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Autore: Danielle Petite    30/03/2013    2 recensioni
Cosa è successo a Sarah dopo la guerra magica? E' definitivamente finita con Draco? Cosa si prospetta per lei in futuro? Scopriamolo insieme attraverso il secondo ed ultimo volume di Blue Twister.
*Storia riscritta nel 2021*
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Luna/Neville
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Blue Twister '
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Capitolo 9 - Il viaggio di Neville

 

«Dai Sarah…bevi un pò di camomilla ti farà stare bene…» disse Luna. 

«No! Niente mi farà stare bene…sono arrabbiata!» esclamò.

Sarah si trovava a casa di Luna, dopo quello che era accaduto aveva avuto il bisogno di parlare con lei. 

«...quindi quella sera che uscimmo in gruppo Draco scoprì che ero ancora viva...Alan provò a parlarmi ma a causa delle circostanze non ci riuscì. Stamattina mi è arrivata una sua lettera, dopo due settimane!»

«Cosa ti ha dato più fastidio?» le chiese Luna dopo il racconto sorseggiando la camomilla. Non sembrava né sorpresa dalla faccenda e né dispiaciuta, era semplicemente indifferente.

«Che Draco non mi abbia mai cercata…si è fidato di alcune voci che avrebbero parlato della mia morte» dirlo ad alta voce faceva sembrare ancora più assurda la questione. Luna di nuovo non batté ciglio. Si insospettì da quel suo strano comportamento. Certo non era mai stata "normale" ma nemmeno così strana.

«Luna…ma tu stai bene?» non riuscì a trattenersi dal chiederglielo.

«Si, si…» tutto qui? «E con il tuo nuovo ragazzo come va?»

«Andres?» fece una pausa per pensarci «Mi piace stare con lui» rispose semplicemente.

Luna annuì.

Voleva parlare con Neville, che le avesse fatto qualcosa? E’ vero che non si sentivano più spesso come prima ma ora lei sembrava un’altra persona «Neville dov'è?» 

«Ah, non te l'ho ancora detto» disse girando il cucchiaino nella tazza a vuoto.

«Cosa non mi hai detto?» che le prendeva?

«Ci siamo lasciati qualche mese fa» lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

«Cosaaa?! E quando avevi in mente di dirmelo?» disse sorpresa sgranando gli occhi.

Lei sorrise e disse «Mi è sfuggito di mente» Sarah la fissò per un bel pò fino a quando lei parlò «Fra qualche mese parto per un lungo viaggio»

«Eh?» ma lei era davvero Luna?

Sorrise di nuovo. Per un attimo si dimenticò dei suoi problemi.

«Ma cosa ti è successo?»

«A me?»

«Si»

«Nulla! Sarah, smettila di fissarmi così attirerai l'attenzione degli angelidi ridenti!» 

«I che? No, lascia perdere…quindi ora non sai dov’è Neville?» Si rese conto di aver trascurato troppo i suoi vecchi amici.

«Non lo so» improvvisamente bussarono alla porta e Luna si illuminò.

«Ti presento il mio nuovo amico» andò saltellando ad aprire la porta ed entrò un ragazzo moro e alto.

«Ciao Lunetta!» 

«Ciao Rolf!» si abbracciarono e Sarah rimase sbalordita. Non aveva mai visto Luna in quello stato, sembrava ipnotizzata da lui.

Si presentò da sola «Ciao! Io sono Sarah Moreau, un'amica di Luna…» lui molto sorridente le prese la mano.

«Ciao! Io sono Rolf Scamandro, che piacere conoscerti! Luna mi ha parlato molto di te! E' vero che sei una metamorphomagus? E porti spesso i capelli blu? Ah e sai anche trasfigurare bene gli oggetti?»

Fu travolta da una miriade di domande che stranamente fu felice di rispondere.

