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Autore: _Kiiko Kyah    30/03/2013    7 recensioni
NON ho più bisogno di OC, grazie a tutti!
Io sono Anna, e sono qui per dare il via alla mia prima fic ad OC – sono prontissima, sparatemi quando volete.
Dal prologo:
Kinako era una ragazza molto bassa, e veniva spesso scambiata per una quattordicenne. Eppure, aveva quasi diciotto anni.
Però non si lamentava: dopotutto, viveva nel palazzo reale, e aveva ogni giorno a che fare con il bellissimo figlio di Sua Maestà. Cosa poteva desiderare di più?
Beh, forse una cosetta c’era ...
[...]
– È una lettera importante? – chiese ancora Afuro, questa volta per pura curiosità.
Kinako esitò un po’. Non era sicura che avrebbe dovuto parlargliene, però, in fondo, era suo amico e per quanto acido di lui si poteva fidare.
– Deve darmi il consenso per richiamare i Prescelti dalla Profezia.
Per la seconda volta, il ragazzo si sorprese tanto da scivolare su uno dei pioli della scala e cadere giù, sedere per terra.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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03 ~} L’esitazione del corvo Ϟ Alla volta dell’indizio privo di senso!

– P-Prescelta...? – Raven inclinò la testa, mentre un sopracciglio tremava in una reazione incondizionata, causata dalla confusione che la ragazza stava provando.
I tre castellani, come avevano detto di essere, la guardavano con tre sguardi talmente diversi da procurarle un grande mal di testa. La ragazza, Kinako, la fissava con occhi colmi di efferata supplica, il biondo non sembrava meno interessato, mentre il terzo, che fra l’altro le appariva già come un gran maleducato, sbuffava ogni due secondi, scrutando il vuoto in un’altra direzione.
Che tipi...
Che poi tutto quello che le avevano detto non aveva il benché minimo senso.
“Signorina Raven, tu sei la Prescelta di Dodori, quella della Profezia!”
Che cavolo voleva dire?!
– Proprio così!! – annuì vigorosamente la mora.
– Saresti così gentile da spiegarti meglio? – domandò Kidou al posto suo, precedendo la corvina, che gli rivolse un’occhiata con le sue grandi iridi verdi.
Già, anche Yuuto aveva assistito a quella scena confusa...
– Come, le tue maestrine non ti hanno insegnato niente riguardo alla storia magica del tuo regno, maghetto? – intervenne allora Akio, ghignando malizioso, e finalmente voltando i propri occhi argentei nella direzione dei due studenti di Shima.
Il rasta digrignò i denti, contrariato, eppure non ebbe bisogno di difendersi, perché ci pensò il ragazzo dalla lunga chioma dorata, che grugnì palesemente infastidito.  
– Akio, vedi di finirla. – sibilò infatti dedicandogli uno sguardo torvo con le sue liquide iridi rosso sangue.
– Se no che mi fai, piccolo umano? – provocò il moro, leccandosi le labbra con la lingua e mostrando un affilatissimo canino candido.
Il bibliotecario indietreggiò con il corpo, prendendo un’espressione mista fra la rabbia, l’indignazione e la preoccupazione, o forse quella smorfia era semplicemente causata dal bruciore che una tale verità gli provocava? Effettivamente, un umano contro quello che era sicuramente un demone non poteva fare molto, eh.
– Lui niente. – replicò la nanetta, voltandosi di scatto, passando i suoi grandi occhi color miele da Raven al principe – Però questa mano, invece... – con uno scatto felino mostrò il palmo, sul quale il simbolo della falce nera regnava oscura, tanto che il punk sbuffò e fece cambiare direzione al suo sguardo, un po’ scettico, ma non così stupido da sfidare la ragazza.
Stavolta fu il rasta ad indietreggiare quasi sconvolto, percependo con il suo fine olfatto l’incredibile odore di morte che aleggiava intorno alla piccola mano di Nanobana. E poi, quel simbolo lo conosceva, anzi, chiunque lo conosceva in quella scuola. 
– Kinako, tu.. tu sei... – provò a formulare, ma le affusolate e chiare dita della sua compagna di corso gli si posarono sulle labbra, per fargli fare silenzio.
– La conosciamo la storia del nostro regno. – mormorò con un fil di voce – Ma vi sarei grata se mi diceste cosa c’entro io. – aggiunse socchiudendo gli occhi, osservando attentamente le reazioni dei tre.
