AVVERTENZA:
In questo capitolo, Itachi è tremendamente – ma che dico,
spaventosamente! – OOC.
Mi dispiace per gli amanti del personaggio, mi passino l’uscita
deplorevole del povero Uchiha, da me
maltrattato!
Detto questo… buona lettura, ci si vede a fine
pagina!
Farewell Konoha
_____________________________________________________________________
7.
I will fight with you.
Il suo meraviglioso corpo nudo, a contatto con la luce filtrante
dalla bassa fessura della porta e dalla serratura era di una bellezza
indescrivibile, candido, liscio e muscoloso, un puro piacere al tatto. La sua
bocca, come bocciolo di rosa, era profumata e riusciva a regalargli emozioni
indescrivibili ad ogni contatto con le proprie, o con il proprio corpo, mentre
le mani, quelle ultime ore, erano sembrate esperte, nonostante lui fosse il
primo con cui manifestava la sua maturità sessuale.
Ora, il suo corpo si stava scaldando contro quello del ragazzo,
avvinghiati in un passionale abbraccio che nessuno dei due sembrava voler
mollare quasi temesse che tutto ciò fosse soltanto un sogno
meraviglioso.
«Hai freddo?» domandò Itachi, premuroso, stringendosi di più contro
il corpicino della ragazza e baciandole la nuca dove i capelli, ormai non più
lunghi e sinuosi, erano spettinati.
«No, no, Itachi-kun… sto bene…» mormorò quasi come un sbuffo la
giovane donna, stringendosi alle coperte e tastando qua e là sul materasso alla
ricerca dei suoi indumenti, buttati alla rinfusa quando, poche ore prima, erano
rimasti annebbiati dalla passione, perdendo completamente il contatto con la
realtà.
«Pensi che qualcuno ci abbia sentiti?» proferì nuovamente il moro,
cominciando a baciare il collo disarmato della
bionda.
«No, non credo… almeno, Deidara e Tenten non li ho ancora visti,
Tobi a quest’ora dorme…» l’Uchiha accennò ad una
risatina.
«… Zetsu non lo vedo da ieri, il Leader sembra sempre impegnato con
quel membro di cui non mi volete mai parlare… quindi… sembra che ci siamo solo
noi…»
Il ragazzo annuì, evidentemente malizioso, facendo scorrere le mani
sulle cosce nude della ragazza, le gambe di lei si mossero immediatamente,
tentando di levarsi quegli arti estranei.
«Non esagerare! Credo di essermi già data abbastanza per oggi!»
sbottò la bionda, irritata dal modo volgare che aveva avuto il
moro.
«Non essere così acida, piccola…» con il dito indice, l’Uchiha
risalì tutto il suo corpo, dalle cosce muscolose ai glutei sodi e ben formati,
alla schiena magra e liscia, fino alle spalle e al viso impeccabile come
scolpito nel marmo, dai lineamenti fermi ma gentili, di un’impagabile
perfezione.
Gli occhi della ragazza lo colpirono, freddi e glaciali, sembrava
gli ordinassero di smetterla, di finirla con quelle dolcezze sin troppo
maliziose che lui le regalava da un anno; e fu in quell’istante che Itachi si
accorse ben presto di un fattore che non aveva premeditato nemmeno nei suoi più
reconditi pensieri: l’azzurro degli occhi di Ino, ormai considerato
dall’Akatsuki una delle tante meraviglie del mondo, era opaco. Era velato. Era
sbiadito.
La ragazza non era felice.
E questo gli faceva terribilmente
male.
Uno spillo nel suo cuore, continuava a punzecchiarlo, a
tormentarlo, a seviziarlo con il suo dolore forte e interminabile, inguaribile
nella sua misteriosa e repentina fermezza.
Capì che Ino non era felice all’Akatsuki, non era felice
immedesimandosi nella parte della malvagia, non era felice con
lui.
Uno spillo.
Ino Yamanaka non lo amava e non lo avrebbe mai veramente
amato.
Due spilli.
