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Autore: keiko86    02/04/2013    2 recensioni
Rimase alla finestra ad osservare la figura in rapido allontanamento dell'ispettore per un po', poi senza un particolare motivo si sentì come invaso da un senso improvviso di allarme, come un pugno allo stomaco che lo fece quasi piegare in due. Alzò di nuovo gli occhi verso Javert, ormai quasi scomparso in fondo alla via.
"Devo essere pazzo...." Borbottò fra sè, prima di fiondarsi di corsa giù per le scale all'inseguimento dell'uomo che lo avrebbe dovuto arrestare.
******************
Javert aveva ormai preso la sua decisione. Aveva chiuso brevemente gli occhi recitandosi in testa una preghiera (anche se sapeva bene che per lui non ci sarebbe più stato posto in Cielo dopo quell'atto) ed era scivolato giù dal ponte senza un suono, rassegnato.
"JAVERT! NO!!"
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Javert, Jean Valjean
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Javert Sviato'
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E siamo arrivati alla fine di questo raccontino! T_T

Chapter 05. Epilogue

Come dicevamo, alla giovane Cosette erano bastate poche parole affettuose, cariche della sua dolce ingenuità e del suo profondo affetto per il padre, ma era riuscita a sistemare così una situazione tesa, complicata.... Con una semplicità disarmante.

Da quel momento meraviglioso in cui finalmente Valjean fu liberato dal peso della menzogna, e potè infine gioire per la prima volta dopo tanti anni di poter presentarsi davanti alle persone care senza timore, nè con quel senso di colpa che il dover sempre nascondere la verità gli causava, era passato ormai diverso tempo.

Nel frattempo la sua adorata figlia si era dapprima fidanzata con il giovane Marius (ormai completamente rimesso dagli infortuni), poi i due ragazzi, con la benedizione sia del nonno di Marius sia di Valjean stesso avevano deciso di sposarsi.

Era stata la stessa Cosette a convincerlo a rivelare al proprio fidanzato fin da subito il suo passato, lo aveva fatto con non poca titubanza, ma fortunatamente il ragazzo non appena ebbe appreso di trovarsi dinnanzi all'uomo che aveva salvato la sua vita gli si era semplicemente inginocchiato davanti e gli aveva baciato le mani, grato.

Anche per Javert le cose si andavano a poco a poco risolvendo: tutto il caos che gli era andato a gravare la mente, a tal punto da spingerlo a tentare il suicidio, ed il profondo rammarico che provava verso l'ex forzato a causa di tutte le ingiustizie che gli aveva causato, andavano scemando, anche grazie proprio all'altro uomo, ed alla sua mite ostinazione.

Infatti l'ispettore aveva cercato di andarsene immediatamente, quella mattina, subito dopo aver trascorso l'intera colazione in un silenzio imbarazzato e fissando ostinatamente il proprio piatto, ma lanciando di tanto in tanto uno sguardo di sottecchi a Valjean e a Cosette.

Si era scusato con i due, ed aveva balbettato goffamente a proposito di tornarsene al lavoro, o forse a casa sua, o forse, ehm, ehm.... Tutto questo per mascherare semplicemente la sua confusione, a quel punto.

Inutile dire che Valjean se n'era accorto, e prima che riuscisse a defilarsi gli aveva gentilmente posato una mano sulla spalla, e con poche parole lo aveva invitato a rimanere con loro ancora un po', almeno per essere sicuri che non avesse contratto un raffreddore.

Poi il giorno dopo lo aveva convinto ad accompagnarli a casa del nonno di Marius per visitare il giovane, e che a Cosette avrebbe fatto così piacere.

Poi gli aveva chiesto se sapeva giocare a scacchi. La partita era durata ore, e fuori era ormai tanto buio...

Poi, anche se ormai aveva fatto ritorno al proprio alloggio, ed al suo lavoro, lo aveva invitato per la cena.

Poi se l'era trovato davanti all'uscita dalla Centrale di Polizia, e lo aveva accompagnato fino a casa chiacchierando amichevolmente. Stavolta lo aveva invitato lui a cena, ed avevano cucinato insieme.

Poi Valjean lo aveva invitato ad una passeggiata mattutina.

Poi ai giardini.

Poi in campagna a pescare.

Poi gli aveva chiesto di dargli una mano ad accudire il suo giardino.

Poi aveva iniziato a piombargli continuamente tra i piedi in Centrale, ogni volta con una sciocchezza tra le mani, senza curarsi minimamente della curiosità divertita dei colleghi alla vista di un "amico" di Javer-Orso. Ormai aveva il suo ufficio pieno di quadretti, calendari, orologini, portapenne, fermacarte....

Poi lo aveva convinto a dargli qualche lezione di equitazione.

Insomma, lo fregava ogni volta, e con mille scuse diverse trovava sempre il modo per trascorrere del tempo insieme.

