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Autore: Grey Sandcastle    31/03/2013    0 recensioni
Ho un modo tutto mio per affrontare la vita, o meglio, per non affrontarla. Non sono una di quelli che vanno incontro alla loro sorte a braccia aperte, piuttosto mi siedo su una poltrona ad aspettare che il destino mi venga addosso come uno tsunami, sommergendomi di voglia di vivere, voglia di divertirmi e voglia di scoprire cose nuove. E in realtà sto ancora aspettando anche quello.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Waiting
capitolo 3 - The Brave

Chi sarebbe questo qua? mi domando, squadrandolo dalla testa ai piedi. E' un bel ragazzo, alto, con i capelli corvini e gli occhi scuri. Ha uno sguardo fiero e profondo, che però si addolcisce quando vede i due bambini corrergli incontro. La somiglianza con Chloe è minima.
Solleva David (o Matthew?) e lo lancia in aria, e il bimbo esplode in una risata cristallina. Il fratello, intanto, strattona il bordo dei pantaloni del ragazzo per non essere ignorato, quindi viene sollevato anche lui.
"I miei ometti!", li saluta, "Siete cresciuti tanto da stamattina!"
Li poggia a terra e si dirige verso il tavolo, salutando Chloe e Cassidy. Si comporta come se non ci fossi, penso. Abbasso il volto e mi ostino a fissare il piatto, apparentemente interessata ai ghirigori verdi sui bordi.
"Questa dev'essere la ragazza di cui mi hai parlato, Chloe" osserva il ragazzo, sedendosi vicino a me. Improvvisamente mi sento fissata. Alzo lo sguardo e scopro che mi stava guardando con interesse, perciò tento di imitarlo.
"Allora, cosa sono questi sguardi d'odio, ragazza?" mi domanda scherzosamente, "ah, lascia perdere! Non ci siamo nemmeno presentati: sono Ted".
"Theodore" sento Cassidy bisbigliare. Soffoco un sorriso e dico semplicemente "Meg", porgendogli la mano. Lui me la stringe e poi, con nonchalance, mi tira verso di lui, facendo sbattere le nostre spalle destre una contro l'altra e battendo la mano sinistra sulla schiena. Ci allontaniamo e lui mi rivolge un sorriso smagliante, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Questi californiani sono tutti strani.
"Posso chiamarti Ribelle?" mi chiede.
"Per quale oscura ragione devi chiamarmi Ribelle?"
"Assomigli alla protagonista del film Ribelle, quello della Disney!" risponde, con una faccia sconvolta. "Non conosci il film? Avanti, l'hanno visto tutti! Quella ragazza là, scozzese, con i capelli rossi, lunghi e ricci, lentiggini e tutto... Sembrate gemelle!"
"Vuoi dire Merida."
"Ma che Merida e Merida, si chiama Ribelle!"
"Zitto, cretino," interviene Cassidy, mentre i fratelli rognano perchè ha detto una parolaccia, "il film si chiama Ribelle, la protagonista è Merida."
"Ah", risponde lui avvilito. "Non ho fame" aggiunge poi, lasciando la tavola e andando in camera sua.
"Gli sarà arrivato il ciclo" commenta la bambina.
"Cassidy..." la riprende la madre, mentre pulisce paziente la faccia di uno scalmanato Matthew, che pare aver usato la purè come maschera anti rughe.

Dopo cena salgo velocemente le scale per andare in camera, ma vengo bloccata dalla musica che proviene dalla scanza di fronte alla mia. Irideshent, Linkin Park. La canzone che in assoluto preferisco. Busso, e, prima che chiunque mi dica di entrare, metto la testa dentro la stanza, vedendo Ted intento a cantare dandomi le spalle. Rimango in silenzio, e solo a fine canzone oso applaudire un minimo, spaventando a morte il ragazzo.
"Che cazzo ci fai qui?" mi urla.
"Amo i Linkin Park"
"Questo non ti autorizza a entrare nella mia camera senza bussare, scema."
"Ho bussato, sei tu che non mi hai risposto, coglione."
"Okay, bandiera bianca!" esclama, ridendo, "Allora, che cosa vuoi, Merida?"
"Mi andava di parlare" rispondo con semplicità.
"Fa' come se fossi a casa tua!" Esclama, per poi buttarsi di schiena sul letto.
Mi siedo per terra di fronte a lui, con le gambe incrociate e i gomiti appoggiati a terra.
"Come cazzo fai a stare in quella posizione scomodissima?" mi chiede sbarlordito
Alzo le spalle, poi allungo le braccia e mi lascio scivolare con il busto fino a quando tocco il pavimento con il naso.
"Smettila!" esclama Ted, "Sembri una cazzo di molla slinky, di quelle che butti giù dalle scale!"
"Da piccola facevo danza" bofonchio.
"Non l'avrei mai detto" risponde lui sarcastico. "Che ne dici di sederti vicino a me, così la smetti di contorcerti?"
Mentre mi siedo vicino a lui, vengo fulminata da un pensiero improvviso.
"Non è che ci stai provando?" gli chiedo.
"Provando? IO?" dice lui, scoppiando in una risata improvvisa. "Ah, ragazza mia," sospira, asciugandosi le lacrime, "ormai l'hanno capito anche Matthew e David!"
"Capito cosa, scusa?" gli chiedo incuriosita.
"Sono gay!"
  
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