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Autore: Paddy_Potter    01/04/2013    0 recensioni
Cos'è successo quella notte? Perché Sirius è scappato di casa? Dove è andato? Com'è avvenuto questo paragrafo della vita del nostro Felpato che si accenna solamente?
Questa storia parla di dolore, tristezza, perdita, ma anche di amicizia e promesse rinnovate.
Verranno svelati nuovi segreti, tra le peripezie dei nostri malandrini, con una guerra ad aspettarli, con tutto ciò che possono combinare i nostri sedicienni preferiti!!
Nel primo capitolo...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Potter, Orion Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Alba tra fratelli

 

 

Sgranò gli occhi alla vista di quel ragazzo fradicio, infangato, con uno zaino sulle spalle e una guancia arrossata.

"Buongiorno signor Potter, James è in casa?"

 

"S...Sirius...ma che ci fai qui? Sei bagnato fradicio! Entra dentro o ti ammali!!"

Il ragazzo entrò sotto lo sguardo interrogativo di Charlus Potter: ma come diavolo era arrivato fin lì!? Era davvero messo male! Forse James si era dimenticato di dirgli che sarebbe venuto...probabile, aveva sempre la testa tre le nuvole quel ragazzo!

"Mi scusi per l'orario, davvero, non avrei voluto disturbare, ma....ehm..."

"Tranquillo, io e Dorea ci stavamo comunque alzando. James non mi aveva detto che saresti venuto! Dovrò fargli un discorsetto..."

"Oh, no, no, James non sapeva che sarei venuto, non l'avevo avvisato, non...ehm, io..."

Sirius non sapeva cosa dire: era andato lì quasi senza rendersene conto, gli era parsa la sua ultima salvezza e non aveva idea di cosa dire. Il padre di James lo scrutava con sguardo indagatorio e lo metteva molto a disagio.

"Ora mi butta fuori..." pensò Sirius: ma come gli era venuto in mente di presentarsi così conciato in casa di qualcuno alle sei di mattina?!

Fortunatamente il silenzio che si era creato mentre tentava di inventarsi una scusa decente venne interrotto da una voce proveniente dalle scale.

"Sir, che ci fai qui!?" chiese James in pigiama, catapultandosi giù dalle scale.

"Ehm...io..."

"Papà, non farlo stare lì in piedi: sta tremando dal freddo, almeno dagli una coperta!" continuò l'altro togliendogli lo zaino dalle spalle.

"Certo..." rispose Charlus, passando una coperta di lana a quadri al ragazzo.

"James noi dobbiamo andare, non..." giunse la voce di Dorea che comaparve in fondo alle scale, fermandosi di colpo.

"Sirius?? James non mi hai detto che veniva a trovarci!"

"Io non...io...mi sono dimenticato, scusa mamma." mentì svelto il ragazzo con gli occhiali.

Sirius, colto di sorpresa, guardò Charlus che gli rispose con un'occhiata tranquillizzante.

"Dorea, dobbiamo andare! Jamie pensa tu a Sirius." salutò, trascinando la moglie fuori e lanciando un ultimo sguardo ai due ragazzi "Questa sera parliamo..." e si chiuse la porta alle spalle.

"Perchè hai mentito?"

"Non mi sembri in condizioni di dare spiegazioni." sorrise il grifondoro al fratello.

"Grazie Jamie, io.."

"Calma, parliamo più tardi: ora hai bisogno di una doccia calda e di una buona colazione."

Sirius sorrise stanco: ecco perchè lui era suo fratello, lo capiva sempre, qualsiai cosa succedesse. Si lasciò avvicinare da James, fino a cadere con la testa sulla sua spalla.

"Ciao Sir."

"Ciao Jamie."

E, sorridendo, i due si incamminarono verso le scale.

"Tawny, prepareresti la colazione per me e Sirius?" chiese James all'elfa che era appena comparsa dalla cucina.

"Certo, padroncino." rispose lei obbediente.

Salirono le sale e si ritrovarono in un ampio corridoio. Dopo un attimo di indecisione, il padrone di casa decise di portare l'amico nella sua camera. C'erano tantissime altre stanze in quella casa, ma non se la sentiva di lasciare Sirius da solo e così fece spostare un letto verso la sua e lo posizionò affianco a quello già lì. Vi depose lo zaino e poi accompagnò il ragazzo verso il bagno.

Era ridotto davvero male, notò James, e non aveva più il suo sguardo malandrino negli occhi: era questa una delle cose che lo preoccupavano di più.

Sirius per ora non era in grado di rispondere, quindi lui non fece domande, pur intuendo vagamente la situazione.

Una volta in bagno gli preparò l'acqua calda nella vasca e uscì mentre l'amico vi entrava. Mentre rimaneva lì, poteva dare un'occhiata allo zaino.

Vi si avvicinò e, aprendolo, scoprì che vi erano tutti i vestiti e i libri di scuola di suo fratello: era scappato di casa.

James si passò una mano tra i capelli: quella sarebbe stata una giornata difficile...

Fece appena in tempo a chiudere lo zaino e girarsi che Sirius comparve sulla porta del bagno. "Non è che mi passeresti lo zaino? Sai, ci sono dei miei vestiti puliti dentro..."

"Certo." rispose sorridendo e lo passò all'amico.

Dopo qualche minuto, questo uscì dal bagno e, sempre sorridendo, si incamminarono verso la cucina dove Tawny li aspettava con bacon, uova strapazzate e succo di frutta.