Ino Yamanaka si reggeva in piedi in un corpo di menzogne, dette per
compiacerlo.
Tre spilli.
Ino Yamanaka era triste, sconfortata e disarmata davanti agli
avvenimenti.
Mille
Spilli
Conficcati
Nel
Cuore.
E Itachi comprese per la prima volta, cosa fosse il dolore. Dolore
per la perdita di un amore, che non era mai nato.
Sferrò un potente calcio contro la ragazza, tentando invano di non
crollare a causa dei pesi che stava tenendo in mano per
potenziarsi.
«Attento!» l’urlo di lei lo distrasse per un millesimo di secondo,
ma bastò per trovarsi in poco tempo col sedere in terra e il viso ricoperto
d’erba.
La risata cristallina della ragazza contro cui stava combattendo
scosse la sua mente, era così contagiosa, prese a ridere anche lui per la sua
goffaggine e per la sua determinazione.
Una candida mano si offrì per aiutarlo a
rialzarsi.
«Shika… la mamma ha detto che non devi sforzarti in questo modo! I
tuoi muscoli non sono ancora del tutto guariti!»
«Lo so, Nita-chan, però…»
«Lo so… vuoi continuare ad allenarti perché vuoi salvare la ragazza
che ami, ed è un anno che tenti di farlo, rischiando di riaprire ferite di cui è
stata proprio lei la causa… uhm… è un po’, come dire,
bizzarro!»
In un anno che si trovava lì, Shikamaru aveva saputo conoscere la
giocosità del carattere della giovane Nita, una sedicenne peperina e senza peli
sulla lingua, gli occhi brillanti come due smeraldi e i capelli neri dai
riflessi blu lunghi fino alle spalle, sempre raccolti in una lunga coda
bassa.
Afferrò la sua mano e si tirò in piedi, lasciando cadere sull’erba
con un tonfo, i due pesi con i quali si stava allenando
strenuamente.
Una fitta al braccio da poco guarito lo fece gemere di
dolore.
«Uhm… direi che basta così, Shikamaru-kun… sei già pallido… ah,
cosa devo fare con te!» sospirò la ragazza, conducendolo dentro casa e facendolo
sedere sul piccolo divanetto.
Rimasero in silenzio per qualche istante, ma poi la voce squillante
di Nita lo fece sobbalzare, con una domanda che mai si sarebbe aspettato da
quella ragazzina.
«Parlami… di lei.»
Nara sapeva a chi si stesse riferendo: Ino. La donna che
amava.
«Beh… Ino… Ino è, era, la mia compagna di Team. Era lei che teneva
su di morale me e Choji, il mio migliore amico. Lei era la… come dire… era
l’acqua frizzante in quella naturale, l’unica nuvola nell’uniformità del cielo
azzurro. È unica, bellissima, simpatica e ha una strana passione per i fiori: le
piacciono, li ama. Adora prendersi cura dei boccioli perché fioriscano in
splendidi esemplari, le sue preferite sono le
cosmee.»
Nita lo guardò adorante.
«Ti si illuminano gli occhi quando la citi.»
Il ragazzo sorrise tristemente, cercando di sentirsi sollevato, ma
non gli riusciva. Si sentiva troppo vuoto a parlare di
lei.
«Però qualcosa non mi torna… lei doveva essere un tipo amato da
ogni singola persona le fosse vicina, dai suoi genitori e dai suoi compagni di
squadra… perché mai cominciare a sentirsi inutile?»
«La colpa è solo mia. Mia, di Choji, di Asuma-sensei, di Sakura… la
colpa è della maggior parte di coloro che la circondavano e tutt’ora la
amano.»
«Non ti seguo…»
«La colpa è nostra perché, nonostante le volessimo tutto il bene
che una persona può desiderare, non ci siamo mai accorti di come lei si sentisse
in dovere di essere una kunoichi, di quanto lei amasse più i fiori della lotta e
del sangue. Di quanto lei amasse più la vita della
morte.»
Nita abbassò lo sguardo.
