«Sai?
Proprio non ti
capisco!» esasperò Zayn dopo, a quanto pare,
troppi minuti di silenzio. «Non ti
capisco proprio! Era solo uno stupido gioco, insomma, credo che una
persona di
diciannove anni possa fare cose peggiori che farsi passare per qualcun
altro!»
si portò una mano tra i capelli.
Beh… forse potrebbe
essere un po’ esagerato, ma cosa vuole? Se vivesse nel 2069
come me, capirebbe
perfettamente perché mi sono rifugiata qui!
Non esistono certi
tipi di “giochi” da me. Tutti hanno rispetto verso
le altre persone, cosa che
qui non ho neanche lontanamente intravisto. «Che cosa avresti
fatto se avessi
incontrato qualcuno che non aveva intenzione di ascoltarti e fare
ciò che il
corpo desiderava?» continuò, mentre io cercavo di
assimilare tutte quelle
parole nella mia testa. «Ti saresti buttata giù da
un ponte se qualcuno ti
avesse toccato un braccio? È pieno di questi avvenimenti in
giro, quando
aprirai gli occhi?». Ma si stava arrabbiando con me questo
Zayan? «Cavolo,
quanti anni hai? Diciotto, diciannove?»
«Diciassette.» lo
corressi immediatamente.
«Non è questo il
punto! Svegliati, si sa che il mondo è una merda…
apri gli occhi! È impossibile
che in diciassette anni della tua vita non ti sia neanche resa conto di
quanto
schifo di gente passeggia per il mondo!»
«Oh, si che è
possibile, fidati» sussurrai, ma talmente piano che il
ragazzo in piedi davanti
a me non mi potesse sentire.
«Che cosa devo fare?
Dimmelo. È stato solo uno stupido gioco.» si
restrinse nelle spalle
accendendosi l’ennesima sigaretta mentre cercava di
nascondere la sua
incomprensione, ma invano. «Non posso credere che ti sei
rifugiata dietro un
cassonetto della spazzatura per una stronzata.»
La finezza fatta a
persona, insomma…
Però, nonostante mi
stia “sgridando” – anche se si capiva che
stava sgridando se stesso –
guardandolo mentre distoglie lo sguardo da me mentre aspira la sua
sigaretta,
qualcosa mi invade di calore. Non saprei proprio dire cosa possa
essere, ma ho
un’irrefrenabile voglia di affondare le mie mani nei suoi
capelli. E poi il suo
sguardo… così penetrante… come se
volesse scoprire tutto ciò che sono e ciò che
penso.
Lo ammetto, è
angosciante, ma terribilmente affascinante.
Forse, se lo conoscessi
meglio, potrei anche…
«Bambina.» sussurrò
sputando dall’altra parte del marciapiede dandomi le spalle e
dando fine ai
miei pensieri.
Accidenti! Cosa mi
stava venendo in mente? Volevo affondare le mie mani nei suoi capelli?
Perché?
E cosa più terribile:
stavo anche pensando che io avrei potuto…
No! Tutto quanto, ma
questo no!
«Bambina…» ripetei
quasi involontariamente.
Presi atto di ciò che
mi aveva detto. Come osava? Okay, sto iniziando a capire come vanno le
cose in
questo mondo. Credo sia d’obbligo cambiare atteggiamento.
«Mi consideri una
bambina?» mi alzai riluttante dal marciapiede.
«Credo proprio, piuttosto, che
tu sia uno stupido ragazzo, potrai avere tutto il fascino che vuoi, non
sono
affari miei! Non sono una bambina, sono solo cresciuta in un posto
completamente diverso da questo e, fidati, vorrei davvero tornarci il
prima
possibile, ma mi sono ripromessa di rimanere fino a quando…
mio nonno non
sarebbe morto, quindi non mi rompere le scatole, bell’imbusto
consumatore di
sigarette incallito. Lasciami vivere la mia vita. Tanto tra meno di due
mesi
non ci rivedremo più.» dissi tutto d’un
fiato.
La reazione di lui
non fu assolutamente come me l’ero immaginato.
