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Autore: TheOnlyWay    01/04/2013    11 recensioni
«Ora possiamo parlare?»
«Lo sai, vero, che non puoi saltarmi addosso ogni volta che non voglio ascoltarti?»
«Mi diverto con poco, che vuoi che ti dica? E poi saltarti addosso non mi dispiace.»
Sei arrabbiata con lui, ricordatelo, si ripeté June mentalmente. Eppure, per quanto avrebbe voluto prendere Harry a schiaffi e urlargli di andare al diavolo, non riuscì a non sorridere debolmente.
«Comincio a pensare che tu abbia qualche problema con la coerenza, Harry. Sbaglio o poco fa hai detto che non c’era niente di cui parlare?» gli ricordò, un po’ mestamente.
Harry alzò gli occhi al cielo e le liberò i polsi. Tuttavia, non accennò ad alzarsi.
«Mi fai così incazzare, June, che non ne hai idea.»
«Io? Oh, questa è bella.»
«Ci sto provando, okay?» Harry sbuffò, poi si lasciò cadere di lato e si mise a pancia in su. Fissava il soffitto, ma con la mente era altrove.
June lo osservò per un attimo, cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa. Non che fosse facile, perché Harry aveva una mentalità particolarmente contorta, oltre che una testa bacata.
«Voglio che tu ti fidi di me.»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 10.

 





