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Autore: Kattiva    19/10/2007    2 recensioni
“Quando la luna nera cadrà nel lago, quando i quattro troni dei fondatori verranno riempiti molte cose cambieranno. Molte altre invece, semplicemente smetteranno di esistere…” Una nuova missione da compiere, fondamentale per sconfiggere Voldemort... Resuscitare i quattro Fondatori! Non si tiene conto del sesto libro, tranne che per l'esistenza degli Horcrux di Voldemort... fanfiction a quattro mani scritta da me e Tigre94!!!
Genere: Azione, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus, Silente, Harry, Potter, Il, trio, protagonista, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci!!! Lo so, sono in ritardo astronomico, da parte vostra sarebbe carino non farmelo pesare. Questo è il capitolo sette. Ha un po’ di errori, ma il mio computer ha deciso che non potevo correggerlo, e chi sono io per dissentire? Comunque questo capitolo l’ ho scritto io, palesemente ignorando i consigli di Giulia (me lo sarei dovuto riscrivere tutto!). personalmente mi piace, poi… fate voi!

Capitolo 7

 

Erano in un salotto. alle pareti erano appese pesanti tavole di ebano, le tende erano scure e di velluto e coprivano i due finestroni. I quadri presenti nella stanza raffiguravano solo tre persone.

“Malfoy…”

Sibilò Ron, sbattendo un pugno contro l’ immagine del ragazzo che sorrideva beffardo. Il mostro che gli aveva portato via sua sorella.

“Ron! Non possiamo farci sentire!!! Ai! Mi fai male, Grattastinchi!”

Aveva gracchiato Hermione, lasciando andare il gatto che l’ aveva graffiata.

“fa vedere. Ti ha fatto male”

Chiese in apprensione Ron, prendendo la mano di Hermione che arrossì ritraendola subito.

“è solo un graffio. Grattastinchi, torna SUBITO qui!!!”

Ma il gatto non voleva saperne di obbedire. Si era infatti avvicinato ad un quadro in particolare. Sembrava antico perché era piuttosto corroso ai bordi e raffigurava un uomo. Un uomo con i capelli corvini un po’ lunghi davanti, la carnagione chiara e gli occhi nocciola. Le lunghe dita affusolate stringevano un libro marrone con rifiniture argento, con impresso il nome “Salazar”.  Un anello di rubino verde grande quanto un galeone troneggiava sull’ anulare del giovane. Harry si era avvicinato e stava ammirando la repentina bellezza del giovane, quando un rumore lo fece voltare. La porta d’ ebano alle loro spalle di era spalancata e aveva lasciato passare Narcissa Malfoy, che non si era accorta della loro presenza troppo presa a rigirarsi tra le mani un filo di perle. Triplo. Con diamanti ogni tre perle. Il tutto chiuso con una chiusura d’ argento puro. Squadrava l’ oggetto con aria di sufficienza quando si accorse di non essere sola. Un rantolo proveniva dalle vicinanze del quadro, ma apparentemente non c’ era niente. Ignorando completamente la sensazione che aveva avuto prima si diresse al camino, ma qualcosa si insinuò tra le sue gambe facendola cadere. Una palla di pelo rossiccia le aveva appena fatto lo sgambetto, per poi aggrapparsi al niente, facendolo cadere e rivelando tre ragazzi. uno alto con i capelli neri che fissava inorridito la donna lanciando, per poi lanciare un occhiata truce al gatto e alla ragazza dai capelli castani che reggeva in braccio un altro ragazzo con i capelli rossi che le era saltato addosso per lo spavento. Narcissa ghignò maligna.

“Potter, il tuo atteggiamento masochistico mi ha sempre fatto piacere, ma venirmi a trovare a casa…”

Harry, che nel frattempo si era ripreso, fece per prendere la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e, con fare minaccioso, la puntò su Narcissa. Hermione fece cadere Ron e lo imitò. Ron, dopo essersi rialzato prese la sua bacchetta dalla tasca dei pantaloni con tutta la buona volontà, solo che la punta gli cadde ai piedi. Sconcerto Ron guardò Hermione che lo fissava esasperata, quindi il rosso cercò conforto nell’ amico che gli lanciava occhiate truci. Capendo che era meglio non fare niente Ron indietreggiò e Harry e Hermione si strinsero di più puntando le bacchette contro la donna bionda.

“Crucio mezzosangue!”

La voce era arrivata dalle loro spalle. Ron era stato pietrificato in una smorfia di puro terrore sul viso e dalla bacchetta di Lucius usciva una flebile luce gialla che conduceva a Hermione, accasciata a terra in preda a dolori di ogni tipo.

“Hermione”

Aveva gridato Harry, per poi rivolgersi a Lucius e urlare

“Expellia…”

“Petrificus Totalis”

Narcissa aveva scagliato la fattura contro Harry, che ora giaceva immobile in procinto di scagliare un incantesimo. Lucius lasciò andare Hermione, ormai rimasta la sola a combattere, che con un rapido movimento di bacchetta riportò al loro stato comatoso naturale i suoi due amici. Istanti necessari a Lucius e Narcissa per spedirli in un altro luogo.

