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Autore: Ilenia69    31/03/2013    1 recensioni
Cos'è che fa cambiare veramente le persone?
Cos'è che ci segna così tanto da renderci estremamente fragili oppure costruire una barriera intorno a noi?
Siamo esseri umani, facciamo scelte, sbagliamo e viviamo comunque a pieno la nostra vita?
A volte un semplice litigio potrebbe cambiare un'intera esistenza, o magari si ha solo bisogno di amore.
Ma cos'è che ci spinge a cambiare?
Sam lo scoprirà, lei lo scoprirà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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Capitolo secondo.
-

-HARRY’S POV.
Fu una notte strana quella.
Il mio umore era improvvisamente cambiato dopo aver salvato quella ragazza dalle ire di quattro teppisti.

Sembrava quasi un angelo distesa sul divano nero, in contrasto con la sua pelle chiara e morbida.
Rannicchiata in un piccolo posticino, riuscivo a sentire il suo ripetitivo respiro stanco.
Aveva parlato a dirotto per tutta la cena raccontandomi della sua vita e poi di colpo era crollata.
Probabilmente ciò che le era capitato poche ora prima l’aveva sconvolta molto e una bella dormita era ciò che le serviva.

Non voglio immaginare nemmeno ciò che sarebbe successo se solo non fossi arrivato in tempo.

Smisi di fissarla come un idiota e pensai a risistemare la cucina.
Era la prima sera dopo tre anni che cucinavo qualcosa, ero ormai abbonato con la rosticceria sotto casa in cui ogni giorno, ripetutamente, compravo il pranzo e la cena.
Ma questa volta non mi andava di far mangiare a Sam quelle schifezze, un bel piatto di spaghetti l’avrebbe rimessa subito in forma.
Ripulì per bene tutto, avevo quasi dimenticato come si facesse.

Alzai lo sguardo di fronte alla porta d’ingresso, dov’era l’orologio e mi accorsi di quanto fosse tardi.

Tra qualche ora sarebbe sorta l’alba ed io non ero ancora a letto.
Guardai Sam, non potevo lasciarle in quel divano scomodo.
Così pian piano la presi in braccio, facendole appoggiare la testa sulla mia spalla mentre la sorreggevo dalle ginocchia.
Era così leggera.
Con attenzione la distesi sul letto e la coprì, non avevo mai visto un viso più delicato del suo.

Sentì disegnare un sorprendente sorriso sul mio volto e fu quasi scioccante.
Spensi tutte le luci e tolsi la maglietta, infine m’infilai anch’io sotto le coperte, accanto a Sam.
Scrutai il suo profilo soffermandomi su quel piccolo nasino all’insù, mi scappò un sorriso.
Pian piano la vista si annebbiò ed ero felice che la mia ultima immagine era il dolce viso della ragazza a cui avevo salvato la vita.

 
-SAM’S POV.
Sentì i miei sensi riprendersi, la mia visuale inquadrò la porta socchiusa della stanza di Harry e ricordai immediatamente tutto ciò che era successo.
Cercai Harry e mi resi conto che era proprio coricato accanto a me.
Le sue ciglia lunghe posavano sulle guancie rosee, mentre una sottilissima curva era impressa sulle sue labbra carnose.
Mi sembrava ancora tutto così strano, così assurdo ma dovevo sarei stata grata a Harry tutta la vita per quello che aveva fatto.

Mi stiracchiai, sentivo molto meno dolore di ieri ed era tutto merito di quel ragazzo.
Scesi dal letto e in punta di piedi raggiunsi il bagno dandomi una sistemata.
In seguito andai in cucina pensando di preparare la colazione a Harry, per ringraziarlo ancora una volta di avermi salvato la vita.

Mi arrangiai con ciò che c’era, spalmai della marmellata all’arancia su quattro toast mentre l’acqua stava già bollendo.
“Sam?”
La sua voce rimbombò tra il silenzio quieto della casa.
“Sono in cucina Harry.”

Asserì.
I passi di Harry erano rapidi e decisi.
Sentì la sua presenza fermarsi qualche metro dietro di me.
“Ehm … ho pensato di preparare qualcosa come ringraziamento per ciò che hai fatto per me.”
Spiegai ancora di spalle, poi mi voltai “Non ti arrabbi vero?” Domandai poi incerta.