Terumi inarcò un sopracciglio, sorridendo gentile, e lanciando poi uno sguardo ai suoi compagni di viaggio.
– Mentre la bassotta si occupa di tenere a bada il demone, magari provo a spiegarti io, ti va di ascoltarmi? – disse affabile, sollevando ancora gli angoli della sua bocca.
La corvina sollevò la mano dal viso di Kidou e annuì con convinzione, anche se non era davvero sicura di voler sapere cosa quei tre apparentemente folli avessero da dirle.
Il bibliotecario prese un’espressione seria, e si prese i gomiti nelle mani; finora era sembrato tanto una ragazza, nei modi e nell’aspetto, eppure in quel preciso istante metteva quasi in soggezione.
– Suppongo tu sappia bene cosa narri, a grandi linee, la Profezia delle Otto Pergamene e del Marchio di Sangue, dico bene? – l’interpellata assentì di nuovo, lisciandosi con le mani la morbida e comoda stoffa della sua tunica viola, accuratamente rinfilata dopo l’allenamento di prima.
– Quando le forze oscure minacceranno il mondo... gli otto Prescelti avranno da combattere per impedire che l’equilibrio si spezzi. – recitò, memore della lezione che aveva ricevuto, tanto tempo prima, già il primo giorno che era entrata nell’accademia di arti magiche e marziali della città di Dominique.
– Esattamente. – confermò Afuro, serioso – Tuttavia, sicuramente non saprai che nel frammento di Profezia collocato nel tempio sacro di Pholus vengono descritti in frasi criptate o meno come gli otto Prescelti devono essere scelti.
I due studenti sussultarono. No, non lo sapevano; ed era totalmente naturale, così come lo era sorprendersi.
– Abbiamo... – continuò il castellano – Abbiamo ragione di credere che il Prescelto del regno di Dodori, il portatore della forza della pergamena madreperla sia tu, Raven. – concluse impassibile, senza cambiare di un minimo la sua espressione, ciò nonostante indirizzando alla giovane un significativo sguardo che la fece deglutire a vuoto.
Lei... la Prescelta di Dodori?
Lei, lei?
Lei avrebbe dovuto possedere dentro di sé la forza della pergamena madreperla?
La forza, il potere di una cosa rara e potente come l’Armonia?
A lei sarebbe andato il compito di salvare il mondo, insieme agli altri Prescelti?
A lei... lei?!
Si guardò il palmo, le iridi smeraldo frementi. Era abbastanza scettica, ancora, però quella faccenda dava da pensare.
– Perché... perché dovrei essere io, la Prescelta madreperla? – chiese, quasi già esausta di quella conversazione.
Non se lo spiegava, perché era toccato proprio a lei?
– Signorina Raven, persino il tuo nome è un indizio! – rispose la voce morbida, gentile e particolarmente, se non eccessivamente, euforica della castana, la quale si frappose fra il migliore amico e il viso chiaro della Bayls, che non ci stava capendo più niente.
Strinse le dita in un pugno, il quale cominciò a tremare.
– Tanto per curiosità, voi chi diavolo siete, oltre che i cercatori dei Prescelti? – esalò senza neanche rendersene propriamente conto.
La mano chiara del ragazzo dal ciuffo moro e bianco le fu mostrata nell’immediato seguito e, quando la maga notò il simbolo verde dipinto sull’anello dorato che Fudou portava al dito, sentì il peso del suo corpo aumentare come fosse stato fatto di sassi.
No, la stavano prendendo in giro. Eppure, non sembrava affatto un falso...
Però no, non poteva essere davvero... oh cavolo!!
– Beh, meno male. – sbuffò in un sogghigno il demone maggiore – Almeno in questa stupida scuola insegnano cosa può distinguere un gioiello regale da uno stupido frammento di bigiotteria...
– Akio, non fare lo stupido! – lo interruppe il biondo.
– Non ci posso credere... – spirò Kidou, sgranando gli occhi e indietreggiando ancora, scioccato.
A Raven, invece, cedettero direttamente le gambe.
– Il principe... il principe Fudou di Dodori... non ci credo...
– Ecco, contento?!
– Senti libraio da strapazzo, tanto l’avrebbe dovuto sapere comunque, no?!
– Se devo essere sincero no, non era per niente necessario!