Adesso erano in un antro buio e umido, con rare torce incastonate nel corridoio che distribuivano una pallida luce argentea. I tre adesso erano legati con delle catene fatte di luce che non accennavano a spezzarsi.

“Narcissa, dimmi, mi prendi sempre alla lettera quando affermo di voler sterminare di persona tutti i mezzosangue e traditori?”

Chiese sarcasticamente Lucius lanciando uno sguardo eloquente alla moglie

“ma non è stata mia l’ idea, Lucius, sono venuti di loro spontanea volontà”

La donna rivolse ai tre un ghigno perfido spingendoli poi in una delle celle buie che scorrevano man mano al loro passaggio, senza rivelare chi contenevano però.

“arrivederci”

Disse poco convinto Lucius percorrendo con passo deciso il lungo corridoio. La cella era buia e umida come il corridoio, con tre brande che avrebbero dovuto essere dei letti. Il soffitto era piuttosto basso e in alto, sul muro, c’ era una finestra con le sbarre arrugginite, che fuori doveva essere ad altezza pavimento. Le manette si erano sciolte e i ragazzi si erano fermati sulla soglia.  Ron fu il primo a rompere il silenzio che si era creato:

“tutta colpa del tuo gatto Hermione!”

La ragazza sbottò

“il mio gatto? Ronald, c’ eri anche tu quando Sil…”

“fa silenzio Hermione, i muri hanno orecchie. L’ hai dimenticato?”

La riprese Harry che era tornato al suo colorito naturale e si era seduto su uno dei letti.

“giusto! Scusami Harry”

La ragazza si sedé sull’ altro letto e il rosso rimase in piedi da solo confuso

“Harry, non possiamo semplicemente aprire la porta?”

Chiese Ron, con molta semplicità, agitando in aria la bacchetta.

Hermione e Harry si scambiarono uno sguardo disperato.

“certo Ron! Fai pure…”

Gli disse senza troppo entusiasmo Hermione. Fiero come un Grifondoro Ron sguainò la bacchetta e, guardando truce la porta, pronunciò

“Alohomona!”

Sarebbe stato fantastico. Peccato che la porta gli restituì lo schiantesimo così come il ragazzo lo aveva lanciato. Si sarebbe ammaccato contro il muro se Harry, leggermente annoiato, non lo avesse afferrato per un braccio rallentandolo fino a fermarlo.

“Grazie amico. Mione, perché non mi hai avvertito?!?!?”

“perché era talmente ovvio…”

Sbuffando Ron si accasciò sul letto sopra a quello di Harry. Dovevano pensare a qualcosa. Hermione si mise a camminare in cerchio per tutta la stanza e a borbottare:

“allora, dobbiamo uscire… uscire… Malfoy Manor, mantello dell’ invisibilità, grattastinchi… MA CERTO, GRATTASTINCHI!!!”

“Aia!!!”

Ron abbassò lo sguardo su Harry, cosa che fece anche Hermione. Il ragazzo aveva sbattuto la testa sul letto a castello.

“oh Harry! Che razza di idiota! Comunque, avete capito di cosa stò parlando?”

Harry annuì e ron rispose

“io no”

“non fa niente, tu seguirai me e Harry”

Come al richiamo di quelle parole, comparse grattastinchi con le chiavi.

“silente aveva ragione…”

“Silente ha sempre ragione, Ron”

Ripercorsero il corridoio e sbucarono in una stanza. Giravano a vuoto già da una mezz’ oretta. Malfoy Manor si stava rivelando un vero labirinto e Grattastinchi una pessima guida visto che continuava a cambiare decisione ogni due minuti. Quando arrivarono nella stanza dove si erano smaterializzati l’ orologio di Harry segnava le 16:07.

“Grattastinchi! Come diamine hai fatto a ritrovare la strada?”

Ron sbuffò

“come se quel gattaccio potesse sentirti, Mione. Comunque ci ha riportati al punto di partenza! Dobbiamo ancora trovare…”

“il medaglione?”

Chiese Harry, che aveva spostato il quadro con il ragazzo dai capelli neri e aveva rivelato un passaggio.

“come diamine facevi a saperlo?”

Il moro alzò le spalle

“me l’ ha detto il gatto”

Infatti grattastinchi già trotterellava per il lungo corridoio buio. Hermione cominciò a seguirlo, ma il al buio non era un impresa facile dato che a terra era piuttosto scivoloso. Harry entrò e improvvisamente fiamme verdi cominciarono a divampare all’ interno di fiaccole incastrate nel muro.

“ma cosa…”

Harry non poté finire la frase perché Hermione lo interruppe

“ma certo! Harry io… beh, prima dovrei parlarne con il professor Silente, comunque fidati Harry, non è strano. E adesso marsch!”

