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Autore: ehydarlin    30/03/2013    13 recensioni
STORIA SOSPESA
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«Pensavo di mandarti a Londra…» annunciò la nonna.
«Londra? Stai scherzando, vero? A quanto pare stai diventando proprio vecchia. Noi siamo già a Londra!» Accentuai il ‘già’ guardandola confusa provocando la risata sonora della nonna.
«So bene che siamo già a Londra,» continuò non facendomi capire «io intendevo mandarti a Londra nel 2013. Sai, la Londra del 2010 era davvero molto diversa da questa dell’anno 2069.» sorrise.
Genere: Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The child with the jam.












«Sai? Proprio non ti capisco!» esasperò Zayn dopo, a quanto pare, troppi minuti di silenzio. «Non ti capisco proprio! Era solo uno stupido gioco, insomma, credo che una persona di diciannove anni possa fare cose peggiori che farsi passare per qualcun altro!» si portò una mano tra i capelli.
Beh… forse potrebbe essere un po’ esagerato, ma cosa vuole? Se vivesse nel 2069 come me, capirebbe perfettamente perché mi sono rifugiata qui!
Non esistono certi tipi di “giochi” da me. Tutti hanno rispetto verso le altre persone, cosa che qui non ho neanche lontanamente intravisto. «Che cosa avresti fatto se avessi incontrato qualcuno che non aveva intenzione di ascoltarti e fare ciò che il corpo desiderava?» continuò, mentre io cercavo di assimilare tutte quelle parole nella mia testa. «Ti saresti buttata giù da un ponte se qualcuno ti avesse toccato un braccio? È pieno di questi avvenimenti in giro, quando aprirai gli occhi?». Ma si stava arrabbiando con me questo Zayan? «Cavolo, quanti anni hai? Diciotto, diciannove?»
«Diciassette.» lo corressi immediatamente.
«Non è questo il punto! Svegliati, si sa che il mondo è una merda… apri gli occhi! È impossibile che in diciassette anni della tua vita non ti sia neanche resa conto di quanto schifo di gente passeggia per il mondo!»
«Oh, si che è possibile, fidati» sussurrai, ma talmente piano che il ragazzo in piedi davanti a me non mi potesse sentire.
«Che cosa devo fare? Dimmelo. È stato solo uno stupido gioco.» si restrinse nelle spalle accendendosi l’ennesima sigaretta mentre cercava di nascondere la sua incomprensione, ma invano. «Non posso credere che ti sei rifugiata dietro un cassonetto della spazzatura per una stronzata.»
La finezza fatta a persona, insomma…
Però, nonostante mi stia “sgridando” – anche se si capiva che stava sgridando se stesso – guardandolo mentre distoglie lo sguardo da me mentre aspira la sua sigaretta, qualcosa mi invade di calore. Non saprei proprio dire cosa possa essere, ma ho un’irrefrenabile voglia di affondare le mie mani nei suoi capelli. E poi il suo sguardo… così penetrante… come se volesse scoprire tutto ciò che sono e ciò che penso.
Lo ammetto, è angosciante, ma terribilmente affascinante.
Forse, se lo conoscessi meglio, potrei anche…
«Bambina.» sussurrò sputando dall’altra parte del marciapiede dandomi le spalle e dando fine ai miei pensieri.
Accidenti! Cosa mi stava venendo in mente? Volevo affondare le mie mani nei suoi capelli? Perché?
E cosa più terribile: stavo anche pensando che io avrei potuto…
No! Tutto quanto, ma questo no!
«Bambina…» ripetei quasi involontariamente.
Presi atto di ciò che mi aveva detto. Come osava? Okay, sto iniziando a capire come vanno le cose in questo mondo. Credo sia d’obbligo cambiare atteggiamento.