Stava sorridendo. Sì:
sorridendo. Come un idiota, mi permetterei di aggiungere.
«Che hai tanto da
sorridere?»
Sogghignò scuotendo
la testa. «Non mi aspettavo questo discorso… ci
sai fare con le parole.
Complimenti.»
Mi sta prendendo per
il culo? Ma vuole davvero che lo prenda a botte questo!
«Ma non è questo che
mi fa sorridere» si affrettò a continuare vedendo
la mia faccia irata «Fino ad
adesso mi hai dato l’impressione che io ti stia davvero
antipatico, ma visto il
discorso di adesso, credo che abbia afferrato male i tuoi comportamenti
precedenti…»
Mi accigliai. Dove
voleva arrivare?
Tenne la sigaretta
tra l’indice e il medio mentre abbassava il braccio e mi
guardò di sottecchi.
Oh sì… se fosse meno
presuntuoso credo proprio che sarebbe il ragazzo perfetto.
«Com’è che mi hai
chiamato?» Accidenti!
«“Affascinante”. Ecco cosa hai detto, e
subito dopo mi
hai dato del “bell’imbusto”.»
Mi morsi il labbro
inferiore trattenendo il fiato. Come mi era saltato in mente di dirgli
quello?
Dio, quanto odiavo
quel ragazzo!
«Non hai idea di
quante ragazze mi ronzino in torno, e quanto mi vogliano.»
sussurrò una volta
avvicinatosi a me, in un modo talmente sensuale, che ci dovetti mettere
tutta
la volontà presente in ogni micro-cellula del mio corpo per
non allungare le
mani e appoggiarle sui suoi capelli.
Quante ragazze gli
ronzano intorno?
«Oddio…»sussurrai al
solo pensiero. «G-gigolò?» chiesi
sgranando gli occhi.
Beh, se lo fosse
stato allora avrei potuto mettergli le mani tra i capelli senza troppe
complicazioni.
Sbarrò gli occhi,
tirando un angolo della bocca che esternava il suo divertimento alla
mia
dichiarazione, per poi scoppiare nella risata più fragorosa
che abbia mai
sentito.
«Stai ridendo di me,
Zayan?» gli domandai mentre mi contagiava con la sua risata,
e iniziai a sorridere
vedendolo che si divertiva.
Sì, rideva di me, ma…
dettagli.
«Primo: mi chiamo
Zayn, non Zayan.» alzò
il dito indice di
fronte a me. «Secondo…» alzò
insieme all’indice anche il medio mentre
continuava «No, non faccio quel genere di lavoro. Potrebbe
sorprenderti invece
che tipo di lavoro faccio, invece.»
«Stupiscimi, allora…
Zayn!» accennai una nota di esasperazione mentre pronunciavo
il suo nome,
almeno spero che sia il suo VERO nome…
«Volentieri… Megan.»
sorrise per poi portarsi ancora una volta la sigaretta alla bocca,
aspirando
avidamente, e faceva uscire tutto il fumo schioccava la sigaretta col
pollice
in modo che la cenere potesse cadere sull’asfalto. Era
inebriante tutto ciò che
faceva. Oscurava i miei pensieri. Tutti i miei pensieri.
«Posso provare?»
chiesi docilmente non staccando gli occhi dalla sigaretta nelle sue
mani.
Mi guardò un attimo
confuso, poi si portò la mano che teneva la sigaretta vicino
alla basetta e si
grattò un po’ con l’unghia del pollice.
«Hai mai fumato
prima?»
Ho mai fumato prima?
No. Non ne avevo neanche intenzione. Nessuno dei miei amici fumava,
quindi non
avevo mai avuto la voglia.
Scossi la testa per
rispondere alla sua domanda abbassando il viso. Mi sentivo un
po’ come una
bambina a cui è stata negata la caramella a merenda, e il
pensiero mi fa
sorridere timidamente.
«Sei sicura?» mi
chiese ancora Zayn.
