.

Madamigella Tsunade, le ho portato il tè. Però deve aspettare un po', è ancora bollente.”

Grazie.” L' Hokage si tirò su dal tavolo, dove si era quasi addormentata prima che Shizune entrasse e prese la tazza che le stava offrendo. Shizune si accorse che l'altra era un po' sovrappensiero, ma non capiva quale potesse essere il motivo; poi le venne in mente della missione di Jiraya e sorrise, pensando che, a dispetto di quanto si potesse pensare, Tsunade gli voleva bene e si preoccupava per lui.

Non c'è bisogno che si dia pena per Jiraiya, Madamigella Tsunade: sono sicura che non avrà alcun problema a tornare sano e salvo.”

Normalmente la penserei così, ma... forse sarebbe stato meglio se fossi andata anch'io con lui... o perlomeno qualcuno che conosce il posto: anche per lui, o per me, può rivelarsi rischiosissima una missione in un luogo completamente sconosciuto... perché stai sorridendo, ora?” chiese, notando l'espressione allegra dell'amica.

Niente, è solo che non l'avevo mai vista preoccuparsi tanto per Jiraiya.”

Tsunade arrossì leggermente, probabilmente senza accorgersene. Poi incrociò le braccia.

È ovvio che mi preoccupo: è stato pur sempre il mio compagno di squadra.”

Siete sicura che sia solo per questo?” chiese Shizune con sguardo malizioso: adorava veder nascere le storie d'amore. Tsunade inarcò un sopracciglio.

Non ricominciare con questa storia! Ti ho già detto come la penso su di lui almeno venti volte, quindi non c'è bisogno di parlarne ancora... Ahi!” esclamò, tirando via di scatto le mani dalla tazza di tè. “Ma quanto ci mette questa cosa a raffreddarsi?!”

Qualcuno bussò alla porta proprio in quel momento e, sempre nello stesso istante, Tsunade fece cadere per errore la tazza: quelli non erano felici presagi.

Cosa c'è?” domandò irritata. Un chunin dai capelli neri attraversò la stanza con un rotolo in mano e lo porse all'Hokage.

È un messaggio da uno dei jonin del gruppo di Jiraiya” disse, l'espressione seria. Tsunade lo prese e cominciò a leggere.


Sembrava che nella stanza del quinto Hokage fosse passato un tornado. I cassetti erano stati completamente estratti dai loro vani e gettati per terra insieme agli abiti; la scrivania era un completo disastro, piena com'era di fogli svolazzanti, libri e piccoli strani aggeggi in metallo; la finestra era stata lasciata aperta, perciò le cose più leggere, come la carta, venivano sballottati da una parte all'altra della stanza.

Il messaggio non era stato chiarissimo, ma a Tsunade era bastato per decidere al volo di prendere gli strumenti a lei necessari e di partire subito per il porto. La missione di Jiraiya e degli altri tre jonin che erano con lui si svolgeva in un isolotto in mezzo al mare; consisteva, in sostanza, nel catturare un gruppo di traditori del villaggio della Sabbia che vi si erano rifugiati da un po' di tempo ed era stato richiesto l'aiuto di Jiraiya perché conosceva bene due dei ricercati ed era per questo decisamente avvantaggiato. Era scontato specificare che lo avrebbero pagato profumatamente.

Tsunade lo aveva detto che sarebbe stato meglio chiamare un Ninja che conoscesse il luogo, ma nessuno le aveva dato retta, nemmeno Jiraiya, e questi erano i risultati. Avevano detto – Stai tranquilla, non ci sarà nessun problema in questo modo – e – ti preoccupi per nulla, Tsunade! Il vecchio Jiraiya può cavarsela in ogni situazione. –

Beh, si era visto! In un'altra occasione si sarebbe fatta quattro risate, ci avrebbe scherzato sopra; lo avrebbe mandato al diavolo, dicendogli che era uno stupido e che così avrebbe imparato a non vantarsi; lo avrebbe anche picchiato, magari, in un'altra occasione... si, certo, un'altra... se non l'avessero trovato moribondo in mezzo alla foresta.