Seduta sul letto con le gambe incrociate, June si rese improvvisamente conto di una cosa: non aveva detto ad Harry di tenere la bocca cucita riguardo il loro appuntamento.
D’altronde, come avrebbe potuto ricordarsene, se quel cretino l’aveva baciata togliendole quasi il respiro?
Si portò le mani alle labbra, ancora incredula. L’aveva baciata. Quello stupido l’aveva baciata, nonostante lei gli avesse detto chiaramente, e ben più di una volta, che non era interessata.
Ripensandoci, avrebbe potuto reagire in un centinaio di modi diversi. Anzi, il primo che le veniva in mente era un bello schiaffo. Un calcio nei gioielli, uno spintone, qualsiasi reazione che comprendesse un atto violento. Chissà, forse Harry avrebbe compreso il concetto.
E cos’aveva fatto lei, invece? Era rimasta lì, immobile, senza sapere cosa dire e cosa fare. Con il fiato corto, le labbra arrossate e il cuore che palpitava così forte che temeva le sarebbe scoppiato nel petto da un momento all’altro.
Cos’aveva fatto Harry? Aveva sorriso, le aveva lasciato una carezza sulla guancia e si era chinato fino al suo orecchio. Aveva sussurrato un “non si direbbe proprio che io non ti piaccia.” che l’aveva fatta arrossire ancora di più e l’aveva lasciata andare.
June si era allontanata, senza poter fare a meno di sentirsi umiliata per il modo in cui lui l’aveva congedata. Stupido idiota supponente. Poteva detestarlo? Perché quello era l’unico sentimento che provava: astio più totale.
Oh, ma se pensava che l’avrebbe passata liscia, Harry Styles si era sbagliato di grosso. Perché lei poteva pure aver apprezzato il bacio – non era così stupida da negarlo – ma ciò non significava che Harry avesse vinto o che lei avesse cambiato idea.
Lui continuava ad essere un idiota troppo convinto e lei continuava a pensare che avrebbe voluto prenderlo a schiaffi.
«Stronzo infame.» borbottò.
«Ehi!»
Louis come al solito sembrava avere qualche problema con le porte e con la privacy altrui, ma June non ci fece troppo caso, perché la sua espressione felice era così evidente che le fece dimenticare all’istante la rispostaccia che aveva ancora sulla punta della lingua.
«Che vuoi?»
«Signore e signori, la dolcezza.» annunciò Louis, sarcastico. June inarcò un sopracciglio e sbuffò.
«Signore e signori, un rompipalle.» ribatté, facendogli posto. Louis si sdraiò a pancia in su, con gli occhi rivolti al soffitto.
«Oggi ho parlato con Harry.»
Panico.
Tuttavia, June si sforzò di mostrarsi il più disinteressata possibile. Magari Harry aveva ritrovato il cervello e non aveva accennato al loro piccolo “scambio”.
Doveva prima sentire cosa diceva Louis, poi avrebbe stabilito chi uccidere per primo.
«Ah, davvero?» domandò, osservando con estrema e falsissima attenzione il quadro attaccato alla parete.
Louis rotolò su un fianco e si sostenne la testa con il braccio destro. Scrutò a lungo June, che si impose di mantenere la calma.
«Si, davvero.»
«Mi fa piacere.» presa dall’ansia, June guardò Louis nervosamente. Lui continuava a fissarla e per un attimo June fu tentata di dirgli tutta la verità pur di farlo smettere di guardarla in quel modo. Incredibile quanto gli occhi cristallini di Louis sapessero farla sentire in colpa.
«June, tu non c’entri niente?» domandò Louis, sospettoso.
«Cosa ti ha detto quell’idiota di Harry?» maledicendosi per la sua stupidità, June si morse la lingua.
C’era cascata in pieno! Come una novellina. Chiedendo di Harry in quel tono, senz’altro aveva fatto capire a Louis che ci aveva avuto a che fare.
Maledetta lei e la sua bocca larga.
«Non eri costretta a farlo.» mormorò Louis, poco dopo. June fece spallucce.
«È il tuo migliore amico, Lou. E avete litigato a causa mia, era il minimo che potessi fare.» spiegò, omettendo tutti i particolari di quell’incontro.
Se solo ripensava a quello che era successo, le veniva voglia di correre da Harry e picchiarlo.
«Non cambia il fatto che Harry non ti toglierà gli occhi di dosso, scricciolo.» mugugnò Louis, infastidito.
June sorrise, poi gli passò una mano tra i capelli, intenerita.
«Non preoccuparti per me, Lou. Me la so cavare, sai?» ridacchiò, poi si abbassò e lasciò un bacio sulla fronte di Louis, che sorrise.
«Ti terrò d’occhio.»
«Si, papà.» June alzò gli occhi al cielo, poi ridacchiò.
«Stavo pensando… ma secondo te, tra Niall ed Alice c’è qualcosa?» chiese, curiosa. Louis ci rifletté per qualche secondo.
«Forse. Credo che a Niall piaccia Alice. Sembra un pollo, ogni volta che la guarda.» rise «E comunque non credere che ingannarmi sia così semplice. Puoi anche cambiare argomento, ma non mi freghi.» rivelò, schietto.
June arrossì ma non replicò: Louis aveva ragione su tutta la linea e lei non aveva alcuna voglia di impegnarsi per pensare ad una serie di scuse che di certo non lo avrebbero imbrogliato.
«Lo prenderò per un: d’accordo, Louis. La prossima volta non ti parlerò del ciclo solo per farti stare a casa.»
«E va bene, hai ragione. Andrai avanti ancora per molto, Louis?» lo rimbeccò June, seccata.
Aveva capito la lezione, non c’era bisogno che le ricordasse ogni singola parola che gli aveva detto.
«Si.»
«Sai che sei molto simpatico?»
«Si. E tu lo sai che tra poco andiamo agli allenamenti? Oggi è giovedì, ci sarà anche Alice.»
«E se non volessi venire?»
«Non è un mio problema. Muoviti, che facciamo tardi.»
 
