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Autore: Aout    31/03/2013    3 recensioni
Daniel è un ragazzo come tanti.
Ha diciannove anni e frequenta il secondo anno di college, lavora per mantenersi e ama lamentarsi di qualunque cosa gli capiti sotto tiro. Vive una vita normale, anonima e noiosa e, anche se a tratti la trova seccante, diciamo che l’accetta così com’è.
Ecco… peccato che il mondo così tanto "normale" proprio non sia, peccato che di mostri inquietanti ce ne siano a bizzeffe, peccato che perfino lo stesso Daniel nasconda qualche piccolo e trascurabile segretuccio...
Ci siete?
Prendete tutti i personaggi che conoscete, tutte quelle creature soprannaturali che di vivere in pace proprio non ne vogliono sapere, prendete la sete di vendetta e pure una buona dose di calcolo strategico ed ecco che avrete la storia.
Che altro dire?
Vi aspetto ;)
(STORIA SOSPESA almeno fino a quest'estate, quando avrò il tempo di rivedere la trama, la piega che sta prendendo mi piace poco. Chiedo venia a chi mi stava seguendo, ma ritengo di non poter fare altrimenti)
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Capitolo 13
Di discorsi senza capo né coda, ma con i soliti, maledetti occhi rossi

 
 
 
La trovarono immobile, immersa nella neve fresca fino alle caviglie, a fissare un punto davanti a lei con un’espressione perplessa e allarmata.
Più allarmata che perplessa. Ma neanche troppo a pensarci bene…
Il suddetto “punto davanti a lei” era un ragazzo, sulla ventina, con i capelli scuri e disordinati, che era appena, letteralmente, crollato ai suoi piedi.
Cosa sta…?
- Tanya, Tanya che succede? – per l’appunto, Kate aveva compreso perfettamente l’antifona – E chi diamine è quello? – l’avevano appena raggiunta, tutti e tre, da chissà dove.
- Perché è riverso a terra, se non altro. – intervenne Eleazar, con il suo solito tono grave.
- Ehm… - tutte domande ottime, quelle, sicuramente. Il problema, immaginò, era che non aveva la minima idea di quali fossero le risposte giuste da dare.
Perché un ragazzo era appena svenuto davanti a lei? Eh, a saperlo. Forse però chiedersi perché avesse deciso di proteggersi con una sbarra arrugginita da lei, e lei non era solitamente considerata un pericolo, non dagli umani se non altro,era più… interessante.
- Sono l’unica a pensare che, se lo lasciamo lì, congelerà? – almeno c’era l’atteggiamento da crocerossina di Carmen a farli rinsavire.
Lo spostarono e, visto che il parcheggio in cui erano capitati era isolato, come quasi tutto il resto dei luoghi in Alaska, non l’avevano certo scelta a caso, riuscirono senza problemi ad adagiarlo su una panchina lì vicino.
- Ci stai lasciando sulle spine per un motivo o…? – azzardò Kate, con la sua solita nonchalance.
In effetti era rimasta in silenzio per tutto il tempo. E non di proposito. Capitava raramente che un vampiro fosse soprapensiero ed era disgraziatamente quello il caso.
Stava pensando ad un sacco di cose e lo svantaggio di essere una creatura dalla mente ampia era che ci pensava contemporaneamente, il che era francamente stancante.
- Terra chiama Tanya? – riprese Kate e nel suo tono scherzoso si intuiva una punta di preoccupazione.
- Che è successo? – intervenne infatti il prode Eleazar, con tono serio.
Era giunto il momento di mettere un po’ d’ordine nella sua testa ed esporre qualcosa di utile.
- Quando mi ha visto ha iniziato a correre, - cominciò, - anche se secondo me stava già scappando da prima. Mi ha fissato ed aveva un’aria così spaventata che, beh, ho dovuto seguirlo. Siamo arrivati qui e, appena si è accorto che l’avevo raggiunto, mi ha… mi ha detto che non era uno stupido e che il fatto che non avevo gli occhi rossi non ingannava nessuno. Pressappoco, almeno.
Lasciò che la portata dell’informazione raggiungesse gli altri.
- Credi che sappia…?
- Dei vampiri? Oh sì, l’ho capito quando mi ha guardata negli occhi. Il problema è…
- È che bisogna capire da quale vampiro dagli occhi rossi lui stia fuggendo.
Succedeva spesso che lei e Kate facessero dei discorsi così, che si rubassero le frasi a vicenda, era una cosa per cui Carmen era solita prenderle in giro, come Irina un tempo. Ma d’altronde, con un migliaio di anni alle loro spalle, era logico si capissero al volo.
Certo, quello non era decisamente il momento per ironizzare su cretinate del genere, giusto perché esisteva la remota possibilità, remotissima ringraziando il cielo, che quel ragazzo stesse scappando da dei particolari occhi rossi.
Quelli, per capirci, che avrebbe rivisto volentieri solo in un falò, nel falò per la precisione, magari smembrati e urlanti. Non amava indugiare su certi particolari macabri, ma si sa, la vendetta, per i vampiri, è irrinunciabile.
Si riscosse, pensare a Irina in quel momento era decisamente controproducente. Non che non avrebbe potuto meditare la strage dei Volturi e intanto vivere una serena vita normale, in fondo, lo faceva tutti i giorni…
- Eleazar, credi di… - tentò, ma si accorse che il ragazzo si stava risvegliando.
 