Sinceramente? Non me
ne fregava assolutamente niente di fumare, ne avevo solo voglia. Tutto
qui. E,
visto che quel ragazzo mi ha chiamato “bambina”,
faccio la cocciuta per
rimanere nel ruolo. Come vuole lui.
Annuii, e dopo un suo
sospiro mi passò la sigaretta.
La presi e la tenni
come stava facendo lui, e in quel momento mi accorsi che stavo
arrossendo.
«C-come dovrei fare?»
chiesi a testa bassa. Non ho mai fumato, e mai visto qualcuno fumare, a
parte
Zayn poco prima, ma troppo poco da poter immagazzinare tutte le mosse.
Sentii, più che vidi,
che stava sorridendo. Probabilmente divertito, anche lui come un
bambino, dalla
mia inesperienza.
Si riprese la
sigaretta dalle mie mani e mentre aspirava, osservai la sigaretta che
sia
accorciava al suo respiro.
«Così.» disse per poi
lasciare il fumo fuoriuscire dalla sua bocca, in modo che il suo odore
mi
circondò.
Che vergogna… mi
sento davvero una bambina in questo momento. Così bisognosa
di insegnamenti…
«Devi aspirare, e
quando senti che ti pizzica la gola butta fuori il fumo. Tutto
qui.»
Sembra semplice… ce
la posso fare.
Mi ripassò la
sigaretta e io la riaccolsi tra le mie mani con esse che intanto
tremavano.
Portai la sigaretta
alla bocca e la prima sensazione che percepii fu umido sulle mie
labbra.
Sentivo la saliva di Zayn su di me. Oddio!
Non mi diedi tempo di
rimanerci a rimuginare sul fatto che avrei potuto limonare Zayn
indirettamente,
tramite una sigaretta, che aspirai il tabacco della sigaretta.
Oddio. Sentivo il
fumo andare giù per la bocca fino ad arrivare alla gola.
Feci come mi aveva
detto Zayn, e appena sentii che qualcosa mi pizzicava la gola, cercai
di
espirare in modo disinvolto, come faceva lui, ma qualcosa
andò storto, perché
iniziai a tossire come se fossi appena tornata in superficie da una
gara di apnea
e avessi bevuto l’acqua.
Tossii senza
contenermi. Che brutta sensazione. Tutta l’aria che avevo
preso in polmoni la
buttai fuori in piccoli sospiri di tosse.
Solo quando mi
tranquillizzai e la tosse scomparì quasi del tutto potei
sentire il vero
effetto del fumo. Sentivo i muscoli rilassarsi impercettibilmente.
Ne volevo ancora.
Allungai di nuovo la
sigaretta alla bocca, e anche la seconda volta non riuscii ad espirare
il fumo
con disinvoltura come Zayn, ma tossii ancora.
Cercai di prendere il
terzo tiro, ma Zayn me la prese tra le mani.
«Basta così. Va a
finire che me la finisci tutta.» sorrise.
Era un sorriso vero.
Non stava ridendo di me, e questa consapevolezza in un certo senso mi
fece sorridere
di rimando… erano contagiosi sia la sua risata che il suo
sorriso.
Forse potrei cambiare
idea su di lui in futuro…
«Sei una ragazza
davvero interessante, Megan.»
Non capii subito se
era un complimento o chissà cosa, ma mi convinsi di
sorridere, e le mie labbra
si tesero in ringraziamento.
«Altrettanto, Zayn.»
«Potrei stupirti in
qualunque momento.»
«Se solo sapessi da
dove sono arrivata ti potrei sorprendere più di quanto
potresti fare te, Zayn»
sorrisi compiaciuta dalla mia risposta di sfida.
Lui corrugò la fronte
interrogativo ma, no, non gli avrei detto della apparizione a Londra.
«Hai impegni questo
fine settimana?» mi chiese evidentemente interessato alla mia
risposta.
Mi scrutava con i
suoi occhi dove avrei potuto affondarci dentro.