Era strano trovare quella specie di insetti su un'isola dal clima così freddo; era tipica delle regioni calde, con temperature sempre estive anche in inverno e nessuno riusciva a spiegarsi la sua presenza in un posto del genere. Stava di fatto, comunque, che quell'insetto era tra i più piccoli e velenosi del mondo. Stava di fatto che aveva puntato dritto dritto contro Jiraiya un paio di sere prima, mentre combatteva con due Ninja. Stava di fatto che Jiraya era concentrato su altro e non si era accorto di quell'essere infido che gli si avvicinava silenzioso e rapido. Stava di fatto che nessuno conosceva l'antidoto a quel veleno.

Tsunade avrebbe controllato la situazione, avrebbe cercato di fare il suo meglio per salvarlo da una morte lenta e dolorosa... ma, in realtà, nemmeno lei sapeva come avrebbe fatto.


Si ripeté frasi per darsi coraggio tante di quelle volte che ci aveva trascorso il viaggio e ora le doleva terribilmente la testa. Si fece preparare una tisana da Shizune, che era partita con lei e le consigliò di mettersi a riposare nella sua cabina, sottocoperta.

Ma come poteva dormire? Come poteva anche solo averglielo proposto, accidenti! Doveva pensare ad una soluzione, ad una medicina per guarirlo. Si era portata da casa alcuni libri sul veleno degli insetti e ci si era buttata a capofitto, nella speranza di trovare qualcosa che potesse tornarle utile. Sapeva da quello che le avevano riferito nella lettera che il veleno aveva agito all'istante, nel momento stesso in cui l'insetto aveva punto Jiraiya sul collo; avevano ceduto per prime le braccia e le mani, poi le gambe e infine i piedi; aveva cominciato a tossire sempre di più e ad avere un'emicrania spaventosa che non lo abbandonava un solo istante.

Questo due giorni prima che il messaggio arrivasse al villaggio. Tsunade era in viaggio già da un giorno e ce ne avrebbe messo un altro per arrivare e per raggiungere la foresta dove il Sennin e un jonin – uno, perché gli altri due avevano fatto una misera fine – la stavano aspettando; non poteva essere mosso, per precauzione, per non peggiorare quella situazione già disastrosa.

Sempre che non fosse già peggiorata...


E un giorno ci mise, Tsunade, a raggiungere la foresta. Ormai non pensava più. Si era obbligata a non farlo, a non immaginarsi il peggio per non perdere quella lucidità che le era rimasta. Non poteva nemmeno pensare di perdere anche lui. No! Nella maniera più assoluta non se lo sarebbe fatta portar via. Aveva già perso due delle persone a lei più care, nei modi più orribili... lui non si sarebbe aggiunto alla sua collezione di foto sull'altarino di preghiera. Non lo avrebbe permesso.


Ma poi arrivò nel luogo dell'accaduto, e scoprì che quelle frasi che si era ripetuta non sarebbero servite a niente... proprio a niente. Non era come se lo sarebbe aspettata, era peggio. Molto peggio. Uno dei Ninja contro cui stava combattendo aveva approfittato del suo malore e lo aveva colpito, con una lama, al petto.

Jiraya era immobile, per terra, con gli occhi socchiusi e il sangue che scorreva ovunque addosso a lui.

Lo vide e si sentì mancare. Non poteva essere già... no! Non poteva, non doveva! Non poteva farle questo! Senza che lei potesse fare nulla! Lasciandola sola, in mezzo a tutti i suoi sensi di colpa. Non lo avrebbe mai perdonato!


Madamigella! Faccia qualcosa! Si riprenda!”

La voce di Shizune era lontana, come un' eco. Perché le diceva di muoversi? Perché non la lasciava soffrire in pace? Tanto lui... non c'era più.