«Mi consideri una bambina?» mi alzai riluttante dal marciapiede. «Credo proprio, piuttosto, che tu sia uno stupido ragazzo, potrai avere tutto il fascino che vuoi, non sono affari miei! Non sono una bambina, sono solo cresciuta in un posto completamente diverso da questo e, fidati, vorrei davvero tornarci il prima possibile, ma mi sono ripromessa di rimanere fino a quando… mio nonno non sarebbe morto, quindi non mi rompere le scatole, bell’imbusto consumatore di sigarette incallito. Lasciami vivere la mia vita. Tanto tra meno di due mesi non ci rivedremo più.» dissi tutto d’un fiato.
La reazione di lui non fu assolutamente come me l’ero immaginato.
Stava sorridendo. Sì: sorridendo. Come un idiota, mi permetterei di aggiungere.
«Che hai tanto da sorridere?»
Sogghignò scuotendo la testa. «Non mi aspettavo questo discorso… ci sai fare con le parole. Complimenti.»
Mi sta prendendo per il culo? Ma vuole davvero che lo prenda a botte questo!
«Ma non è questo che mi fa sorridere» si affrettò a continuare vedendo la mia faccia irata «Fino ad adesso mi hai dato l’impressione che io ti stia davvero antipatico, ma visto il discorso di adesso, credo che abbia afferrato male i tuoi comportamenti precedenti…»
Mi accigliai. Dove voleva arrivare?
Tenne la sigaretta tra l’indice e il medio mentre abbassava il braccio e mi guardò di sottecchi.
Oh sì… se fosse meno presuntuoso credo proprio che sarebbe il ragazzo perfetto.
«Com’è che mi hai chiamato?» Accidenti! «“Affascinante”. Ecco cosa hai detto, e subito dopo mi hai dato del “bell’imbusto”.»
Mi morsi il labbro inferiore trattenendo il fiato. Come mi era saltato in mente di dirgli quello?
Dio, quanto odiavo quel ragazzo!
«Non hai idea di quante ragazze mi ronzino in torno, e quanto mi vogliano.» sussurrò una volta avvicinatosi a me, in un modo talmente sensuale, che ci dovetti mettere tutta la volontà presente in ogni micro-cellula del mio corpo per non allungare le mani e appoggiarle sui suoi capelli.
Quante ragazze gli ronzano intorno?
«Oddio…»sussurrai al solo pensiero. «G-gigolò?» chiesi sgranando gli occhi.
Beh, se lo fosse stato allora avrei potuto mettergli le mani tra i capelli senza troppe complicazioni.
Sbarrò gli occhi, tirando un angolo della bocca che esternava il suo divertimento alla mia dichiarazione, per poi scoppiare nella risata più fragorosa che abbia mai sentito.
«Stai ridendo di me, Zayan?» gli domandai mentre mi contagiava con la sua risata, e iniziai a sorridere vedendolo che si divertiva.
Sì, rideva di me, ma… dettagli.
«Primo: mi chiamo Zayn, non Zayan.»  alzò il dito indice di fronte a me. «Secondo…» alzò insieme all’indice anche il medio mentre continuava «No, non faccio quel genere di lavoro. Potrebbe sorprenderti invece che tipo di lavoro faccio, invece.»
«Stupiscimi, allora… Zayn!» accennai una nota di esasperazione mentre pronunciavo il suo nome, almeno spero che sia il suo VERO nome…
«Volentieri… Megan.» sorrise per poi portarsi ancora una volta la sigaretta alla bocca, aspirando avidamente, e faceva uscire tutto il fumo schioccava la sigaretta col pollice in modo che la cenere potesse cadere sull’asfalto. Era inebriante tutto ciò che faceva. Oscurava i miei pensieri. Tutti i miei pensieri. «Posso provare?» chiesi docilmente non staccando gli occhi dalla sigaretta nelle sue mani.
Mi guardò un attimo confuso, poi si portò la mano che teneva la sigaretta vicino alla basetta e si grattò un po’ con l’unghia del pollice.
«Hai mai fumato prima?»