«La capisco. Tu sai che, essendo primogenita, sono destinata a
seguire le orme di mia madre: diventare Guaritrice. Ma… io non voglio! Io voglio
lottare, voglio vedere la gente felice per averla salvata, voglio provare
l’ebbrezza del trovarmi in una battaglia e dare il meglio di me… io voglio
essere un ninja!» rivelò la mora, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime
amare, ferme però ai bordi degli occhi, bloccate lì dall’orgoglio della ragazza,
che le impediva di bagnarsi di un liquido che lei
odiava.
«Non ti piace piangere, vero?» le domandò Shikamaru, comprendendo
il suo stato d’animo combattuto.
«No. Preferisco urlare che piangere. Piangere significa palesare la
mia debolezza. Io non ho mai pianto in vita mia! Non ho intenzione di
farlo!»
«Sbagli a tenerti tutto dentro. Fa male. A volte il pianto non è
solo debolezza, ma anche liberazione.»
«Ma non è una regola dei ninja: non mostrare mai le proprie
emozioni?»
«Nita… è solo una stupidissima regola.» mormorò Nara, slegandosi il
coprifronte dal braccio dove solito lo teneva
legato.
Lo porse a Nita.
«Te lo regalo, con la promessa di potermi scontrare con te quando
sarai una kunoichi!» disse, prima di alzarsi e uscire dalla stanza, rintanandosi
in quella che per un anno era stata la sua camera, condivisa con Neji, che in
quel momento sembrava essere fuori, probabilmente con
Masami.
Mentre le dava le spalle, non poté notare che una piccola ed
innocente lacrima aveva solcato il viso della giovane, prontamente asciugata da
un gesto seccato della stessa.
Deidara spalancò gli occhi, percependo una dolce sensazione di
piacere alla mano destra, sembrava stesse toccando qualcosa di decisamente
morbido.
Sentì che la donna che aveva tra le braccia si stava rigirando,
probabilmente pronta a dargli il bacio di rito mattiniero come era solita fare
da ormai un anno che dormivano insieme, consumando la loro passione durante la
notte.
Sporse le labbra, aspettandosi un bacio profondo, ma ciò che
ricevette fu un forte schiaffo in pieno viso.
«Se entro tre secondi la tua mano è ancora sul mio seno, ti giuro
che non rivedrai più la luce del sole.» la profonda e fredda voce di Tenten lo
fece sobbalzare, si accorse che stava proprio stringendo un seno della ragazza e
levò la mano come fosse scottata, cominciando a ridere nervosamente e
grattandosi la nuca imbarazzato.
La brunetta scostò le coperte, seccata, raccogliendo i propri
indumenti, finiti per terra come ogni volta, e prendendo a rivestirsi a
cominciare dalle mutandine.
In men che non si dica, la sua figura sfoggiava il solito vestitino
corto nero a nuvolette rosse che metteva in risalto la generosa
scollatura.
«Ah, piccola, stanotte sei stata fantastica… veramente! Passionale
al punto giusto, e anche decisamente maliziosa devo dire… proprio come piace a
me!» cominciò il biondo che giaceva ora sul letto, parzialmente coperto dove
Tenten non osava guardare, mentre il resto del suo corpo, nudo, carezzava il
materasso, bramoso che fosse già notte per poter ripetere l’esperienza di poche
ore prima.
Si alzò, ora completamente scoperto, e andò ad abbracciare la
ragazza, ormai donna, da dietro, attirandola a sé con un movimento improvviso
delle braccia e prendendo a baciarle il collo, facendola
gemere.
Fu scostato senza molti complimenti.
«Deidara! Non ti basta quello che abbiamo fatto
stanotte?»
«No bellezza, dovresti saperlo che io voglio sempre di
più.»
«Beh, accontentati una buona volta!»
Il tono seccato della
bruna lo fece sobbalzare.
«Ehi, Ten-chan… qualcosa non va?» domandò preoccupato, mettendo da
parte la sua malizia.
Lei si sentì disarmata davanti ad un Deidara così in pensiero per
lei, e si lasciò andare.