No... no! C'era! Era ancora tra loro! Poteva ancora fare qualcosa.

Si avvicinò ancora di più a lui. Lo sentiva, il suo cuore batteva ancora. Lo guardò. Guardò le ferite. Guardò la puntura dietro al collo. Guardò i suoi occhi.

Le sembrava di aver già visto una scena del genere, di conoscere gli effetti di quel veleno. Forse, quando era molto più giovane. Ma non ricordava quale fosse! Non ricordava come avessero agito per bloccarlo, con che antidoto!

Era un insetto delle zone calde e lei solo alcune volte era stata in posti del genere. Una volta durante una missione e... si, forse proprio lì... un ragazzino moribondo, paralizzato... coperto di sangue... e una puntura sul collo. Era lì, certo!

E forse avevano usato un'erba del posto, una pianta... ma lì non c'erano le stesse! C'era la neve, e il ghiaccio... si, il ghiaccio! chakra e ghiaccio, era la cura!


Tutto quel ragionamento, tutti quei pensieri, nel giro di pochi secondi. Tsunade ordinò a Shizune di recuperare tutto il ghiaccio che poteva, mentre lei strappava la giacca ormai distrutta di Jiraiya. Ora il cuore le batteva sempre più forte. Aveva paura... paura di non riuscire a salvarlo, di fargli ancora più del male. E vederlo così, col petto squarciato, non la faceva sentire più sicura.

Arrivò il ghiaccio e ne prese un po' con le mani. Vi trasferì il chakra, ne fece una sfera e la fece entrare nel petto di Jiraya. L'uomo si mosse, ebbe uno scatto: ma non si svegliava. Tsunade continuò così, a trasferirgli il chakra freddo, ma non sembrava ottenere nessun effetto. Era sempre pallido, immobile... possibile che non servisse a niente? Perché? Perché non si riprendeva? Non poteva morire così... non poteva!

Ti prego! Ti prego! Svegliati!” urlò. Passò altro chakra, e altro ancora. Ma non si muoveva.

Jiraya, maledizione! Non puoi lasciarmi così! Non te ne puoi andare anche tu!” strillava, e passava il chakra. Ancora, per chissà quanto tempo.

Maledetto veleno! Perché non te ne vai?!” Stava piangendo, senza accorgersene. “ Vattene! Vattene! VATTENE! Vattene... via... Jiraiya... non puoi... lasciarmi...” si chinò su di lui, si appoggiò al suo petto. Ma non smetteva di dargli il suo chakra. “Ti scongiuro... non andartene, non abbandonarmi così... anche tu.”

Al pianto si aggiunsero anche i singhiozzi ed iniziò a tremare. Gli parlò ancora, la voce più acuta e tremante.

Perché vuoi farmi questo?! Perché non ti svegli? Vuoi lasciarmi da sola anche tu! Ma io senza di te... non posso stare senza di te, stupido!” gridò. “Sei tornato a cercarmi, mi hai fatta diventare Hokage! E ora pensi di andartene via così? COSÌ?! Non riesco a salvarti... non riesco... ti prego!” Ora premeva con grande forza il chakra sul suo petto, e piangeva senza ritegno.

Se ti salvi... te lo dirò! Te lo dirò! Che ti amo, e che non te ne sei mai accorto! Però devi salvarti, maledizione!”

Non si muoveva.


Tsunade rimase immobile, la testa sul suo petto, le mani ancora piene di chakra. E piangeva. Non le importava che gli altri la vedessero, che la criticassero. Voleva solo piangere, disperarsi, incolparsi. Perché non gli aveva mai detto che lo amava? Perché si era ridotta a gridarglielo in una situazione così penosa, quando lui ormai non poteva più sentirla? Perché non aveva mai accettato di stare con lui? Ora che lo aveva perso, lo desiderava... voleva stare con lui, ma non poteva più. Era troppo tardi.

Che stupida... che stupida... che stupida.


