‘Ehi Beb! Ti ho portato una cosa’. Le mostrai una confezione di m&ms con le nocciole che avevo preso al bar della signora Montgomery, era stata molto gentile e aveva anche messo nel sacchetto un biglietto con scritto ‘rimettiti presto, Mandy’. È stato un gesto molto carino da parte sua. La signora Montgomery è la mamma di una delle mie migliori amiche: Lucy, ci conosciamo dalle elementari, siamo sempre state molto legate ed è una delle poche amicizie che è durata nel tempo.
Ho altre due migliori amiche: Shannon, Shay per gli amici e per chiunque tenga alla propria vita, dato che odia il suo nome di battesimo e prende a calci chiunque la chiami ‘Shannon’, e Ashley, Benzo per noi.
Lucy è una ragazza molto particolare, è molto matura ed è la più tranquilla, oserei il termine, del gruppo, è molto sicura di sé ma è sempre molto cupa, infonde malinconia e sorride poco.
Shay è di una bellezza surreale, una di quelle ragazze sempre perfette, con un fisico mozzafiato e un sorriso che illumina il mondo intero. Esce perfettamente in qualsiasi scatto; mi ricordo che una volta siamo entrate in una di quelle cabine dove puoi farti le foto che ci sono ai centri commerciali, lei era splendida, ho tenuto la foto e ora uso la ‘striscia’ come segnalibro. Lo so, è una cosa strana, siamo solo amiche, ma devo ammettere che per un periodo ho avuto una girl crush per lei, e non so se sia del tutto finita. Lei non è una delle tante ragazze che quando le vedi a scuola pensi ‘wow, potrebbe fare la modella’, NO, è una di quelle bellezze che non si vedono spesso. Un insieme di geni canadesi e filippini hanno creato qualcosa che assomiglia molto alla perfezione.
Manca solo Ash, beh, lei è fantastica. Quando qualcuno la vede può pensare che sia una di quelle snob altezzose, ma dovete conoscerla a fondo e scoprirete che è meravigliosa. È sempre allegra, sempre sorridente, è quell’amica che non può mai mancare in un gruppo, anche solo un suo messaggio è in grado di rendermi la persona più felice del mondo quando sono di cattivo umore. Non la ringrazierò mai abbastanza per esserci sempre per me.
Ok, ora conoscete, per modo di dire, le mie migliori amiche, le persone con cui trascorro la maggior parte della mia vita, e di questo non posso lamentarmi, perché loro sono persone magnifiche, le amiche che ci sono sempre quando ti serve qualcosa, quelle che puoi chiamare anche alle tre di notte e sai che risponderanno, quelle che si svegliano la mattina presto anche la domenica e dato che non sanno cosa fare ti portano a casa i cornetti caldi con la nutella e un film affittato da vedere con in mano una busta di popcorn.
Tutto questo è perfetto, o meglio era, perché, lo sanno tutti, la perfezione a lungo andare stufa, senza difetti non c’è divertimento.
Dover usare sempre espressioni come ‘c’era un’atmosfera perfetta’, ‘le mie migliori amiche sono perfette’ oppure ‘oddio insieme siete una coppia perfetta’, è brutto, no? Ci sono così tante belle parole nella nostra lingua, come ‘meraviglioso’, ‘emozionante’ o ‘splendido’, e sarebbe davvero uno spreco utilizzare sempre la stessa, la perfezione è noiosa.
Comunque ho fatto tutto questo giro di parole per dire che mi ero stancata della solita vita, perfettamente semplice, volevo una piccola svolta, desideravo conoscere gente nuova e vivere, ma mi ritrovai catapultata in un altro universo: non avevo mai visto il mondo da un altro punto di vista che non fosse il mio, mi sentivo persa, come un immigrato che si trasferisce in un Paese di cui non conosce la lingua, ero sola, e forse era quello che mi serviva per svegliarmi.
Ritorniamo a quel momento. Io e Beb parlammo per qualche ora e ogni tanto uscivo a passeggiare per i corridoi dell’ospedale; mangiavo qualcosa e questa storia andò avanti per tre giorni circa, ero stanca di aspettare, non mi persi più nell’ospedale e speravo solamente di ritrovare quella ragazza, volevo ritrovare Victoria, desideravo solo rivederla, ma avevo una strana sensazione addosso.