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Autore: AliceC12    03/04/2013    4 recensioni
Cosa accade quando, per uno scherzo del destino, due anime si ritrovano intrappolate nello stesso inferno?
Jess Tomlinson si ritroverà in questa situazione e non riuscirà più ad uscirne; gli occhi color blu cobalto di quel ragazzo, finiranno per intrappolarla in una morsa letale, tanto che non potrà più farne a meno.
Una situazione orribile si trasformerà in una storia d'amore meravigliosa, difficile da capire ma impossibile da distruggere.
Un bacio e un ringraziamento a tutte coloro che seguiranno la storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 3

Il mattino seguente mi svegliai in riva al mare.
I raggi del sole scontrarono violentemente le mie iridi chiare mentre lo scroscio delle onde accompagnò il mio risveglio dolcemente: due diversi stati fisici opposti tra loro ma di una bellezza neanche lontanamente comparabile a quella che mi aspettava pochi centimetri dal mio viso.
Rivolsi lo sguardo al mio ventre, stranamente più caldo del resto del corpo, dove rimasi colpita dalla visione di  un braccio diafano che mi cingeva la vita attirandomi a se e infondendo calore nella parte racchiusa in quella morsa letale.
Mi voltai e la sorpresa fu ancora più grande nello scoprire il proprietario di quel braccio: Niall era steso a pochi centimetri da me, dormiva beatamente accompagnato da quell’espressione angelica che lo caratterizzava.

-Ehm ehm-
Quell’attimo magico fu interrotto da un colpo di tosse, appositamente studiato per attirare la mia attenzione verso l’alto: i miei occhi vennero incatenati da quelli di Harry che mi fissava con aria da rimprovero, mentre la gelosia incombeva da tutti i pori della sua pelle.
-Tu, biondo, pensi di staccarti o te la devo tagliare la mano?-
-Harry!- lo rimproverai alzandomi da terra e staccandomi, con mio dispiacere, dall’abbraccio di Niall che, ancora intontito da quel brusco risveglio, non era riuscito a metabolizzare la situazione.
-Vieni via- Harry mi afferrò per un braccio e, nonostante i miei vani tentativi di liberarmi, riuscì a trascinarmi sino all’accampamento, in modo che subissi una bella ramanzina da parte di Louis.

-Ma sei una scellerata, non ti posso mai portare da nessuna parte, sei incontrollabile. Come devo fare con te?-
-Louis stai cercando di imitare papà?-
-Già… Non ha funzionato vero?-
-Non proprio-
-Bhe allora non so che dire-
-E lasci che la passi liscia in questo modo? Stava dormendo con un ragazzo!- intervenne Harry sull’orlo di una crisi di nervi, mentre una vena gli pulsava sul collo e gli occhi sprizzavano agitazione da ogni angolo.
-Perché se dormissi con te, proprio come tu vorresti, con chi starei? Con un ermafrodite?-
Di fronte all’impossibilità di rispondere alla mia domanda, si limitò a sedersi sopra un tronco, con movimenti resi goffi dalla caviglia dolorante.
Un urlo di dolore uscì incontrollato dalle sue labbra quando, involontariamente, la gamba andò a scontrarsi con il pezzo di legno, facendo pulsare ulteriormente la zona lesa.
-Aspetta ti aiuto- affermò Niall giungendo inaspettatamente in soccorso del ragazzo che lo aveva appena minacciato di amputazione.
Mentre eravamo intenti a fasciare la gamba di Harry, le nostre mani si sfiorarono, provocando in me uno squilibrio ormonale che credevo non avrei mai provato per il semplice tocco di un ragazzo conosciuto da così poco tempo.

-Io voglio morire, non ce la faccio più-
Eravamo sull’isola da soli due giorni, bloccati con le stesse persone, senza alcuna via di fuga e affermazioni disperate come la precedente erano diventate ormai una moda.
Niall propose a me e mio fratello, data l’impossibilità di muoversi di Harry, di seguirlo nel luogo in cui aveva trascorso gli ultimi quattro mesi e dove qualche provvista doveva essere rimasta.
Quel posto mi incuriosiva; forse sarei riuscita a conoscere in modo più approfondito quell’angelo biondo che era apparso nella mia vita inaspettatamente e il cui mondo ancora non avevo scoperto.

Quel luogo altro non era se non una vecchia casupola arrugginita nascosta tra le erbacce.
Aprimmo cautamente la porta, spaventati che qualcosa potesse staccarsi e caderci addosso.
Qualcuno doveva aver alloggiato sull’isola: c’era una sedia in vimini, un vecchio tavolo privo di una gamba e diversi scaffali posti in modo confusionario.
Niall aprì quella che doveva essere una dispensa e ne tirò fuori qualche banana, delle mentine e un paio di noci di cocco.
Rientrati all’accampamento muniti del nostro bottino, fummo immediatamente assaliti da uomini affamati che non ci lasciarono altro se non una banana da dividerci in quattro.

