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Autore: Fucking_Princess    18/10/2007    4 recensioni
Sana è partita per due anni, per girare un film...ma quando ritorna trova Akito cambiato...o forse è stata lei a cambiare?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Un grazie particolare a coloro che hanno recensito, cioè:
Jessy grazie, sono contenta che ti sia piaciuta…beh, per vedere l’incontro tra Sana&Akito dovrai aspettare il prossimo capitolo, ma intanto leggi questo, che ti chiarirà maggiormente le idee! ^^
Ryanforever, il continuo eccolo qui…e grazie!
Princess of Darkness, grazie anche a te! Anche la tua FF è stupenda…! ^^ Spero ti piaccia anche quest’altro capitolo!
w.t.h.thill. grazie per i complimenti! In effetti non è la mia prima fic, nel senso che ho scritto altre storie, ma non le ho mai pubblicate…e poi su Sana e Akito è davvero la prima! ^^
Flydreamer, eccoti accontentata…il secondo capitolo è qui! E grazie…

Spero di non deludervi! ^^

AlOnE

“Mammiiiina! Mammiiiina! Sono a casa!” Urlò Sana, con la sua inconfondibile allegria.
La signora Patricia la accolse all’ingresso. “Sana! Che piacere!”
“Signora Patricia! Che bello rivederla! Mi è mancata tantissimo lo sa?”
“Anche tu Sana! Davvero!” Rispose l’anziana governante, con gli occhi lucidi.
Una macchinina si fermò a qualche metro da loro. “Bentornata figliola!”
La signora Kurata sorrideva dal suo angolo, con il piccolo scoiattolo Maro che faceva girare la ruota posta sulla bizzarra capigliatura della madre di Sana.
“MAMMINA!” Sana le corse incontro, commossa e l’abbracciò. “Mi sei mancata un sacco! Non pensavo di riuscire a stare così tanto tempo senza di te”
“Su, dai. Ci siamo sentite alla fine…e poi guardati, sei quasi maggiorenne e fai ancora così?!” Chiese ridacchiando. “A proposito, auguri per oggi figlia mia!”
“Grazie mamma!” Esclamò Sana. “Vorrei dare una festa a casa stasera, posso? Dai, dimmi di si!”
“Ma certo! Dopo due anni che non vedi i tuoi amici è ovvio…e perché non approfittare del tuo compleanno?”
“Siiii! Che belloooo!” Urlò Sana saltellando per tutta la casa.
“Dai, monta sulla macchinina! Ti accompagno in camera tua!”
E madre e figlia si allontanarono, facendo un gran baccano (come sempre! XD), mentre Rei cercava di non essere travolto e nello stesso tempo di non far cadere le due valigie che aveva in mano (povero Rei xD).

Akito entrò in casa sbattendo la porta.
Che giornataccia…era cominciata già male con la lite con il prof….che bisogno c’era di finire pure dal preside? Cos’era andato bene finora?
Assolutamente nulla…
Lanciò lo zaino per terra e si lasciò cadere sul letto.  Oggi pomeriggio aveva lezione di Karate.
Bene, gli sarebbe servito…si sarebbe sfogato…avrebbe cercato di sistemare il caos che aveva dentro…
Ripensò a quell’ultimo periodo. Quell’ultimo periodo così deprimente.
Suo padre si era ammalato gravemente ed adesso era all’ospedale…sua sorella che si era lasciata completamente andare. Da quando frequentava la sua nuova compagna di classe, Hachiko, non tornava quasi mai a casa. E quelle rare volte che c’era, era in bagno a vomitare o in camera sua a bere.
È vero, non era più una bambina sua sorella, anzi, era la maggiore, ma ciò non le permetteva di uscire ed ubriacarsi.
“Alla fine è la sua vita…può fare quello che vuole…non me ne frega niente!” Pensava Akito tra sé e sé, in quei momenti. Ma subito un altro pensiero si faceva strada nella sua mente.
“Ma vorrei qualcuno che si occupasse di me.”
Fino a qualche anno fa, quel qualcuno era stato Sana, ma adesso non c’era più.
Ed anche se la voglia di rivederla era davvero tanta, non poteva fare a meno di pensare a lei come una traditrice.
L’aveva abbandonato. L’aveva lasciato solo, completamente solo. Solo, quando lui aveva più bisogno di lei. Solo, quando lei era l’unica persona di cui lui sentiva di potersi fidare.
Solo, come molti, molti anni prima.
Mentre Akito si lasciava trasportare da questi cupi pensieri, il telefono squillò.
Una, due, tre volte.
Alla fine Akito decise di alzarsi e rispondere, solo per il gusto di farlo tacere e di risprofondare in quel suo buio abisso.
“Pronto?”
“Ehy Akito…sono io…”
“Sana…”

  
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