– Quanto sei lamentoso. Ho solo mostrato ad una suddita come te il mio anello, non l’ho mica picchiata a sangue.
– Oh, come invece hai fatto con quella povera guardia?!
– Accidenti, lo sapevo che mi avresti fatto la polemica anche su questo!
– Sei veramente uno...!
– Stronzo? Sì, lo so, e mi piace esserlo.
– Non ti sopporto, sai?! Anzi, non ti ho mai sopportato!!
– Neanche mia madre è così fastidiosa, e almeno lei avrebbe l’autorità di dirmi certe cose!
– Stronzo!
– Grazie, libraio dei poveri!
– Io sono un bibliotecario, dannazione!! E sono il tuo bibliotecario, per l’esattezza, quindi ti sei praticamente dato del povero.
– Per me potresti anche non esistere, un libraio vale l’altro.
– Io faccio questo lavoro da quando aveva a malapena dieci anni!! Sai cosa facevi tu alla stessa età?! Ti facevi raccontare favole da Kinako!!
– Questa è l’essenziale differenza fra un principe e un plebeo come te!!
– Io almeno ho un cervello, pezzo d’idiota!!
– Come ti permetti, tu biondina del cavolo?!
La discussione, che tanto per la cronaca non voleva accennare a terminare, era sicuramente sfociata in argomenti totalmente diversi da quello nel quale era partita, lasciando i due maghi totalmente spaesati. Frattanto che il diciannovenne e il diciassettenne si “divertivano” a vestire i panni della coppietta di litiganti, la shinigami prestava attenzione con la parte umana del suo essere alla prima Prescelta, mentre con l’aura divina si concentrava sull’impedire che Akio perdesse definitivamente la pazienza e sbranasse il suo migliore amico seduta stante, cosa che era fin troppo possibile, se non tremendamente probabile.
– Ignorando il fatto che Akio è il principe del regno... – borbogliò forzando un sorriso che voleva essere come uno dei suoi soliti – Signorina Raven, accetti di darci una mano a salvare il mondo?
– Da cosa, lo dovremmo salvare? – domandò quella, indecisa su come rispondere.
Il volto della castana si incupì notevolmente.
– Non posso. – soffiò delicatamente, in un fil di voce, talmente flebile da essere quasi impercettibile – Non posso dirlo.. a nessuno. – si spiegò stringendosi un braccio con la mano opposta e abbassando lo sguardo verso il terreno sterrato – Posso dire solo che la Profezia si deve compiere... la Profezia... si deve compiere.
La palpebre dei grandi occhi verde acceso della bruna sbatterono con confusione e interdizione. La giovane esitò, per poi mormorare, quasi in trance:
– Lasciatemi pensare. Poi vi dirò.
E, mormorando di nuovo quell’incantesimo incomprensibile, disse addio alla sua forma umana per volare rapidamente verso una destinazione sconosciuta. L’improvviso sbattere d’ali distrasse i due castellani dal loro litigio, e si girarono, sorpresi.
– Secondo te tornerà? – chiese Kinako a Kidou, e il ragazzo fece spallucce, osservando il cielo con i suoi occhi rosso rubino.
– E chi lo sa.

Le grandi piastrelle quadrate del pavimento marmoreo della terrazza della torre di controllo di Shima erano fredde, dure e scomode. Troppo fredde dure e scomode per essere le stesse su cui Raven andava a studiare quando un esame la attendeva il giorno dopo. Possibile che le avessero cambiate senza che lei se ne accorgesse?
Oppure erano solo i suoi pensieri offuscati che le facevano apparire tutto così diverso?
Probabilmente la seconda era la meno inverosimile.
Stringendo le proprie ginocchia al petto e chiudendole fra le proprie braccia, la maga appoggiò la testa al muretto grigiastro, per poi sospirare. Cosa aveva fatto di male per meritarsi questo, proprio non lo sapeva.
Lei ancora non poteva credere di essere stata definita Prescelta dalla leggendaria Profezia, non riusciva a recepire l’idea di poter contenere il potere dell’Armonia di Dodori dentro di sé. Era impossibile che una come lei avesse l’armonia all’interno del suo animo, proprio lei che con qualcosa come la pace e l’armonia non ci aveva avuto mai niente a che fare, mai nella sua vita!