Ancora sto pensando
se nel 2069 conoscevo qualche Zayn. Magari poteva essere il nonno di
una
qualche mia – odiosa – compagna
scolastica… che brutta cosa…
«Zayn… sono qui da
neppure 24 ore e ho incontrato un bisbetico gigolò che mi ha
fatto fumare
quando io non avevo mai fumato prima d’ora, ho incontrato una
ragazza tutto
pepe che mi ha fatto fare il giro di Londra, mi ha aiutato a trovare un
lavoro,
e mi ha ospitato a casa sua per tempo indeterminato. Ora spiegami come
avrei
potuto trovare tempo per prendermi impegni questo fine
settimana!» Le mie
parole potevano sembrare fredde, ma il sorriso che era comparso sul mio
viso
tradiva il mio divertimento mentre gli rispondevo a quella domanda con
indubbia
ovvietà.
Zayn vide il mio
divertimento e sorrise anche lui. Saremo potuti diventare amici. Sarei
potuta
diventare amica di un vecchio anziano gigolò.
Che previsione
allettante!
Mi sorrise e… oh, il
suo sorriso…
«Vuoi provare una
cosa?» mi chiese alzando la sua mano sinistra facendo capire
che intendeva fare
qualcosa con la sigaretta tra le sue dita. Lo guardai stranita, ma
annuii dopo
poco.
«Fumo passivo.» si
mosse come se volesse darmi la spiegazione.
«Fumo passivo?»
chiesi di rimando. Che diavolo significava?
Sorrise. Ero davvero
così tanto buffa con la mia inesperienza che non faceva
altro che ridere di me,
lui?
«Già. Io aspiro dalla
sigaretta e poi te lo espiro in bocca da te.»
Cosa? In-bocca-da-me.
Mi mobilizzai a quelle parole. Ero ancora più confusa di
prima. Fumo passivo…
deve essere relativamente uguale, ma “in bocca da
te” non mi faceva capire.
Mi avrebbe baciata?
Oh, no. Assolutamente no!
«No, non ho
intenzione di baciarti, Megan.» sorrise continuandomi a
guardare negli occhi.
Aveva risposto alla
mia domanda senza che glielo chiedessi a parole? Come diavolo ha fatto?
«Ah.» era l’unica
cosa che mi uscì dalla bocca in quel momento.
Non riconoscevo
neanche più la mia voce da quanto fosse diventata roca.
«Vuoi che ti baci?»
Allargai gli occhi,
quasi avendo paura che uscissero dalle orbite da un momento
all’atro.
Boccheggiai mentre
gli rispondevo: «A-assolutamente no!» quasi urlai.
«Ehi… calmati, stavo
scherzando.»
Oh. Un atro scherzo.
Dio, che nervoso quando mi prendeva in giro così!
Sinceramente, nella mia mente
credevo
sul serio che volesse botte. A sangue, più che altro.
Sbuffai. Devo
smetterla di comportarmi così, come ha detto lui prima,
questo mondo è pieno di
gente così, devo smetterla sul serio.
«E come intendi
fare?»
Sorrise, capendo che
finalmente gli davo l’opportunità di sperimentare
la sua idea.
«Apri la bocca.»
Oddio! Perché deve
essere tutto talmente imbarazzante.
Lui vide la mia
espressione riluttante e continuò a parlarmi sempre
fissandomi dritta negli
occhi con i suoi magnetici. «Non ho intenzione di scoparti,
Megan, voglio solo
finire la sigaretta per poi andarmene a casa.»
Arrossii di colpo
senza neanche rendermene conto. Non ha intenzione di
scoparmi… e chi lo
biasima? Chi è che vorrebbe scopare una come me?
«Okay.» presi un
breve respiro e mentre lui si portava la sigaretta alla bocca
sorridendo aprii
di poco la bocca, come mi aveva detto di fare lui.
Quando staccò la
sigaretta dalle labbra si piegò in avanti per arrivare alla
mia altezza, poi
soffiò il fumo fuori dalla sua bocca, in modo che arrivasse
dritto sulla mia
bocca.
Iniziai ad inspirare
capendo il significato di “fumo passivo”.
