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Autore: fly_with_1D    02/04/2013    2 recensioni
La mia mano tremante raggiunse la sua.
Lo guardai in quei suoi profondi occhi verdi, non sapendo cosa dirgli.
Una lacrima solitaria scese lentamente lungo la sua guancia perfetta, la asciugai.
Non mi sono mai sentita così male in tutta la mia vita.
In mezzo al mio petto c’era nuovamente quella voragine, lo guardai di nuovo negli occhi. Lo avrei amato per sempre, ne ero sicura. Ma non potevo dirglielo, non dopo quello che mi aveva fatto.
Per l’ennesima volta quella che soffriva ero io.
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Una raggazza, Elizabeth, che dopo la morte di sua madre entra in brutti giri. si trasferisce, dall'America, per l'estate a casa di sua zia Jenna, a Londra con la sua migliore amica, Queen.
L'incontro con cinque magnifici ragazzi riuscirà a cambiarla? ci sarà il lieto fine per la nostra protagonista?
leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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5. Just Mine
 
 

 
Elizabeth’s POV
 
Un caldo e innocente raggio di sole che penetrava dalla finestra mi colpiva il viso, costringendomi ad aprire gli occhi, ancora appannati dal sonno. Mi stiracchiai tra le lenzuola del letto. C’era qualcosa di diverso in quest’ultime, non avevano lo stesso profumo che mi cullava la mattina quando mi svegliavo, ne avevano un altro.
Misi a fuoco la stanza, non era la mia.
Mi alzai di scatto mettendomi a sedere, pessima mossa. La testa prese a girare, un tonfo rimbombò nelle stanza e un istante dopo mi ritrovai col sedere per terra, le lenzuola attorcigliate al mio corpo e un dolore lancinante partirmi dalla natica destra.
Mi accorsi, dopo essermi messa in piedi, che un paio di occhi azzurri, dello stesso colore del mare cristallino, avevano assistito all’intera scena e mi fissavano divertiti dal basso, dall’interno di un sacco a pelo.
Niall.
Con un sorriso stampato in volto, anche se ancora mezzo addormentato, mi scrutava in silenzio, indeciso se alzarsi o tornare  a dormire. Mi avvicinai lentamente a lui, mentre con una mano mi massaggiavo la parte dolorante, per dare al ragazzo un bacio sulla guancia sussurrandogli con tono dolce:
– Riprenditi pure il tuo letto, io vado a farmi una doccia e preparo la colazione – .
Non se lo fece ripetere due volte. Anche se ancora mezzo addormentato si alzò velocemente e con un balzo si fiondò sul suo letto.
Mi avviai verso la porta bianca della camera di Niall, abbassai la maniglia e uscii; ritrovandomi in un lungo corridoio dalle pareti color champagne. Il bagno si trovava tra la camera di Harry e quella di Louis.
Passai davanti a tutte le camere, poggiando i piedi nudi delicatamente sul parquet, tentando di fare il meno rumore possibile. Quando arrivai davanti alla porta del bagno tirai un leggerissimo sospiro.
La porta era già aperta, quindi mi bastò dargli una leggera spinta per aprirla.
Appena entrata vidi la mia immagine riflessa nell’enorme specchio difronte a me.
Indossavo una semplicissima maglietta bianca che mi copriva a stento il sedere, le gambe erano completamente scoperte, i miei lunghi capelli biondi, solitamente ordinati in voluminosi e delicati boccoli, questa volta erano tutti arruffati. Gli occhi erano contornati dal nero del trucco sbavato a causa della notte trascorsa senza essermi struccata. Le labbra secche sembravano reduci da una giornata d’inverno passata al parco lasciate in balia del freddo.
Mi portai il polso destro vicino al viso per constatare l’ora.
Fissai quel piccolo quadrante rotondo, d’oro bianco e diamanti.
Erano le sette e mezza del mattino.
Nessuno dei ragazzi si sarebbe svegliato cosi presto, quindi avrei avuto tutto il tempo necessario per farmi una lunga e rilassante doccia. Cominciai a spogliarmi, lentamente.
Mi sfilai la larga maglietta bianca, probabilmente di Niall, e l’appoggiai delicatamente sul ripiano di marmo bianco che sorreggeva l’enorme specchio.
Tolsi l’intimo e lo ripiegai, appoggiandolo sopra la maglietta che fino a pochi istanti prima consideravo il mio pigiama di quella notte.
Mi infilai velocemente nella doccia.
Aspettai che l’acqua si riscaldasse e poi mi ci fiondai sotto.