Quel ragazzo tutto felice e sorridente la distrasse per un paio di ore buone, gli parlò di se stesso, della sua famiglia, del lavoro che voleva intraprendere insieme a Luna, e del viaggio che avevano in programma di fare.

«…e quindi io vengo da una famiglia naturalista, un pò come Luna!»

«…ma toglietemi una curiosità…» ormai aveva preso confidenza con lui «…ma voi due state insieme?» 

«Ahahahahha» rise Rolf «Non ancora» lui si voltò verso di lei che arrossì. Che scena buffa.

Per toglierla dall'imbarazzo decise di cambiare argomento «Quando avete intenzione di partire?»

«Pensiamo fra circa 3 mesi…dobbiamo finire di prepararci!» rispose Rolf

«Bene! Io finisco gli studi il mese prossimo e vorrei dare una festa! Ci sarete vero?»

«Si! Che bello!» esclamò Luna.

«Siamo stati invitati tutti e due!» presero a saltellare insieme. Sorrise a quel l'ennesima scena buffa, Luna aveva trovato la sua anima gemella a quanto sembrava.

«Bhè ragazzi…» guardò l'orologio da polso erano le sette di sera «…ora devo proprio andare….grazie mille per la chiacchierata!»

«Torni a Londra Sarah? Dove c'è anche lui?» le chiese Luna.

«Si, sono obbligata»

«Andrà tutto bene vedrai..»

«Lo spero proprio…»

 

*****

 

Dopo aver scoperto da Luna la sua rottura con Neville lo rintracciò e finalmente si incontrarono. L’affitto dell’appartamento lo pagavano alla Gringott direttamente sul suo conto per cui non ebbero mai bisogno di vedersi per quello. Inoltre scoprì che lui stava frequentando una grande scuola a Edimburgo specializzata nella scienza dell’ Erbologia.

«Che bello rivederti!» esclamò Sarah appena lo individuò tra la folla della stazione di Edimburgo.

«Sarah!» esclamò lui appena la vide e si abbracciarono stretti «Da quanto tempo!»

Neville aveva addosso un odore floreale e quando si staccò da lui quasi le dispiacque. 

«Andiamo, conosco un posto dove si mangia bene!» disse lui incamminandosi.

Neville era cresciuto parecchio dall’ultima volta che si erano visti, le sembrava fosse ancora più alto e lei ora indossava i tacchi.

«E’ qui vicino, facciamo due passi» disse lui indicandole la strada «Intanto se vuoi chiedermi qualcosa...»

Sarah doveva aspettarselo da lui. Aveva capito che non era andata lì soltanto per vederlo «Tu vuoi dirmi qualcosa?» fece lei e a quel punto lui si fermò e si girò verso di lei.

«Io e Luna ci siamo lasciati circa sei mesi fa» poi sorrise «Ma questo lo sapevi già»

A questo punto gli afferrò il braccio e lo guardò negli occhi «Non vedevo Luna da tanto tempo. La settimana scorsa, sono andata da lei ed è….è tutta un’altra persona! Che le è successo?»

Neville sospirò «Vieni, ti racconto tutto mentre pranziamo...» fecero altri due passi ed entrarono in un ristorantino niente male. Era babbano, c’erano i camerieri che portavano le pietanze ai tavoli e bottiglie di vino su tutti gli scaffali. Poi Neville la portò in una zona che sembrava tipo un deposito/dispensa e per magia, una volta attraversate delle tendine fatte di perline si trovarono in un altro posto. Come estetica il ristorante era identico all’altro ma qui la magia traboccava da ogni parte. Il vino si versava da solo, bibite strane levitavano dal bancone ai tavoli, strane creature erano sedute ad alcuni tavoli «Benvenuti da Pitt! Un tavolo per due?» chiese un Centauro. Indossava una sorta di gilet a righe ed un cappello da marinaio che si intonava particolarmente ai suoi capelli rossi e lunghi che gli incorniciavano il viso. Sul dorso da cavallo aveva uno strano armadietto in cui vedevano i menu, le tovaglie, i bicchieri e altre cose per apparecchiare.