L’espressione di Harry era sorpresa, i suoi grandi iridi verdi era ancora più chiari quella mattina.
“Oh … ehm, no Sam. Cioè .. ti ringrazio.”

Portandosi la mano alla nuca stavolta era lui quello impacciato.
Sorrisi incrociando il suo sguardo imbarazzato e poi mi voltai.
Versai l’acqua calda nelle due tazze bianche e poi gettai il filtro del thè.

Insieme ai toast li posai su un vassoio nero che avevo trovato tra i fasciami dei cassetti disordinati, e li portai a tavola.
Harry era già seduto aspettando ansioso.
“Non dovevi Sam.”
Affermò  scrutando la colazione.
“Mi hai salvato la vita Harry, ti sarò grata per tutta la vita.”
Fu come se il mondo si fermò per un secondo quando alzò gli occhi, sprofondandoli nei miei.
Mi sentivo quasi morire.
Mugugnai abbassando lo sguardo imbarazzata.
Sentì il rossore crescere sul mio viso mentre raggiungevo il mio posto.
Harry cominciò a mescolare il thè mentre io morsi il toast.
Non avevo mai assaggiato quel tipo di marmellata ma scoprì di piacermi, Harry probabilmente lo intuì.
“E’ l’unica marmellata che mi piace.”
Confessò ironico.
“Si, beh, è buona.”
Confermai abbozzando un sorriso.
“Che ci facevi in quel posto?”
Mi domandò poi fissandomi di nuovo negli occhi.
Mi stupì profondamente di quella domanda e ancora una volta non riuscì a reggere quello sguardo.
“Lì vicino si trova un parco dove vado spesso, solo che avrei dovuto ritornare a casa qualche ora prima.”
Spiegai malinconica, mentre Harry era intento ad ascoltarmi.
Morsi di nuovo il toast e incrociai i suoi iridi verdi interrogativi.
“Non capisco come una ragazza possa trovarsi in quel parco a quell’ora.”
Ghignò dopo aver sorseggiato il thè ancora fumante.
“Perché?” Replicai subito alzando gli occhi.
“E’ isolato e abbandonato Sam.”
Ghignò con tono ovvio.
“E’ per questo che adoro quel posto.” Confessai.
Harry non riuscì a staccare i suoi occhi da su di me, probabilmente non si sarebbe mai aspettato una risposta così strana.

***
Mi rimisi i miei vestiti nonostante non avessero un bel aspetto ma non potevo tornare a casa con una maglia da uomo.
Sobbalzai quando Harry bussò alla porta della sua stanza.
“Sei pronta?” Domandò.
Mi voltai e vidi i suoi iridi verdi scrutare il mio corpo.
“Posso anche prendere il bus Harry, non c’è bisogno che mi accompagni”
Affermai insistente.
Scuotè la testa deciso.
“Non ti lascerò andare da sola Sam.” Rispose “Non voglio averti sulla coscienza” Ironizzò.
“Oh, ti ringrazio.”
Asserì ridacchiando.
“Dai andiamo.”

M’invitò poi.
Misi la borsa a tracollo e lo seguì.
Quando aprì la porta d’ingresso mi accorsi subito che era un appartamento, quindi Harry abitava in un condominio.
Dopo aver chiuso a chiave chiamò l’ascensore.
“Vuoi davvero prendere l’ascensore?”
Domandai stupita.
“Vuoi fare le scale?”
Replicò alzando un sopracciglio.
“Dobbiamo scendere Harry.”
Asserì aggrottando la fronte.
“Sei ancora debole Sam.”
Confessò guardandomi negli occhi.
“Non più.”

Dissi sorridendogli.
Mi allontanai scendendo i primi scalini, Harry fu costretto a seguirmi.

***
Il viaggio in macchina fu piuttosto breve.
Non ero mai stata in quella parte della città, eppure cominciavo a chiedermi se fosse stata solo una casualità che Harry si trovasse in quel posto contemporaneamente.
Avevo notato che quella strada era abbastanza deserta.
“Devo svoltare a destra giusto?”
Mi chiese lanciandomi una leggere occhiata.
Annuì mugugnando.
La sua auto profumava di zucchero filato.
“Hai per caso dello zucchero avanzato nel cofano?”