 
I miei occhi furono brutalmente feriti dalla crudele luce del sole, quando li aprii.
La prima cosa che vidi, fu il cielo blu cobalto sopra la mia testa.
La mia testa… la sentivo rimbombare così forte che sembrava che una squadra di picchi avesse deciso di ridurla in polvere.
Con calma, non era certo mia intenzione cadere di nuovo a terra svenuto, mi alzai sulla panchina su cui ero adagiato pochi secondi prima.
Una panchina?
Alzai piano la testa e mi accolsero otto occhi gialli. Otto?
Ma che cos’è, li lasci un attimo da soli e si moltiplicano?!
- Ah, che mal di testa. – fu l’unica affermazione coerente che riuscì ad esalare in quel momento. Non avevo in realtà molte altre cose da dire.
Quando sei spacciato, sei spacciato, non è che le parole possano cambiare molto la situazione…
- Salve. – disse, educatamente, la donna dai capelli rossicci da cui avevo tentato invano di sfuggire qualche minuto prima.
Beh, almeno sei sicuro che quello è successo veramente, con tutte le cose che stanno non-capitando negli ultimi tempi…
- Cazzo. – fu la mia, per nulla educata, risposta. Mi succedeva di rado, ma quando avevo perso le parole, ci mettevo un bel po’ a ritrovarle.
- Mmh, giuste parole, ragazzo. – disse, con un filino di ironia, un altro paio di occhi gialli, quello che campeggiava su un viso ovale incorniciato da dei lunghi e liscissimi capelli biondi. Mi pareva già vagamente ostile, quel tono.
- Come ti chiami? – riprese la donna di prima, Riccioli Rossicci, con un’ espressione pacata, gentile. Pensai, inconsciamente, che era probabilmente la più autorevole del gruppo. Non che avessi dato particolare attenzione agli altri due, un uomo ed una donna, sempre bellissimi, ovviamente, e dai capelli scuri. L’uomo, in particolare, mi stava fissando intensamente e mi faceva sentire, che spiacevole, spiacevole paragone, una succulenta braciola di maiale, perciò era logico evitassi di guardarlo a mia volta.
- Nome? Io Kate, - disse ancora quella ossigenata, visto che non sembravo intenzionato a rispondere, accompagnando le parole al portarsi la mano al petto, per indicarsi. -Lei Tanya. - fece lo stesso con Riccioli Rossicci -  Tu…?
Credeva di stare parlando con un troglodita? No, seriamente? Al momento, al posto che ridere, e comunque la situazione era terribilmente ridicola, le rivolsi uno sguardo a metà tra lo sbigottito e l’offeso. E lei, di queste sfumature, evidentemente si accorse eccome.
- Beh, se dessi un segno di vita potremmo capire chi sei, da dove vieni, cosa ci fai qui… e un paio di altre cosucce…
- Per esempio? – non so, ma probabilmente il mio orgoglio personale mi costringeva a mostrare che sì, avevo anch’io una qualche proprietà di linguaggio, insomma!
Lei sembrò sorpresa di constatarlo. - Per esempio perché hai paura di gente dagli occhi rossi.
Uhm, vediamo un attimo… oh giusto. Mi hanno rapito, trasportato su un aereo, condotto in un castello medievale da qualche parte sperduta d’Italia e accompagnato da un tizio inquietante, più inquietante di loro se non altro, che, ancora non ho ben capito come, mi ha incendiato una spalla.
Ciliegina sulla torta? Quasi sicuramente tutto questo è avvenuto solo nella mia testa!
Peccato che l’unica cosa che riuscì ad articolare di tutto questo ben sviluppato discorso fu un flebile: - Voi non avete gli occhi rossi…
L’ossigenata, Kate a quanto pareva, un nome normale finalmente, mi fisso sarcastica: - Beh, almeno adesso sappiamo che non è daltonico…
- No, ascolta. – riprese Tanya, anche questo un nome se non altro lontanamente accettabile, cercando, era evidente, di riordinarsi le idee, - Perché stai scappando dagli occhi rossi? Quali occhi rossi? Cosa sai di loro… di noi? – aggiunse poi, fissandomi. La sensazione da braciola sul fuoco era piuttosto presente.
- Ehm… - davvero non sapevo cosa dire, - No, un attimo, sono confuso. – almeno mettere le cose in chiaro sarebbe stato un buon primo passo.