Sarah non aveva mai visto un centauro in un posto del genere e con quelle cose addosso.

Li portò al loro tavolo e dal suo armadio portatile estrasse tutto l’occorrente per apparecchiare.

«Grazie» rispose Sarah quando richiuse il suo armadio.

«Non c’è di che! Chiamatemi quando volete ordinare, io mi chiamo Augustus!»

Quando si fu abbastanza allontanato Sarah disse «Da noi i centauri sono così...mistici...che strano...»

Neville rise «Hai ragione, ho avuto la tua stessa reazione quando sono venuto qui per la prima volta»

«Allora cosa vogliamo ordinare?» chiese lei aprendo il menu.

«Io ti consiglio la zuppa di mare..»

Ordinarono e dopo circa 10 minuti Augustus arrivò trottando con le loro pietanze «Buon appetito signori!» se non fosse stato per magia le due zuppe sarebbero addosso a tutti i clienti.

«Grazie!» dissero in coro.

Cominciarono a mangiare e finalmente Neville cominciò il racconto «Dunque...circa un anno fa io e Luna incontrammo il nipote di Newt Scamander, ti ricordi chi è?»

Sarah ci pensò su un’attimo «Quello che ha scritto il libro “Animali Fantastici e dove trovarli”?»

«Esattamente!» buttò giù un boccone «Si chiama Rolf»

«Si...l’ho conosciuto. Non avevo capito fosse una persona famosa»

Neville rise «Famoso...insomma...comunque sia, iniziammo a frequentarci e lei ha cominciato a cambiare da allora»

Sarah si accigliò «Lui l’ha cambiata?»

Neville non sembrava turbato, continuava ad avere un'espressione quasi sorridente «Si, le parlava sempre delle sue idee sulla natura, e sembrava quasi che la assecondasse su quelle creature magiche che inventava lei...»

«Si è innamorata di lui?» disse lei facendo due più due.

«Questo non posso saperlo. Probabilmente si» si pulì la bocca con il tovagliolo e poi versò il vino prima a lei e poi per se stesso.

«Grazie. E tu come stai adesso?»

«Oh, io sto bene!» bevve un pò del vino e poi aggiunse «Da quando ho cominciato il percorso di studi qui sono felice. Sai, forse tra qualche anno mi candiderò a professore di Erbologia ad Hogwarts»

«Davvero? Wow!» disse veramente sorpresa «Te lo auguro con tutto il cuore! Ti ci vedo sai? Come professore»

Neville rise «Speriamo.»

«Sono felice che non hai sofferto troppo per Luna»

«Alla fine, a parte il suo cambiamento...anche io sono cambiato. Forse voglio dare la colpa a Rolf….ma probabilmente ci saremmo lasciati lo stesso...»

Sarah annuì capendo quello che stava dicendo «La guerra magica ai tempi ci ha unito molto...forse con il passare del tempo ognuno si sta distaccando dagli altri per seguire la propria strada»

«La penso anch'io così. Tu che mi racconti invece? Nella lettera hai parlato di problemi al lavoro, che è successo?» chiese lui riprendendo a mangiare.

«Eh. Da dove comincio?» posò il calice e riprese anche lei la forchetta «Draco Malfoy sta studiando per diventare medimago»

«Coosa?!» esclamò Neville quasi sputando «Malfoy è al San Mungo?»

«Già...ma aspetta. Ora arriva il bello. Non ci crederai mai» aspettò un secondo e lo disse «Per tutti questi anni ha creduto che fossi morta!»

A Neville cadde da mano la forchetta che cadde sul bordo del piatto facendo rumore «Oh mio dio»

Neville divenne pallido tutt un tratto «Ehi stai bene? Ti è andato storto qualcosa?»

Si portò le mani alla bocca «Forse….è colpa mia!»

«Cosa?» fece lei stupita.