Questo inizialmente aveva irritato parecchio Javert, che da sempre era solitario e scontroso, ma ormai si era scoperto ad iniziare a godere di tutta quell'attenzione, al solo pensarci provava un calore strano al petto, l'ostinazione del più anziano lo faceva sentire, in un certo qual modo, curato. Importante. Protetto.

Gli piaceva.

Ormai non protestava più, anzi, quella volta che lo aveva trascinato ad accompagnare Cosette dalla sarta per la prova dell'abito da sposa, si era ritrovato anche a sorridere divertito alle affettuose battute che Valjean lanciava alla figlia.

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E tutto questo infine li portava a dove si trovavano ora.

Seduti su una panca di legno in chiesa, ad assistere al matrimonio tra Cosette e Marius, di fianco a Monsieur Gillenomand, il nonno del ragazzo.

Era una cerimonia semplice, e non c'era alcun testimone di nozze: Marius aveva perso tutti i suoi amici sulle barricate, non voleva sostituire nessuno di essi, e per rispetto dietro ai due promessi erano semplicemente state poste due sedie vuote.

Valjean aveva tenuto duro il più a lungo possibile, aveva scortato la figlia all'altare camminando lungo la navata con uno sguardo orgoglioso... Ma ora, che gli anelli erano scambiati, si era lasciato andare piagnucolando miseramente sulla spalla di uno Javert metà imbarazzato e metà divertito da quella scena.

- Su, Valjean, stai facendo una scenata. Ci stanno guardando tutti!

Sussurrò l'ispettore, con un sorrisetto, battendogli goffamente la mano sulla schiena in un tentativo per calmarlo.

- Mi dispiace... - Borbottò l'altro, rialzando il viso con gli occhi gonfi di lacrime ed asciugandosi il naso col dorso della mano, finendo però per fare un pasticcio infernale. Javert si concesse una risata, e gli allungò un fazzoletto che aveva in tasca.

- Sù, sù... Quasi non ti riconosco più, così ti rovini la reputazione, vecchia volpe... E datti una pulita! - Rise di nuovo, quando l'ex forzato si soffiò il naso rumorosamente, borbottando delle scuse.

Sull'altare, finalmente, i novelli sposi si stavano scambiando un bacio.

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Dopo la cerimonia era accaduto anche un altro fatto.

A sorpresa si erano presentati quei truffatori incalliti dei Thenardiér, imbucandosi tra gli invitati alla festa, e con una gran faccia tosta avevano pensato bene di andare a rivelare al giovane Marius la verità sul temibile criminale Jean Valjean....

Peccato che: uno, la verità ormai la si sapeva, e da parecchio.... Due, lo stesso Valjean fosse ovviamente presente e si fosse OVVIAMENTE arrabbiato... E tre, alla festa c'era anche un ben noto ispettore....

Il buttare fuori quei due fu scontato, come anche la manciata di pugni che l'uomo si beccò da parte dello sposo e del suocero... E il vaso che la moglie si prese in testa da parte di una furiosa Cosette...

E l'essere quindi ammanettati ed arrestati entrambi da Javert, con un biglietto di sola andata per la Centrale di Polizia, fu solo la ciliegina sulla torta.

Quella stessa sera, un Valjean visibilmente esausto (e forse anche un po' ubriaco) fu praticamente trascinato di peso in casa dall'ispettore.

Il vecchio per tutta la giornata aveva alternato momenti di felicità estrema ed orgoglio per la figlia finalmente sposa a momenti di pura e patetica emotività, scoppiando a piangere a più riprese, morendo d'imbarazzo.

Questo lo aveva dapprima divertito, ma poi si era sentito dispiaciuto con lui, capiva che stava temendo di perdere definitivamente Cosette, e come avesse paura della solitudine.

Decise che per una volta avrebbero invertito i ruoli, toccava a lui stavolta far sentire l'altro che non era solo, nè abbandonato. Che comunque qualcuno per lui ci sarebbe stato, a qualunque costo.

- Ti va un po' di the, Jean?

Lo sguardo grato che ricevette lo ricompensò più di mille distintivi.

 

End Epilogue.

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Ok, So this is the end. XD

Sono contenta di averla finita, mi sono affezionata a questa storiellina!^^

Mi sono affezionata anche al fandom (Javert! **) e sto già mettendo in cantiere una nuova Short-story, su Jean, Javert e Cosette bimba.

BTW, Marius lo reputo un personaggio piuttosto scemotto (da piccola lo adoravo, ma dopotutto nel libro che avevo letto, con solo la storia di Cosette fino al matrimonio, era semplicemente il figo di turno... Tipo Erik della Sirenetta) e soprattutto dopo aver letto come si comporta nel VERO romanzo mi verrebbe voglia di andar lì e prenderlo a pedate! XD

COmunque, non ho in mente un preciso viso per lui, sarà che l'ho sempre associato alla sua illustrazione del mio libro da piccina (dove somiglia in modo inquietante a Ron Moss... O_O) ma diciamo che Eddie Remayne va anche bene...

Anche se dopo QUESTO:

C'è da rimanere traumatizzati a vita.

Ugh.

Good bye, so soon....

  
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