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Autore: jawaadskebab    31/03/2013    35 recensioni
Harry mi tirò un pugno sulla spalla, e continuò a parlare: «Signora…»
«Signorina.»
«Porca puttana! Signorina Maga Gare, io e Viola, la ragazza di fianco a me, che poi sarebbe un ragazzo, ma sono dettagli, questa mattina ci siamo svegliati e ci siamo trovati l’uno nel corpo dell’altro. C’è stato uno…scambio di corpo.»
Aggrottò la fronte: «Uno scambio di corpo?»
«Esattamente.»
-
«Harry ho mal di pancia dio santo, non riesco a cagare!»
«Viola, adesso la merda è il problema minore.»
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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( 2 )


THE RULES.



 




 
 
«Viola, staccati!»
«Giammai!»
Ero attaccata allo stipite della porta, con mio padre che mi tirava per i piedi: «Ti prego, sono in ritardo!»
«Non me ne fotte se sei in ritardo, io da qui non mi muovo!»
Qualunque passante, in quel momento, avrebbe potuto scambiare la nostra casa per un manicomio.
«Viola sono tuo padre, mi devi obbedire!»
«Chiedimi di buttarmi giù dal balcone, chiedimi di spararmi in culo, chiedimi di giocare a tennis con le mie ovaie, ma non chiedermi di stare con Harry.»
«Andiamo, è solo per tre settimane!»
«Non riesco a starci neanche un minuto, figuriamoci tre settimane, nella stessa casa!»
Sbuffò e mollò la presa sui miei piedi, così che potessi alzarmi e guardarlo negli occhi.
Unì le mani: «Viola, ti prego.»
«No papà, no. No, e no. No. Ti ho già detto no?»
«Viola!»
«Robby Ray!»
Iniziò a saltellare come una foca in preda alle convulsioni: «Viola, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego.»
«E va bene.»
Alzò le sopracciglia: «Davvero?»
Ghignai alzando gli occhi al cielo: «No.»
«Ti prego, ti scongiuro.»
Mi morsi il labbro inferiore: «Papà, è più forte di me, davvero. Non ci riesco. Io odio quel ragazzo.»
«Ma che ti ha fatto di male?»
«Che mi ha fatto di male?! Dico, stai scherzando? E’ da diciassette anni che mi prende per il culo. Lui è, - mi misi le mani fra i capelli - lui è la rovina della mia vita!»
«Ammetto che Harry non è stato molto carino nei tuoi confronti in tutti questi diciassette anni, ma quando gli ho chiesto questo favore lui si è mostrato abbastanza disponibile, quindi vedrai che non sarà poi così male.»
«Papà, pensi che proprio adesso cambi atteggiamento? Maddai. Insomma, me ne ha fatte di tutti i colori. Ti ricordi quando avevo cinque anni, che tagliò tutto il pelo al mio pupazzo preferito?»
Alzò gli occhi al cielo: «Viola, aveva otto anni.»
«Non mi interessa, mi manca Giseldo!»
Sbarrò gli occhi: «Hai chiamato un pupazzo Giseldo?»
«Questo non importa.»
«Comunque tu, se non ricordo male, lo stesso giorno buttasti il suo robot nel cesso.»
«Ma non tirai lo sciacquone.»
«Solo perché era troppo in alto per te.»
Vero. «Quando avevo nove anni, mentre stavo costruendo la piramide con i cubi di legno? Ero arrivata quasi in cima, e lui ci passò sopra con la bicicletta.»
«Ma subito dopo tu gli lanciasti un cubo di legno, abbastanza grande, dritto in fronte. Ricordi?»
Anche questo vero, cazzo. «Undici anni, ero in giardino a saltare la corda e lui mi tirò in testa un pallone da rugby.»
«E tu presi quello stesso pallone, e glielo buttasti sui maroni. Sai, poteva perderne uno.»
Oddio, quello era stato uno spasso. «Quattordici anni, avevo una cotta per Duke Orsino, Harry glielo disse e l’intera scuola mi prese per il culo per mesi interi.»
«Si, questa fu abbastanza cattiva.»
Eh, eccheccazzo.
Mio padre sospirò poggiando le mani sulle mie spalle: «Bocciolo, sono sempre stato a conoscenza delle vostre divergenze. Per questo capisco il motivo per cui non vuoi andare, e so anche che non sarà così semplice, ma devi. Non posso portarti con me in Malabami.»
«Malibu.»
Si corresse: «Malibu. E non posso nemmeno rifiutare quest’offerta, è il mio lavoro e sono costretto.»
D’altra parte se lui mi mandava da Harry era perché si preoccupava per me, e non voleva che stessi da sola. Certo, Harry era responsabile quanto un elefante in tutù, però…
Sbuffai, ormai sconfitta: «E va bene, andrò a stare da quel coglione. Va bene papà, va bene. - gli puntai un dito contro - Ma appena torni, farai tutto ciò che voglio. Ogni cosa.»
Chiuse gli occhi sorridendo, e mi abbracciò: «Oh per tutte le palle di cannone con la barba, ti ringrazio tesoro.»
Tralasciando il ‘Per tutte le palle di cannone con la barba’, adesso mi chiamava tesoro. Proprio nel momento in cui ero venuta a conoscenza della data del mio decesso, mi chiamava tesoro. Proprio quando gli avevo parato il culo, mi chiamava tesoro.
 