Ho mai fumato prima? No. Non ne avevo neanche intenzione. Nessuno dei miei amici fumava, quindi non avevo mai avuto la voglia.
Scossi la testa per rispondere alla sua domanda abbassando il viso. Mi sentivo un po’ come una bambina a cui è stata negata la caramella a merenda, e il pensiero mi fa sorridere timidamente.
«Sei sicura?» mi chiese ancora Zayn.
Sinceramente? Non me ne fregava assolutamente niente di fumare, ne avevo solo voglia. Tutto qui. E, visto che quel ragazzo mi ha chiamato “bambina”, faccio la cocciuta per rimanere nel ruolo. Come vuole lui.
Annuii, e dopo un suo sospiro mi passò la sigaretta.
La presi e la tenni come stava facendo lui, e in quel momento mi accorsi che stavo arrossendo.
«C-come dovrei fare?» chiesi a testa bassa. Non ho mai fumato, e mai visto qualcuno fumare, a parte Zayn poco prima, ma troppo poco da poter immagazzinare tutte le mosse.
Sentii, più che vidi, che stava sorridendo. Probabilmente divertito, anche lui come un bambino, dalla mia inesperienza.
Si riprese la sigaretta dalle mie mani e mentre aspirava, osservai la sigaretta che sia accorciava al suo respiro.
«Così.» disse per poi lasciare il fumo fuoriuscire dalla sua bocca, in modo che il suo odore mi circondò.
Che vergogna… mi sento davvero una bambina in questo momento. Così bisognosa di insegnamenti…
«Devi aspirare, e quando senti che ti pizzica la gola butta fuori il fumo. Tutto qui.»
Sembra semplice… ce la posso fare.
Mi ripassò la sigaretta e io la riaccolsi tra le mie mani con esse che intanto tremavano.
Portai la sigaretta alla bocca e la prima sensazione che percepii fu umido sulle mie labbra. Sentivo la saliva di Zayn su di me. Oddio!
Non mi diedi tempo di rimanerci a rimuginare sul fatto che avrei potuto limonare Zayn indirettamente, tramite una sigaretta, che aspirai il tabacco della sigaretta.
Oddio. Sentivo il fumo andare giù per la bocca fino ad arrivare alla gola.
Feci come mi aveva detto Zayn, e appena sentii che qualcosa mi pizzicava la gola, cercai di espirare in modo disinvolto, come faceva lui, ma qualcosa andò storto, perché iniziai a tossire come se fossi appena tornata in superficie da una gara di apnea e avessi bevuto l’acqua.
Tossii senza contenermi. Che brutta sensazione. Tutta l’aria che avevo preso in polmoni la buttai fuori in piccoli sospiri di tosse.
Solo quando mi tranquillizzai e la tosse scomparì quasi del tutto potei sentire il vero effetto del fumo. Sentivo i muscoli rilassarsi impercettibilmente.
Ne volevo ancora.
Allungai di nuovo la sigaretta alla bocca, e anche la seconda volta non riuscii ad espirare il fumo con disinvoltura come Zayn, ma tossii ancora.
Cercai di prendere il terzo tiro, ma Zayn me la prese tra le mani.
«Basta così. Va a finire che me la finisci tutta.» sorrise.
Era un sorriso vero. Non stava ridendo di me, e questa consapevolezza in un certo senso mi fece sorridere di rimando… erano contagiosi sia la sua risata che il suo sorriso.
Forse potrei cambiare idea su di lui in futuro…
«Sei una ragazza davvero interessante, Megan.»
Non capii subito se era un complimento o chissà cosa, ma mi convinsi di sorridere, e le mie labbra si tesero in ringraziamento.
«Altrettanto, Zayn.»
«Potrei stupirti in qualunque momento.»
«Se solo sapessi da dove sono arrivata ti potrei sorprendere più di quanto potresti fare te, Zayn» sorrisi compiaciuta dalla mia risposta di sfida.
Lui corrugò la fronte interrogativo ma, no, non gli avrei detto della apparizione a Londra.
«Hai impegni questo fine settimana?» mi chiese evidentemente interessato alla mia risposta.