Mi sbagliavo
completamente. Non è come aspirare direttamente dalla
sigaretta. Era più
delicato il modo in cui scivolava giù dalla gola, rispetto a
prima, tanto che
riuscii a non tossire buttando fuori il fumo una volta che Zayn aveva
terminato
di passarmi quel fumo passivo.
Schioccai varie volte
la lingua sul palato, come se volessi assaporare il retrogusto del fumo
passivo…
«Buono…» sussurrai
accennando ad un sorriso.
Era diverso, ma non
per questo meno bello, anche se c’era un piccolo sapore,
quasi impercettibile
che le prima due volte non c’erano. Mi si rilassarono ancora
una volta i
muscoli. Ne avevo ancora voglia. Ogni volta che prendevo un tiro, la
volta
successiva ne avevo sempre più voglia.
E se quel sapore
fosse stato di… Zayn?
«Vuoi provare te?»
non so con quale coraggio riuscii a chiedergli una cosa del genere.
Io che fumavo e lui
che aspirava il fumo passivo. Mi tremavano le gambe, mi sembrava di
fare un
assoluto disastro.
Sospirai. I bambini
di solito sono così imprevedibili… e
così sciocchi!
«Be’, perché no.» mi
passò la sigaretta e io aspettai un paio di secondi prima di
prenderla.
Avrebbe sentito il
mio sapore come io avevo sentito il suo? Perché mi devo
cacciare in certe
situazioni?
Lui annuii
chiaramente divertito. Adoravo il suo sorriso. Era così
spontaneo e…
contagioso.
Strinsi la mano
destra a pugno, quasi facendomi male al palmo con le mie stesse unghie,
mentre
l’altra – che teneva la sigaretta – me la
portai alla bocca, aspirai il fumo e,
come le altre due volte che avevo aspirato direttamente dalla
sigaretta, sentii
quella sensazione di umido tra le labbra.
Se mia nonna mi
vedrebbe in questo momento sarebbe del tutto contrariata. Fare questo
con un
vecchietto gigolò… che strana che sono.
Quando staccai il
filtro dalla bocca mi alzai sulle punte per arrivare alla sua altezza e
soffiai.
Era terribilmente
imbarazzante, ma estremamente provocante.
Fece i miei stessi
movimenti con la lingua, facendola schioccare sul palato, copiandomi,
forse per
prendermi per il culo.
«Buono…» sussurrò,
esattamente
nel mio stesso modo.
Okay: mi stava
prendendo per il culo. Sorrisi. Era di una antipatia epica, ma sempre
adorabile.
Sentii qualcosa
suonare. Zayn estrasse il suo cellulare dalla tasca e guardò
il display.
Se non sbaglio quello
era un iPhone 4s, nel 2069 era davvero raro trovarne uno da quanto
fosse
vecchio.
Cavolo… mia nonna
doveva essere davvero vecchia decrepita!
E pensare che era
quel barboncino tutto vanitoso. Che nonna che mi ritrovo!
«Pronto, Louis?»
rispose al telefono distogliendo lo sguardo da me. «Cosa?...
Trattienilo… Non
mi va di andare allo studio… Chi se ne frega di Paul!...
Dì che sono ammalato…
Non mi interessa, abbiamo già scritto gran parte del testo,
potreste fare anche
da soli… okay, grazie Lou, ti devo un favore…
Paul si arrangia!... COSA? No!...
Neanche per sogno! Ti devo ricordare ciò che hanno fatto le
tue sorelle
l’ultima volta che sono stato con loro?... Cosa centra
Megan?... No! Non dire
niente a Paul… Okay, ci andrò…
Ciao.» rimise il suo NUOVISSIMO iPhone nella
tasca dei jeans e si girò verso di me. «Hai da
fare oggi?»
Sì: dormire. Sono
stanca, sono stata fuori tutto il giorno e domani devo anche iniziare a
lavorare… che stress! Ed è solo il primo
giorno… andiamo bene!
«No. Devo ricordarti
il discorso di prima sul fatto che sono qui da nemmeno 24
ore?»