-Harry che cos’hai?-
Avevamo passato l’intera mattinata nel rifugio di Niall e, una volta tornati, avevamo notato qualcosa di strano nel nostro amico.
La pelle, non più bianca e lucente, aveva un colorito giallastro e goccioline di sudore gli imperlavano la fronte, scivolando accanto agli occhi arrossati. Scottava terribilmente e la mancanza di cibo e acqua non gli permetteva una giusta idratazione.
-Non c’è un dottore qui?-
Niente, tra 40 passeggeri nessuno che avesse mai anche solo sfogliato un manuale medico.

-Amico, fai proprio cagare! Dov’è il tuo sharm alla Harry Styles?- affermò scherzosamente Louis tentando di rallegrarlo.
-Fanculo Leader- rispose lui sfoderando un sorriso e chiamando mio fratello con l’appellativo che gli aveva dato quindici anni prima.
-Ho voglia di pesce- aggiunse alla fine.
-Harry, stai male, non sei  diventato gay!- replicò Louis guadagnandosi un’occhiataccia divertita dall’amico, intuito il doppio senso di mio fratello.
Quei due insieme erano una forza: si conoscevano da 15 anni e non avevano mai litigato, si adoravano e sapevo con certezza che, il sarcasmo di Louis, era una strategia per non ammettere il grande dolore che provava al solo pensiero di poterlo perdere.
D’altronde era quella la realtà; dispersi su un’isola nel bel mezzo dell’oceano senza medicine o una buon’anima che sapesse qualcosa di cure mediche, sopravvivere ad un’infezione era praticamente impossibile.

-Jess, ti prego, vieni qui-
Una voce sofferente mi chiamò da lontano e, nonostante le mie preghiere, constatare che apparteneva ad Harry mi spezzò il cuore.
-Come stai?-
Domandai già consapevole della risposta, sollevandogli delicatamente la testa e appoggiandola sulle mie ginocchia.
-Devo chiederti una cosa fondamentale-
-Dimmi pure- affermai senza esitare, anche se spaventata dalla possibile domanda.
-Sono sexy come sempre vero?-
Spalancai la bocca in segno di disappunto e lo colpii ripetutamente sulla spalla, mentre cercava di farsi scudo con le mani, rinfacciandogli il fatto di essere un’idiota.
Cullai la sua testa fra le mie braccia per diversi minuti, attorcigliando le dita tra i suoi morbidi ricci e domandandomi come mai a casa lo odiassi così tanto.
Ma non potevo cambiare la mia opinione nei suoi confronti, maturata in ben 15 anni, dopo soli due giorni perché mi chiedeva aiuto con espressione dolorante.

Quella sera Niall riuscì ad accendere un fuco, abilità che aveva appreso durante quei mesi infernali; come si dice “Necessità fa virtù”.
Ci sedemmo accanto a quel piacevole tepore e ne approfittammo per parlare e conoscerci meglio.
-Che ne dite del gioco della bottiglia?- propose Louis.
Essendo l’unica ragazza, i due birbanti acconsentirono di buon grado, ma sapevo per certo che se mi fosse toccato baciare Niall, il mio cuore non avrebbe retto.
Il primo a girare la bottiglia fu Louis, già consapevole di dover scontare una penitenza visto che di certo non avrebbe baciato sua sorella né uno dei ragazzi.
-A cosa pensavo quando l’ho proposto!- mormorava tra sé e sé mentre si toglieva i pantaloni pronto a gettarsi nell’acqua ghiacciata come richiedeva la penitenza.
-Vi auguro ogni male- ci urlò contro mentre sghignazzavamo divertiti.

Era il mio turno; presi la bottiglia, con un colpo secco del polso la feci girare e la macchina pompa sangue nel mio petto passò trenta interminabili secondi alternando la tachicardia all’infarto quando il tappo segnava di fermarsi verso Niall o Harry.
Alla fine si fermò, esattamente come il mio respiro si bloccò in gola.


Spazio autrice: Posso dire di essere abbastanza soddisfatta di questo capitolo. Come avrete ormai capito Jess è inesorabilmente attratta da Niall ma ancora non può definire "amore" questo sentimento, dopo tutto sono passati solo due giorni dal loro primo incontro.
Inoltre Niall è un ragazzo molto taciturno quindi, nonostante sembri che anche lui sia attratto da Jess considerando la scena del risveglio in riva al mare, sarà molto difficile per lui esprimere i suoi sentimenti.  Ma sarà ancora più difficile per Jess convinvere con il dubbio che lui la ami oppure no.
Non giungerete presto alla conclusione, quindi se vi va di scoprire come andrà a finire, continuate a seguire la storia e, se avete bisogno di chiarimenti o volete anche solo lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, sarò felice di rispondervi e di leggere cosa avete da dire. Bene, detto questo ringrazio tutte quelle che seguono la storia e mi dileguo. Un bacio :)


  
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