Un getto tiepido mi colpì la schiena nuda facendomi inizialmente rabbrividire.
Avevo l’impressione che quel getto d’acqua, scorrendomi lungo tutto il corpo per poi abbandonarlo, portasse con se una parte dei problemi, dei sentimenti ma anche alcune convinzioni che possedevo.
Era da tempo che non mi rilassavo così tanto sotto la doccia.
Mi insaponai corpo e capelli, per poi far scivolare via la schiuma e sciacquarmi lentamente. Non riuscii a capire quanto tempo passai sotto il getto d’acqua, ma sicuramente passò più di mezzora.
Con malavoglia spensi il getto d’acqua e uscii dalla doccia.
Presi un asciugamano e me lo avvolsi attorno al corpo, era lungo abbastanza da coprire il necessario, strofinai i lunghi capelli biondi con un altra salvietta. Ero sicura del fatto che non ci fosse nessuno in giro per casa, era ancora presto e di solito i ragazzi si alzavano verso l’ora di pranzo.
Per sicurezza aprii la porta, sporsi leggermente la testa e stetti in ascolto. Silenzio.
Richiusi la porta del bagno, mi strinsi maggiormente il mini asciugamano appena sopra il seno e uscii da quella stanza.
Neanche il tempo di chiudermi la porta alle spalle che andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. L’unico che si svegliava prima di tutti gli altri era solo uno, colui che a casa non c’era mai, il ragazzo dagli inconfondibili occhi verdi.
Harry.
A causa dello scontro tutto ciò che avevo tra le mani ora si trovava sparso per il corridoio, compreso l’asciugamano che fino a poco prima ricopriva il mio corpo ancora umido. Non mi sentivo in imbarazzo, pur essendo completamente nuda davanti a un ragazzo che avevo visto si e no due volte da quando mi ero trasferita; erano stati talmente tanti i ragazzi che mi avevano visto in quelle condizione che ormai non mi faceva più alcun’effetto. Il riccio mi squadrò da capo a piedi con un sorrisetto malizioso stampato sul suo volto.
Indossava solamente un semplicissimo paio di boxer neri, che aderivano perfettamente alle sue cosce scolpite, lasciando il resto del corpo dannatamente perfetto lì in bella vista.
Ero perfettamente consapevole del fatto che in quel momento l’autocontrollo di Harry era sceso sotto zero, ma che ci devo fare, mi piace provocare le persone.
Al posto di riprendere le mie cose da terra e tornare in camera di Niall a vestirmi, cosa che farebbe una persona normale, lasciai tutto dove si trovava e mi diressi lentamente verso il ragazzo con fare sensuale e provocante. I nostri sguardi erano l’uno dentro l’altro.
Quando arrivai davanti a lui posai delicatamente la mano destra sul suo petto muscoloso, mentre quella sinistra la lasciai stesa lungo il fianco. Poggiai dolcemente le labbra sul suo collo e cominciai a baciarlo, per poi salire fino all’orecchio senza interrompere quel contatto, dove sfiorai il lobo con i denti e sussurrai un – Buongiorno – soffocato.
A quel punto sentii il suo corpo fremere sotto la mia mano destra.
Spontaneamente sorrisi per quella reazione, che, però era quella che stavo aspettando.
Lasciai scivolare la mano, ancora situata sul petto, verso il basso.
Sempre più giù, fino ad arrivare all’elastico nero che presi tra l’indice e il pollice.
Avvicinai le mie labbra alle sue sempre di più. Il ragazzo sorrise pensando che ormai fosse fatta, aspettando quel contatto che, segretamente, desiderava con tutto se stesso.
Quel contatto che però non sarebbe arrivato così facilmente.
Non appena le mie labbra sfiorarono leggermente quelle carnose e rosee del ragazzo sul mio viso si aprì un sorriso furbo. Ricominciai a baciargli il collo, la spalla, i pettorali, gli addominali scolpiti fino ad arrivare all’elastico dei boxer, dove c’era ancora la mano destra che lo tratteneva. Spostai lo sguardo verso l’alto, verso il viso del ragazzo. Aveva gli occhi chiusi dall’eccesso di eccitazione abbastanza evidente. Mollai d’un tratto l’elastico per farlo scoccare sulla pelle candida di Harry. Dallo spavento riaprì gli occhi.
Velocemente riaccumulai le mie cose sparse per tutto il corridoio e corsi verso la camera di Niall. Non feci in tempo a varcare la porta della camera che sentii sussurrare – Così mi farà impazzire! – era stato Harry a dirlo. Dopo qualche minuto si fiondò in bagno per una lunga e rilassante doccia.
 
