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Autore: altemaree    03/04/2013    2 recensioni
Unia sta scappando, ma sa di non potere nascondersi. Perchè lui la troverà ovunque lei sia. Morto e poi risorto, come lui ormai troppi mostri. Veloci, forti, senza memoria, schiavi di rabbia e fame. Ed è la fame a spingerli ad agire, ad uccidere, a divorare la carne strappandola via con i denti. Perchè se non lo fanno, cominciano a rivelarsi per ciò che sono : cadaveri.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Ogni tanto mi ricordo. Arg, dovrei aggiornare anche Do ut des, mannaggia a me.

“Mi hai mentito” disse Unia, con le lacrime agli occhi “E’ vivo, mio padre è vivo. Perchè mi hai detto di averlo ucciso ?” Unia cercò di dibattersi, ma il corpo di Kor la intrappolò contro il muro, e benchè stesse faticando a tenerla ferma, la ragazza non riuscì a scappare “Non ti ha voluta più” disse e Unia per qualche secondo smise di lottare, per assumere un’espressione indecifrabile “Non ti credo”

“E’ vero. Unia guardami negli occhi” era la prima volta che Kor pronunciava il suo nome, e sembrava combaciare perfettamente con la sua voce. Come se il suo nome fosse stato destinato a essere pronunciato da Kor e da nessun altro. Unia scosse la testa. “Smettila di giocare con la mia mente” disse e Kor abbassò la testa, dirignando i denti

“Va bene. Se non mi credi, vai da lui, so dove li tengono, prima di ucciderli. Ma io devo accompagnarti” e Unia annuì.

Dovettero scendere nelle profondità del formicaio per arrivare ad una specie di gabbia che fece rabbrividire Unia per i ricordi che le provocò. Kor tentò di abbracciarla, ma lei si scostò. Suo padre non appena la vide si alzò, andando al limitare delle sbarre. Poi guardò Kor, che fingeva di guardare il muro “Mi avevi promesso che non l’avrei mai più rivista” gli disse e Unia sentì di stare per morire “Papà” provò a dire, ma l’uomo urlò “TU NON SEI MIA FIGLIA” poi guardò di nuovo Kor, pregandolo con gli occhi “Portala via da me.” e Kor dovette trascinarla di nuovo, perchè Unia sentì di avere perso la facoltà di camminare.

Unia non appena sentì che suo padre non riusciva a vederla più, si abbassò fino a toccare terra e immerse la testa fra le ginocchia. “Uccellino” disse Kor, abbassandosi sulle ginocchia, poggiandole una mano sulla testa. Unia alzò lo sguardo verso di lui “Cosa è successo ? La verità, Kor”

“Ti volevo. Le somigliavi così tanto … Dovevo averti con me, provare a farmi amare e ad amarti. Ti ho osservata per settimane, poi sono entrato in casa tua e tuo padre ha cercato di difenderti. Ma tu sei fuggita e ti ho rincorso. Ti sei nascosta dentro quella casa, ma anche li ti ho trovata. Ma anche tuo padre mi stava seguendo. Ci trovò che eri già morta. Ti tenevo in grembo, accarezzandoti i capelli, aspettando che ti svegliassi. Ero pronto a fronteggiare tuo padre, ma ebbe paura. Non di me, ma di te. Sapeva che non saresti più stata sua figlia e sapendo che non sarebbe riuscito ad ucciderti mi pregò di non farti mai più avvicinare a lui”

Unia rise. Era una risata amara, di chi ha perso ogni cosa “Avevi ragione, sai ?” Kor inclinò la testa, con ancora una mano sulla guancia della ragazza “Alla fine sei tu l’ultima persona che mi è rimasta, sei tutto il mio mondo”

   
 
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