Si sedettero e divorarono tutto, scherzando ricordando le loro colazioni ad Hogwarts: questa volta non dovevao fiondarsi in una classe, ma tornare in camera e discutere dell'accaduto. James non era sicuro di quale delle due prospettive giudicare la migliore, ma, ricordandosi che l'anno prima il martedì mattina avevano due ore di Storia della Magia, optò immediatamente per la chiacchierata.

Tornati in camera e seduti sul letto, non si poteva più rinviare.

Lo sapevano entrambi, ma nessuno aveva il coraggio di iniziare.

"Sono scappato di casa." confessò Sirius.

James non rimase sorpreso, avendolo già intuito prima, ma comunque non risparmiò una faccia dispiaciuta al fratello.

"Cos'è successo, Sir?"

"Io...lui..." tentò di rispondere.

"Ok, calma," lo anticipò il fratello, prendendolo per le spalle "prendi un bel respiro come se volesi urlare dietro a Mocciosus e poi spara!"

Ridacchiando, Sirius cominciò il racconto e parlò a James della discussione con suo padre, ma arrivato a quel momento...

"Sì?" lo incalzò James.

"Lui...lui mi...mi ha dato uno schiaffo." riuscì a mormorare.

E lì quel poco della corazza di Sirius Black che era riuscito a resistere crollò definitivamente, mostrando un ragazzo ferito, solo, abbandonato. Tutta l'aura di sicurezza che di solito lo circondava era svanita assieme all'ultima traccia di quello sguardo malandrino che gli brillava sempre negli occhi. Era emerso il cucciolo che c'era ancora in lui, il bambino che si sforzava di nascondere.

James davanti ad una simile scena provò così tanta pietà nei confronti dell'amico: non gli brillavano più gli occhi, coperti dal ciuffo di capelli che gli arrivava in faccia, non aveva più l'ombra di una risata sempre nascosta sulle sue labbra pronta a sbucare...non c'era più il suo Sirius.

Una lacrima sgorgò purissima dagli occhi di Felpato.

James si mosse in avanti per asciugarla ma un'altra ne sgorgò, seguita da un'altra e da un'altra ancora.

"Sono solo." sussurrò Sirius più a se stesso che ad altri.

"No, Felpato, tu hai un fratello." mormorò il grifondoro di rimando.

E detto questo si avvicinò ancora di più al suo amico, gli mise una mano dietro la schiena e lo spinse dolcemente verso di sè, stringendolo poi contro il suo petto circondandolo in un abbraccio e appoggiando il volto tra suoi capelli.

Sentì l'amico rimanere inizialmente immobile, ammutolito, fino a sciogliersi nell'abbraccio e a stringersi contro di lui, scoppiando a piangere.

Pianse.

Pianse stringendosi forte all'unica cosa rimasta sicura nella sua vita, all'unica persona che c'era in quel momento e che era davvero disposta a rimanere con lui fino alla fine.

Pianse contro il suo James, il suo fratellone, la sua salvezza.

E James rimase lì, con la testa appoggiata ai capelli scuri del suo fratellino, stringendolo forte contro di sè, conscio di essere gran parte di ciò che gli era rimasto, di volergli più bene che mai e di volerlo aiutare anche fino alla morte, se necessario: avrebbe fatto di tutto per lui.

Dopo un tempo che nessuno dei due seppe misurare, Sirius smise di piangere e si sciolse lentamente dalla stretta dell'amico.

Si guardarono negli occhi.

"Te l'ho promesso tempo fa, te lo riprometto ora, Sir: io sarò per sempre tuo fratello." lo rassicurò James.

Felpato sorrise: lo sapeva, sapeva che sarebbe sempre stato al suo fianco, sapeva che non l'avrebbe abbandonato mai.

"Lo so." disse solamente.

"Vieni." gli disse Ramoso, alzandosi e tirandolo su dal letto.

Si avviarono verso la porta-finestra che dava a est e uscirono sul balcone: era uno spettacolo meraviglioso.

Aveva smesso di piovere, ma il cielo sopra di loro era ancora ricoperto di fitte nuvole scure, e così proseguiva fino all'orizzonte, dove però si diradavano fino a scomparire incorniciando il sole nascente. Soffici raggi dorati accarezzavano la campagna, poggiandosi sulle dolci colline, e brillavano nell'aria fresca. Una leggera brezza sospirava, rendendo ancora più nitidi i colori: il verde dei prati e dei boschetti, il grigio bluastro delle nubi, l'arancio dell'unico pezzo di cielo che sbucava lontano. Qualche uccello già sveglio cantava lì vicino.

"È...incredibile." mormorò Sirius incredulo davanti a quella vista.

"Fantastico, vero?" gli rispose James.

E lì rimasero, perdendo la cognizione del tempo, guardando il mondo svegliarsi sotto i loro occhi, vicini, inseparabili, come sarebbero rimasti sempre.

 

 

Spazietto autrice...

Ciao a tutti!!

So di essere un po' in ritardo ma ho talmente tanti compite per le vacanze!!!

Voglio ringraziare tantissimo Ram92, che con le sue parole mi ha dato abbastanza fiducia da scrivere questo nuovo capitolo:)

Spero che qualcun altro voglia lasciare una piccola recensionina perchè mi farebbe sentire un po' meglio, tutto qui...

Grazie in anticipo, spero vi sia piaciuto il nuovo capitolo!!

Anna

  
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