Alzò le spalle a mo’
di scuse. Sembrava un cucciolo. Il fatto che volessi affondare le mie
mani nei
suoi capelli però rimaneva… ahimè.
«Devo andare a casa
di Louis a badare alle sue sorelle mentre lui è a
lavoro.»
«Anche tu dovevi
andare a lavoro?»
Sbuffò portandosi per
l’ennesima volta le mani sui capelli. Oh, è un
supplizio! «Sì, dovrei. Ma è
sfiancante.»
«Più che andare a
badare alle sorelline del tuo migliore amico?» gli sorrisi io.
«Touché, Megan» alzò
le spalle. «Mi andava di fare un po’ lo
sregolato.»
«Sregolato?»
«Che non segue le
regole.»
Risi… seriamente
aveva diciannove anni quel ragazzo? Poteva essere considerato
più bambino di
me… un bambino assolutamente affascinante.
«Ma non dovrebbe
esserci Lottie a casa? Mi aveva detto che era sorella di Louis, e lei
ha
quindici anni… credo che sia abbastanza grande.»
gli chiesi mentre lui si
avviava verso la strada principale tirandosi sulla testa il cappuccio
della
felpa nera. Chissà poi perché…
«A quanto pare è
uscita… non è una ragazza che le piace stare tra
quattro mura…»
Questo l’avevo
capito.
Zayn suonò varie
volte il campanello di casa Tomlinson e, con sorpresa mia e del ragazzo
al mio
fianco, ci venne ad aprire proprio Lottie.
«Ah, Megan! Ti stavo
aspettando. È proprio il momento giusto per andare al
“London Eye”.» Le
brillarono gli occhi mentre diceva emozionata i suoi piani.
«Zayn… le gemelle
sono in camera loro. Buona serata!» lo spinse detro la casa
mentre lei usciva e
spinse dietro di sé la porta di casa per poi prendermi sotto
braccio e
portarmi, per come l’avevo capito io, al “London
Eye”. «Ma… Lottie, ormai è
sera, il sole sta già tramontando!» cercai una
scusa mentre lei mi trascinava
per un braccio.
Che tipa, ragazzi!
Altroché se è attiva. Sprizza energia da tutti i
pori: è un vero e proprio
vulcano.
«Oh, appunto per
questo. Dobbiamo arrivare per il tramonto, quindi allunga il
passo!»
Detto questo, mi tirò
sempre di più fino a trovarci a correre per arrivare sulla
ruota in tempo.
Appena arrivammo
sotto la “London Eye” mi sentii piccola. Troppo
piccola. Non sono mai stata
alta di statura, e in un certo senso non mi dava fastidio in generale,
ma certe
volte mi sento davvero l’ottavo nano di Biancaneve separato
dai suoi fratelli
appena nato.
Entrammo in una
cabina, e ammirai il paesaggio che si tingeva di arancione dal tramonto
del
sole.
Più tempo passavo
sulla cabina, più le persone diventavano piccole.
Il sole era ormai al
limite, e ancora pochi minuti e il sole avrebbe lasciato posto alla
notte che
incombeva dalla parte opposta dove il sole scendeva.
Era davvero
meraviglioso.
«Sembra quasi…
magico.» sussurrai, e le mie parole arrivarono fino a Lottie.
«Quando mi sento sola
vengo qui al tramonto… mi sembra tutto molto calmo e
rilassante. Mi fa
dimenticare per un po’ tutto ciò che succede in
giornata. Mi assopisce sempre e
mi riesce calmare, tanto che la notte dormo davvero
tranquilla.»
Le sorrisi. Ero
davvero contenta di aver trovato una persona con cui parlare anche in
questo
tempo. Ero davvero contenta di aver trovato un’amica.
«Hai da fare questo
fine settimana?»
La stessa domanda di
Zayn… che cosa succede questo fine settimana?
«Veramente Zayn mi ha
chiesto di rimanere libera per il fine settimana…»
sussurrai come per scusarmi.