E poi, il principe Akio... se l’era sempre immaginato completamente diverso. Proprio per niente, non si sarebbe mai aspettata un punk privo di senso del rispetto in continuo ed evidente conflitto con un povero bibliotecario troppo assomigliante ad una donna. Come se non bastasse anche quella bassetta era una tipa a dir poco fuori dal comune, non aveva mai visto dal vivo una shinigami, perché di shinigami si trattava, e fra quelli che aveva visto sui libri e i quadri che le erano stati mostrati duranti le lezioni, nessuno era così somigliante ad una bambola di pezza. Erano tre ragazzi assurdi quelli che, a quanto pareva, erano stati scelti per accompagnare i Prescelti nella missione affidata loro dalla Profezia.
La Profezia... davvero quel testo mistico aveva parlato di lei?
Forse si erano sbagliati, dopotutto. Forse non era lei, la persona giusta.
...
E se invece avessero avuto ragione?
Se il suo destino fosse davvero stato quello di proteggere il suo regno? Anzi, tutti e otto i regni delle Otto Pergamene?
Come... come avrebbe fatto?
Sentiva di non essere stata mai confusa come in quel momento.
Certo, non le sarebbe costato niente mettersi in cammino con quei tre, andare alla ricerca di altri sette individui totalmente sconosciuti, provarci quantomeno. Però, per farlo avrebbe dovuto abbandonare tutto, la scuola, gli amici, il suo obiettivo di diventare una brava maga. Sarebbe riuscita a perseguire quello scopo, viaggiando con quei tre? Probabilmente no.
Senza contare che la sua vita sarebbe stata costantemente messa in pericolo.
Non voleva... non poteva rischiare di morire. Non era per morire che aveva deciso di iscriversi a Shima, e oltretutto abbandonando Dominique avrebbe di sicuro finito con il perdere tutta la fatica che aveva fatto per entrare in quella benedettissima scuola di magia e combattimento, l’impegno che aveva messo nello studiare e migliorarsi sempre.
Sbarrò gli occhi quando sentì dei passi avvicinarsi, e si voltò di scatto, presa alla sprovvista, quando il passo del nuovo venuto si fermò quasi plasticamente.
– Sempre sull’attenti, eh? – scherzò Kidou, ridacchiando come divertito da quella reazione.
– Ah, sei solo tu... – mormorò la corvina, girandosi nuovamente ad osservarsi le scarpe scure.
Il coetaneo si sedette fulmineamente a gambe incrociate, accanto a lei, inarcando un sopracciglio.
Solo io? Cosa volevi, un principe azzurro con tanto di corteo speciale? – soffiò sarcastico con un sorriso, provocandole però solo un altro sospiro.
– Scusa. – si chiuse nelle proprie spalle – Ero sovrappensiero. – si giustificò senza guardarlo, ma anzi fissando ancora le piastrelle chiare davanti a sé.
Il sorriso del rasta si smorzò un po’, seppur lui facesse di tutto per impedirsi di farlo notare all’amica.
– Pensi di andare con... quei tre sconclusionati? – domandò arricciando le labbra in una smorfia contrariata. Era evidente che non era affatto convinto proprio come lei, se non di più. Probabilmente più.
– E’ vero, sono proprio strani, – convenne sbattendo lentamente le palpebre – tuttavia non credo che stessero mentendo o che abbiano cattive intenzioni. – aggiunse – Almeno non la bassina. – non si impedì di annettere alla frase, mordendosi il labbro inferiore.
– Ti staresti fidando di uno shinigami, lo sai vero? Quel simbolo è ovunque, sul libro di magia oscura. – socchiuse gli occhi vermigli, sicuro che la Bayls fosse già al corrente di quel dettaglio.
Era una studentessa di Shima, d’altra parte.
– Lo so, ma... – sussurrò infatti – Ispira molta fiducia, anche se odora tremendamente di morte. – si voltò verso di lui per guardarlo bene negli occhi.
– Effettivamente. – concordò il compagno facendo spallucce – Comunque, accettando di andare con loro, porresti letteralmente il tuo futuro nelle mani della morte. – non si sdegnò di metterla in guardia – E’ troppo pericoloso.
Raven esitò qualche momento.
– Tu non andresti? – strinse la presa intorno alle proprie gambe.
– No. – ribatté il ragazzo prontamente, senza che lei provasse un minimo di sorpresa nell’udire quella risposta provenire dal suo scettico e diffidente amico.
