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Autore: alice sartori    30/03/2013    0 recensioni
DALL'INTRODUZIONE: ''Mi chiamo Nicole e ho diciotto anni, ho gli occhi verde con delle screziature cioccolato e i capelli castani mossi abbastanza lunghi. Purtroppo non sono la tipica ragazza londinese: bella, alta, magra e sempre circondata da amici. No, non lo sono affatto. Sono una di quelle persone che preferiscono un libro con una tazza di tee all'andare in discoteca con tacchi a spillo e gonne vertiginose e sicuramente preferisco avere poche amiche ma buone. Sono sola per la maggior parte del tempo, dimenticata da un mondo troppo grande per una ragazza piccola come me, posso essere me stessa in queste quattro mura ma non sarò mai completa da sola, non sono così forte. '' è LA STORIA DI QUESTA RAGAZZA IL CUI DESTINO SI INTRECCERÀ'ì CON UN RAGAZZO DAGLI OCCHI VERDI CHE LE RUBERÀ'ì PIANO PIANO IL CUORE.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sentii la sveglia suonare molto presto. Mugugnai qualcosa sotto le calde coperte e mi girai dall'altra parte, facendo cadere a terra la sveglia, incurante del gesto che avevo appena compiuto. Ero stanca morta.

''Alzati Nic! Forza dobbiamo andare a scuola!'' disse So trascinandosi come uno zoombie giù dal letto, incamminandosi verso la cucina.

"Non mi farai fare ritardo proprio oggi che è il primo giorno,vero? Ti prego Nic, fallo per me" mi pregava la mia amica, la cui voce risuonava appena dalla cucina.

Bofonchiai qualcosa di rimando. La mattina non sono in grado di coordinare i pensieri o le parole, non prima di una bella dose di caffeina; fortunatamente questo Sophie lo sapeva bene visto che poco tempo dopo entrò con una bella tazza fumante di caffè. "Eccoti qui ciò che ti serve. Ma pre favore, muovi quel tuo bel sedere da quel morbido letto!". Subito, appena ebbi sentito il gustoso aroma nell'aria, mi svegliai, le tolsi il bicchiere dalle mani e ne trangugiai un sorso.

''Grazie So, sai sempre come farmi felice'' dicendo questo l'abbracciai stretta

''Ahah ti voglio bene anche io tesoro ma ora vestiti che dobbiamo andare a scuola!'' questa fu la sua risposta. Ironico come io non classificavo la scuola come 'elemento fondamentale' e come lei, d'altra parte, la ritenesse essenziale a tal punto da arrivare anche in orario. Ironico, inoltre, il fatto che non era neanche la sua scuola.

"Ci tieni davvero così tanto, So?" le chiesi.

"Beh, ovvio. Cioè, è il mio primo giorno in questa scuola e, sai, non vorrei crearmi una fama che non mi si addice. Ovvero, mi piacerebbe fare una bella impressione almeno oggi!" rispose lei mentre, agitatissima, cercava di sistemare tutto ciò che vedeva intorno a lei.

"Capisco, hai ragione" . Dopo aver finito il liquido nerastro all'interno del bicchiere optai per una breve doccia rigenerante, tanto tempo ne abbiamo, no?

Forse me la presi troppo comodamente visto che appena uscii dal bagno mi ritrovai una Sophie che tamburellava il piede a terra a ritmo sostenuto.

''Quanto cazzo ci hai messo? È il mio primo giorno di scuola, lo sai che non voglio arrivare in ritardo'' mi disse.

''Dai, So, sii gentile. Lo sai quanto amo stare nella doccia a lungo'' risposi.

''Sì lo so, per questo ti ho preparato la borsa e i vestiti per andare a scuola. Ora sbrigati, altrimenti vieni in pigiama! E giuro che ti ci mando veramente così'' alle ultime parole rise, scuotendo la testa leggermente un pò a destra e un pò a sinistra.

''Sì signora'' le dissi portando la mia mano sul capo, in un gesto meramente militare. Ridacchiammo un po' e mi incamminai nella mia camera. Naturalmente sul letto trovai i vestiti preparati dalla mia amica. Mi ritrovai a pensare ancora una volta di quanto gusto avesse in fatto di moda, potrebbe avere un futuro brillante. Ma lei questo nemmeno lo immaginava e, quando affrontavamo questo argomento, mi ripeteva sempre che esageravo nel valutarla.

