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Autore: Feux    19/10/2007    1 recensioni
Troppo domande, nessuna risposta. Neanche la biblioteca mi può aiutare, ora.
Una volta, era il mio rifugio. Mi nascondevo dai miei sentimenti, in un infinito gioco infantile.
Ma ora…ora loro mi hanno trovata. Impossibile nascondersi per l’eternità.
Forse, è stato un bene.
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The beginningCapitolo secondo

 

 

 

 

 

 

 

Let the rain fall down
And wake my dreams
Let it wash away
My sanity

(Come clean, Hilary Duff)

 

 

 

 

Piove. Piove e piove, come grosse lacrime dal cielo. È tutto il giorno che piove, ed è da tutto il giorno che non smetto di guardare fuori.

Forse per non volgere lo sguardo altrove.

La mia poltrona. Lui e lei, ancora. Sempre.

E di fuori, la pioggia.

Adesso lui e lei sono solo un ricordo sfuocato della mia mente. Un ricordo che, come una macchia nella mia memoria, viene lavato dalla pioggia.

Di notte, sotto la pioggia. Ecco dove sono. La vecchia Hermione non lo avrebbe mai fatto. La vecchia Hermione aveva buon senso. Io no.

La vecchia Hermione qui, la vecchia Hermione là…basta!

La vecchia Hermione è scomparsa. Svanita. Scivolata via dal mio corpo, dal mio cuore, dalla mia mente, con la pioggia.

Pioggia benefica, sembra bagnarmi di lacrime anche il cuore.

 

***

 

 

Hermione…?”

Oh. Mi sveglio d’improvviso. Ho fatto uno strano sogno. Stavo fuori, nell’immenso parco di Hogwarts, e la pioggia mi irrorava un senso di benessere. Era tutto così bello…

Hermione?”

Lavanda. È lei che mi ha svegliata?

“…Sì…?”

Oh, merlino. La mia voce suona così…roca! La gola mi fa male, non riesco quasi a parlare. Oh no, mi sto ammalando! Ma come…ieri stavo bene.

“Ehm, scusa se ti ho svegliata ma…ecco è un po’ tardi. Forse dovresti alzarti.”

“Oh, oh. Sì, certo.”

“Cosa?”

“Ho detto che…-“

Perché adesso ha fatto quella faccia? Ho qualcosa che non va?

“Oh, Hermione. Sei così pallida! Sicura di stare bene?”

No che non sto bene! Non se tu sei qui, a così pochi centimetri da me, così vicina che posso sentire il tuo profumo…

“Io…non lo so.

Oh.

Cosa fa, adesso?

“Sì, credo che tu abbia la febbre.”

Mi ha messo una mano sulla fronte? Per sentire se ho la febbre? Lavanda Brown?

“Oh. Davvero?”

Oh. Davvero?! Questo è tutto ciò che riesco a dire? Oh. Davvero?

“Meglio che vada a chiamare madame Chips.

No! Non sono malata, non sono malata! E poi oggi ho Artimanzia

“No, tranquilla! Sto bene, sto bene.”

E ora? Cos’è quell’espressione? Oh, devo andare in biblioteca. Ci deve essere un libro che spieghi come interpretare le espressioni facciali, il linguaggio del corpo…

“Che cosa? No, tu non stai bene! Devi almeno andare in infermeria!”

Oh. Ma come faccio a dire di no? Sono così sfiancata. Va bene.

“Va bene. Ci vado dopo.”

“Ci vieni adesso. Dai, ti accompagno io.”

Mi alzo dal letto. Ma…perché ho i piedi sporchi di terra? Anche le lenzuola, sono piene di fango e erba.

Ma cosa…?

“Aspetta. Vado…in bagno.”

 

 

***

 

Mi sdraio per terra, la faccia schiacciata sulle fredde piastrelle del pavimento.

Sto impazzendo. C’è qualcosa che non va, in me.

Com’è possibile….mi sono svegliata ed sono malata, malgrado io sia rimasta dentro il castello per tutti i giorni scorsi. E il fango. I miei piedi, sporchi.

Devo lavarmi.