Mi scrutava con i suoi occhi dove avrei potuto affondarci dentro.
Ancora sto pensando se nel 2069 conoscevo qualche Zayn. Magari poteva essere il nonno di una qualche mia – odiosa – compagna scolastica… che brutta cosa…
«Zayn… sono qui da neppure 24 ore e ho incontrato un bisbetico gigolò che mi ha fatto fumare quando io non avevo mai fumato prima d’ora, ho incontrato una ragazza tutto pepe che mi ha fatto fare il giro di Londra, mi ha aiutato a trovare un lavoro, e mi ha ospitato a casa sua per tempo indeterminato. Ora spiegami come avrei potuto trovare tempo per prendermi impegni questo fine settimana!» Le mie parole potevano sembrare fredde, ma il sorriso che era comparso sul mio viso tradiva il mio divertimento mentre gli rispondevo a quella domanda con indubbia ovvietà.
Zayn vide il mio divertimento e sorrise anche lui. Saremo potuti diventare amici. Sarei potuta diventare amica di un vecchio anziano gigolò.
Che previsione allettante!
Mi sorrise e… oh, il suo sorriso…
«Vuoi provare una cosa?» mi chiese alzando la sua mano sinistra facendo capire che intendeva fare qualcosa con la sigaretta tra le sue dita. Lo guardai stranita, ma annuii dopo poco.
«Fumo passivo.» si mosse come se volesse darmi la spiegazione.
«Fumo passivo?» chiesi di rimando. Che diavolo significava?
Sorrise. Ero davvero così tanto buffa con la mia inesperienza che non faceva altro che ridere di me, lui?
«Già. Io aspiro dalla sigaretta e poi te lo espiro in bocca da te.»
Cosa? In-bocca-da-me. Mi mobilizzai a quelle parole. Ero ancora più confusa di prima. Fumo passivo… deve essere relativamente uguale, ma “in bocca da te” non mi faceva capire.
Mi avrebbe baciata? Oh, no. Assolutamente no!
«No, non ho intenzione di baciarti, Megan.» sorrise continuandomi a guardare negli occhi.
Aveva risposto alla mia domanda senza che glielo chiedessi a parole? Come diavolo ha fatto?
«Ah.» era l’unica cosa che mi uscì dalla bocca in quel momento.
Non riconoscevo neanche più la mia voce da quanto fosse diventata roca.
«Vuoi che ti baci?»
Allargai gli occhi, quasi avendo paura che uscissero dalle orbite da un momento all’atro.
Boccheggiai mentre gli rispondevo: «A-assolutamente no!» quasi urlai.
«Ehi… calmati, stavo scherzando.»
Oh. Un atro scherzo. Dio, che nervoso quando mi prendeva in giro così! Sinceramente, nella mia mente credevo
sul serio che volesse botte. A sangue, più che altro.
Sbuffai. Devo smetterla di comportarmi così, come ha detto lui prima, questo mondo è pieno di gente così, devo smetterla sul serio.
«E come intendi fare?»
Sorrise, capendo che finalmente gli davo l’opportunità di sperimentare la sua idea.
«Apri la bocca.»
Oddio! Perché deve essere tutto talmente imbarazzante.
Lui vide la mia espressione riluttante e continuò a parlarmi sempre fissandomi dritta negli occhi con i suoi magnetici. «Non ho intenzione di scoparti, Megan, voglio solo finire la sigaretta per poi andarmene a casa.»
Arrossii di colpo senza neanche rendermene conto. Non ha intenzione di scoparmi… e chi lo biasima? Chi è che vorrebbe scopare una come me?
«Okay.» presi un breve respiro e mentre lui si portava la sigaretta alla bocca sorridendo aprii di poco la bocca, come mi aveva detto di fare lui.
Quando staccò la sigaretta dalle labbra si piegò in avanti per arrivare alla mia altezza, poi soffiò il fumo fuori dalla sua bocca, in modo che arrivasse dritto sulla mia bocca.
Iniziai ad inspirare capendo il significato di “fumo passivo”.
