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Autore: zo_Juliette_so    03/04/2013    6 recensioni
anni '70,quando la musica faceva sognare e si proclamava l'indipendenza e l'amore libero..
una ragazza con una vita non semplice si avventura in un viaggio a fianco di un uomo speciale..
un musicista di fama crescente,con i capelli corvini e gli occhi come smeraldi..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apri' molto lentamente gli occhi.
Sottili raggi di sole si facevano spazio tra le fessure delle tende , e a poco a poco inondarono la stanza.
Lascio' che le si posassero sul  viso,scandandole la pelle pallida.
Abasso' le palpebre e cerco' di riordinare qualche straccio di ricordo della sera prima.
Quello che riusci' a ottenere fu solo l'anteprima di un bel mal di testa.
"Perfetto" si disse,e con gran sforzo si mise a sedere sul letto;
ogni parte del suo corpo sembrava urlare di dolore,e lei fece una smorfia quando distese le gambe indolenzite.
Si guardo' intorno,aveva la vista leggermente annebbiata,ma alla vista della confusione che regnava in tutta la stanza le si riabilito' subito.
Il suo armadio sembrava essere stato svuotato e il suo contenuto buttato alla rinfusa sul pavimento,
c'erano resti di qualche spinello qua e la', parecchie bottiglie di birra vuote erano impilate contro al muro.
Con un gesto veloce sfilo' le gambe dal groviglio di coperte e provo' ad alzarsi.
Ma prima che potesse reggersi a qualcosa,scivolo' su un collo di bottiglia e cadde' bruscamente ai piedi del letto.
"Vaffanculo!!" urlo' e diete un pugno sul pavimento,graffiandosi le nocche.
Non sembrava una gran giornata da come le cose erano iniziate.
Ma a peggiorare la situazione subentro' il fastidioso suono di tacchi che eccheggiava per il corridoio.
La porta si spalanco',e una figura slanciata apparve tra le nuvolette di polvere che si erano alzate da terra.
- Che diavolo fai?Si e' sentito un casino pazzesco dalla cucina!- disse con tono stizzito la giovane donna facendosi largo tra i vestiti e le bottiglie.
- Sono scivolata - rispose Beatrice alzandosi da terra con fatica,e senza aspettarsi un aiuto.
- Complimenti - fece la bionda con indifferenza iniziando a guardarsi le unghie laccate di rosso.
- Che vuoi? - disse la ragazza,stizzita,buttandosi nuovamente sul letto.
- Voglio che alzi il culo e riordini sto casino,non ti aspettare che ti mandi una delle cameriere per ripulire la tua merda! -
Ormai si era abituata a sentirsi parlare in questo modo dalla donna che avrebbe dovuto prendere il posto di sua madre.
Nascose la testa sotto il cuscino.
- Ti ho detto di muoverti! Sono gia' le due! Hai dormito abastanza! - e detto questo la disturbatrice diede un forte calcio al letto.
Dopo di che' usci' dalla stanza sbattendo la porta.
"Finalmente la pace" penso' Beatrice.
Ogni giorno la stessa storia,il risveglio era sempre piu' brusco.
Si rimise in piedi,cercando di non pestare altri oggetti indesiderati.
Le girava la testa.
"Cosi' impari a fumarti tutte quelle canne ciccia" si disse.
Raccolse da terra una maglia larga e dei pantaloncini,si vesti', poi inizio' a piegare gli indumenti,per poi rimetterli con cura nell'armadio;il modo migliore per riordinare le idee era riordinare quel porcile.
Riusci' ad ottenere un buon risultato solo dopo un ora,adesso si che era tornata la sua stanza!
I poster di Woodstock ben appesi alle pareti,ogni vinile al suo posto nello scaffale dove teneva la sua collezione,
gli acchiappa sogni posizionati sopra alla testata del letto,la tela e i colori di nuovo sul cavalletto sotto la finestra e la chitarra appoggiata sulla cassapanca in mogano.
Apri' le finestre per cambiare aria,e rimase abbagliata dalla potente luce che il sole di inizio Giugno sprigionava.
Respiro' a pieni polmoni,liberandosi da un po' di stress accumulato in tutto il suo corpo,poi si avvicino' alla specchio.
- Oh Dio Santo! - rantolo'.
Detestava proprio la sua faccia,senza una ragione precisa,non le piaceva; quando qualcuno le diceva che era molto bella,e succedeva spesso,lei mandava simpaticamente a cagare il soggetto,odiava proprio sentirselo dire,essendo convinta che fossero tutte balle.
