Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: YummiHoran    02/04/2013    1 recensioni
La freddezza l'aveva resa questo. Samantha era ora una ragazza che rifuggiva il sentimento, che aveva paura del contatto fisico, che temeva gli altri. Per colpa di una persona, legarsi era per lei impossibile. Il suo cuore, però, sapeva ancora amare. Solo che lei non lo sapeva.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The best true dream ever.





Louis bussò piano alla porta di Samantha, ricevendo un mugolio in risposta. Aperta la porta, trovò Sam che lo fissava imbacuccata nelle lenzuola, che lo guardava mezza imbronciata e mezza imbarazzata. Lui stava per dire qualcosa, ma lei di colpo si alzò e si affrettò ad abbracciarlo. Per conforto, per tristezza, per bisogno, perché le andava. Perché infondo lei lo amava da circa tre anni e perciò quello di abbracciarlo era sempre stato il suo sogno. Inalò tutto il suo meraviglioso profumo, incastrandogli la testa tra spalla e collo, mentre lui chiudeva piano le braccia intorno a lei. Se lo immaginò con gli occhi azzurri spalancati e confuso e le venne da sorridere. Poi, lentamente, lo lasciò andare e lo ringraziò con uno sguardo. Lei notò che lui, guardandola dall’alto, era impercettibilmente arrossito e si chiese il perché. Una specie di corrente le sfiorò i polpacci e solo lì si rese conto di essere vestita a metà. Lei diventò di fuoco, perché di arrossire impercettibilmente e in modo fine e carino non se ne parlava, e gli chiese scusa mille volte prima di ritrovare i pantaloni che nell’agitazione del sonno si era levata. Lui non rispose neanche perché non doveva proprio chiedergli scusa, anzi. Lui doveva ringraziare lei.
- E quindi? – cominciò lui.
- Cosa, Louis? –
- Cosa.. Perché mi hai chiamato – disse il ragazzo, osservandola dagli occhi cristallini.
- Io.. Così. Volevo darti qualche falsa speranza che ti potessi cercare. –
- Ed è per questo che mi sei saltata addosso quando sono entrato? –
- Io non ti sono.. – cominciò a dire nervosa lei, prima di accorgersi che lui stava ridendo e che, perciò, la stava solo prendendo in giro.
Poi lei sbuffò e riprese: - Senti. Avevo bisogno di un abbraccio che non fosse di mia zia. E tu sei il mio vicino di casa e quindi ci avresti messo poco. –
- Solo questo? Davvero? –
- Sì, solo questo. – disse lei, abbassando gli occhi.
Lo sguardo di lui si spense.
- Avrei voluto una risposta del tipo “avevo bisogno di te perché sei tu” e non perché era il suo vicino. Sarebbe anche andato bene un “volevo vederti”. Oppure, e sarebbe stata la cosa migliore, avresti potuto dirmi il reale motivo per cui mi hai scritto. –
- Non c’è un altro reale motivo. – sbottò lei, allontanandosi e mettendosi sulla difensiva.
- Non importa – rispose Louis, mettendole un braccio sulle spalle e baciandole la testa.
- Non mi baciare. –
- Non volevi affetto? –
- Volevo un abbraccio. Non mi baciare. – disse seria solo a metà Sam, mentre agitava la testa per evitare il contatto con la bocca di Louis.
- Come vuoi tu. Però ti abbraccio ancora. – disse lui e nel farlo ruotò il viso della ragazza, mettendo in luce i suoi occhi. Notò con dispiacere che erano gonfi, doveva aver pianto a lungo, forse senza dormire, perciò la sdraiò sul letto, la coprì e si sedette di fianco a lei, accarezzandole i capelli e accompagnandola nel sonno. Samantha si scoprì a non reagire al tocco di lui, si trovò posseduta dai suoi movimenti e non riuscì ad opporre resistenza, accorgendosi della calma che le carezze del ragazzo le infondevano. E poi successe. Il sogno della vita di qualunque ragazza che amasse i One Direction si avverò: Louis cominciò a intonare Little Things. Una Little Things ancora più dolce del solito, una Little Things che restava perfetta anche con solo la sua voce. Se non fosse stata mezza addormentata, probabilmente si sarebbe messa a saltare sul letto urlando e piangendo, tipo concerto, ma il sonno si era ormai impossessato di lei e decise d rimanere solo ad ascoltare, accogliendo felicemente il tuffo al cuore quando lui pronunciò “I’m in love with you and all your little things” immaginandosi che, per una volta, quel “you” era proprio lei, che non era Zayn che dal video la guardava negli occhi, ma che era un vero Louis che, seduto di fianco a lei, le accarezzava i capelli e le cantava dolci parole. E anche se l’innamoramento non era davvero tale, le vennero le lacrime di felicità a sentirselo dire. Quello fu il primo ti amo che le dissero; almeno in teoria, visto che Louis non le pronunciava col cuore. Stava per addormentarsi quando lui si alzò; evidentemente pensava che lei dormisse. Louis si alzò e si avvicinò di più alla scrivania, dove c’erano poche foto di lei e un uomo, probabilmente il padre. Si chiese perché lei stesse con sua zia, perché solo da qualche giorni, perché era così aggressiva, perché, a parte quel momento, aveva quasi temuto qualsiasi contatto fisico, perché portasse i braccialetti col suo nome ma negasse con tutte le forze di essere sua fan, quasi fosse stato un delitto. Si fece tante domande su quella ragazza, avvolta da un alone di mistero che lo affascinava tanto da non fargli temere di risolverlo. Si avvicinò un’ultima volta a lei e si chinò a baciarle una guancia, pericolosamente vicino alle labbra, come a cercare quel particolare contatto. Samantha, che continuava a fingere di dormire, dovette trattenersi dal sobbalzare a quel contatto, che per chiunque non avrebbe significato nulla ma che per lei poteva dire tutto. Poi lo sentì chiudere la porta e sorrise.

