Eccoci!!!
Lo so, sono in ritardo astronomico, da parte vostra
sarebbe carino non farmelo pesare. Questo è il capitolo
sette. Ha un po’ di
errori, ma il mio computer ha deciso che non potevo correggerlo, e chi
sono io
per dissentire? Comunque questo capitolo l’ ho scritto io,
palesemente
ignorando i consigli di Giulia (me lo sarei dovuto riscrivere tutto!).
personalmente mi piace, poi… fate voi!
Capitolo
7
Erano in
un salotto. alle pareti erano appese pesanti tavole di ebano, le tende
erano
scure e di velluto e coprivano i due finestroni. I quadri presenti
nella stanza
raffiguravano solo tre persone.
“Malfoy…”
Sibilò
Ron, sbattendo un pugno contro l’ immagine del ragazzo che
sorrideva beffardo.
Il mostro che gli aveva portato via sua sorella.
“Ron!
Non
possiamo farci sentire!!! Ai! Mi fai male, Grattastinchi!”
Aveva
gracchiato Hermione, lasciando andare il gatto che l’ aveva
graffiata.
“fa
vedere. Ti ha fatto male”
Chiese in
apprensione Ron, prendendo la mano di Hermione che arrossì
ritraendola subito.
“è
solo
un graffio. Grattastinchi, torna SUBITO qui!!!”
Ma il
gatto non voleva saperne di obbedire. Si era infatti avvicinato ad un
quadro in
particolare. Sembrava antico perché era piuttosto corroso ai
bordi e
raffigurava un uomo. Un uomo con i capelli corvini un po’
lunghi davanti, la
carnagione chiara e gli occhi nocciola. Le lunghe dita affusolate
stringevano
un libro marrone con rifiniture argento, con impresso il nome
“Salazar”. Un
anello di rubino verde grande quanto un
galeone troneggiava sull’ anulare del giovane. Harry si era
avvicinato e stava
ammirando la repentina bellezza del giovane, quando un rumore lo fece
voltare.
La porta d’ ebano alle loro spalle di era spalancata e aveva
lasciato passare
Narcissa Malfoy, che non si era accorta della loro presenza troppo
presa a
rigirarsi tra le mani un filo di perle. Triplo. Con diamanti ogni tre
perle. Il
tutto chiuso con una chiusura d’ argento puro. Squadrava
l’ oggetto con aria di
sufficienza quando si accorse di non essere sola. Un rantolo proveniva
dalle
vicinanze del quadro, ma apparentemente non c’ era niente.
Ignorando
completamente la sensazione che aveva avuto prima si diresse al camino,
ma
qualcosa si insinuò tra le sue gambe facendola cadere. Una
palla di pelo
rossiccia le aveva appena fatto lo sgambetto, per poi aggrapparsi al
niente,
facendolo cadere e rivelando tre ragazzi. uno alto con i capelli neri
che
fissava inorridito la donna lanciando, per poi lanciare un occhiata
truce al gatto
e alla ragazza dai capelli castani che reggeva in braccio un altro
ragazzo con
i capelli rossi che le era saltato addosso per lo spavento. Narcissa
ghignò
maligna.
“Potter,
il tuo atteggiamento masochistico mi ha sempre fatto piacere, ma
venirmi a trovare
a casa…”
Harry,
che nel frattempo si era ripreso, fece per prendere la bacchetta dalla
tasca
dei pantaloni e, con fare minaccioso, la puntò su Narcissa.
Hermione fece
cadere Ron e lo imitò. Ron, dopo essersi rialzato prese la
sua bacchetta dalla
tasca dei pantaloni con tutta la buona volontà, solo che la
punta gli cadde ai
piedi. Sconcerto Ron guardò Hermione che lo fissava
esasperata, quindi il rosso
cercò conforto nell’ amico che gli lanciava
occhiate truci. Capendo che era
meglio non fare niente Ron indietreggiò e Harry e Hermione
si strinsero di più
puntando le bacchette contro la donna bionda.
“Crucio
mezzosangue!”
La voce
era arrivata dalle loro spalle. Ron era stato pietrificato in una
smorfia di
puro terrore sul viso e dalla bacchetta di Lucius usciva una flebile
luce
gialla che conduceva a Hermione, accasciata a terra in preda a dolori
di ogni
tipo.
“Hermione”
Aveva
gridato Harry, per poi rivolgersi a Lucius e urlare
“Expellia…”
“Petrificus
Totalis”
Narcissa
aveva scagliato la fattura contro Harry, che ora giaceva immobile in
procinto
di scagliare un incantesimo. Lucius lasciò andare Hermione,
ormai rimasta la
sola a combattere, che con un rapido movimento di bacchetta
riportò al loro
stato comatoso naturale i suoi due amici. Istanti necessari a Lucius e
Narcissa
per spedirli in un altro luogo.
Adesso
erano in un antro buio e umido, con rare torce incastonate nel
corridoio che
distribuivano una pallida luce argentea. I tre adesso erano legati con
delle
catene fatte di luce che non accennavano a spezzarsi.