Mi sbagliavo completamente. Non è come aspirare direttamente dalla sigaretta. Era più delicato il modo in cui scivolava giù dalla gola, rispetto a prima, tanto che riuscii a non tossire buttando fuori il fumo una volta che Zayn aveva terminato di passarmi quel fumo passivo.
Schioccai varie volte la lingua sul palato, come se volessi assaporare il retrogusto del fumo passivo…
«Buono…» sussurrai accennando ad un sorriso.
Era diverso, ma non per questo meno bello, anche se c’era un piccolo sapore, quasi impercettibile che le prima due volte non c’erano. Mi si rilassarono ancora una volta i muscoli. Ne avevo ancora voglia. Ogni volta che prendevo un tiro, la volta successiva ne avevo sempre più voglia.
E se quel sapore fosse stato di… Zayn?
«Vuoi provare te?» non so con quale coraggio riuscii a chiedergli una cosa del genere.
Io che fumavo e lui che aspirava il fumo passivo. Mi tremavano le gambe, mi sembrava di fare un assoluto disastro.
Sospirai. I bambini di solito sono così imprevedibili… e così sciocchi!
«Be’, perché no.» mi passò la sigaretta e io aspettai un paio di secondi prima di prenderla.
Avrebbe sentito il mio sapore come io avevo sentito il suo? Perché mi devo cacciare in certe situazioni?
Lui annuii chiaramente divertito. Adoravo il suo sorriso. Era così spontaneo e… contagioso.
Strinsi la mano destra a pugno, quasi facendomi male al palmo con le mie stesse unghie, mentre l’altra – che teneva la sigaretta – me la portai alla bocca, aspirai il fumo e, come le altre due volte che avevo aspirato direttamente dalla sigaretta, sentii quella sensazione di umido tra le labbra.
Se mia nonna mi vedrebbe in questo momento sarebbe del tutto contrariata. Fare questo con un vecchietto gigolò… che strana che sono.
Quando staccai il filtro dalla bocca mi alzai sulle punte per arrivare alla sua altezza e soffiai.
Era terribilmente imbarazzante, ma estremamente provocante.
Fece i miei stessi movimenti con la lingua, facendola schioccare sul palato, copiandomi, forse per prendermi per il culo.
«Buono…» sussurrò, esattamente nel mio stesso modo.
Okay: mi stava prendendo per il culo. Sorrisi. Era di una antipatia epica, ma sempre adorabile.
Sentii qualcosa suonare. Zayn estrasse il suo cellulare dalla tasca e guardò il display.
Se non sbaglio quello era un iPhone 4s, nel 2069 era davvero raro trovarne uno da quanto fosse vecchio.
Cavolo… mia nonna doveva essere davvero vecchia decrepita!
E pensare che era quel barboncino tutto vanitoso. Che nonna che mi ritrovo! «Pronto, Louis?» rispose al telefono distogliendo lo sguardo da me. «Cosa?... Trattienilo… Non mi va di andare allo studio… Chi se ne frega di Paul!... Dì che sono ammalato… Non mi interessa, abbiamo già scritto gran parte del testo, potreste fare anche da soli… okay, grazie Lou, ti devo un favore… Paul si arrangia!... COSA? No!... Neanche per sogno! Ti devo ricordare ciò che hanno fatto le tue sorelle l’ultima volta che sono stato con loro?... Cosa centra Megan?... No! Non dire niente a Paul… Okay, ci andrò… Ciao.» rimise il suo NUOVISSIMO iPhone nella tasca dei jeans e si girò verso di me. «Hai da fare oggi?»
Sì: dormire. Sono stanca, sono stata fuori tutto il giorno e domani devo anche iniziare a lavorare… che stress! Ed è solo il primo giorno… andiamo bene!
«No. Devo ricordarti il discorso di prima sul fatto che sono qui da nemmeno 24 ore?»
Alzò le spalle a mo’ di scuse. Sembrava un cucciolo. Il fatto che volessi affondare le mie mani nei suoi capelli però rimaneva… ahimè.