«Zayn?» alzò un
sopracciglio. «Oh be’, allora va bene.»
sorrise maliziosamente e io distolsi lo
sguardo dal panorama e lo poggiai su di lei. «Non ti ha detto
che cosa vuole
fare, vero?»
Scossi la testa, e
lei sorrise – se è possibile – ancora di
più.
Che cosa mi stavano
nascondendo?
Oddio… mi sento
davvero una bambina a cui negano la marmellata a merenda!
Labirinth
Voglio
assolutamente ringraziare tutte le persone che stanno seguendo la
storia e tutte le cose che mi dite nelle recensioni sono davvero
meravigliose!
Boh,
vi amo.
Questo
capitolo, sinceramente, non mi soddisfa molto, perché l'ho
scritto un po' di fretta, lo ammetto, ma ho anche qualche tacca di
febbre, quindi perdoantemi.
E'
un capitolo di passaggio, come potrete capire, e prometto che il
prossimo capitolo sarà molto meglio, anche perché
salterò un po' di giorni e andrò direttamente a
sabato. Secondo voi che cosa succederà sabatooooo? ouo
Comunque...
non saprei proprio cosa dire di questo capitolo visto che
è un capitolo di passaggio, ma voglio solamente mettere un
po' di "suspance" per il prossimo capitolo :')
Aggiornerò
prima, visto che non posso lasciarvi troppo tempo con un solo capitolo
di passaggio çç
Il
titolo mi piace molto: "La bambina con la marmellata". Non so... mi da
un senso di innocenza e dolciosità (?).
Vorrei
mettervi lo stamp della risposta ad una recensione di una ragazza che
non capiva il motivo per cui Megan si sia sentita così male
quando Zayn ha "giocato" con lei, ma visto che non si vede faccio copia
e incolla:
mente come il 'posto ideale'.
Prova circa ad immaginare il posto perfetto dove non c'è tutta la 'malavita' che c'è qui.
Prova a immaginare -per quanto possa essere possibile- un luogo dove si sta bene con tutti.
Un esempio è nel capitolo 2 (Game? Job? I hate you, 2013!) quando Meg incrocia Lottie che veniva 'maltrattata' da
un uomo che non era del tutto sobrio, e le parole di Meg esprimevano tutto il suo disappunto nel vedere una tale
scena: tutte le persone intorno a lei vedevano esattamente ciò che l'uomo voleva fare alla ragazza, ma nessuno dei
presenti era intervenuto. Perché?
E' questo ciò che Meg si chiede.
Nel suo tempo è tutto più bello, ci sono persone simpatiche, gentili, altruisti... questo è ciò che ho cercato di far
capire... Meg non sa quanto sia orribile il mondo di quell'epoca in cui si è catapultata, quindi in un certo senso si
sente 'esposta' e troppo vulnerabile per affrontare tutto ciò che succede in quel tempo.
Il modo in cui pensa o reagisce è totalmente infantile perché lei è abituata al mondo dove ha vissuto tutta la sua vita,
e io sto cercando in tutti i modi di farlo sembrare un posto migliore, senza persone che si divertono nel calpestare
i sentimenti altrui.
Anche Zayn non capisce il motivo per cui se l'era presa così tanto, era solo un gioco per lui... infondo ha 19 anni
diamine! Dovrà anche lui divertirsi un po', no? Era proprio questo ciò che voleva fare lui: divertirsi.
Ma lui non è né uno stronzo, né un puttaniere e soprattutto non è una persona che si diverte a vedere la gente soffrire,
per questo si scusa, anche se non capisce il comportamento esagerato di Megan.
Questa storia è una specie di ottimismo-pessimismo sulla
vita. Nel senso che potrei mettere in risalto il fatto "brutto" dei
giorni d'oggi (pessimismo), ma spero un futuro tutto rosa e fiori
(ottimismo). Non saprei spiegare bene questo... se avete capito, bene,
altrimenti... be' , fate finta che abbiate capito lol.
Ora vi lascio.
Alla prossima.
PS: se cliccate sul titolo dello spazio autrice vi esce una
canzone
-twitter: @niallersbreath.