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Autore: Bluette    31/03/2013    1 recensioni
[dal quarto capitolo]
Vorrei poter comprare un vestito che nasconda tutto, che non mi faccia sembrare ridicola. La cosa più idiota che potessi fare era guardarne uno troppo a lungo, le altre mi hanno accerchiata, insistendo che dovevo provarlo.
Stranamente c’era una taglia che sembrava quasi la mia, mi trascinarono nel camerino, non avevo scelta. Mi spogliai e pregai che mi entrasse.
Mi era entrato, ma sembravo una mortadella. Mi sentivo sconfitta, quando aprii la porta del camerino e le ragazze mi riempirono di complimenti e me lo fecero comprare.
A casa ripresi il vestito che avevo comprato, lo indossai di nuovo davanti allo specchio. Sembravo ancora di più una mortadella, sconsolata mi sono seduta sul letto e il vestito si strappa. Mi sono abbandonata ad un pianto che ho cercato di trattenere tutto il giorno. Perché non posso essere come loro? Non dire fai la dieta perché ne ho già fatte troppe e con scarsi risultati.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quinto giorno

Caro diario,

per un adolescente la popolarità è quasi necessario come l’ossigeno. Mi rendo conto che non sono da meno della altre in quest’aspetto.

Sentirsi accettati nella nostra società, è quasi come se fosse la sola e unica priorità, sto parlando come mia nonna vero? Lo so, ma ha dannatamente ragione.

Vorrei poter entrare in un negozio e trovare un manichino che non sia esile come un fuscello, oppure tante ragazze in carne fare spot in televisione, video musicale e dimostrare che un po’ di carne in più sulle ossa non fa male.

Ma mi trovo a vivere in questa vita. Non ho scelta. Devo accettare la cosa, accettarmi per quella che sono. Forse dovrei anche cominciare ad amarmi di più.

Facile a dirsi. Tra un po’ non riuscirò neanche più a specchiarmi nello specchio. L’idea di specchiarmi è qualcosa che mi spaventa ancora. Temo quel momento ogni giorno.

Vorrei poter dire è un mostro quella che mi guarda, il riflesso è il frutto di un brutto sogno, ora mi sveglio e quella cosa sparirà.

Tante volte mi sono data un pizzicotto, ho chiuso gli occhi e mi sono ripetuta che non era reale, che non ero davvero io. Se solo una volta avesse funzionato.

Sabato sera ed io sono qui, davanti al computer a scrivere quello che penso. Già. Che altro potrei fare? Ho solo voglia i piangere...

Se lo farò a lungo, magari riuscirò a diventare bella. Ok, ho detto la cagata. Ma devo pure cercare un appiglio su cui sdrammatizzare.

Mi sento così dannatamente sola...

  
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