«Devo andare a casa di Louis a badare alle sue sorelle mentre lui è a lavoro.»
«Anche tu dovevi andare a lavoro?»
Sbuffò portandosi per l’ennesima volta le mani sui capelli. Oh, è un supplizio! «Sì, dovrei. Ma è sfiancante.»
«Più che andare a badare alle sorelline del tuo migliore amico?» gli sorrisi io.
«Touché, Megan» alzò le spalle. «Mi andava di fare un po’ lo sregolato.»
«Sregolato?»
«Che non segue le regole.»
Risi… seriamente aveva diciannove anni quel ragazzo? Poteva essere considerato più bambino di me… un bambino assolutamente affascinante.
«Ma non dovrebbe esserci Lottie a casa? Mi aveva detto che era sorella di Louis, e lei ha quindici anni… credo che sia abbastanza grande.» gli chiesi mentre lui si avviava verso la strada principale tirandosi sulla testa il cappuccio della felpa nera. Chissà poi perché…
«A quanto pare è uscita… non è una ragazza che le piace stare tra quattro mura…»
Questo l’avevo capito.
Zayn suonò varie volte il campanello di casa Tomlinson e, con sorpresa mia e del ragazzo al mio fianco, ci venne ad aprire proprio Lottie.
«Ah, Megan! Ti stavo aspettando. È proprio il momento giusto per andare al “London Eye”.» Le brillarono gli occhi mentre diceva emozionata i suoi piani. «Zayn… le gemelle sono in camera loro. Buona serata!» lo spinse detro la casa mentre lei usciva e spinse dietro di sé la porta di casa per poi prendermi sotto braccio e portarmi, per come l’avevo capito io, al “London Eye”. «Ma… Lottie, ormai è sera, il sole sta già tramontando!» cercai una scusa mentre lei mi trascinava per un braccio.
Che tipa, ragazzi! Altroché se è attiva. Sprizza energia da tutti i pori: è un vero e proprio vulcano.
«Oh, appunto per questo. Dobbiamo arrivare per il tramonto, quindi allunga il passo!»
Detto questo, mi tirò sempre di più fino a trovarci a correre per arrivare sulla ruota in tempo.
Appena arrivammo sotto la “London Eye” mi sentii piccola. Troppo piccola. Non sono mai stata alta di statura, e in un certo senso non mi dava fastidio in generale, ma certe volte mi sento davvero l’ottavo nano di Biancaneve separato dai suoi fratelli appena nato.
Entrammo in una cabina, e ammirai il paesaggio che si tingeva di arancione dal tramonto del sole.
Più tempo passavo sulla cabina, più le persone diventavano piccole.
Il sole era ormai al limite, e ancora pochi minuti e il sole avrebbe lasciato posto alla notte che incombeva dalla parte opposta dove il sole scendeva.
Era davvero meraviglioso.
«Sembra quasi… magico.» sussurrai, e le mie parole arrivarono fino a Lottie.
«Quando mi sento sola vengo qui al tramonto… mi sembra tutto molto calmo e rilassante. Mi fa dimenticare per un po’ tutto ciò che succede in giornata. Mi assopisce sempre e mi riesce calmare, tanto che la notte dormo davvero tranquilla.»
Le sorrisi. Ero davvero contenta di aver trovato una persona con cui parlare anche in questo tempo. Ero davvero contenta di aver trovato un’amica.
«Hai da fare questo fine settimana?»
La stessa domanda di Zayn… che cosa succede questo fine settimana?
«Veramente Zayn mi ha chiesto di rimanere libera per il fine settimana…» sussurrai come per scusarmi.
«Zayn?» alzò un sopracciglio. «Oh be’, allora va bene.» sorrise maliziosamente e io distolsi lo sguardo dal panorama e lo poggiai su di lei. «Non ti ha detto che cosa vuole fare, vero?»
Scossi la testa, e lei sorrise – se è possibile – ancora di più.
Che cosa mi stavano nascondendo?
Oddio… mi sento davvero una bambina a cui negano la marmellata a merenda!