Sconcertati, Ron e Harry si guardarono per poi seguire Hermione. Dopo circa cento metri si trovarono davanti ad una porta. Era grande, alta più o meno tre metri e senza maniglia, ma con due grossi serpenti di pietra con gli occhi di smeraldo che la chiudevano. Harry riconobbe una vaga somiglianza con la porta della camera dei segreti.

“Harry, bisogna parlare in serventese!”

Disse saccente Hermione.

“ma davvero? Pensa, non c’ ero arrivato! Si può sapere che cosa devo dire?”

La ragazza si chiuse in un silenzio di sconfitta, così toccò a Ron tentare l’ impossibile per salvare la situazione

“prova a dire quello che hai detto per entrare nella camera dei segreti!”

“ma non me lo ricordo Ron, mi è venuto… naturale!”

In preda a chissà quale scatto di intelligenza a Harry venne l’ illuminazione.

“bisogna solo aspettare che arrivino le parole”

Così si sedette a terra. Gli altri due lo imitarono in preda ad un solo dubbio. Quanto ci avrebbero messo a scoprire che non erano più nella cella? Quando sarebbero venuti a cercarli? Certo, vista la grandezza di Malfoy Manor (da quello che diceva Draco) era improbabile che li trovassero presto. Dopo circa un ora Hermione sentì il bisogno di commettere l’ imperdonabile errore di esprimere la propria opinione.

“… e io ti dico che la cosa giusta da fare è ASPETTARE, Hermione”

“ma… Harry, ragiona, non possiamo aspettare per sempre!”

Irritato Harry rispose con veemenza

“aveva ragione Malfoy quando diceva che sei solo una…”

Il resto della frase si perse in strani sibili. Serpentese. Indubbiamente. La porta si spalancò, ma all’ interno c’ era solo buio.

“H… Harry, cos’ hai detto?”

Chiese Hermione non sapendo se essere frustrata o arrabbiata

“lascia perdere, Mione, sappi che mi dispiace di averlo detto”

“COSA hai detto esattamente?”

“Mione, è meglio che…”

“DIMMELO!!!”

Sbottò irritata la ragazza

“…mezzosangue…”

Disse con un filo di voce Harry, abbassando subito lo sguardo non riuscendo a sostenere quello di Hermione. Infatti nei suoi occhi color miele Harry aveva colto un bagliore di profondo odio nei confronti del ragazzo

“Hermione, io non volevo offenderti…”

“no, infatti. È come se io ti dicessi che a scuola sei un completo inetto. È la verità, ma io non volevo offenderti!”

Dire che Ron era scandalizzato era poco. Era come dare a Voldemort del semplice cattivone. Hermione cominciò a piangere. Ron cercò di abbracciarla, ma lei lo scansò e si accasciò a terra.

“Hermione, che posso fare…?”
“lascia perdere Harry”

Poi, asciugandosi le lacrime disse risoluta

“so che non è colpa tua, ma come ti ho già detto prima, per dirti la mia teoria, dovrei prima parlarne con Silente. Però promettimi, Harry, che non lo dirai mai più”

I due ragazzi si abbracciarono

“ah, grazie delle considerazione”

Commentò sarcastico Ron. Tutti e tre si misero a ridere e Ron si unì all’ abbraccio. Almeno finché Harry, più determinato che mai, decise che era meglio entrare e cercare il medaglione. La stanza era circolare, illuminata da grandi fiaccole verdi ogni tre metri circa. Al centro c’ era un grande tavolo di marmo, con una tovaglia di seta nera poggiata sopra. Al centro, contornato da vari ritratti simili a quello a grandezza naturale che costituiva l’ entrata del corridoio. , stava una teca di cristallo, simile a quella che avevano trovato nella piramide in Egitto e che conteneva il diadema di Cosetta Corvonero. Questa volta però, Harry ne era quasi sicuro, non ci sarebbero state asce a volare sopra le loro teste. Salazar Serpeverde era più tipo da maledizioni. Harry provò a sollevarlo, ma Ron dovette correre in suo soccorso perché sedici chili erano troppi da sollevare anche per un cercatore come lui! Poggiato su un soffice cuscino di velluto verde scurissimo c’ era un medaglione. Il bordo d’ argento erano le spire di un serpente e la pietra verde aveva incise le lettere S S. Salazar Serpeverde. Harry, Ron e Hermione si presero per mano e il moro prese l’ oggetto. Naturalmente cominciarono a girare vorticosamente per alcuno minuti. Quando atterrarono però si accorsero che quello decisamente non era l’ ufficio di Silente.

 

Aaah, non sapete quale gioia è postarlo. Che agonia!!! C’ è Giulia che tenta, con scarso risultato, di registrarsi in un forum e io la stò aiutando. Ergo: stò facendo tutto io. Vi offendete se non vi rispondo alle recensioni? È l’ ultima volta, lo giuro, ma non ho proprio tempo! E scusate ancora per il ritardo!!!

  
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