Ma si sbagliava a pensare cosi',non sapeva quante persone la ammiravano,mentre lei cercava di nascondersi.
Beatrice aveva sedici anni,e ne avrebbe compiuti diciassette a breve;
era nata in Italia,a Bologna,dove aveva vissuto per dieci anni; si era poi trasferita a Londra con la madre e il padre,che era un pezzo grosso della Atlantic Records,e lo avevano trasferito nella sede centrale a in Inghilterra.
Questo non l'aveva infastidita,da bambina le piaceva molto viaggiare e scoprire posti nuovi.
Cosi' si era adattata alle esigenze familiari,e era cresciuta imparando una nuova lingua e nuove tradizioni.
Era abbastanza alta,molto magra,fin troppo le dicevano,e con una pelle d'avorio,delicata e raggiante.
Le sole due cose che apprezzava della sua immagine erano i capelli,lunghissimi e mossi,castano chiaro con riflessi ramati; e gli occhi,grandi e espressivi,che cambiavano sfumatura spesso,ma solitamente erano verde muschio con i contorni grigi,brillavano come due diamanti quando piangeva.
Aveva un viso molto grazioso,le labbra carnose e il naso dritto e sottile.
Aveva molta grazia nei movimenti e nel parlare,ma la nasconeva sotto un parlata e un comportamento giovanile e spesso volgare.
Si avvicino' al vetro per osservarsi piu' da vicino,facendo qualche smorfia buffa.
Poi con un sospiro ritorno' ai suoi lavori.

 

- Quella ragazza e' uno strazio Richard!Non riesco a capirla! - sbuffo' Dolly passandosi una mano nella chioma bionda.
- Lasciala perdere tesoro,e' solo una ragazzina - questo fu il commento del marito.
Non che si aspettasse altro,Richard non avrebbe mai offeso direttamente la figlia,qualunque cosa avesse gli avesse detto.
La donna sbuffo' di nuovo.
Erano seduti in salotto,e mentre il marito leggeva il giornale,lei si preparava un drink,un gin tonic poteva farle dimenticare la varieta' infinita di stronzate che erano entrate nella sua vita?
Bastava provare.
Butto' giu' tutto d'un fiato.
Funzionava.
Aveva ventiquattro anni,era molto alta,molto bionda,e molto bella,il genere di donna che nasce per essere "qualcuno",e lei ci era riuscita.
Aveva fatto innamorare di se uno degli uomini piu' acclamati e avvenenti di Londra,lo aveva fatto semparare dalla moglie,e si era conquistata un posto nell'alta societa',riuscendo a far passare inosservate le sue origini di figlia di una povera ragazza madre senza futuro.
Si guardo' nel grande specchio sopra al camino in marmo,e non pote' che sorridere maliziosamente.
Aveva fatto proprio un buon lavoro.
Ammiro' per qualche secondo i gioielli che aveva scelto per uscire con il marito,a un'inaugurazione di qualche nuovo negozio di lusso,e si beo' della sua situazione.
Uno scalpiccio di piedi che corrono giu' dalle scale la distolse dai suoi pensieri e la costrinse a voltarsi.
- Eccola finalmente! - disse Richard osservando la figlia che attraversava il salotto.
- Ciao papa' - rispose lei.
- Dove vai? - le chiese il padre,vedendola gia' intenta a prendere le chiavi di casa.
- Lontano dalla tua donna - e con questo corse in corridoio,attreverso' i vari saloni e usci' facendo sbattere l'enorme portone di legno.
- Cosa ti avevo detto?Non mi ascolti mai!!Mi odia!E tu non dici mai nulla!Oh Richard perche' non i ami piu'?! -
Sapeva che queste erano le parole perfette per abbindolare il marito,e usarlo a dovere,oh non che non lo avesse amato,un tempo,ma ora era finito la fase del matrimonio romantico,ed era arrivata quella del matrimonio conveniente!
Si lascio' cadere su una poltrona e finse qualche singhiozzo.
- Ma cosa dici tesoro!Certo che ti amo! Le parlero' te lo giuro,e le diro' di smetterla! - Richard si avvicino' alla bella moglie e le prese una mano - Che ne dici ora di uscire? E di fare un salto da Tiffany prima dell'inaugurazione? -
Era quello ceh aspettava,e come una bambina a cui e' stato offerto un giorno al parcogiochi,ridendo,corse a prendere la borsetta.


Beatrice perocorreva veloce le strade che separavano la sua casa dal centro della metropoli.