Labirinth
Voglio assolutamente ringraziare tutte le persone che stanno seguendo la storia e tutte le cose che mi dite nelle recensioni sono davvero meravigliose!
Boh, vi amo.

Questo capitolo, sinceramente, non mi soddisfa molto, perché l'ho scritto un po' di fretta, lo ammetto, ma ho anche qualche tacca di febbre, quindi perdoantemi.
E' un capitolo di passaggio, come potrete capire, e prometto che il prossimo capitolo sarà molto meglio, anche perché salterò un po' di giorni e andrò direttamente a sabato. Secondo voi che cosa succederà sabatooooo? ouo

Comunque... non saprei proprio cosa dire di questo capitolo visto che è un capitolo di passaggio, ma voglio solamente mettere un po' di "suspance" per il prossimo capitolo :')

Aggiornerò prima, visto che non posso lasciarvi troppo tempo con un solo capitolo di passaggio çç

Il titolo mi piace molto: "La bambina con la marmellata". Non so... mi da un senso di innocenza e dolciosità (?).

Vorrei mettervi lo stamp della risposta ad una recensione di una ragazza che non capiva il motivo per cui Megan si sia sentita così male quando Zayn ha "giocato" con lei, ma visto che non si vede faccio copia e incolla:

La vita di meg è sempre stata in un futuro che mi immagino -e spero che lo diventerà, anche se è difficile- nella mia
mente come il 'posto ideale'.
Prova circa ad immaginare il posto perfetto dove non c'è tutta la 'malavita' che c'è qui.
Prova a immaginare -per quanto possa essere possibile- un luogo dove si sta bene con tutti.
Un esempio è nel capitolo 2 (Game? Job? I hate you, 2013!) quando Meg incrocia Lottie che veniva 'maltrattata' da
un uomo che non era del tutto sobrio, e le parole di Meg esprimevano tutto il suo disappunto nel vedere una tale
scena: tutte le persone intorno a lei vedevano esattamente ciò che l'uomo voleva fare alla ragazza, ma nessuno dei
presenti era intervenuto. Perché?
E' questo ciò che Meg si chiede.
Nel suo tempo è tutto più bello, ci sono persone simpatiche, gentili, altruisti... questo è ciò che ho cercato di far
capire... Meg non sa quanto sia orribile il mondo di quell'epoca in cui si è catapultata, quindi in un certo senso si
sente 'esposta' e troppo vulnerabile per affrontare tutto ciò che succede in quel tempo.
Il modo in cui pensa o reagisce è totalmente infantile perché lei è abituata al mondo dove ha vissuto tutta la sua vita,
e io sto cercando in tutti i modi di farlo sembrare un posto migliore, senza persone che si divertono nel calpestare
i sentimenti altrui.
Anche Zayn non capisce il motivo per cui se l'era presa così tanto, era solo un gioco per lui... infondo ha 19 anni
diamine! Dovrà anche lui divertirsi un po', no? Era proprio questo ciò che voleva fare lui: divertirsi.
Ma lui non è né uno stronzo, né un puttaniere e soprattutto non è una persona che si diverte a vedere la gente soffrire,
per questo si scusa, anche se non capisce il comportamento esagerato di Megan.


Questa storia è una specie di ottimismo-pessimismo sulla vita. Nel senso che potrei mettere in risalto il fatto "brutto" dei giorni d'oggi (pessimismo), ma spero un futuro tutto rosa e fiori (ottimismo). Non saprei spiegare bene questo... se avete capito, bene, altrimenti... be' , fate finta che abbiate capito lol.


Ora vi lascio.
Alla prossima.

PS: se cliccate sul titolo dello spazio autrice vi esce una canzone

-twitter: @niallersbreath.

   
 
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