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Autore: MeiyoMakoto    02/04/2013    2 recensioni
Leslie Lynch, capelli rossi, occhi verde chiaro, strega da quarant'anni senza sapere di esserlo. Come è possibile? Cosa l'ha spinta a vivere per vent'anni ai margini della società? E soprattutto, perché diavolo tutti dicono che somiglia in modo incredibile a una certa Lily Evans?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Memorie Rubate'
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‘Eccoci qui.’, fece Hermione imbarazzata, fissando l’edificio in rovina.
‘Eccoci qui.’, ripeté Leslie.
‘Vuoi entrare?’, chiese la ragazza.
L’altra fissò la casa: metà del tetto era saltata in aria insieme alla finestra della stanza dove una donna chiamata Lily Potter aveva dato l’ultimo saluto a suo figlio; il giardino, incolto da vent’anni, era diventato una jungla, i muri erano ricoperti di scritte che esprimevano condoglianze per Harry o lutto per la morte dei coniugi Potter. Se visitare la tomba di Lily e James era stato deprimente, questo posto era semplicemente oppressivo.
‘Non proprio.’, rispose Leslie. ‘Tu?’
‘Muoio dalla voglia… Dopotutto ho così tanti bei ricordi dell’ultima volta.’
‘Beata te...’
‘Scusa.’
‘Non importa. Ho cambiato idea, voglio entrare. Davvero. James mi aspetta lì dentro.’
‘Hai portato il Boccino?’
‘Sì. Hai portato i sacchi  a pelo?’
‘Sì.  Coraggio, allora.’
L’interno era anche peggio: polvere e ragnatele facevano da padrone, creando un velo bianco interrotto solo dalle orme dei visitatori.
‘Tutto è stato lasciato intatto da quella notte.’, spiegò Hermione. ‘Come una specie di monumento. Un incantesimo antifurto impedisce a chiunque non sia il proprietario della casa di portare via qualsiasi oggetto, in modo da impedire che qualche visitatore si porti a casa un ricordino, magari per venderlo. Solo il padrone di casa, cioè Harry, può farlo; e Lily, a quanto pare.’
E forse anche James.
Bastò un’occhiata perché Leslie capisse che anche Hermione aveva lo stesso dubbio, anche se come lei non osava pronunciarlo ad alta voce: se Lily poteva resuscitare all’improvviso, era possibile che James facesse lo stesso?
‘Mettiamoci al lavoro.’, propose Hermione rompendo il silenzio. ‘Direi di cominciare dalla camera da letto di Harry: lì potremo trovare i suoi vecchi giocattoli, e visto che i tuoi ricordi di lui appartengono tutti alla sua infanzia, direi che i giochi fanno al caso nostro.’
Leslie sentì lo stomaco contorcersi al pensiero di entrare in quella stanza, ma annuì brevemente. Non si era sbagliata: alcuni mobili rovesciati testimoniavano la lotta di Lily per tentare di scappare, di trattenere Voldemort.
‘Questo potrebbe andar bene.’, annunciò Hermione estraendo un Ippogrifo di pezza dalla culla del bambino. ‘Visto che Harry era nella sua culla quando Lily è morta, evidentemente l’aveva con sé quella notte; sarà impregnato di ricordi.’
A Leslie scappò un sorriso.
‘Gliel’avrà regalato James.’, disse prendendo il pupazzo in mano. ‘Tutti avrebbero potuto regalargli un orsacchiotto, ma James Potter non avrebbe mai fatto nulla di così banale: si è dichiarato lanciandomi in testa un Boccino, dopotutto.’
La ragazza fece tanto d’occhi.
‘Che c’è?’, fece l’altra.
‘Leslie, hai detto lanciandomi… Non lanciando a Lily! Stai cominciando a ricordare sul serio, ad essere veramente lei!’
‘Prevedo una nottata da incubo.’, sospirò Leslie.
 
 
 
 
‘Ti piace l’Ippogrifo di papà?’, chioccia James.
Per tutta risposta Harry agguanta il giocattolo con le sue manine grassocce e comincia a masticargli un’ala, gorgogliando felice. Mio marito gli sfiora la guancia con una carezza.
‘Gli piace.’, rido io, circondandogli la vita con le braccia.
‘Altro che orsacchiotti!’, replica lui con un sorrisetto soddisfatto. ‘Guarda che dentini, il nostro campione! Mastica già come un lupacchiotto!’
‘Remus sarà contento, sta a vedere che Harry ha preso qualcosa anche da lui.’
‘Credo che Sirius rivendicherà la discendenza delle zanne.’
‘Spero che stiano tutti bene...’
‘Certo che stanno bene, Lils.’, risponde lui, baciandomi sulle labbra. ‘Vedrai, presto sarà tutto finito.’
‘Ma perché cerca proprio noi, James?’
‘Non lo so, ma non ci troverà. E’ una promessa, Lily: mi fido dei miei amici.’
 
 
 
 
Resterei tutta la vita a guardare mio figlio che dorme abbracciato al suo Ippogrifo di pezza, ma James mi aspetta al piano di sotto. Vado ad annunciargli che Harry si è finalmente addormentato, aspettandomi di trovarlo accasciato su una poltrona a leggere, ma trovo una scena completamente diversa.
‘Lily, prendi Harry e scappa!’
Non c’è tempo per pensare.
 
 
Il sogno venne interrotto bruscamente, e Leslie si ritrovò in quello stadio fastidioso fra il sonno e la veglia. Cercò disperatamente di riprendere il sogno, ma questo servì solo a farla svegliare completamente. Balzò in piedi, frugò nel suo zaino e afferrò il Boccino. Lo sfiorò con le labbra e schioccò un bacio anche all’Ippogrifo di pezza prima di infilarseli entrambi nel sacco a pelo.
 
 
‘Andiamo, Evans, mi stai prendendo in giro?’
‘Ho un nome, Black. Bel modo di trattare la ragazza del tuo migliore amico…’
‘Non cambiare discorso: davvero non hai mai giocato una partita di Quidditch?’
‘Non sono neanche mai salita su una scopa, se è per questo. Ti sembrerà strano, ma tra i Babbani non ci si sposta sui manici di scopa.’
Sirius scuote la testa desolato e mi lancia il Boccino, che prendo al volo.
‘A tutto c’è rimedio.’, interviene la voce di James alle mie spalle.
Prima di rendermene conto, vengo issata per un braccio sulla sua Nimbus con l’aiuto di Remus e Peter.
‘Reggiti forte.’, ghigna il mio ragazzo.
 
 
 
 
Leslie si svegliò, più infastidita che mai. In un altro momento avrebbe dato qualsiasi cosa per ricordare la prima volta che aveva volato su una scopa, ma non adesso, non dopo essere stata così vicina a vedere la notte in cui James era morto.
Perché James era morto, non aveva dubbi.
Non aveva fatto in tempo a vedere il suo cadavere, purtroppo o per fortuna, ma lo sapeva; come aveva saputo che non avrebbe più sognato il ragazzo con la ninfea, poteva dire con assoluta certezza che suo marito non c’era più.
All’improvviso si rese conto dell’enormità della cosa: suo marito non c’era più. Non il marito di Lily, di una sconosciuta, ma il suo. Si sentì mancare al pensiero. Prese il Boccino e lo scagliò contro il muro. Era sul punto di fare lo stesso con il pupazzo, ma si trattenne: lo posò sul comodino accanto al suo sacco a pelo, dandogli un’ultima carezza. Non se la sentiva di sognare di nuovo Harry e James; per quella notte ne aveva avuto abbastanza di lutti. 

  
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