Harry mi guardò stranito, aggrottando la fronte.
“Perché?” Replicò.
“C’è uno strano odore di zucchero filato in questa macchina.” Confessai.
Harry scoppiò subito a ridere, probabilmente sapevo a cosa mi riferivo.
“Alle ragazze piace sentire quest’odore.”
Disse lanciandomi un occhiata maliziosa.
“Mi stai prendendo in giro?”

Speravo davvero fosse così.
“Non ti piace?”
Mi domandò curioso, guardandomi di nuovo.
“E’ nauseante e infantile Harry.”
Confessai disgustata.
“Oh, davvero?”
Replicò incredulo.
Annuì mugugnando qualcosa.
“Strano.” Asserì deciso “Le ragazze impazziscono per lo zucchero filato, sei la prima che mi dice il contrario.”
Continuò stupito.
Non riuscì a trattenere una spontanea risata che lo fece incuriosire.
“Cos’hai da sghignazzare in quel modo?”
“Scusa Harry, ma è disgustoso quello che hai appena detto.”
Confessai con una mano nell’addome, trattenendo la risata.
Harry mi lanciò un’occhiata scioccata.
“A parte le tante ragazze che entrano nella tua auto” Dissi con enfasi “Ti consiglio di cambiare profumo”
Ghignai divertita.
Ma m’ignorò intento a osservare qualcos’altro.
“Se le indicazioni sono giuste, siamo arrivati Sam.”

La macchina si fermò dopo l’affermazione di Harry e un tonfo si aprì nel mio cuore.
Mi voltai a guardare fuori dal finestrino, ero proprio davanti casa mia.
“Si, siamo arrivati.”
Sussurrai mentre davo un’occhiata.
Il silenzio fu interrotto da Harry che aprì lo sportello, lo vidi ben presto aprire il mio lato.
“So scendere anche da sola.”
Esclamai leggermente irritata.

Sul viso di Harry si formò un ghigno sfacciato mentre io scendevo dalla macchina.
“Stai dimenticando la borsa.”
A pochi centimetri dal suo viso confessò divertito.
“Oh.”
Mugugnai.
Mi chinai prendendola sul sedile posteriore dell’auto e mi voltai di nuovo verso di lui.
Chiuse lo sportello e indietreggiò leggermente, lo vidi mettere le mani nelle tasche dei jeans.
“Ehm .. beh; volevo ringraziarti Harry. Davvero per tutto quello che hai fatto per me … non so cosa sarebbe successo se non fossi passato da lì ieri sera.”
Ero stranamente nervosa e la mia parlantina ne era la dimostrazione.
“Okay, sto parlando troppo velocemente e dovrei smetterla.”
Harry trovava tutto così buffo e fui felice di causarle quelle piccole fossette sulle sue rosee guancie.
“E’ da quando ti sei svegliata che non fai altro che ringraziarmi Sam.”

Asserì Harry sprofondando i suoi grandi iridi verde smeraldo nei miei.
Mi stava guardando di nuovo in quel modo.
Quegli iridi verde smeraldo erano talmente belli, non avevo mai visto occhi simili ai suoi.
“Saaam!”
Gridò una voce familiare, facendo sobbalzare entrambi.
Scorsi mia zia agitare la sua mano dietro il cancello.
“Ehm … adesso devo andare Harry o mia zia comincerà a riempirti di domande.”
Dissi imbarazzata.
Non ebbi nemmeno il tempo di alzare lo sguardo che sentì le labbra rosee di Harry pigiare la mia guancia,
lasciandomi un dolce calore sul mio viso.
“Arrivederci Sam.”
Mi sussurrò all’orecchio scorgendomi il ciuffo con la sua grande mano.
Poi mi superò raggiungendo la sua macchina.
Rimasi pietrificata, sorpresa da quel dolce gesto.
Mi girai di colpo “Harry!”
Gridai con il cuore in gola.
La sua grande chioma scura si voltò lasciando posto a dei bellissimi occhi verdi.
“Ci rivedremo?”
Gridai ansiosa.
Sul viso di Harry si disegnò l’ennesima curva che dava forma a quelle adorabili fossette.
Non capì se fosse un’affermazione o semplicemente provasse piacere a sentirmelo dire, fatto sta che non avrei scordato quella chioma scura e quegli iridi verdi.
Non avrei scordato il ragazzo che mi aveva salvato la vita.
   
 
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