C'era una camicetta azzurra, tipicamente in stile inglese, senza maniche e con colletto. Sotto di essa trovai un semplice paio di jeans chiari, casual ma sempre alla moda. Uno stile semplice ma, si sa, chi non ama la semplicità? Corsi in bagno e mi truccai: un velo di mascara, un po' di lucidalabbra, una linea di eyeliner e un tocco di ombretto che rese il tutto molto naturale. Di corsa presi le mie sneakers, per nulla al mondo avrei messo dei tacchi dopo ieri sera visto che avevo ancora le caviglie doloranti; presi la borsa, le chiavi di casa e il cellullare. (http://www.polyvore.com/cgi/set?id=77261789&.locale=it ). Finalmente ero pronta.

Scesi le scale e notai con piacere uno sguardo di apprezzamento da parte di Soph, almeno per una volta, pensai.

''Signorina Smith, noto con piacere che, anche oggi, è bellissima! Dove va vestita così bene?'' mi chiese divertita.

''Sono una mangia uomini, dove pensi che vada? A scuola, logico! Con tutti questi maschioni'' risposi ironicamente, entrambe consce del fatto che alla mia scuola 'maschioni' non ce n'erano. Neanche uno. Neanche l'ombra. Per di più erano tutti antipatici, ti trattavano come la merda e pretendevano di essere corteggiati fino alla morte. Provo pena per loro.

''Ahahahaha sono un'ottima esperta di moda'' disse con un po' di divertimento nella voce, facendomi un occhiolino. E continuò. ''Su un punto però hai ragione: dobbiamo andare a scuola. Forza e coraggio sorella!''

Sospirai affranta e uscimmo di casa, aspettando il nostro autobus alla fermata che ci avrebbe condotte nelle vicinanze dell'istituto. Salimmo, salutai brevemente dei miei compagni di classe e presentai loro Sophie. Si notava subito quanto fosse agitata, sapeva quanto io non sopportassi quelle persone e, dallo sguardo che mi riservò dopo, caì come neanche lei aveva particolare interesse a continuare la conoscienza. Così, con una scusa banale, ci sedemmo una di fronte all'altra in fondo al mezzo.

''Allora, pronta per oggi? Insomma è tutto nuovo per te, deve essere dura lasciare tutto per venire un anno con me, non che mi dispiacca, certo...'' le dissi.

''Sto benissimo, serviva anche a me una pausa dalla mia vita, dai miei genitori, da qualla piccola cittadina dove vivo, dai 'coglioni' che mi stavano attorno..e no, non sono pronta per oggi ma sono carica e so che staremo insieme, quindi andrà tutto bene'' rispose con un sorriso che arrivò agli occhi. Non potei fare altro che contraccambiare e rispondere.

''Grazie mille So, veramente. Non so cosa avrei fatto quest'anno senza di te. ma... cambiando discorso, ti sei vista? Tu dici a me che sono vestita bene e che farò una strage di cuori. Cara, dovresti guardarti allo specchio più spesso, sei uno schianto'' le rinfacciai facendole un occhiolino. Lei mi guardò con un'espressione seria ma a quel punto iniziammo a ridere di gusto, tanto che tutti si girarono a guardarci straniti. In quella conversazione però avevo menzionato un punto reale: era decisamente vestita bene. Rispecchiava tutta la bellezza interiore, era radiosamente splendida. Indossava una camicetta in pizzo bianco, rigorosamente abbinata alle scarpe col tacco, Dio solo sa come faceva a non avere le caviglie slogate. Molto fini entrambe. Come accessori portava degli orecchini di perle, sempre di gran gusto e un bracciale-gioello incastonato di simil-diamanti. Sulla spalla reggeva una borsa in pendant con tutto il vestiario. Notai con piacere che, questa volta, ero stata io a influenzare il suo stile: si era messa una linea sottile di eyeliner, mascara e un rossetto nude. (http://www.polyvore.com/cgi/set?id=77269358&.locale=it ).

