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Autore: KiaraRowling    19/10/2007    29 recensioni
Le ragazze sanno essere molto vendicative quando vogliono: lo sa bene Hermione che, dopo essere stata lasciata da Ron (sì, avete letto bene, lasciata!) decide di vendicarsi e di passare un ultimo anno indimenticabile, grazie all'aiuto del suo più acerrimo nemico..
Genere: Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry, Potter, Ron, Weasley, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Se, in Sala Grande, Ron assomigliava ad una Strillettera, neanche un esercito di Ippogrifi imbizzarriti sarebbe potuto essere minimamente paragonato alla furia di Hermione.

Dopo quel - Crepa Weasley. - , era uscita di corsa dalla Sala: non avrebbe potuto resistere un secondo di più.

Non c’erano parole per descrivere ciò che Hermione provava in quel momento: persino i ritratti delle scale indietreggiavano impauriti al passaggio della Grifona, rifugiandosi ai bordi dei quadri.

La ragazza marciò fino al suo dormitorio, spalancò la porta della sua stanza, prese il pigiama e lo spazzolino da denti, e si diresse spedita verso la stanza del Caposcuola di Serpeverde, ovvero un biondino di nostra conoscenza..

Ovviamente la porta era chiusa, poichè Malfoy era ancora in Sala Grande a cenare.

Ma, per chi non l’avesse ancora capito, Hermione in quel momento era una furia scatenata: e la ragazza, quella sera, non aveva la minima voglia di aspettare.

Il volto come una maschera di cera, gli occhi ridotti a due fessure, le labbra assottigliate in una linea sottile, diede un calcio alla porta, senza risultato: da quell anno, infatti, anche per le stanze dei Caposcuola era stata inserita una parola d’ordine, parola che, ovviamente, conoscevano soltanto i proprietari delle stanze.

- Ma porca.. - Hermione si trattenne dall’imprecare.

Lasciò la sua roba davanti alla porta, e camminò, anzi, praticamente corse, fino in Sala Grande.

Non degnò di uno sguardo i compagni Grifondoro, puntò gli occhi su Malfoy e si diresse verso di lui.

Il biondo capì con uno sguardo cosa passava per la testa della Mezzosangue: si alzò, e le andò incontro.

La prese tra le braccia, nello stesso momento in cui lei si impossessava della bocca di lui: fu un bacio infuocato, i due trasudavano passione da tutti i pori.

E mentre la Parkinson strillava in modo isterico, e Ron era sull’orlo di una crisi epilettica, Harry guardava la sua amica Hermione tra le braccia del suo peggior nemico.

Doveva parlarle, e anche presto: doveva capire, lei doveva spiegargli un bel pò di cose.

Hermione si staccò da Draco e, facendo in modo di farsi sentire perfettamente da tutti, lo guardò con uno sguardo sensuale e gli disse: - Andiamo in camera tua, non posso più aspettare. -

Adesso, immaginatevi tutti gli studenti con la bocca spalancata: ma proprio tutti, non tralasciatene neanche uno. Ci siete? Perfetto, adesso immaginate che le mandibole spalancate, caschino a terra dopo aver sentito le parole di Hermione. Fatto?

Ecco, avete davanti la fedele reazione dell’intera Sala Grande.

Hermione non ci fece neanche caso, prese per mano Malfoy e lo trascinò, letteralmente, fuori dalla Sala.

- Mezzosangue.. - Draco era rimasto scioccato: non dal gesto in sè, aveva capito cosa voleva la Granger appena l’aveva vista negli occhi; era il come l’aveva baciato, che l’aveva lasciato senza parole: perchè?

Perchè, e l’avrebbe negato fino alla morte se gliel’avessero chiesto, la Granger l’aveva fatto eccitare. Con un semplice bacio. Per Salazar, quella ragazza era una vera e propria strega nel reale senso della parola!

Si fermarono di fronte alla porta della camera di lui, e Hermione lo guardò.

- Camera dei Segreti - mormorò lui.

La porta si aprì con uno scatto, e i due entrarono: Hermione lanciò la sua roba sul letto, poi iniziò a passeggiare furiosamente per la stanza, mentre Draco si sedeva comodamente su un poltroncina di pelle nera.

Draco la guardò, e le diede 5 secondi.

5..

4..

3..

2..

1..

- No dico, ma l’hai sentito?!?!?!? -

Draco trattenne un ghigno: non era prudente ridere in faccia alla Mezzosangue adesso.

- Ma come si permette quel... quel... non riesco neanche a definirlo!! -

Hermione non urlava, ma la sua voce tremava per la rabbia e la delusione.

- Che ne dici di " testa di bradipo" ? - propose il biondo.

Hermione si fermò e lo fissò.

Poi, scoppiò a piangere.

Draco la guardò, inorridito: non ci sapeva assolutamente fare con le donne che piangevano, era del tutto incapace di consolarle.

Lei si sedette sul bordo del letto.

- Scu.. scusami.. - singhiozzò.