- Noi pure, guarda te. – ancora quella Kate, ma stare un secondo, uno piccolo piccolo,  zitti?
- Voi siete… - respira, - Cosa volete da me? – in fondo, la domanda cruciale era quella.
- Niente! Ma non era chiaro il concetto? – Kate era ufficialmente entrata nella mia lista nera, sicuramente, - Visto che non abbiamo idea di chi tu sia…
- Oh, chiedo scusa se mi era saltato in testa l’irragionevole dubbio che steste mentendo! – quel tono accusatorio, non mi andava giù - In fondo siete solo creature dagli occhi improbabili, dalla pelle pallida come quella di un morto, con una velocità supersonica e la forza di un carro armato! – esclamai, con la nettissima impressione che no, questo non lo dovevo dire… - Ehm… -cercai diplomaticamente di riparare all’errore - Cioè io… loro… voi… - ma, a parte l’elencazione di tutti i pronomi personali, non ci riuscì un gran che.
- Chi ti insegue, ragazzo? – chiese la donna con i capelli scuri, con una voce dolce e preoccupata, non che mi si potesse ingannare così semplicemente… - Rispondi, coraggio. Potremmo… - e qui sembrava proprio starci bene un “aiutarti”, ma immagino non volesse sbilanciarsi - capirci di più di tutta questa storia.
- Ehm… - iniziavo a pensare che chi mi trovavo dinnanzi non avesse nulla a che fare con chi mi aveva non-rapito. Perciò, ma forse cercavo semplicemente di togliermi un peso dal petto, dissi - Non lo so. Nel senso che io…
- Nel senso che hai delle visioni troppo poco chiare? Magari solo delle sensazioni, che ti hanno condotto qui? – disse l’unico uomo del gruppo.
Lo fissammo tutti e tre sbigottiti.
Ma sapete delle visioni allora! Brutti… siete in combutta con loro! Lo sapevo, fidati solo di quelli che hanno gli occhi marroni o azzurri, se proprio proprio verdi, porca vacca!
- Eleazar, cosa stai dicendo? – chiese Tanya.
- Questo ragazzo ha i poteri di Alice. Credo siano un po’ diversi, ma forse è solo perché lui è ancora un umano, non so. Credo stia fuggendo da qualcosa che ha visto accadrà, giusto?
Al momento riuscivo a emettere solo suoni inarticolati.
Come fa lui a…? Cosa significa “ancora umano”? Chi diamine è Alice?
Passò un buon minuto di silenzio tombale, in cui ognuno di noi doveva essere immerso nei proprio pensieri. I miei erano pieni dei soliti e noiosi “ma si può sapere che ho fatto di male? Per quale crimine orrendo devo essere punito? A parte aver ucciso qualche zanzara d’estate non ce n’è nessuno, cavolo!” o giù di lì.
Poi, Tanya parlò: - Chi ti sta inseguendo, descriviceli, forza. – mi fissava con un cipiglio tanto autoritario e preoccupato che risposi. Risposi? Diamine, pure con sincerità!
- Non ricordo molto… erano tre, uno si chiamava Felix, l’altro Dimitri, no Demetri, e c’era anche una bambina… io non so chi fossero so solo…
- Cazzo. – interloquì Kate. Con quell’affermazione si era guadagnata ufficialmente la cancellazione dalla mia lista nera.

 
 
 
 
 
Note:  Salve, come va?
Scusate se non ho pubblicato ieri ma ci sono stati alcuni problemi logistici assolutamente molto complicati (in realtà non mi ero accorta fosse sabato il che risulta giusto un tantino preoccupante, comunque…), ma oggi son qui con il nuovo capitolo!
Sapete una cosa? Ho notato che la volta scorsa si è aggiunta un po’ di gente che ha messo la storia tra le seguite/preferite! Ma quanto sono contenta :3 Se vi andasse di farmi sapere se lo sviluppo delle vicende disastrate di Daniel vi piace, beh, fatemelo sapere, per l'appunto ;)
Per quanto riguarda questo capitolo, a parte il fatto che non so se riuscirò a perdonare Tanya per quella sua visione particolarmente poco carina, per il resto spero che non vi sia dispiaciuto il dialogo un po’ particolare tra i cinque. Adesso finalmente si conoscono!
Che dire ancora? Non so, ancora grazie a chi legge e a chi me lo fa sapere ;)
Alla prossima,
Aout ;)

Ah, Buona Pasqua!
  
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