 
 
Mentre mio padre era sulla soglia della porta a parlare insieme ad Harry, io ero seduta sul divano con le braccia incrociate e i piedi poggiati sul tavolino, pensando a un modo per distruggerlo.
Avrei potuto prendere un mestolo e tirarglielo più volte sulle palle per vedere se si accartocciassero, oppure polverizzargliele direttamente. Chissà, magari con un’aspirapolvere.
Ma Harry ne aveva una? A giudicare dall’enorme pulizia che c’era qui in casa presumo di no.
Con la coda dell’occhio vidi mio padre che poggiava una mano sulla spalla di Harry: «So che Viola è fastidiosa quanto un frullatore acceso in culo, come la diarrea di prima mattina, come le emorroidi, come il rumore dei vicini di casa che trombano mentre tu sei in astinenza da mesi, come…»
Alzai un sopracciglio: «Sei proprio sicuro di essere mio padre?»
«Purtroppo si. Quella sera avevo esaurito i preservativi. - Tornò ad Harry - Comunque, so che Viola è un enorme peso sui coglioni, per questo non so come ringraziarti.»
«Non preoccuparti Robby, so domare quelle come Viola.»
…Sa domare? In che senso? Brutto porco schifoso.
«Uhm fidati, per farla stare calma bisognerebbe tirarle una padellata in testa.»
«Ma così perderebbe la memoria.»
Sbuffai: «Ma vi siete accorti che sono qui?»
«Vabbè allora io vado. Ciao ragazzi, divertitevi.» Disse mio padre ignorando ciò che avevo detto prima.
Divertitevi? Divertitevi?! No dico, ma che minchia aveva in testa?
Harry chiuse la porta, e si girò verso di me con le braccia incrociate.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Quel profondo silenzio, fu interrotto da lui che si allontanò salendo le scale: «Aspetta un attimo.»
C’è, eravamo nel bel mezzo di un discorso significativo, e lui che faceva? Se ne andava.
Coglione.
Sentii gli stessi versi di sforzo di quella mattina. Ma che minchia faceva in camera sua?
Poco dopo tornò tutto sudato e con il fiatone, e, prima che potesse far fuoriuscire dalla sua bocca qualsiasi stronzata megagalattica, lo precedetti: «Fammi indovinare, tostapane?»
Annuì distratto: «Esatto.»
«Ma cosa fai, ci trombi con quel tostapane?»
Mi guardava.
Lo guardavo.
«Senti, lasciamo perdere. Parliamo piuttosto di te.»
Alzai un sopracciglio: «Di me?»
«Si. Se dovrai stare qui da me, dovrai sottostare ad alcune regole. Mia la casa, mie le regole. Chiaro?»
Sbuffai: «Sentiamo.»
«Non devi entrare in camera mia, non devi sederti sul divano, non devi appoggiare i piedi sul tavolino - si avvicinò a me, e spostò i miei piedi da sopra il tavolino - non devi toccare cibo, non starnutire, non tossire, non soffiare il naso, non…»
«Potrei almeno respirare?»
«Quello si, basta che non mi dia fastidio. Poi non pisciare, ma soprattutto, non cagare.»
Praticamente non potevo fare una minchia. Ma poi perché quel ‘soprattutto non cagare’? Che aveva contro la merda? Razzista.
«E se mi viene la diarrea?»
«Vai in giardino.»
In giardino?! Questo è pazzo. «Dove dormo?»
«Per terra.»
«Per terra?»
«Per terra.»
«No dico, ma siamo ubriachi?»
«O dormi per terra, o vieni nel letto con me. A te la scelta.»
Nel letto con Harry? Avrei preferito mille volte addormentarmi nel bagno di un autogrill che potrebbe sprofondare nella merda a causa di una vecchietta con una borsa di Prada tarocca, che ha mangiato messicano.
«Dormirò per terra.»








EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Ecco il secondo capitolo bjkl
Io ho seriamente paura che questa storia sia troppo demenziale. AHAHHAHAA
ok, basta.
allora, grazie per tutte le recensioni ghjkl come al solito, siete fantastiche.
ehm...io non ho niente da dire. Ah si, buona Pasqua!
...E basta.
Ok, vado.
Ciao ragazze, al prossimo capitolo hjkl


- The pan.


Spazio pubblicità.
Fidatevi della vecchia zia kebby, vale la pena passare:
- We can learn to love again.
- I can't have you.
  
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