 
Harry’s POV
Ci sono alcuni momenti in cui ti fermi per qualche istante, interrompi tutto quello che stavi facendo, ogni tuo futile pensiero e ti ritrovi ad analizzare tutti quegli aspetti della vita che ti spingono a considerarla una vera e propria merda.
Riesci a concentrare il tuo pensiero su una sola frase, che forse vale più di molte altre, “Perché non si riesce mai ad avere ciò che si desidera di più al mondo?”.
Già. Era esattamente quello che stavo pensando in quel momento.
E già…ero ancora fermo davanti alla porta ad aspettare che lei tornasse indietro e che mi desse quel bacio che, ormai da innumerevoli notti, sognavo e bramavo con tutto me stesso. Era proprio quella la cosa che desideravo di più al mondo in quell’istante.
Lei.
Le sue labbra.
Il suo respiro sulla mia pelle.
Volevo che fosse mia. Solo Mia.
Nell’ultima settimana mi era capitato spesso di pensare a lei durante la notte, anche se al mio fianco c’era una ragazza bellissima ogni sera differente.
Non era possibile che io mi fossi innamorato.
Io gioco con i sentimenti delle ragazze, le uso.
Ma in qualche modo, non so ne come ne perché, quando Bath se n’era andata, mi ero sentito vuoto. Come se una parte di me, della mia anima o del mio cuore, si fosse allontanata con lei. Lasciandomi solo. A crogiolarmi su questo strano effetto che questa ragazza, quasi sconosciuta, mi provoca.
Mi ripresi dai miei pensieri grazie al rumore di una porta che si chiudeva, molto probabilmente quella della camera di Niall. Velocemente entrai in bagno con l’intento di farmi una doccia veloce, ma, appena oltrepassai la porta di quel piccolo abitacolo, il Suo profumo invase le mie narici.
Inspirai a pieni polmoni per permettere a quella fragranza di entrare dentro di me, quella fragranza che mi inebriava come mai nessun’altro profumo prima d’ora aveva mai fatto. Rimasi fermo impalato, davanti alla doccia per un paio di minuti, sperando vivamente dentro di me che, imprimendo nella mia mente quel particolare aroma, sarei riuscito a sentirla vicino a me come lo era fino a qualche istante prima.
Dovetti chiedere soccorso a tutta la mia forza di volontà per poter riuscire a lasciar perdere i miei pensieri e infilarmi nella doccia.
In una decina di minuti avevo finito.
Mi allacciai un asciugamano in vita, uscii dal bagno diretto verso la mia camera.
Il più piano possibile, aprii la porta bianca in legno che separava la mia camera con il corridoio, per non rischiare di svegliare la figura magra e snella che dormiva nuda nel mio letto, ricoperta solamente da un lenzuolo di lino fresco.
In quel momento mi sfuggiva il suo nome.
Mi vestii velocemente, presi un foglietto e scrissi con la mia calligrafia disordinata:
 

“ Sono uscito per lavoro.
Ti chiamo io.
                                  H.”
 

Di vero in quelle poche frasi c’era ben poco.
Primo: era domenica mattina e solitamente non si lavora.
Secondo: io proprio non lavoravo.
Terzo: non l’avrei richiamata.
Molta gente mi considera uno stronzo per come mollo le ragazze nel mio letto dopo una notte di fuoco. A me non interessava. È questo quello che facevo nella vita: mi divertivo; cosa che molta gente considera sbagliata.
Poggiai il foglietto sul comodino, in bella vista.
Presi cellulare, portafoglio, chiavi della macchina e mi diressi al piano terra per vedere se qualcuno dei ragazzi fosse già sveglio. Come previsto, non era così.
Uscii da quella casa ancora silenziosa che da li a poco si sarebbe svegliata.
Entrai in macchina, avviai il motore e sfreccia verso la via principale con l’intenzione di andare a fare colazione in una delle più belle pasticcerie di Londra.
Stavo sfrecciando ormai da un paio di minuti per la strada deserta, quando la mia attenzione venne catturata da una sagoma magra e snella che camminava sola per il marciapiede. Una cascata di capelli biondo platino le ricadeva lungo la schiena, muovendosi con la sua andatura. L’occhi cadde più in basso: fondoschiena da urlo, fasciato da una semplice minigonna (molto mini) di jeans.
Accostai.
– Hey bellezza, ti va di venire a fare colazione con me? – le dissi con voce profonda e più sensuale che potessi, ammiccando alla fine della frase.
Lei si girò.
Solo in quel momento incrociai i suoi occhi.
Grandi e azzurri.
Molto simili a quelli di Elisabeth.
Frenai subito quel pensiero.
Era risaputo che non era un buon segno pensare a una ragazza che non sia quella che ti trovi davanti, soprattutto se quest’ultima è una gran bella ragazza, per non usare termini volgari.
La sconosciuta diede uno sguardo alla mia porche nera, per poi guardare me.
Le sue labbra carnose, di un rosso scarlatto, si aprirono in un sorriso, mostrando i suoi denti perfettamente bianchi e perfettamente dritti.
Dopo qualche secondo sfrecciavo per le vie di Londra con in parte a me una bellissima ragazza , diretto al primo Starbucks che avrei incontrato.
– Comunque io sono Harry – dissi girandomi leggermente verso di lei.
Lei mi sorrise nuovamente.
– È un piacere Harry. Tiffany. – mi rispose provocante.
Lo ammetto: quella ragazza mi incuriosiva.
 