«Il fatto è… che il nostro rapporto è solo un rapporto di sesso… io
voglio qualcuno con cui poter stare ogni ora del giorno! Non solo la
notte.»
«E che problema c’è? Lo sai che se Leader scoprisse che siamo
amanti… beh, ci ucciderebbe! Insomma… anche il rapporto tra Itachi ed Ino è
così, e allora?»
«Proprio non capisci!» esplose allora Tenten,
infervorata.
«Se è così… il nostro rapporto non può continuare! Io non voglio un
uomo con cui fare solo sesso… io voglio un uomo che mi ami veramente! Voglio
qualcuno su cui poter contare sempre! Voglio…
voglio…»
«… Neji Hyuuga…» mormorò il biondo, abbassando lo
sguardo.
Gli occhi della ragazza
s’illuminarono.
«Ch-che hai detto?» sussurrò adorante, come volesse assicurarsi che
l’avesse detto veramente.
«Tu non vuoi me… tu vuoi Neji Hyuuga, e hai scelto me semplicemente
per una banale cotta…».
Non aveva mai visto Deidara sconsolato in quel modo, inerme davanti
allo svolgersi degli avvenimenti.
«Neji-kun! Ehi, Neji-kun!» strillò Masami, correndo verso il suo
“nuovo amico”, tenendo stretto tra le dita paffute qualche fogliolina, raccolta
chissà dove negli angoli remoti del boschetto nel quale vivevano a
ridosso.
Il moro, vedendola arrivare così sorridente, non poté che sorridere
a sua volta, accovacciandosi in modo da poter parlare alla stessa altezza della
bambina.
«Dimmi, Masami-chan…»
«Ho trovato le foglie che mi aveva chiesto… adesso lo fai quel
giochetto divertente?» domandò la piccola, saltellando
impaziente.
Neji annuì con la testa, prima di prepararsi per il
“giochetto”.
«Hakke Rokujuyon Sho!»
urlò,
mentre Masami lanciava in aria le foglie, per poi scoppiare a ridere, vedendo
l’amico muoversi in modo buffo per distruggere tutte le foglioline che aveva
lanciato.
«Sei bravissimo Neji nii-san!» esclamò, continuando a ridere,
divertita.
«Non dovresti muoverti così bruscamente… ti ho visto… è già la
decima volta di seguito che lo fai… potresti perdere le forze…» lo avvertì una
voce proveniente dalla finestra della casa più vicina al
cortile.
«Nita-san!» sbottò lo Hyuuga, volgendo repentinamente lo sguardo
verso la ragazza, che stava fissandolo con
cipiglio.
«Vieni qui… mia madre ha detto che devo metterti questo unguento
sui muscoli, perché è ormai da una settimana che torni dai tuoi allenamenti coi
muscoli strappati…»
Il ragazzo si avvicinò e si tolse la maglia, mostrando così i
pettorali scolpiti da tutti quegli esercizi e i muscoli delle braccia,
decisamente formati e apprezzabili all’occhio.
La pomata scivolò gelida sulla pelle eburnea di Neji, portandolo a
rabbrividire impercettibilmente, ciò era dovuto anche dal tocco duro della
ragazza, si sentiva che quelle mani non erano portate per guarire le
persone.
«Il tuo tocco fa schifo…» commentò il ragazzo, rivolgendole uno di
quei suoi sorrisetti provocatori.
«Non sono una guaritrice!» rispose Nita, per nulla arrabbiata o
decisa a sottostare alle sue provocazioni.
«No… tu vorresti essere una kunoichi… una stroncatrice di
vite.»
«Non devo spiegare a nessuno ciò che voglio diventare, né sentire
gli altri che trovano una strada per me!»
«Nita-san… sii ragionevole… butteresti al vento – indicò la casa e
il giardino – tutto ciò… solo per diventare una
ninja?»
Una forte pacca sulla schiena lo
destò.
«Sì!» rispose Nita, prima di chiudere le persiane della finestra e
rintanarsi nella sua stanza, lontano da tutto e da
tutti.