«E’ successa una cosa durante la guerra, non ci avevo mai dato peso però ora che mi hai detto ciò...» fece una pausa e la guardò sconvolta «Nel momento in cui Lord Voldemort chiamò la pausa per raccogliere i cadaveri, ti ricordi no? Tu eri ferita...»

«Si, ricordo. Mi lasciaste da sola per uscire fuori»

«Esatto, proprio in quel momento...io stavo parlando con Alan della morte di Lavanda...all’improvviso poi alle nostre spalle vedemmo Malfoy...era come sconvolto...è stato strano ma non ci abbiamo dato peso...poi lui si è unito ai mangiamorte...»

«Si e quindi?» fece lei per farlo arrivare al punto.

«Se mi avesse sentito e pensato che parlassi di te? OH MIO DIO!» si alzò di botto «In quel momento Luna aveva in mano i tuoi capelli…»

«I miei capelli?» ma che avevano tutti?

Neville si sedette di nuovo «E’ tutta colpa nostra se ha pensato che fossi morta. Deve essere andata così!»

«Questa storia è ancora più assurda di quella che mi ha raccontato Draco» ammise lei.

«Sarah ti giuro! Se avessi capito che lui ci aveva sentito avrei chiarito immediatamente!»

«Neville...anche se fosse andata così non ha importanza la cosa. Doveva comunque assicurarsene di persona.»

«No, devo parlargli!» si alzò di nuovo «Sai dove abita?»

«Sei serio? Vuoi davvero andargli a parlare?»

«Sì!» disse lui serio e convinto.

«Ti accompagnerò da lui. Ma io non voglio vederlo» disse lei chiarendo.

«D’accordo, andrò da solo a parlarci».

Terminarono il pranzo e pagarono il conto. Utilizzarono una metropolvere che conosceva Neville per viaggiare e arrivarono in un batter d’occhio nei pressi del San Mungo.

«Quello è il palazzo, mi pare che abita all’ultimo piano. Non so altro scusami.» disse lei indicando il cancello di ingresso.

«Grazie mille. Allora provo a entrare, tu torni a casa?»

«Già...ormai si è fatto tardi, ho il turno di notte»

«D’accordo. Allora buon lavoro» si abbracciarono e si salutarono

 

*****

 

Draco era seduto alla scrivania vicino alla finestra a studiare quando bussarono alla porta «Draco vai tu? Io sono occupato con i bagagli!» disse Andres dalla porta accanto alla sua.

Non gli aveva detto di andarsene ma per fortuna lui lo fece lo stesso. Stava facendo i bagagli per traslocare in un altro appartamento a breve.

Draco si alzò in silenzio e andò ad aprire la porta. 

«Ciao, scusa il disturbo» Con sua enorme sorpresa si ritrovò davanti Neville Paciock.

«Paciock? Sei tu vero?» gli chiese stupito.

«Già...vorrei parlarti qualche minuto se non sei troppo occupato»

Cosa poteva mai volere da lui? Ancora stupito lo fece accomodare.

«Parlarmi di cosa?» chiese lui chiudendo la porta.

«Di Sarah» rispose lui ma Draco lo zittì subito.

«Vieni, parliamo nella mia stanza» si fece seguire fino in camera sua e una volta chiusa la porta eseguì degli incantesimi per non farsi sentire da Andres.

«Scusa, c’è il mio coinquilino che è un pò suscettibile a certi argomenti»

«No, scusami tu per essere venuto qui così all’improvviso. Forse era meglio se ti mandavo un gufo prima»

«Non è un problema, accomodati» disse indicando una poltrona. La camera sua era identica a quella di Andres, un letto a baldacchino, una finestra, armadio, una poltroncina e la scrivania.

«Oh...Grazie» fece lui imbarazzato.

«Che ti prende?» chiese.