“Narcissa,
dimmi, mi prendi sempre alla lettera quando affermo di voler sterminare
di
persona tutti i mezzosangue e traditori?”
Chiese
sarcasticamente Lucius lanciando uno sguardo eloquente alla moglie
“ma
non è
stata mia l’ idea, Lucius, sono venuti di loro spontanea
volontà”
La donna
rivolse ai tre un ghigno perfido spingendoli poi in una delle celle
buie che
scorrevano man mano al loro passaggio, senza rivelare chi contenevano
però.
“arrivederci”
Disse
poco convinto Lucius percorrendo con passo deciso il lungo corridoio.
La cella
era buia e umida come il corridoio, con tre brande che avrebbero dovuto
essere
dei letti. Il soffitto era piuttosto basso e in alto, sul muro,
c’ era una
finestra con le sbarre arrugginite, che fuori doveva essere ad altezza
pavimento. Le manette si erano sciolte e i ragazzi si erano fermati
sulla
soglia. Ron fu il
primo a rompere il
silenzio che si era creato:
“tutta
colpa del tuo gatto Hermione!”
La
ragazza sbottò
“il
mio
gatto? Ronald, c’ eri anche tu quando
Sil…”
“fa
silenzio Hermione, i muri hanno orecchie. L’ hai
dimenticato?”
La
riprese Harry che era tornato al suo colorito naturale e si era seduto
su uno
dei letti.
“giusto!
Scusami Harry”
La
ragazza si sedé sull’ altro letto e il rosso
rimase in piedi da solo confuso
“Harry,
non possiamo semplicemente aprire la porta?”
Chiese
Ron, con molta semplicità, agitando in aria la bacchetta.
Hermione
e Harry si scambiarono uno sguardo disperato.
“certo
Ron! Fai pure…”
Gli disse
senza troppo entusiasmo Hermione. Fiero come un Grifondoro Ron
sguainò la
bacchetta e, guardando truce la porta, pronunciò
“Alohomona!”
Sarebbe
stato fantastico. Peccato che la porta gli restituì lo
schiantesimo così come
il ragazzo lo aveva lanciato. Si sarebbe ammaccato contro il muro se
Harry,
leggermente annoiato, non lo avesse afferrato per un braccio
rallentandolo fino
a fermarlo.
“Grazie
amico. Mione, perché non mi hai avvertito?!?!?”
“perché
era talmente ovvio…”
Sbuffando
Ron si accasciò sul letto sopra a quello di Harry. Dovevano
pensare a qualcosa.
Hermione si mise a camminare in cerchio per tutta la stanza e a
borbottare:
“allora,
dobbiamo uscire… uscire… Malfoy Manor, mantello
dell’ invisibilità,
grattastinchi… MA CERTO, GRATTASTINCHI!!!”
“Aia!!!”
Ron
abbassò lo sguardo su Harry, cosa che fece anche Hermione.
Il ragazzo aveva
sbattuto la testa sul letto a castello.
“oh
Harry! Che razza di idiota! Comunque, avete capito di cosa
stò parlando?”
Harry
annuì e ron rispose
“io
no”
“non
fa
niente, tu seguirai me e Harry”
Come al
richiamo di quelle parole, comparse grattastinchi con le chiavi.
“silente
aveva ragione…”
“Silente
ha sempre ragione, Ron”
Ripercorsero
il corridoio e sbucarono in una stanza. Giravano a vuoto già
da una mezz’
oretta. Malfoy Manor si stava rivelando un vero labirinto e
Grattastinchi una
pessima guida visto che continuava a cambiare decisione ogni due
minuti. Quando
arrivarono nella stanza dove si erano smaterializzati l’
orologio di Harry
segnava le 16:07.
“Grattastinchi!
Come diamine
hai fatto a ritrovare la strada?”
Ron
sbuffò
“come
se quel gattaccio
potesse sentirti, Mione. Comunque ci ha riportati al punto di partenza!
Dobbiamo ancora trovare…”
“il
medaglione?”
Chiese
Harry, che aveva
spostato il quadro con il ragazzo dai capelli neri e aveva rivelato un
passaggio.
“come
diamine facevi a
saperlo?”
Il
moro alzò le spalle
“me
l’ ha detto il gatto”
Infatti
grattastinchi già
trotterellava per il lungo corridoio buio. Hermione cominciò
a seguirlo, ma il
al buio non era un impresa facile dato che a terra era piuttosto
scivoloso.
Harry entrò e improvvisamente fiamme verdi cominciarono a
divampare all’
interno di fiaccole incastrate nel muro.
“ma
cosa…”
Harry
non poté finire la
frase perché Hermione lo interruppe
“ma
certo! Harry io… beh,
prima dovrei parlarne con il professor Silente, comunque fidati Harry,
non è
strano. E adesso marsch!”
Sconcertati,
Ron e Harry si
guardarono per poi seguire Hermione. Dopo circa cento metri si
trovarono
davanti ad una porta. Era grande, alta più o meno tre metri
e senza maniglia,
ma con due grossi serpenti di pietra con gli occhi di smeraldo che la
chiudevano.