Neji sorrise… quella ragazza era incredibile… e soprattutto
impossibile da interpretare… troppo solitaria, troppo strana… non era come la
sorellina.
«Neji nii-san?» si sentì strattonare i
pantaloni.
«Dimmi Masami!»
«Da
grande posso sposarti?»
Hyuuga sorrise divertito.
«Perché vuoi sposarmi?»
«Perché sei come un vero principe azzurro! Sei bello, forte e tanto
tanto coraggioso! Perché sei corso a salvare la tua bella
principessa!»
Il sorriso si trasformò in una
smorfia.
«E non pensi che da grande io potrei sposare la mia bella
principessa?»
«Ma la mamma mi ha detto che la tua bella principessa è diventata
una strega cattiva!»
Le scompigliò i capelli come un fratello maggiore farebbe ad una
sorellina.
«Sì… ma solo perché è circondata da tanti mostri cattivi e ha
dovuto adattarsi a loro! Ma sono sicuro che quando rivedrà il suo principe
azzurro tornerà ad essere la principessa più bella di
tutte!»
«Bella come la principessa di Shikamaru nii-san?» domandò
innocentemente la piccola.
«Sì! Ma anche di più!»
«Io vado a cercarlo!»
«No, non puoi fare pazzie del genere!»
«Ma… ma… Tsunade-sama! La prego!»
«Sakura… non possiamo fare nulla, non ce l’hanno fatta gli
ANBU…»
Sakura strattonò il braccio rinchiuso nella stretta morsa della
mano di Tsunade, che l’aveva bloccata prima che saltasse fuori dalla finestra,
pronta per andare a cercare Shikamaru, ovunque egli si
trovasse.
Nara e Hyuuga erano scomparsi da un anno. Dati per morti dalla
squadra ANBU, tornata dopo mesi di ricerche con nessun indizio né risposta e
tante domande.
«Ma…» cercò di replicare la rosa, ma era evidente di come l’Hokage
non volesse lasciarla andare, temendo di perdere anche la sua
pupilla.
«Se
è stata l’Akatsuki a ucciderli… come puoi pensare di fare qualcosa contro di
loro? Ci hai già provato contro Sasori, Sakura. Hai avuto bisogno di aiuto! E
Shikamaru e Neji sì, sono forti, ma
contro tutta l’Akatsuki… non avrebbero mai avuto vita facile!» concluse la
donna, freddamente.
«Anche lei li crede morti?»
«Io spero non lo siano… ma per ora, tutti gli indizi danno l’idea
di morte!»
La Godaime terminò la frase e sentì un forte bussare al suo
portone, non ci volle molto a capire chi fosse.
La porta venne malamente buttata giù e le apparvero davanti Choji,
Rock Lee e Naruto, tutti pronti per partire a cercare i loro amici e
compagni.
Naruto fece solennemente un passo avanti.
«Tsunade no baa-chan! Non posso permetterti di lasciare ben quattro
compagni di squadra a loro stessi! Io sento che né Shikamaru e Neji, né Ino e
Tenten sono morti! Ne sono sicuro!»
«Naruto! Io non posso permettere ad altri ninja di morire!!! Ti
vieto di partire per qualsiasi missione, o ne pagherai le amare conseguenze, e
ti verrà tolto il coprifronte. – guardò per qualche secondo lo sguardo
determinato di Choji, Rock Lee e Sakura – A te e a chiunque tenterà di
disobbedire ai miei ordini! Sono stata chiara?!» aggiunse, urlando, facendo
raggelare il sangue a tutti e quattro i ninja.
Choji e Rock Lee uscirono a testa bassa dalla stanza, mentre Naruto
e Sakura rimasero per qualche secondo fermi immobili, incapaci di dire o di fare
qualsiasi cosa.
Uzumaki circondò con le braccia le spalle di Haruno,
accompagnandola fuori.
Quando furono lontani da sguardi indiscreti, le lasciò un tenero
bacio sulla guancia, al quale la rosa sembrava paralizzata dalla
sorpresa.
