Ció che piú di tutto mi ricorda la mia quotidianitá é il fatto che i miei incubi, ovvero coloro che davvero non mi hanno mai abbandonata, sono tornati, piú orribili di prima. Mi riscopro a covare un desiderio vergognoso: lo scaccio via subito. Per un attimo ho desiderato di passare una notte nell'arena. Una di quelle notti in cui ero troppo sfinita e provata per sognare, e venivo dispensata dai miei incubi quotidiani; ma poi penso che la notte ero occupata da altro. Incendi. Coltelli. Acido. Cannoni. Ibridi. Ecco la lista delle immagini della notte scorsa. Rue era un orribile piccolo ibrido che non riusciva piú a riconoscermi, e io grondavo sangue sotto i suoi denti stringendo al petto la mia spilla. Ieri mentre camminavo per il 12 ho saputo che la famiglia di Madge é stata distrutta al completo, e dentro di me le ho mandato un ringraziamento per tutto ció che ha fatto per me, anche se adesso la ghiandaia imitatrice non fa che ricordarmi tutti i miei pensieri piú oscuri. 

Ranuncolo é contento quando gli porto qualcosa dai boschi. Non é piú il gatto frivolo che ho sempre odiato. Si é fatto una ragione di quello che é successo, ed é diventato un po' piú simile a me.

Vado a caccia quasi ogni giorno e mi sto impegnando a fondo. Spesso non trovo nulla, perché anche se un cerbiatto passa davanti a me mi trova irrimediabilmente immersa nei miei pensieri. Ogni singolo sasso, ogni albero mi ricordano Gale. Quanto é riuscito a regalarmi negli ultimi quattro anni. E quanto mi farebbe soffrire la sua presenza qui. So che nel distretto 2, dove si trova adesso, si rifará probabilmente una vita. Forse giá in questo momento sta pensando a una nuova estrattrice di grafite. Frugo dentro di me, timorosa di riscontrare rabbia, gelosia; invece trovo felicitá. Non per me, ma per lui. E anche per non averlo ucciso quando me lo aveva chiesto, in modo che possa ricominciare a vivere una vita piú felice, una vita diversa. Sono immersa in questi pensieri quando davanti a me, in fondo alla valle, vedo una feccia colpire un cerbiatto, che immediatamente stramazza al suolo, morto. Non sono sola.

Avevo smesso da settimane di immaginare che si sarebbe di nuovo potuto presentare alle mie spalle, con passo felpato, al nostro solito posto. Quello dove ero solita aspettarlo.

E invece, come in un sogno, eccolo lí.

Gale.

Rimaniamo faccia a faccia per cinque secondi. Poi lui fa per abbracciarmi e io mi butto tra le sue braccia.

《Ehi, Catnip》. Ma nelle sue parole c' é un briciolo di nostalgia. Sono parole, queste, che ero solita ascoltare ogni giorno, e che probabilmente sentiró provenire da lui solo altre due o tre volte nella mia vita.

《Cosa ci fai qui?》La mia voce é rotta dal pianto. Ma ci sono poche persone al mondo, ormai, con cui posso davvero piangere.

《Non potevo lasciarti cosí. Non hai idea di cosa sta succedendo lí fuori. Plutarch é terribilmene eccitato: ti ha inserito nella scaletta di almeno dieci dei suoi prossimi programmi televisivi. Il dottor Aurelius prevede per te una terapia lunga anni, ma dice che tu non ti fai curare. Io avró troppo da fare nel distretto 2 in futuro, e non posso accettare di vivere ricordando l'ultimo saluto che mi hai dato a Capitol City. Katniss per favore, perdonami》.

《Gale...- singhiozzo, so che sto per sfociare nell'isteria - Gale, io ero troppo arrabbiata per poter riflettere! Sono ancora convinta che possa essere stato il vostro Hovercraft a lanciare quelle bombe, ma...》

《Katniss, anche io lo so -disse, stringendomi piú forte- ma ti assicuro che nessuno di noi vivrá in pace dopo tutto quello che é successo. Chiunque sará perseguitato dal rimorso. Bisogna peró anche avere delle certezze, e quella che mi manca sei tu, Catnip. Non voglio che provi rancore per me, non posso vivere cosí》.

《Va bene- mi stacco da lui, asciugandomi le lacrime- va bene. Ormai é successo. Prim é morta. Un sacco di persone sono morte, ma noi no. Gale, sei il mio migliore amico. Lo sei sempre stato. Ti voglio bene, e sai che é una frase che ho pronunciato poche volte nella vita. E sono felice che ricomincerai una vita nel distretto 2》.

Gale sta zitto per qualche secondo, che pare un'eternitá. I suoi occhi sono lucidi.

《Hai ragione. Anche io sono felice. Ma ti posso assicurare che non smetteró mai di provare odio nei confronti di tutti coloro che hanno provocato la distruzione degli ultimi settantacinque anni》.

Il mio sguardo scivola in basso.Gale mi abbraccia di nuovo, affondando la testa nei miei capelli.

《A presto, Catnip. Ti voglio bene》.

 E io gli sono grata per questo. Gli sono grata perché é una delle poche persone rimase che me ne vuole sinceramente. Non diciamo piú niente, ma restiamo abbracciati per minuti, ore, giorni, anni.

Quando sale sull'hovercraft, mi sfugge un sorriso.