Era completamente fuori di sé. Non riusciva a pensare, a parlare; rimaneva ferma lì, immobile, con la testa poggiata sul petto di Jiraiya. Perché, si chiedeva. Perché se n'era andato? Perché l'aveva abbandonata anche lui? Forse era suo destino rimanere sola...

L'unica cosa che riusciva a sentire era un lieve rumore, ritmato, che si ripeteva. Non capiva cosa fosse e non le importava. Le sembrava però di conoscerlo, quel rumore... lo aveva già sentito, da qualche parte... che fosse un cuore? No, non era possibile. Non c'erano cuori che battevano, lì vicino...

Alzò la testa di scatto. Era il suo cuore che batteva! Era vivo! Era vivo! Non l'aveva abbandonata.


Qualcuno la spinse di lato, mettendosi vicino al sennin ferito. Erano due jonin che non aveva mai visto; diedero un'occhiata a Jiraiya, controllarono le sue ferite e se lo caricarono sulle spalle, in due, per portarlo via. Uno di loro lanciò un'occhiata a Tsunade e le sorrise, come per rassicurarla. Shizune si avvicinò a lei, coprendola con la giacca che aveva perso quando era arrivata e cercò di farla alzare.

Madamigella Tsunade, è stata fantastica! È riuscita a salvarlo!”

Si...”

Dobbiamo andare, però: qui tra poco si mette a grandinare.” Tsunade si mise in piedi e si accorse di tremare leggermente. Non riusciva ancora a capacitarsi di essere riuscita a salvarlo, che fosse ancora vivo. Stava succedendo tutto troppo in fretta.

Si riprese a poco a poco, mentre si dirigevano, scortati da un altro ninja, al villaggio più vicino alla foresta per raggiungere Jiraiya. Riuscì di nuovo a pensare con lucidità e ripercorse tutta la scena con la mente; si vergognava un po' per la scenata che aveva fatto e per essere scoppiata a piangere davanti a quelle persone: non era proprio da lei un comportamento del genere. Però si era rivista davanti agli occhi una scena che ormai conosceva fin troppo bene ed era stata assalita dal terrore.

Shizune” disse, guardando davanti a sé.

Cosa c'è?”

Non devi parlare con nessuno di questa storia, nemmeno per sbaglio. È chiaro?”

Certo” rispose, ma dentro di sé sorrise compiaciuta: aveva ottenuto la sua storia d'amore, alla fine.


Tsunade visitò alcune volte Jiraiya durante tutto il giorno successivo. Il sennin non si era ancora svegliato, ma stava sostanzialmente bene e si avviava ad una lenta guarigione. Il secondo giorno, Tsunade volle rimanere un po' di più accanto a lui, sperando di potergli finalmente parlare. Ci aveva riflettuto per tutta la notte, tanto che non aveva praticamente chiuso occhio ed aveva deciso di dirgli quello che provava; doveva farlo assolutamente, non poteva permettere di perderlo senza averglielo detto nemmeno una volta. Pensò che forse l'avrebbe mandata al diavolo; l'avrebbe ringraziata, ma era anche vero che lei, per quarant'anni, aveva sempre dimostrato di non voler avere niente a che fare con lui in 'quel' senso; probabilmente non la trovava più tanto bella e avrebbe preferito dedicarsi ad altre donne, magari più giovani. Beh, non è per niente atipico che una donna si accorga di un uomo dopo un po' di tempo, ma cinquant'anni sono molti! Più che accorgersene, non ci aveva mai pensato seriamente, quando le aveva chiesto più volte di stare con lui.

Non ti avevo mai vista così pensierosa, Tsunade” disse Jiraiya con voce bassa e roca. Tsunade si voltò verso di lui.

Mi hai fatta spaventare, stupido... pensavo che fossi morto.”

Macché! Io non posso mica morire così facilmente e non adesso, di sicuro: prima ho un sacco di cose da fare!”

Vedo che ti è tornata la parlantina, quindi devo dedurne che stai veramente meglio.”