 
Elizabeth’s POV
 
Il risveglio che riservai per Niall probabilmente fu abbastanza traumatico.
Mi stavo dirigendo verso la sua camera con una pentola e un mestolo in mano, pronta per dargli il buon giorno a mio modo.
Aprii la porta e quando fui a pochi centimetri dal suo orecchio destro alzai il braccio sinistro che inforcava il mestolo, e con potenza lo feci sbattere contro al retro della pentola, causando un baccano assordante.
Il ragazzo dai capelli biondi aprì di scatto i suoi magnifici occhi azzurri, terrorizzato e cadde dal letto provocando un tonfo sordo. Gli scoppiai a ridere in faccia.
Smisi solo quando mi resi conto che mi stava guardando maligno.
Mi prese per i fianchi e troppo velocemente per uno che si era appena svegliato, mi scaraventò sul letto. Si mise su di me e cominciò a farmi il solletico. Passava dal collo ai fianchi, con movimenti veloci e fluidi che mi costringevano a piegare le gambe.
Ridevo.
Come non facevo da tempo.
Era una sensazione bella, liberatoria.
Arrivai per sino a respirare a fatica dalle tante risate, accompagnate da quelle dolci e familiari di Niall.
– Niall…ti prego fermati…non…respiro…più! – ansimai senza fiato. Andò avanti così ancora per un paio di minuti. Tutto d’un tratto si fermò, ancora con il sorriso sulle labbra, gli occhi che brillavano dalle troppe risate.
Era davvero bello.
Non so cosa mi prese in quel preciso istante, ma lo baciai.
Un bacio veloce. A stampo. Uno di quelli che si scambiano i migliori amici, uno di quei baci che trasmettono tutto il bisogno d’aiuto che solo un vero amico riesce a percepire.
Solo che non riuscii a fermarmi solo a quel contatto.
Lo attirai a me e lo bacia ancora, questa volta un bacio più profondo. Incrociai le gambe dietro alla sua schiena. Lui non mi respinse. Forse perché è mio amico, forse perché è comunque un ragazzo in piena crisi adolescenziale o semplicemente perché provava qualcosa per me.
Con tutta me stessa sperai che non fosse quest’ultima opzione.
Ad un tratto lui si staccò da me e dolcemente. 
– È sbagliato Bath…io…non provo niente per te, ti voglio troppo bene per rovinare tutto con una scopata e basta – dice imbarazzato. Tiro un sospiro mentalmente. Lo guardo negli occhi e sorrido.
– Non ti preoccupare biondino, vale lo stesso per me … – gli sussurro all’orecchio.
Nonostante ciò continuo a stuzzicarlo.
Gli bacio il collo e lo vedo socchiudere gli occhi.
Istintivamente le mie labbra si aprono in un sorrisetto malizioso.
Riprendo a baciarlo sulle labbra. Questa volta lui non mi ferma, anzi, insinua una mano sotto la mia maglietta enorme, probabilmente in cerca del reggiseno, che però non trovò.
Sorrise contro le mie labbra.
Io gli tolgo velocemente la maglietta e gli bacio tutto il petto,  mi accanisco nuovamente sul suo collo, lasciandogli qualche segno violaceo sulla clavicola.
Ogni momento che passava l’atmosfera diventava sempre più calda e l’eccitazione da parte di entrambi, andava crescendo. I respiri affannati, i baci veloci e privi di amore, le mani che accarezzavano l’une il corpo dell’altro.
Proprio quando Niall cercò di togliermi definitivamente la maglietta, che era diventata piuttosto ingombrante, qualcuno ebbe la magnifica idea di venirci a disturbare.
Bussarono alla porta, insistentemente.




*Spazio per Me*

eccomi con il quinto capitolo.
non so voi ma mi sembra di ripetere le stesse cose in tutti gli spazi autrice.
ahahahaahha!
cooomunque, in questo capitolo Elizabeth ha un comportamento abbastanza spinto nei confronti sia di HAROLD che di NIALL!
da quello che avrete capito non è una di quelle ragazzine brave e sante che vedono gli unicorni (?) e la pentola d'oro finito l'arcobaleno (?)...
è una ragazza abbastanza complessa e nel corso della storia la scopriremo insieme ;)

ovviamente se qualcune leggerà e recensirà questa ff! ahahaha

un grosso abbraccio

xx
   
 
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