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Autore: loverejoices_    02/04/2013    0 recensioni
“Ti prego, fidati di me” mi implorò.
“Non ci riesco” dissi con tono triste.
“Perché?”
“Lo sai, per quella ragazza” Dissi nervosa agitando le braccia. “credevo che mi volessi, invece mi sbagliavo”
“no, non sbagliavi” fece una pausa avvicinandosi a me “io ti voglio, e non tutto è come pensi”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Smettila" urlai ad Harry scherzosamente
Mi stava dando fastidio mentre cucinavo; gli avevo chiesto di non andare al ristorante così avevamo un po' di tranquillità per parlare in santa pace. Gli avevo promesso che un giorno gli avrei cucinato, e oggi mi ha lasciata fare. Strano. Mescolavo il sugo che cucinavo quando Harry mi cinse i fianchi da dietro, appoggiò la testa sulle mie spalle e lasciò una scia di baci sul mio collo, facendomi anche solletico.
"Prima ti sei fatta desiderare e poi mi lasci così?" notai con la punta dell'occhio le sue fossette, perfette, bellissime.
Lasciai il sugo cuocere e mi girai nella sua direzione. Sorrisi vedendo il suo sorriso diventare un broncio. Unì le mani dietro il suo collo per farlo avvicinare a me. Lui si avvicinò senza problemi, lasciò appena la presa nei miei fianchi per farmi girare meglio. Avvicinai il ragazzo a me, sfiorai le sue labbra facendolo gemire.
"non mi provocare" mi diceva con tono giocoso, ma nel suo tono sembrava anche serio.
"oh, il cibo" mi girai, rivolgendogli le spalle.
Lo sentì sbuffare ed allontanarsi da me. Si mise in una delle sedie girevoli (quelle dei bar) e giocava con i suoi ricci e il telefono.
"E' pronto!" urlai felice, sorrise e mi aiutò ad apparecchiare.
 
                                                                                           ***
 
Sembrava essergli piaciuto il mio pranzo
"cucini bene, sai?!" disse lui mettendo tutto nel lavello
"Lo so, lo so" sorrisi vantandomi
"però cucino meglio io" incrociò le braccia al petto
"non credo proprio" gli andai incontro, presi le mani dietro il collo. Spontaneamente lui mi cinse i fianchi
Morsi il suo labbro inferiore, succhiandolo. Lo sentì gemere; gli piaceva questo gioco. Lo tirai di più verso di me, cercando di alzarmi in punta dei piedi per arrivare a lui. Ma qualsiasi cosa io facessi, non potevo essere più alta di lui. Mi fece indietreggiare, fino a toccare la parete del salotto contro la mia schiena. Prese le mie labbra velocemente, questa volta senza aspettare o cose del genere, sollevò pian piano la maglietta che portavo, fino a farmi venire dei brividi a tutta la colonna vertebrale. Mi sollevò da terra facendo attorcigliare le mie caviglie dietro il suo bacino. Mi portò con calma verso le scale, vicino l'entrata, per salire nelle camere da letto.
"Oddio, scusatemi, non volevo, io-io..." La porta d'entrata si aprì: era Gemma.