***

Louis entrò in casa e si affrettò al bagno, dove riempì di acqua calda la vasca e poi ci si buttò dentro, dopo essersi chiuso a chiave. Lui non era così. Lui non era il tipo di ragazzo che si metteva ad accarezzare i capelli a una ragazza, o che correva da lei in cinque minuti quando lei, mentre era ancora in pigiama, gli chiedeva di andare da lei. Lui non era il tipo che baciava tristemente una ragazza all’angolo della bocca. Non ce ne era bisogno. Anzi, al massimo lui doveva fermare le ragazze dal baciarlo. Lui non si preoccupava di qualcuna che stava male. Non poteva farlo. Se si fosse fermato a pensare a ogni ragazza che stava male, soprattutto se per colpa sua, non ce l’avrebbe fatta a restare sano e ad avere una carriera da cantante. Non baciava i capelli a una semplice ragazza che, sì, era carina, poteva anche piacergli, ma e quindi? Non era niente e niente restava. Si buttò un po’ d’acqua in faccia, facendo ondeggiare e fuoriuscire un po’ d’acqua dall’enorme vasca. Soprattutto. Lui non era, più di tutto, il ragazzo che cantava le canzoni del suo gruppo a una conosciuta qualche giorno prima, tipo serenata, solo perché le trovava gli occhi gonfi. Non era uno stupido sentimentale. Non era sensibile. Non era buono. O, meglio, non lo era più.






------------------------------------- Olga.
Bleah. Che schifo. Un bambino avrebbe potuto scrivere un capitolo più lungo, direte.
Solo che, sapete, a volte ti senti che un capitolo deve finire così. E quindi lo fai finire così.
Mi perdonerete? Se mi avete perdonata dopo che sono temporaneamente morta lo farete anche questa volta.
Spero.
Vi preeeeeeeeeeeeeeego *occhioni dolci*
ANYWAY. La storia prosegue e forse cominciamo a farci strada tra tutto quello che sarà, che è stato.
Fatemi sapere se questa schifezza vi è piaciuta o meno, un bacione enoooooooooooooorme
Olga xx
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: YummiHoran