Harry riconobbe una vaga somiglianza con la porta della camera dei
segreti.
“Harry,
bisogna parlare in
serventese!”
Disse
saccente Hermione.
“ma
davvero? Pensa, non c’
ero arrivato! Si può sapere che cosa devo dire?”
La
ragazza si chiuse in un silenzio
di sconfitta, così toccò a Ron tentare
l’ impossibile per salvare la situazione
“prova
a dire quello che hai
detto per entrare nella camera dei segreti!”
“ma
non me lo ricordo Ron, mi
è venuto… naturale!”
In
preda a chissà quale
scatto di intelligenza a Harry venne l’ illuminazione.
“bisogna
solo aspettare che
arrivino le parole”
Così
si sedette a terra. Gli
altri due lo imitarono in preda ad un solo dubbio. Quanto ci avrebbero
messo a
scoprire che non erano più nella cella? Quando sarebbero
venuti a cercarli?
Certo, vista la grandezza di Malfoy Manor (da quello che diceva Draco)
era
improbabile che li trovassero presto. Dopo circa un ora Hermione
sentì il
bisogno di commettere l’ imperdonabile errore di esprimere la
propria opinione.
“…
e io ti dico che la cosa
giusta da fare è ASPETTARE, Hermione”
“ma…
Harry, ragiona, non
possiamo aspettare per sempre!”
Irritato
Harry rispose con
veemenza
“aveva
ragione Malfoy quando
diceva che sei solo una…”
Il
resto della frase si perse
in strani sibili. Serpentese. Indubbiamente. La porta si
spalancò, ma all’
interno c’ era solo buio.
“H… Harry, cos’
hai detto?”
Chiese
Hermione non sapendo
se essere frustrata o arrabbiata
“lascia
perdere, Mione, sappi
che mi dispiace di averlo detto”
“COSA
hai detto esattamente?”
“Mione,
è meglio che…”
“DIMMELO!!!”
Sbottò
irritata la ragazza
“…mezzosangue…”
Disse
con un filo di voce
Harry, abbassando subito lo sguardo non riuscendo a sostenere quello di
Hermione. Infatti nei suoi occhi color miele Harry aveva colto un
bagliore di
profondo odio nei confronti del ragazzo
“Hermione,
io non volevo
offenderti…”
“no,
infatti. È come se io ti
dicessi che a scuola sei un completo inetto. È la
verità, ma io non volevo offenderti!”
Dire
che Ron era
scandalizzato era poco. Era come dare a Voldemort del semplice cattivone. Hermione cominciò a
piangere.
Ron cercò di abbracciarla, ma lei lo scansò e si
accasciò a terra.
“Hermione,
che posso fare…?”
“lascia perdere Harry”
Poi,
asciugandosi le lacrime
disse risoluta
“so
che non è colpa tua, ma come
ti ho già detto prima, per dirti la mia teoria, dovrei prima
parlarne con
Silente. Però promettimi, Harry, che non lo dirai mai
più”
I
due ragazzi si
abbracciarono
“ah,
grazie delle
considerazione”
Commentò
sarcastico Ron.
Tutti e tre si misero a ridere e Ron si unì all’
abbraccio. Almeno finché
Harry, più determinato che mai, decise che era meglio
entrare e cercare il
medaglione. La stanza era circolare, illuminata da grandi fiaccole
verdi ogni
tre metri circa. Al centro c’ era un grande tavolo di marmo,
con una tovaglia
di seta nera poggiata sopra. Al centro, contornato da vari ritratti
simili a
quello a grandezza naturale che costituiva l’ entrata del
corridoio. , stava
una teca di cristallo, simile a quella che avevano trovato nella
piramide in
Egitto e che conteneva il diadema di Cosetta Corvonero. Questa volta
però,
Harry ne era quasi sicuro, non ci sarebbero state asce a volare sopra
le loro
teste. Salazar Serpeverde era più tipo da maledizioni. Harry
provò a
sollevarlo, ma Ron dovette correre in suo soccorso perché
sedici chili erano
troppi da sollevare anche per un cercatore come lui! Poggiato su un
soffice
cuscino di velluto verde scurissimo c’ era un medaglione. Il
bordo d’ argento
erano le spire di un serpente e la pietra verde aveva incise le lettere
S S.
Salazar Serpeverde. Harry, Ron e Hermione si presero per mano e il moro
prese
l’ oggetto. Naturalmente cominciarono a girare vorticosamente
per alcuno
minuti. Quando atterrarono però si accorsero che quello
decisamente non era l’
ufficio di Silente.
Aaah, non sapete
quale gioia è postarlo. Che agonia!!! C’
è Giulia che tenta, con scarso
risultato, di registrarsi in un forum e io la stò aiutando.
Ergo: stò facendo
tutto io. Vi offendete se non vi rispondo alle recensioni? È
l’ ultima volta,
lo giuro, ma non ho proprio tempo! E scusate ancora per il ritardo!!!