– Ma... se fosse davvero il mio destino, a volere che io vada insieme a loro? – continuò la combattente, palesemente preoccupata.
Il rasta dischiuse debolmente le labbra, incerto su come rispondere.
– Non puoi esserne sicura.
– Se davvero avessi dentro di me il potere necessario a salvare il mondo? – non sembrò ascoltarlo lei.
– Tu senti di possederlo? – inclinò la testa, sorridendo gentilmente.
Le iridi verdi della giovane sgranarono a quella domanda.
Lo sentiva?
Lei, dentro di sé, sentiva di avere quel potere?
Si pose una mano sul petto. Percepì solo il battito lieve del suo cuore, e le palpebre parvero appesantirsi. Faceva improvvisamente freddo, o era solo una sua percezione?
– Non lo so, Kidou. – strinse convulsamente le palpebre – Non lo so.
Una folata di vento le scompigliò la chioma scura, che le sbatté violentemente sul viso, facendola rabbrividire. Cercò di risposarli all’indietro, ma senza un fermaglio o qualcosa di simile era impossibile.
Yuuto rimase immobile per una manciata di secondi, poi con un gesto rapido portò la mano alla sua coda e si tolse l’elastico, per poi porgerlo alla ragazza, che lo guardò stranita. Non aveva mai visto il suo amico con i capelli sciolti, e faceva un certo effetto con quella cascata di rasta che gli incorniciavano il viso.
– Kidou? – sorrise divertita, trattenendo una risata mista fra il nervoso e il rallegrato.
– I miei capelli non si spostano con il vento. – spiegò quello inarcando un sopracciglio, pur ricambiando il sorriso divertito – Questo è uno dei vantaggi di essere un alternativo. – aggiunse ammiccando – Dai, è fastidioso non poterti guardare negli occhi perché quell’ammasso di capelli neri che hai non sono d’accordo.
La ragazza lo scrutò un attimo, poi accettò l’elastico scuro e legò i capelli in una coda alta sulla nuca, sentendo improvvisamente caldo. Beh, almeno non aveva più l’impulso di tremare.
– Dicevamo? – si appoggiò totalmente al muretto.
– Che sei la Prescelta di Dodori e per qualche motivo sconosciuto devi seguire uno shinigami, un bibliotecario e il principe del regno in un viaggio alla ricerca di qualcosa che non sappiamo. – disse quell’altro, roteando le iridi ramate e imitandola, sospirando – Ti piace come riepilogo?
Lei non riuscì a trattenersi dal ridacchiare.
...
– L’ignoto ti spaventa? – chiese senza pensarci, guardando le nuvole nel cielo.
Lui sussultò.
– Non ho affatto paura di andare verso l’ignoto... – esalò – Dico solo che è sempre meglio sapere quant’è profondo un fosso prima di buttarcisi dentro di testa, non pensi anche tu? – terminò posando il viso nell’incavo della mano.
– Il destino è una cosa ignota. – fu la borbottata risposta – Eppure noi ci buttiamo a capofitto verso il futuro senza soffermarci tanto sulle conseguenze.
– E’ una cosa totalmente diversa. Il destino non può essere fermato e, anche se solitamente sono le nostre scelte a decretare il nostro futuro, non è come se lo facessimo di proposito.
– Appunto! – girò completamente il suo corpo per osservarlo attentamente, facendolo quasi trasalire dallo spavento dovuto al suo movimento improvviso – Se il mio destino fosse davvero di andare con loro? – strinse la stoffa della sua tunica all’altezza del petto.
Se fosse stato quello il suo destino, avrebbe potuto fare altrimenti?
– E se invece non lo fosse? – tentò allora Kidou, capendo che non c’era molto da fare.
– In quel caso perché il cielo ha voluto che trovassero me? – la frangetta bruna si smosse con il vento, accompagnato da uno sbuffo stanco della ragazza – So che per te non ha senso. Non mi aspetto che tu capisca come mi sento. – scosse debolmente il capo, riprendendo la posizione iniziale, con stanchezza nella voce e nei gesti.
Il rasta le posò una mano sulla spalla.
– Hai ragione, non lo capisco. – disse mestamente – Ma il punto è un altro, Raven. – esitò, poi borbogliò con il labbro tremante – Tu vuoi andare?
...
...
– Non penso di volerlo.
– E allora il problema non si pone, no?