«Scusami…mi sono tornate in mente delle cose del passato. Comunque non sono qui per parlare di me» fece un sospiro e continuò «Ho parlato con Sarah questa mattina. Mi ha raccontato che tu l’hai creduta morta per tutti questi anni. Credo sia colpa mia vero? Mi sentisti parlare con Alan riguardo il lupo mannaro?»

Draco ebbe un sussulto al cuore ricordandosi di quel momento.

«Paciock perché sei venuto qui?» chiese lui turbato.

Di nuovo lui sospirò «Se è così ti vorrei chiedere scusa. Lì per lì ti vidi sconvolto ma non capii»

A Draco tornarono le lacrime agli occhi a ripensarci ma le cacciò dentro per non mostrarsi debole ai suoi occhi.

Si alzò e gli diede la schiena fingendo di guardare fuori la finestra «Si, io ascoltai la vostra conversazione ed ho dato per scontato che steste parlando di lei. E’ colpa mia. Sarah ha ragione sono un’idiota.»

«Mi dispiace...» disse lui.

Paciock ai suoi occhi era sempre stato una nullità fino a quando divenne il capo dei Ribelli ad Hogwarts. Gliene aveva dette di tutti i colori prima di quel momento, lo ricordava bene.

Ora era a scusarsi con lui per una cosa per cui non aveva colpa.

«Ormai è passato» si voltò di nuovo verso di lui «E’ stata solo colpa mia, ma apprezzo che tu sia qua oggi»

Paciock si accigliò «Ma tu sei Malfoy? Non ti ho mai sentito rivolgere a nessuno parole così cordiali»

Gli scappò un mezzo sorriso «Se vuoi posso cruciarti all’istante»

Rise anche lui «No grazie, sono già messo male» stese la gamba e se la massaggiò «Piuttosto, posso approfittare di te visto che sei un medimago adesso? Non ho avuto modo di mostrarlo a Sarah»

Draco si avvicinò «Che hai?»

«Non ne ho idea. Mi sono imbattuto in qualcosa mentre ero nella foresta in Scozia. Stavo facendo delle ricerche con i miei compagni di corso e tutt’un tratto ho sentito un dolore che è partito circa qui» si alzò la gamba del pantalone e gli mostrò le ferite.

Da sotto il ginocchio in poi la gamba era completamente rossa a macchie «Da quanto è così?» gli chiese avvicinandosi ed estraendo la bacchetta.

«Circa una settimana. All’inizio era solo una macchiolina...» Draco prese a fare alcuni incantesimi e videro entrambi la macchia ritirarsi fino a diventare solo un puntino per poi sparire.

«Accidenti!» esclamò Paciock sorpreso «Come hai fatto? Il  medimago del mio istituto non ha potuto nulla….»

«Se avessi aspettato ancora un po avresti perso la gamba.» disse rialzandosi «Sei fortunato ad essere qui adesso»

Paciock rimase con la bocca aperta «Non so come ringraziarti»

«Non sono ancora un medimago comunque. Sono solo un tirocinante» specificò lui «Ma quando lo diventerò sarò il migliore, ricordatelo»

«E chi se lo sarebbe mai aspettato che il bastardo Malfoy diventasse così» disse lui ridendo «E’ stata Sarah vero?» disse lui sorprendendolo.

«Sarah?»

«Credo che il tuo cambiamento sia cominciato quando hai conosciuto Sarah»

Lo mise in imbarazzo perché non aveva completamente torto «Non credere di conoscermi...non sai niente di me»

Lui alzò le mani «Era solo una constatazione amichevole, nulla di più» poi si alzò «Ora tolgo il disturbo, quello che volevo dirti te l’ho detto...»

Forse era stato troppo duro con le sue parole «Dimmi...come sta?» chiese.

«Che domanda strana...scusa se te lo chiedo ma...non lavorate insieme?» gli chiese lui.

Era chiaro che Sarah non gli aveva raccontato più di tanto «Siamo in reparti diversi, non ci vediamo mai» disse senza dare troppe spiegazioni. Non era il caso di dirgli che si era fatto spostare di proposito e che non sopportava la vista di quei due insieme.