Questa volta l’acqua è gelida. Perché deve essere così, deve essere ghiacciata, deve congelarmi il cuore e i sentimenti.

Hermione Granger esci subito di lì!”

No. Non esco. È così bello. È come nel mio sogno. Potevo sentire nelle narici l’odore del bagnato, della terra, dell’erba. Lo sento ancora adesso…

“Ti ho detto di uscire. Adesso!”

Qualcuno mi strattona fuori dalla doccia. Mi accorgo di essere ancora vestita. Indosso la mia camicia da notte, bianca. Ora è fradicia e aderisce perfettamente al mio corpo.

Una figura, apparentemente furiosa, mi avvolge in un asciugamano violetto. Poi…diventa tutto nero.

 

 

***

 

 

“Ah! No, la piovra gigante no!”

No! Oh. Era solo un sogno, era solo un incubo. Per fortuna…

Ma dove sono?  Qualcuno… qualcuno mi sta tenendo la mano. Che sia…

Ron? Cosa ci fa Ron nel mio dormitorio?

“…Ron?..”

Non mi sente. Sta dormendo, con la testa appoggia al mio letto, in una piega strana.

Mi guardo in giro. Ma cosa…cosa ci faccio in infermeria?

Ron?”

La mia voce è solo un sussurro, ma questa volta si sveglia.

Hermione! Finalmente ti sei svegliata! Come stai? Devo chiamare madama Chips?”

Perché si sta preoccupando così per me? Perché sono in infermeria? E, soprattutto, perché Ron mi tiene ancora la mano?

Vedendo il mio sguardo, che va dalle nostre mani intrecchiate al suo viso, diventa rosso e toglie immediatamente la mano.

“Ehm…”

Credo che abbia capito, dalla mi espressione, che io non ho la minima idea di come sono finita qui. Quindi, ecco un flusso di parole uscire dalla sua bocca.

“Oh. Non ti ricordi, vero? Beh, io non c’ero, ma Lavanda mi ha detto che l’altro ieri mattina, quando ti sei svegliata, non stavi molto bene. Poi, ha detto che hai iniziato a comportarti in modo strano…”

Adesso mi ritorna in mente. Sprazzi, immagini confuse, io che sto sotto la doccia, Lavanda che mi sveglia, mi mette la mano sulla fronte, di nuovo io nella doccia, i piedi sporchi di fango…

Istintivamente alzo le coperte e mi guardo i piedi. Sono puliti.

“Beh, poi dice che sei svenuta. Ti hanno portata in infermeria. Avevi la febbre molto alta, dicevi frasi strane. Comunque, hai dormito per circa un giorno e mezzo.

Che cosa? Un giorno e mezzo? Mi sono persa un giorno e mezzo della mia vita? Devo subito recuperare! Chissà cos’hanno fatto ad Artimanzia

“Ehi, ehi. Dove stai andando?”

Beh, che domanda. Ehi. Ma poi da quando è che io e lui ci parliamo?

“Sto andando a recuperare un giorno e mezzo della mia vita, che domande.

Fa un faccia stralunata. Uff. Quel libro sulle espressioni facciali mi serve veramente. Che vuole adesso?

“No. Madame Chips ha detto che saresti dovuta rimanere ha letto almeno per un'altra giornata.

Ah. Ma chi si crede di essere?

“E tu chi sei, per dirmi di rimanere a letto? Ah, e per la cronaca, da quando tu sei così gentile con me? Da dopo l’incidente con i canarini ci siamo scambiati si e no dieci parole. Mi sembravi piuttosto arrabbiato.”

La vecchia Hermione alla riscossa. Wow. Iniziavo a dimenticarmi com’era litigare con Ron.

“Ehi. Ma…cioè…ehm. MADAMA CHI-“

“Ah! Ma che fai, sconsiderato?”

Gli ho dovuto mettere la mano sulla bocca, sennò la carceriera sarebbe arrivata a corsa.

Mhppf, mmh, mhpff?”

“Che cosa? Non ho capito!”

In fondo, forse, potrei anche perdonare Ron. Non posso permettere che il nostro trio si allontani. Non ora.