– Infatti, non si pone... – si alzò in piedi stringendo i pugni con decisione.
– Raven, cosa fai?
Lei puntò i suoi occhi verdi in quelli del ragazzo, con dura serietà.
– Ma lo hai detto tu che il destino non può essere fermato.
...
– Oh, dannazione.

– Partire è stata una sciocchezza, lo sapevo, lo sapevo!
– E’ mezzora che non ripeti altro che quella frase, biondina, vedi di finirla.
Con le mani sul capo, Afuro era troppo nervoso per poter dar retta anche a Fudou.
Camminava avanti e indietro, preoccupato. Non era abituato a reggere lo stress, e il dover attendere in questo modo lo infastidiva terribilmente. Con il suo acido pessimismo, era sicuro che la maga avrebbe rifiutato. E come biasimarla?
Ad attendere la sua risposta erano una shinigami dal viso troppo infantile per essere presa sul serio, un demone maggiore che se ne stava palesemente fregando e un bibliotecario che ovviamente tutto avrebbe voluto fuorché essere costretto ad intraprendere quel viaggio.
E per un attimo si sentì di invidiarla, perché la giovane poteva benissimo dire di no, mentre lui...
– Signorina Raven! – la frizzante e speranzosa voce di Kinako mise un punto fermo ai suoi pensieri.
Sollevando lo sguardo sanguigno, Terumi vide Kidou e la Bayls avvicinarsi a loro, lei che si mordeva il labbro inferiore e lui con un’espressione più che contrariata dipinta sul viso.
– ...Ciao. – salutò la corvina, mostrando il palmo in segno di saluto.
– E allora? – soffiò Akio, voltandosi secco verso di lei.
Il bibliotecario alzò un sopracciglio e lo scrutò di sottecchi. Si stava interessando?
– E allora sì. – replicò la minore, cercando di non apparire troppo sarcastica, all’unico scopo di impedirsi di mancare di rispetto al principe. Mannaggia a quando le era stata insegnata l’educazione nei confronti dei nobili, perché quel punk dall’aria strafottente non se la meritava per niente, la buona educazione.
– Cosa? – domandò per accertarsi la mora, mentre il suo sguardo si illuminava di speranza talmente infantile che costrinse Raven a sorridere intenerita.
– Vengo con voi. – accertò – Non sono sicura di essere la persona giusta, ma se non lo sono il destino e lo farà capire presto. Giusto? – fletté la testa sorridendo.
Dovette prendere un grosso respiro per non venire strozzata dall’abbraccio di slancio che Kinako le dedicò, facendola volteggiare e quasi cadere.
– Se pensate di andarvene così, sappiate che ho una condizione per non avvertire gli insegnanti e impedire a Raven di andarsene. – fu l’acido suono che fuoriuscì dalla bocca tirata in una smorfia nervosa di Kidou, che frattanto si era legato nuovamente i capelli.
I quattro ragazzi si voltarono stupefatti verso di lui.
– Q-Quale? – balbettò Nanobana, preoccupata.
...
– Io vengo con voi.
– EH?! – proruppe la maga, staccandosi dalla maggiore seppure più bassa.
– Se pensi che lasci un’amica nelle mani di sconosciuti di cui non sono certo di potermi fidare – e su questa parola indicò implicitamente il principe – allora non mi conosci affatto.
– Kidou...
– Non so sia una buona idea, – sussurrò abbassando gli occhi Kinako – Io—
– Va bene. – tutti quanti si voltarono verso il biondo che, con le braccia incrociate al petto, annuì con il capo, con le palpebre e con lo sguardo.
– Afuro, sei sicuro che...? – provò a contestare la sua migliore amica, ciò nondimeno non le fu concesso di continuare.
– No che non lo sono. – fece spallucce e chiuse le palpebre con sufficienza – Però vuole solo proteggere e aiutare una sua amica. E’ comprensibile. Quindi va bene. – annuì ancora, convinto – E poi, un aiuto in più non ci farà male, giusto?
Il sorriso radioso che rivolse a Yuuto provocò in quest’ultimo qualcosa di strano. Che fosse gratitudine era normale, ma... c’era anche qualcos’altro. Come se, come se... sentisse di non essere poi tanto diverso da quel biondino dalla lunatica personalità.

Il carro puzzava. Sì, la parola esatta era puzza.