«Fatti coraggio, Sakura-chan… vedrai, sono vivi, tutti e quattro!»
le sfiorò la guancia con la mano, asciugandole una lacrima che scorreva sul viso
della ragazza. Le diede un altro bacio.
«Non te l’ho dato lì perché era davanti a tutti e temevo ti
vergognassi…»
E a Sakura, in quel momento, crollò il mondo
addosso.
Naruto pensava che lei si vergognasse a girare con lui, era ovvio,
dopo tutto ciò che lei gli aveva fatto, si stupiva persino che il biondo le
rivolgesse ancora la parola…
«N-Naruto…» balbettò la ragazza, incapace di frenare le
lacrime.
«Cosa c’è, Sakura-chan! – accorse preoccupato – Vuoi stare da sola?
Se vuoi me ne vado!» si premurò il giovane, rendendo la rosa ancora più triste e
affranta.
Ora che lo vedeva lì, davanti a lei, i suoi occhioni blu scossi
dall’apprensione, la sua espressione amorevole, l’istinto era quello di
abbracciarlo, di sfogarsi con lui, di piangere tutte le lacrime che aveva
represso. E lo fece.
Gettò le braccia al collo di Naruto e
singhiozzò.
Il biondo la strinse a sé, la presa forte, lasciandole dolci baci
nell’incavo della spalla e sul collo, carezzandole la testa per
tranquillizzarla.
«Sakura-chan… tu non sei sola… perché devi combattere tutto il tuo
dolore da sola?»
«Perché nessuno… nessuno è disposto a combatterlo con
me!»
«Ci sono io! Io ti aiuterò! Io sono sempre pronto ad aiutarti,
Sakura-chan… ma probabilmente… io… io non… - s’interruppe, cercando di non
sembrare troppo triste – io non sono il tipo di persona
adatto…»
La rosa alzò il viso verso il biondo e lo carezzò con la dolcezza
di una madre.
Naruto era sempre stato lì.
Naruto era sempre pronto ad aiutarla.
Naruto.
Non Sasuke, non Neji, non Shikamaru.
Naruto.
Gli afferrò una mano e intrecciò le sue dita con le proprie,
stringendola con amore.
Gli regalò un fugace bacio sulle
labbra.
«Da oggi in poi, combatterò con te!»
A/N
Here I am!!!
Bene, prima di tutto vorrei chiedere umile perdono per il
comportamento di Itachi… terrificante! Ho appena riletto il suddetto obbrobrio e
ci sono rimasta. Non è a livello di gentleman, ma a quello di fidanzatino
premuroso… brrr… *rabbrividisce come Rock Lee davanti a qualcosa di
vecchio*
Bene, passiamo ad una cosa che mi piace moltissimo fare: risponderò
alle recensioni!!!
celiane4ever
Prima
di tutto, grazie per la recensione! *_* E poi… beh… lo so, Tenten che ama
Deidara può sembrare impossibile (e infatti lo è! XD) però mi piacciono troppo
insieme! *_*
Comunque, è naturale che Tenten stia con Deidara per dimenticare
Neji (che è, Beautiful? XD), ma la giovane pulzella (nd Rock Lee) lo capirà…
uhm… l’ha capito proprio in questo capitolo! Muahaha! Ma come sono perfida!
Comunque… questo è un capitolo di passaggio, il prossimo (che è l’ultimo) sarà
DECISAMENTE più avvincente! Non vedo l’ora di postarlo!
*_*
P.S. Per l’happy ending… diciamo che… per alcuni ci sarà, per altri
no (su, mandami a quel paese! XD).
Giuli@
Grazie
mille per la recensione! *_* Come puoi vedere… poveri i nostri Shikamaru e Neji
(su piccini, venite dalla mammina che vi coccola… *ç*). Ma non preoccuparti, la
fortuna girerà anche per loro! È una promessa! Nel prossimo capitolo lo capirai!
E comunque non sono stati tanto
sfortunati, no? Hanno trovato vitto e alloggio gratis, una seconda mamma, una
sorellina più piccola, una sorella – quasi – coetanea che gli fa da personal
trainer… insomma… cosa potrebbero volere di più dalla
vita?