Sei stata tu a curarmi, no? Non c'è da stupirsi se sono vivo e sto bene... anche se credo di essere morto per un po'... forse per qualche secondo. È una cosa strana, non riesco a spiegartela... però ho fatto un sogno.” Tsunade, che distolse lo sguardo, gli chiese che tipo di sogno fosse. “Mi prenderesti a pugni, se te lo raccontassi!”

Con la fatica che ho fatto per salvarti? Fossi matta!” Jiraiya rise.

Allora mi fido. In realtà non era proprio un sogno... penso che fosse quello che stava succedendo veramente, perché mi stavi salvando. Però è strano... non riuscivi a curarmi ed eri triste. Sei persino scoppiata a piangere! Questo di sicuro non era vero, eh eh! Tsunade...? Perché non mi guardi? Ehi...” Riuscì, non senza difficoltà, a mettersi a sedere e cercò di guardarla negli occhi.

Non ti sarai spaventata fino a questo punto” disse. Lei si girò verso di lui e lo guardò finalmente in faccia.

E vorrei vedere!” esclamò, scaldandosi. “Ho già visto una scena del genere due volte e non ho la minima intenzione di rimanere definitivamente sola! Se tu... fossi morto... io...” e si sciolse nuovamente in lacrime. Dannazione! Possibile che non riuscisse più a trattenersi? Jiraiya le prese il viso con una mano e la costrinse a guardarlo dritto negli occhi. Era diventato improvvisamente serio.

Da quando sono diventato così importante per te?”

... lo sei... sempre stato... sempre...”

E non me l'hai mai detto. Perché?” Tsunade non rispose. Si abbandonò contro la sua mano calda, così grande... non si era mai accorta che fosse così grande.

Io non... me n'ero mai accorta...” Le passò le braccia dietro la schiena e la strinse forte a sé.

Forse non è troppo tardi, adesso. Cosa ne dici, Tsunade?” Lei alzò la testa e lo guardò, sorridendo.

Baciami, stupido...”

Ti amo...”


Far spaventare Madamigella Tsunade fino al punto di impedirle di muoversi e pensare non era cosa facile. Lei stessa aveva ammesso di essersi lasciata andare così solo con due persone, ed entrambe erano le più importanti della sua vita. Persino la morte del terzo Hokage non aveva avuto lo stesso effetto, e lui era stato il suo maestro per anni.

Ma non è mai troppo tardi per accorgersi di avere un posto libero, nel cuore, per una persona veramente speciale. Qualcuno per cui vale la pena mostrare la parte più debole, per non essere mai soli. E per sentirsi amati.



NdA. E questo era il commovente finale della mia prima one-shot su Naruto! Davvero, io l'ho trovato commovente. Quella di Tsunade/Jiraiya è una delle mie coppie preferite e dovevo assolutamente scriverne una; l'ho buttata giù tutta d'un fiato e spero che non risulti un po' noiosa in certi punti. Mi sembra che Tsunade sia abbastanza simile all'originale; in effetti non è la prima volta che si mette a piangere davanti agli altri e che si dispera perché non riesce a salvare qualcuno. Mi sono accorta che stava diventando leggermente OOC, quindi l'ho fatta un po' vergognare e ho preferito mettere quel 'stupido' nella battuta finale. Per Jiraiya non c'è molto da dire, visto che non ha avuto modo di parlare (eh eh! Questa volta ha sofferto parecchio). E spero di averla fatta disperare abbastanza!

Le mie one -shot non hanno molto successo, a quanto pare (Vacanze di Natale, in origine, doveva essere una di queste, ma alla fine ho fatto un casino ed è uscita una storia unica), mentre invece Viaggio nel presente è abbastanza recensita per i miei standard. Quindi vi prego, recensitemi! Fate aumentare la mia autostima e lasciate un commentino (però non siate cattivi, o la mia autostima crolla! Please! *.*). Grazie mille e buon... si può augurare un buon rientro a scuola?^^

  
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