Ron? Ron, sei qui?”

Ma chi…?

Lavanda? Oh.

Quando si accorge della mia mano sulla bocca di Ron, delle suo occhiaie che dicono tutto, i suoi occhi hanno come un guizzo. Non capisco, però.

Mi affretto a togliere la mano dalla sua bocca.

“Oh. Lavanda. Ciao.”

Non sembra molto contento. Ma nemmeno lei. Ora mi sento così a disagio. È come se il mio malessere torni, all’improvviso.

“Ciao, Ron. Ehm, Hermione…”

È la seconda volta che vedo Lavanda arrossire. No, cosa dico. Le sue guance si colorano solo di un tenue rosa, nulla più. Ron invece, diventa boredeux. Io? Sento il calore avvampare alle guance.

“Oh. Ron, ti aspetto fuori.”

Oh. Forse è meglio che io vada fuori.

“No. No, no. Rimani pure. Io ora…posso andare. Sto bene.”

Mi alzo di scatto dal letto. Le lenzuola scivolano via leggere dal mio corpo…e mi accorgo di indossare solo una leggera camicia da notte.

È come se potessi sentire la tensione crescere, nella stanza.

Mi vesto più in fretta che posso, dietro un paravento.

“Ciao Ron, Lavanda.”

Lavanda è ancora in piedi, sulla porta. Ron invece è vicino al mio letto.

Mi incammino verso la porta e Lavanda si sposta, per farmi passare. Ma questo non impedisce ai nostri bracci di sfiorarsi e, durante quel lieve contatto, sussurro due parole che mai, mai avrei immaginato di dire.

“Grazie, Lavanda.”

Appena un sibilo, la mia voce. Ma so che ha sentito. Ora, meglio che li lasci soli.

 

 

***

 

 

La biblioteca, ancora una volta. Ma ora che sono immersa in questo mondo, che una volta reputavo fantastico, mi accorgo che non è più il mio posto. Qualcosa l’ha inquinato. O forse, sono solo io.

Prendo un libro a caso, lo apro ad una pagina qualsiasi. Come per trovare un risposta, giro pagine e pagine. Scricchiolano, come foglie secche calpestate da un uomo ( una donna?) e anche il mio cuore sembra sia stato premuto.

“Ehi, scusa.”

Qualcuno mi a picchiettato sulla spalla. Non riesco a capire chi sia, non dalla voce. Anche questa volta, mi tocca girarmi.

“Si?”

Mh. Un ragazzo alto, riccioluto, ben piazzato. Grifondoro, ne sono certa. Ma chi?

“Beh, non è quando hai finito di leggere quel libro, me lo potresti dare?”

Credo che il mio sguardo sia molto interrogativo. Infatti…

“Ah scusa. Tu sei Hermione Granger, no? Bene. Io sono Cormac McLaggen.”

McLaggen? Mi dice qualcosa. Ma cosa? Ah, sì. Il portiere mancato? Ma certo! Quello che ho, ehm, confuso. Certo.

“Ah, sì. Piacere.”

Sì, come no.

“Allora…quando lo finisci, il libro?”

Strano, non mi sembra un tipo da biblioteca. Ma nemmeno Lavanda…

Perché mi fissa?

Ah, il libro.

Certo. Lo chiudo, usando un dito per tenere il posto. “100 anni di Quidditch. Storia e antologia del quidditch nel900.” Ops.

“Oh. Certo. Te lo do subito, se vuoi.”

Sguardo perplesso. Perché?

“Ma…non lo vuoi finire? Beh, so che ti piace leggere e credevo che…”

Oh, Morgana. Ma come fa questo qui a conoscermi?

“Oh. Beh, ora ho da fare. Quindi…tienitelo pure!”

Ma certo che se lo deve tenere! Un libro sul Quidditch

“Grazie mille, Hermione! Ci vediamo in giro, eh.

“Sì, certo. Ciao.”

Sì, certo. Come no!

Adesso, esco dalla biblioteca. Non ho trovato risposte, solo più domande.

Non sono più pura. Non sono più degna di stare qui.

 

 

 

  
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