Non potevo sentirmi più in imbarazzo di così. Non riuscivo a scendere dalla presa di Harry; lo spinsi leggermente e sussurandogli che mi lasciasse. Appoggiai i piedi a terra mettendomi bene la maglietta, eravamo nel sesto o settimo gradino, in momenti del genere non puoi pensare a quanti gradini ci sono. Notai Harry tirare sguardi minacciosi alla sorella. Non potevo credere alla mia figura di merda, cazzo!
"Emh, ciao sorella" disse il riccio scendendo i gradini, lo seguì facendo gli stessi movimenti e nascondendomi dietro alla figura enorme maschile davanti a me
"Ciao fratello" sorrise togliendosi il cappotto "quando andrai a vivere da solo?"
"Presto, presto" disse lui girando la testa verso di me, che voleva dire? Era forse un segno?
"quando è il tuo compleanno? Hai 17 anni, vero?" chiese poi Gemma avvicinandosi per baciarmi
"Si, a Gennaio, preché?" risposi. La vidi tirare occhiate ad Harry che ricambiava con un sorriso
"No, niente" agitò le mani, andò dritto in cucina. Harry mi prese per mano e mi spinse verso di lui
"Dopo continuiamo, non mi puoi lasciare con la voglia" sussurrò al mio orecchio. Risi spingendolo in cucina a seguire sua sorella. Mi abbracciò e mi baciò la testa appena entrammo dalla porta della cucina. Gemma ci guardò con occhi dolci, come per dire 'che carini!'
"comunque scusate se vi ho disturbato, non volevo. La prossima volta avvisi, tu" indicò Harry, minacciosamente.
"sei una stronza sorellina, ma ti voglio bene lo stesso" risero entrambi.
"zitto, che io quando stavo con il mio fidanzato entravi sempre in camera mia" sorrise e si voltò verso di me "perché io stavo con il mio ragazzo, in camera mia, Harry entrava, e se ci vedeva fare cose sporche iniziava a urlare 'mamma,mamma, Gemma e Simon fanno cose schifose' e mamma rideva"
Spiegò la ragazza ridendo
"Avevo solo 8 anni" ribatè il mio ragazzo, una risata coprì il silenzio nella stanza, perfetto, c’era anche Anne!
“si, io me lo ricordo benissimo” salutai la donna davanti a me “perché parlavate di questo?” non volevo dirgli che io e Harry stavamo per scopare, mi vergognavo troppo. Cercai lo sguardo verde di Harry e di Gemma. Mi guardavano entrambi. Gemma stava per parlare ma Harry non la lasciò “ricordi del passato” lo ringraziai con lo sguardo, anche se mi sembrava evidente che io e Harry l’avessimo fatto, ma non volevo essere così aperta e diretta, per ora.
“bene, mi piacerebbe tanto stare qua con voi, ma devo tornare a casa mia” dissi guardando l’orologio, dovevo studiare per domani.
“ora?” domandò Harry guardando il cellulare, annui prendendo le mie cose
“ok, allora ti accompagno” annui.
Prese le chiavi e cellulare e mi aprì la porta d’entrata, salutai le due donne e uscì.
Mi stava venendo ad aprire la porta, dal lato del passeggero, ma con la sua ‘delicatezza’ mi strinse contro la porta. Non mi fece male, ma mi ha fatto sentire la sua erezione pronta scontandola contro la mia gamba. Il suo volto era serio, non si vedevano le fossette che di solito mette. Mi prese da sotto il mento tirando verso la sua direzione il mio volto. Non aspettò altro: mi baciò delicatamente, poi sempre con più forza, con più desiderio. La sua lingua umidì le mie labbra. Si staccò, non volevo che si allontanasse. Cercavo di recuperare quelle labbra così perfette che poco fa mi baciavano. Ma non le trovai. Cercai di avvicinarmi, ma lui si allontanava ad ogni mio tentativo.
“vedi che vuol dire farsi desiderare?” si allontanò definitivamente, andando dalla parte del conducente. Aprì la portiera e mi accomodai.
“sei un bastardo” guardai fuori dal finestrino, facendo la finta offesa.
Si avvicinò nuovamente a me, soffiò sulle mie labbra. Cacciò la sua ‘lingua magica’ e umidì il mio labbro inferiore, mordendolo con i denti.
“mettiti la cinta” si allontanò
“vaffanculo” urlai offesa.
“stiamo 3 a 2 per te” fece una pausa “stai vincendo, perché ti lamenti” la stava prendendo come un gioco. Un gioco? Giochiamo allora.
***
Per tutto il viaggio non lo guardai nemmeno, evitai totalmente il suo sguardo.
C’era un imbarazzante silenzio, fino a quando sentì suonare il suo telefono. Il nome della persona mi fece incuriosire, era Rachel, la ragazza misteriosa. Prima di rispondere mi guardò e sorrise vedendo la mia curiosità.
“Amore” rispose allegro. AMORE? AMORE? Lo guardai seria, cercando di capire cosa stesse rispondendo la ragazza. “ehi, amore mio, orsacchiotto! Che fai più tardi? Io sto sola a casa”
Il ragazzo mi guardò “più tardi? Niente”
Perfetto allora, alle sette a casa mia, a dopo”
Alle sette, ciao” non potevo crederci, era uno scherzo? Lo spero. Non volevo chiedergli niente, volevo vedere se teneva a me o alla sua Rachel.
L’auto si fermò, un semaforo rosso. Perfetto! Presi la borsa da sotto i sedile dove ero seduta, aprì la portiera e scesi.
“Dove vai?” non lo ascoltai e chiusi la porta “Jade!” mi sentì chiamare, scese dalla macchina. Lo salutai con il medio. “vaffanculo” mimai con le labbra. “Jade aspetta” spense la macchina e la chiuse.
Sapevo di quello che avrebbe fatto, e sapevo di quello che doveva succedere.
Le directioner! Un gruppo di ragazze, chi grandi e chi piccole, circondarono il ragazzo che mi guardava andare via. Presi una stradina piccola, dove non c’era uscita. Mi sedetti per terra, aspettando, non so cosa, ma credo che se tiene a me, mi seguirebbe.
Passarono cinque minuti e lo vedo passare, cercandomi disperatamente. “Jade, dove cazzo stai?” al suo urlo altre directioners corsero verso di lui. Ingenuo girò nella stradina dove stavo io, ma non mi ha vista, forse era per lo scuro degli occhiali da sole che aveva. Arrivò in fondo, ma quando si accorse che era chiusa era troppo tardi.
“Jade, vieni qua” quando mi alzai notai il suo sguardo e quello di alcune fans, camminai verso la strada principale, trovando un taxi. Salì sull’auto dicendo al conducente di fermarsi al semaforo dove Harry ha lasciato la macchina. Lo aspettai.

“Jade, sei qui? Credevo che eri tornata a casa” mi voltai e c’era Harry. Si avvicinò a me circondando il mio bacino con un braccio.

“no” lo rimproverai “riportami a casa, che tra un po’ devi andare a casa di Rachel” lo spinsi via, prendendo le chiavi e aprendo la macchina “muovi il culo” Urlai.
 
 
 
Eccomi! Scusate il ritardo, il mio solito e fottuto ritardo, sono una cogliona.
Allora, passiamo al capitolo: Harry e Jade giocano. Carini eh! Nel prossimo capitolo non vi dirò quello che succederà. Vi lascio in sospeso, sono stronza stasera.

Cerco di aggiornare Domenica. Vi prego perdonatemi.
Grazie a tutte coloro che seguono, leggono e recensiscono la storia, vi amo da morire!
Ora vi lascio, ciao.
 
 
 
 
 
 
   
 
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