June si segnò mentalmente che la prossima volta che Louis le avesse chiesto di andare agli allenamenti, la sua risposta sarebbe stato un categorico NO.
E non solo perché sugli spalti si stava letteralmente congelando.
No, quello era il minimo. Il vero motivo per cui non avrebbe mai più messo piede in quel luogo maledetto era fin troppo ovvio: Harry Styles.
Se la volta precedente era arrivato in ritardo, quel 12 Novembre era puntualissimo, se non in anticipo.
Perciò June dovette raggiungere Niall, Liam e Zayn consapevole di avere lo sguardo di Harry addosso. Non che lui facesse qualcosa per metterla a suo agio, comunque. La fissava come un leone fissa una gazzella particolarmente grassa e lei accelerò il passo il più possibile e andò a sedersi esattamente tra Niall e Zayn. Salutò entrambi con un bacio sulla guancia, fece lo stesso con Liam e poi si bloccò, perché Harry la fissava evidentemente in attesa.
«Ciao, piccola.»
«Ciao.» sii fredda come un ghiacciolo, si raccomandò.
«Niente bacio, per me?»
«Tu che ne dici?» replicò, gelida. Si congratulò con sé stessa per la prontezza nella risposta, poi si voltò verso il campo e osservò Louis che correva per riscaldarsi.
Persa nei suoi pensieri, sentì a malapena Harry che chiedeva a Zayn di cedergli il posto e Niall che annunciava che andava incontro ad Alice.
Prima che potesse rendersene conto, erano rimasti soli.
«… ho ragione o no?»
June non lo sentì nemmeno. Era talmente presa dal pensiero che avrebbe davvero avuto bisogno di un’amica a cui confidare il modo in cui Harry la faceva sentire, che non si era neanche accorta che l’oggetto dei suoi pensieri era accanto a lei e sembrava anche parecchio stizzito dalla mancanza di attenzione.
«Se non mi ascolti ti bacio qui davanti a tutti.»
Niente, ancora. Perciò o June era persa nel suo mondo o, molto più semplicemente era sorda. Harry ghignò, sapendo che quanto stava per fare molto probabilmente gli avrebbe solo fatto guadagnare una bella cinquina.
Afferrò il mento di June, le voltò il viso verso di lui e le stampò un bacio sulle labbra morbide.
June scattò all’istante, senza nemmeno accorgersene. Colpì la guancia di Harry con uno schiaffo da manuale, tanto che qualche secondo dopo cominciarono a comparire le impronte delle sue dita.
«Ma sei completamente rincoglionito?» urlò, balzando in piedi e mettendo la maggior distanza possibile tra lei e il ragazzo.
Harry si massaggiò la parte lesa.
«Che colpo. Hai la mano pesante, piccola.» mugugnò.
June arrossì.
«Si può sapere che ti dice il tuo accidenti di cervello bacato?» urlò di nuovo. Harry ridacchiò.
«Fai un sacco di storie. Comunque mi hai fatto male, cavolo.»
Si lamentò. June prese un respiro profondo. Doveva calmarsi, decise. Ne andava della sua sanità mentale e lei era davvero troppo intelligente per cascare nel gioco subdolo di Harry.
Perciò si riaccomodò e riprese a guardare la partita.
«Ho parlato con Louis, oggi.» le disse Harry, tornando a sedersi lì accanto. June annuì.
«L’avevi promesso.»
«Si. E tu avevi promesso che mi avresti dato una possibilità.» le ricordò, convinto di avere la situazione in pugno.
June inarcò un sopracciglio.
«Io ho solo detto che sarei uscita con te UNA volta. Non ho detto che avrei cambiato idea, né che ti avrei dato una possibilità.» replicò, schietta.
Harry sbuffò.
«E invece lo farai.»
«Cosa te lo fa credere?»
«Io ti piaccio. Ti piace quando ti bacio, quando ti sfioro.»
Certa di essere arrossita e con il cuore in gola, June si alzò.
«Ti sbagli, Harry. Non hai alcun effetto su di me. Ed ora vado a casa, mi sono stancata di stare dietro ai tuoi giochetti.»
Harry sorrise, soddisfatto. Ancora una volta, non era rimasto per niente sorpreso del fatto che June non gliel’avesse data vinta.
Che gusto ci sarebbe stato, dopotutto, se lei si fosse arresa subito? Era per quello che continuava a cercarla, perché per una volta aveva trovato qualcuno che gli teneva testa.
Ancora per poco, certo.
«L’appuntamento è domani sera. Passo a prenderti alle otto.»
«Vaffanculo, Harry.» borbottò June, con le guance ancora rosse.
«Ciao, piccola.»
Di nuovo. L’aveva baciata di nuovo.
 
 
 
 
***
 
 
 
 
Buona Pasqua! Pasquetta, anzi.
Allora, sinceramente mi ero completamente dimenticata che oggi fosse lunedì. Chissà perché sono convinta che sia domenica, ma lasciamo perdere.
Visto che è lunedì e visto che sono a casa, aggiorno u.u
Amatemi, fanciulle.
Okay, basta.
Che ne dite del capitolo? Vi piace? Fa schifissimo? E cosa succederà all’appuntamento? Lo scopriremo solo vivendo.
Io lo sa già, ma MUAHAHAHAH.
Scusate.
Fatemi sapere che ne pensate, okay? Ci tengo <3
Vi adoro,
Fede.
   
 
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