Di fieno, di erba in putrefazione, insomma di schifo. Eppure Kinako sorrideva divertita, mostrando un gioco di mani a Raven, che intanto si stava dilettando a cambiare colore ad una foglia da giallo a rossa, di nuovo verde e poi viola e arancione. Akio sembrava essersi addormentato, e l’unico che sembrava disprezzare il tanfo del mezzo come Terumi era Kidou, che si era appena guadagnato il titolo di persona normale.
– Posso farti una domanda, Afuro? – si avvicinò quest’ultimo.
– Uh? Certamente. – alzò le spalle.
– Perché hai convinto Nanobana a farmi venire con voi? – domandò posando lo sguardo sulla diretta interessata, che stava ridendo di gusto.
– E’ lecito voler aiutare Raven. – rispose il biondo, osservando dolcemente la propria migliore amica tenere in mano una ciocca dei capelli di Raven e osservarla con interesse. Che tipa...
– O forse è perché da questo punto di vista siamo uguali?
Sbarrò gli occhi, per poi voltarsi di scatto verso il rasta, che ora sorrideva compiaciuto da quella reazione, segno che ci aveva visto giusto.
– Che cosa intendi? – l’interpellò quasi ansioso.
– Anche tu sei qui solo ed esclusivamente per proteggere la tua amica, dico male? – si spiegò il sedicenne. Il suo interlocutore si sentì debolmente arrossire, e distolse lo sguardo.
– Per tua informazione, io non volevo neanche venire. – borbottò – E poi, come può un essere umano proteggere una shinigami? Semmai potrebbe essere il contrario. – aggiunse, ovvio.
– Forse... ma qualcosa mi dice che il tuo è un diverso tipo di protezione. – ridacchiò alla smorfia interrogativa che si formò sulle labbra chiare del diciannovenne – Andiamo, si vede lontano un miglio che senza la sua bionda coscienza Kinako non andrebbe lontano!
Aphrodi schiuse le labbra, sorpreso da quella frase.
Lui... la coscienza della bassotta?
Lui?
Strinse le dita intorno alla stoffa della sua sacca. E le sue gote si imporporarono.
– P-Piuttosto, qual è il regno più vicino? – cambiò discorso alzando al voce per attirare l’attenzione degli altri.
– Credo sia Refusi. – rifletté Raven, portandosi un dito sotto il mento in maniera riflessiva.
– Che schifo, quel regno di esaltati per la musica? – sbottò Fudou, che a quanto parte si era svegliato.
Afuro si ritrovò a pensare che, andando a Refusi, magari avrebbe trovato qualcuno che, non essendo sotto la giurisdizione regale di Dodori, avrebbe potuto picchiare Fudou per lui, facendo un grosso favore al mondo. Vero era che doveva essere più forte di un demone maggiore, ma...
– La foglia sul chiaro vivere del cacciatore. – recitò per distrarsi, e sbuffò esasperato – Non troveremo mai qualcuno che corrisponda a questa descrizione!
Gli altri quattro si ritrovano ad assentire in silenzio, anche se il punk più che assentire se ne stava bellamente fregando.
Sarebbe stato un viaggio molto, molto lungo...



Angolo della Kya_ (prossimamente _Kiiko Kyah)
Ciao ragazzi ~
Vi è mancata questa fic? A me abbastanza..
Ci ho messo un po’.
Prima di tutto, però, voglio chiedere a Rev-chan se ho reso bene la sua Raven, perché non avevo la scheda con me mentre scrivevo. Neh?
Poi, ho una cosetta per lei, perché mi sono messa a cercare le character songs dei personaggi di Inazuma e, dopo essermi innamorata follemente di quella di Gouenji♥dafaq, ho trovato anche quella di Kidou e personalmente penso meriti di essere ascoltata.
(https://www.youtube.com/watch?v=llBsHGqfcXs)
Non pensavo che il seiyuu di Yuuto potesse cantare così bene, davvero ~
Passando nuovamente alla fic, vi informo che forse, e dico forse, più avanti il rating potrebbe spingersi all’arancione, ma più per i momenti “cruenti” che per quelli carini e coccolosi, quindi non fatevi illusioni strane, eh?
Inoltre vorrei riceve i vostri commenti, perché non sono sicura di aver fatto un buon lavoro questa volta ^^”
Per favore? Ve ne prego? Insomma, aiutatemi un po’ anche voi v.v  
  
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