«Ah ecco.» rispose lui annuendo «Io purtroppo non la vedo spesso per cui posso solo dirti che a occhio mi è sembrata che stesse benone» poi abbassò un po la voce «A parte il fatto che non ha voluto vederti»

«Ti ha accompagnata lei qui immagino» per istinto si girò di nuovo verso la finestra per cercarla.

«Sì» rispose affiancandosi a lui per guardare fuori «Farai qualcosa per riprendertela?»

Draco si voltò verso di lui con un ghigno «Per cominciare potrei far fuori il tizio che è nella stanza a fianco...credi che Sarah mi perdonerebbe?»

Paciock si accigliò «Cosa? Stai dicendo che il suo ragazzo ora è...» poi indicò con il dito la parete che aveva in comune con la stanza di Andres.

Gli rispose con un'espressione come per dire “eh già!”

«Accidenti non ti invidio affatto!»

«Per fortuna sta traslocando. Penso che un’altra settimana e l’avrei ammazzato davvero»

Appena finì la frase sentirono bussare alla porta «Eccolo.»

Andò alla porta e l’aprì «Questa è tua, non so perché era tra le mie cose» disse Andres porgendogli una sciarpa «Ah scusa, non sapevo avessi compagnia» aggiunse notando Paciock.

«Lui è Neville Paciock, un amico di Sarah» disse presentandoli «Paciock invece lui è Andres Lopez, il ragazzo di Sarah»

«Piacere» dissero in coro stringendosi la mano «E’ anche amico tuo se è qui no?» aggiunse Andres.

Fu Paciock a rispondere «Oh no, tra di noi c’è sempre stato un rapporto particolare, ci odiamo a prescindere ma quando c’è di mezzo Sarah siamo dalla stessa parte.»

Draco fu colpito dalle sue parole. Aveva apertamente dichiarato ad Andres che lui era dalla sua parte ma forse lui non capì la frecciatina perché rispose «Sì, Draco è una persona difficile con cui avere a che fare»

Lui difficile? Avevano convissuto per tre anni e mezzo ed erano stati più che amici, quasi fratelli.

Decise di non rispondere, non aveva voglia di litigare.

«Si è fatto tardi, meglio che vada altrimenti perdo il treno» disse Paciock forse intuendo la tensione che si era creata tra i due.

«Il nostro camino è collegato alla metropolvere, se vuoi puoi usare quello» disse Draco facendogli strada e scansando bruscamente Andres «Ops, scusa» disse senza enfasi.

«O-ok...grazie…ciao Andres, spero di rivederci un giorno..» disse in fretta Paciock senza dargli il tempo di replicare. Poi li vide stringersi la mano e lo seguì in salotto.

«Sei tremendo» gli sussurrò ridendo.

«Come vedi non sono del tutto cambiato» afferrò un vaso finemente decorato che era su una mensola sopra il camino e glielo porse.

Paciock infilò la mano all’interno e prese una manciata di polvere «Buona fortuna Malfoy» disse prima di entrare nel camino.

«Stammi bene» rispose con un cenno del capo. La metropolvere si attivò e Paciock sparì in un fuoco verde.

Quando tornò in camera sua notò che Andres si era chiuso nella sua.

 

 

*****

 

Poco più tardi Andres si trasferì in un altro appartamento sempre nei dintorni del San Mungo. Lucy non smise di vederlo nonostante seppe quello che era accaduto ma chiese il permesso a Sarah

«…se ti da fastidio dimmelo tranquillamente, ti capirò..»

«Lucy, va tutto bene.» poi sorridendo aggiunse «I miei ex sono finiti per fortuna, li avete presi entambi» 

«Hai proprio dei bei gusti sai?» disse Sam ridendo della sua battuta.

«Effettivamente...» disse Lucy sorridendo a sua volta.

Come lui l’aveva lasciata libera lei fece altrettanto.

 
  
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