- E’ che.. non è giusto.. perchè.. perchè voi ragazzi potete stare con mille ragazze.. e noi.. se noi proviamo a lasciarci.. andare.. con un altro.. diventiamo delle.. delle.. - non riusciva a pronunciare quella parola, le spezzava il cuore.

- Tu non sei una puttana Granger. -

Hermione alzò gli occhi su di lui, quegli occhi luccicanti per le lacrime e pieni di dolore, quegli occhi che, appena si posarono sul biondo, gli fecero accelerare i battiti del cuore.

- Granger.. Lenticchia è un idiota. Letteralmente incapace di formulare pensieri degni di questo nome. E’ geloso Granger, geloso marcio. E vuoi sapere perchè? Perchè si era immaginato una ragazza distrutta dal dolore per lui, e invece si è dovuto scontrare con una donna forte, che aveva svoltato pagina, e aveva deciso di vivere anche senza di lui. -

Hermione spalancò gli occhi.

- Che c’è? - le chiese Draco, alzando un sopracciglio.

- Mi hai.. mi hai chiamata.. donna.. -

Se lo sarebbe ricordata per sempre: era stato Draco Malfoy, il primo a definirla donna.

- Sì.. e allora? -

Draco non riusciva a capire cosa ci fosse di particolare i ciò che aveva detto: ma la Granger sembrava felice.. e a lui piaceva quando lei era felice.

Nel senso che almeno perdeva la solita aria da So-Tutto-Io, solo per quello. Niente di più, naturalmente.

Hermione gli sorrise riconoscente: - Grazie -

Nessuno l’aveva mai ringraziato. Fu strano sentir pronunciare quelle parole, rivolte a lui.

Non ricambiò il suo sorriso, non ne era capace, ma le fece un cenno del capo, in una muta risposta.

Il suo sguardo si posò sul pigiama di lei, e un ghigno fece capolino sulle sue labbra.

- Mezzosangue.. cos’è.. quello? -

Hermione seguì il suo sguardo: - Il mio pigiama, perchè? - chiese la castana.

- E quello.. quello lo chiami.. pigiama? -

Il pigiama in questione era un tuta rosa, gigantesca, con un bel maialino rosa disegnato sul davanti.

- Cosa c’è che non va nel mio pigiama? - chiese ancora Hermione confusa.

- Granger.. quel coso è almeno tre taglie più grandi della tua! -

Hermione lo guardò: - Beh, sì.. ma a me piace stare comoda.. -

Malfoy la fissò incredulo: - Ma non ci nuoti dentro? -

Hermione ci pensò su qualche istante: - In effetti un pochino sì.. ma non riesco a mettermi i baby doll o cose del genere, li trovo troppo scomodi.. -

Malfoy scosse la testa: - Come ti pare Mezzosangue. Adesso cambiati. -

Hermione si alzò, per andare in bagno.

- Dove credi di andare? -

- In bagno, a cambiarmi -

Malfoy ghignò: davanti ad una Hermione incredula e imbarazzatissima, si tolse la divisa scolastica. Via la cravatta, la camicia, e i pantaloni: Draco era rimasto in boxer.

La guardò: - Granger, tu ti cambierai qui, davanti a me. -

Hermione impallidì: - Co.. co.. cosa?!? -

- Mi hai sentito Granger: spogliati e cambiati. -

- Malfoy.. io non.. non posso qui, davanti a.. a te.. -

- Puoi Granger, io l’ho fatto. -

Hermione chiuse gli occhi e deglutì.

Sempre con gli occhi chiusi, si sciolse la cravatta, buttandola a terra; poi fu la volta della camicia, i cui bottoni vennero slacciati lentamente, con una sensualità inconsapevole. Fu la volta della gonna, che scivolò a terra, accarezzandole le gambe nude.

Draco la guardò: era semplice, nel suo completo bianco, puro, verginale.

Era bellissima.

- Sei bellissima Granger. Ed è assurdo che tu non te ne renda conto. -

Hermione teneva lo sguardo fisso a terra: non ce la faceva a guardarlo, la consapevolezza della loro quasi totale nudità la rendeva troppo imbarazzata.

- Guardami Hermione. -

Lei alzò lo sguardo, incredula: l’aveva chiamata per nome.

Lui si avvicinò a lei, lentamente.

E Hermione non si mosse: non si tirò indietro, rimase ferma.

Perchè, quella sera, lo voleva.

Voleva lasciarsi andare.

E' tardissimo stasera, e, benchè volessi ringraziarvi singolarmente (ve lo meritate davvero) , proprio non ce la faccio. Spero mi possiate perdonare (vi convincono i miei occhi da cucciola???) , e mi auguro di trovare il solito e spropositato numero direcensioni, che fanno volare alta la mia autostima!!!

Perciò, con la domanda: che ne pensate di questo chappy???? Vi lascio e vi mando un bacione!!!

Al prossimo capitolo!!!

Chiara

  
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