"Ho notato con grande sorpresa che oggi hai optato per un trucco più naturale" le dissi con un grosso sorriso stampato in faccia.

"Oh, sì. Se punti su qualcosa di semplice non sbagli mai! E poi il minimal non passa mai di moda" rispose subito lei, facendomi una piccola linguaccia divertita. La guardai sorridendo, non potei fare altro.

Finalmente arrivammo davanti alla scuola. Con un sospiro, dopo esserci scambiate degli sguardi semisofferenti, entrammo agli inferi. La classe si trovava nello stesso luogo dell'anno precedente, non impiegammo molto a raggiungerla. Appena varcammo la soglia, la campanella suonò. Ci sedemmo nei due banchi in fondo alla classe, chiacchierando un po' con dei compagni mentre aspettavamo l'insegnante. Improvvisamente la porta si aprì e mostrò la figura della prof. Morgan. Entrò facendo fastidiosamente rumore con i suoi tacchetti da vecchia e squadrò la classe dai suoi occhiali a mezzaluna. Tra tutti i professori, la Morgan era quella che sopportavo meno; credo mi odi ma il sentimento era reciproco. Il fatto che insegnava arte era sia un pro che un contro. Il contro era che la sua materia fosse la più inutile e noiosa di tutte e il pro è che la dovessi sopportare solo due ore la settimana, grazie a Dio. Notò subito la nuova arrivata di fianco a me ma decise di iniziare il supplizio dopo l'appello.

''Allen'' ''presente''

''Anderson'' ''presente''

''Chapman'' ''presente''

...

Finalmente chiamò il mio cognome

''Smith'' ''presente'' risposi alzando pigramente il braccio e lanciandole uno sguardo di sfida.

''Spero che quast'anno tu sia maturata e non dovrò sopportare le tue risposte insolenti'' stavo scoppiando, stavo per alzarmi e dirle qualcosa quando So mi afferrò il braccio e mi fermò. Sospirai, alzando gli occhi al cielo e mi misi comoda sul banco, pronta a schiacciare un sonnellino.

Ma la prof non aveva ancora finito l'appello...

''Williams?''

Fissai So che, a causa del nervosismo, diventò una statua. Non so come, ma riuscì a pronunciare flebilmente un ''presente'' alla mummia.

Naturalmente la 'mummia' decise di dare inizio alle torture. Con un sorrisetto sprezzante disse:

''Oh, abbiamo una nuova compagna di classe. A quanto pare dalle amicizie -disse mandandomi una frecciatina- quest'anno sarà molto duro per me. Ora, visto che non credo tu abbia avuto l'occasione di parlare a tutti, la prego di venire qui vicino alla cattedra per presentarsi.'' e le diede un sorriso malefico, godendo del fatto che So fosse terrorizzata da lei e dal giudizio dei compagni. Avrei piacevolmente tirato un pugno alla faccia da carlino che si ritrovava.

Pregai gli dei che un fulmine la colpisse ma non accadde. Nonostante questo però una cosa buona accadde. Bussando entrò il preside: un tipetto basso e grassottello, cordiale con tutti, che avevo avuto il piacere di conoscere nelle mie avventure in presidenza. Teneva in mano delle carte di cui non mi interessava più di tanto. La cosa importante è che aveva salvato la mia amica da un interrogatorio da parte di Satana. Guardai So che si era tranquillizzata e le feci un piccolo sorriso, che venne subito ricambiato.

''Cosa vuole, Mr. Higgins?'' chiese la mummia.

Il preside si sistemò, si schiarì la gola e rispose:

''Ehm professoressa Morgan, vede.." - l'uomo sembrava abbastanza intimidito e in disagio a parlare - "abbiamo un problema con la gita di classe...''

La classe cadde nel silenzio più assoluto.


spazio autrici:
ci scusiamo immensamente per il ritardo di TRE mesi, abbiamo avuto molti problemi personeli e trovare del tempo per scrivere è stato molto difficile. comunque vi promettiamo che da ora in poi, una volta ogni due settimene (come minimo) aggiorrniamo.
quando entreranno in scena i ragazzi, o meglio dire harry? tra un po' di capitoli c:
ora spero che il capitolo vi sia piaciuto
ciaooo
e BUONA PASQUA

alice e sofia

  
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