Secondo me, quelle messe peggio sono Ino e Tenten. Si sono donate a
degli uomini che non amano per dimenticare quelli che amano, mi sembra una
ingiustizia! E non hanno perso solo la verginità con ‘sti qui, ma anche il loro
orgoglio come donne.
Io mi sentirei usata se fossi al loro posto! (ma quanto sono
bastarda?! XD)
Vabbè… ti attendo al prossimo e avvincentissimo capitolo! Grazie
mille per seguire sempre la mia storia!
CelsteKiss
XD Anche a me capita di leggere le storie
oltre la mezzanotte e di non commentare (a parte che io non commento
praticamente mai… eh eh…), ma ti ringrazio che tu l’abbia fatto! Apprezzo molto
queste piccole cose che – ingigantiscono il mio ego – mi aiutano a migliorare la
scrittura! Le recensioni fatte con cognizione di causa! Quelle che parlano della
fic e la descrivono. *_*
Comunque, ti ringrazio per i meravigliosi complimenti! Sono
imbarazzata! ^\\\^ Comunque, per l’happy ending (come ho detto a celiane4ever)
ci sarà per qualcuno, mentre per altri non ci sarà (ma quanto sono
bastarda!).
Non svelo altro perché ti rovinerei la sorpresa del prossimo
capitolo, a mio umile parere, il migliore tra tutti!
^^
Per
il commento sulle coppie… beh… de gustibus
non disputandum est!
A me piacciono le HinaNeji, sono una delle mie coppie preferite, e anche in
questa fic ho voluto che quei due si volessero qualcosina
in più del bene che comunemente si vogliono cugino e cugina!
*_*
Per le ShikaTema… sono assolutissimamente d’accordo con te! Odio
allo stato puro! Sono insofferente! Non riesco a leggere di loro! E dire che
Temari non mi sta poi tanto sulle balle… ma è una coppia che non digerisco per
NIENTE! ^^ Comunque… grazie ancora moltissimo per seguirmi!
*_*
Semmy92
Ossignur!
Ti ho fatta piangere? Mi dispiace! Comunque, sono contenta che apprezzi la mia
fanfiction e che sia talmente commuovente da farti piangere! Grazie infinite!
Dimmi se anche questo capitolo ti ha fatto piangere che rimedierò col prossimo
che va più sul comico! ^^
Maobh
Ti
cito un secondo: Le ragazze
sono in preda a un conflitto interiore. Hanno raggiunto ciò che volevano in
termini di potenza, ma si trovano a fare i conti coi loro sentimenti
repressi.
È la miglior interpretazione di questi capitoli! Non ho parole! Sei
stata così meravigliosamente dettagliata! Sono lusingata che una così attenta
analizzatrice legga la mia fic! *_* Grazie! (_ _)
*inchino*
Il dubbio è che si buttino tra le braccia di altri uomini pensando
però ancora ai loro vecchi amori.
Naturalmente,
questa è una fanfiction terribilmente OOC, per cui alcuni comportamenti possono
sembrare strani, però a me è capitato di trovarmi (non direttamente, era una mia
amica) in una situazione del genere, trovandosi con le spalle al muro, se
continuare una relazione così schifosamente perfetta
da
sembrare una fregatura, o se dimenticarla e buttarsi tra le braccia della –
passami il termine – seconda opzione. Comunque apprezzo che tu me l’abbia fatto
notare! In futuro devo stare più attenta a non vagare con la fantasia o a
lanciarmi in storie alla Beautiful senza pensare al comportamento
reale…
Ripeto: grazie infinite per la meravigliosa recensione! L’ho
apprezzata tantissimo!
Voilà! Missione compiuta! *_* Grazie mille a
tutte!
Detto questo, vi annuncio che il prossimo sarà l’ultimo capitolo!
Ma ci sarà anche un epilogo e, penso, una spin-off!
Bene, vado a mangiare! Gnam gnam! *_*
AtegeV/Akami