Si era innammorata di Londra,dei suoi autobus rossi a due piani,della nebbia persistente,della temperatura umida,delle sue vie originali,e del suo centro pulsante di vita.
La villa dove abitava era in una parte "in" della citta',dove le persone di una certa fama vivevano lontano dai rifettori;
non era strano per lei incontrare di tanto in tanto una coppia di giovani attori camminare lungo il fiume,o qualche cantante giocare con i propri figli,o qualche giornalista portare in giro il cane,era del tutto normale,ed a lei della fama non importava nulla.
Era per questo che evitava accuratamente le serate di gala,gli spettacoli all'Opera,i balli annuali, e quel genere di cose a cui la sua famiglia era invitata molto spesso,Dolly era sempre la prima a gioire per l'invito e a crucciarsi per la scelta degli abiti e dei gioielli da indossare.
No,non erano le cose che le interessavano,preferiva restare a casa,a suonare,a leggere,a fare qualche festino hippy con le sue due migliori amiche,e divertirsi un po' senza essere inseguita dai giornalisti e dai cameraman.
Non che a Londra non la conoscessero:avendo suo padre fatto un gran successo nel mondo musicale inglese,la sua famiglia era diventata una delle piu' importanti e richieste;per questo erano necessari gli occhiali da sole,magari un giaccone con il capuccio per non essere riconosciuti,e non finire su quegli sciocchi giornali di gossip.
Passo' davanti al Victoria Memorial;
Londra era veramente piena di gente,l'inizio delle vacanze estive portava moltissimi turisti nella capitale.
Si fece spazio tra la folla cercando di raggiungere le strisce pedonali.
"Diavolo!" penso' "Quelle due mi ammazzano se arrivo in ritardo!Dobbiamo andare a vedere Mick Jagger merda!"
Ma anche se tirava gomitate rimaneva incastrata in mezzo a quella massa di turisti.
- Fatemi passare cazzo!! - urlo'.
Poi le venne un'idea improvvisa:
si mise la borsetta sotto la maglia e inizio' a gridare - AAAAAAH!! AIUTO! Cazzo! Sto per partorire fatemi passare!! -
Tutti si girarono a fissarla.
"Allora si muovono solo quando gli pare,sti coglioni!" penso'
Continuo' a urlare a squarciagola,finche non si apri' un varco tra la folla e riusci' finalmente a passare.
Mentre scappava via si senti' dire dietro:
"Oddio poverina chissa' che dolore!" "Qualcuno chiami un'ambulanza!" "Una donna sta partorendo!" "Che schifo! Le ragazzine non hanno piu' ritegno!" "Eh gia',sempre piu' ragazze madri!"
Si mise a ridere di cuore mentre correva per le strade,finche' non si fermo' vicino a due ragazze davanti alla vetrina di un negozio di vinili.
Una era molto alta,con i capelli lunghi e lisci,tendenti al rosso,occhiali da sole tondi,una camicetta a fiori e una minigonna di jeans;l'altra era piu' bassa e bionda,sempre con capelli lunghi e lisci,indossava un paio di pantaloni a zampa e una t-shirt a spirale.
Erano intente a bisticciare e a fumare una sigaretta.
- Non dire boiate!Certo che riusciro' a salire su quel palco!- urlava la bionda.
- Tu contaci Juliette! - faceva l'altra - Se tu riiesci a saltare addosso a Mick io ti giuro che al concerto degli Zeppelin la prossima settimana li bacero' tutti! -
- Hey cosa c'e' da urlare? - disse Beatrice,trafelata per la corsa.
- Finalmente!Se aspettavamo ancora un po' arriviamo a concerto finito! - Caroline fece un ultimo tiro,
poi butto' a terra la sigaretta e la pesto' a dovere.
Lo stesso fece Juliette.
- Allora andiamo? - 
- Hey un attimo! Che diavolo hai sotto la maglietta? -
Beatrice scoppio' a ridere e racconto' alle amiche l'accaduto di poco prima.
Le due sghignazzarono come pazze per gran parte del tragitto.
- Tu hai le palle baby! - sentenzio' Caroline.
Poi a un tratto mentre arrivavano a un incrocio inizio' a diluviare.
Era normale in inghilterra,i temporali primaverili erano una chicca.
Pioveva tanto forte che le ragazze raggiunsero la strada senza capire dove stavano andando.
Le gocce cadevano violentemente,quasi fossero grandine,colpendo le braccia delle tre e impedendo loro di vedere bene.
Fu proprio per quello che Beatrice continuo' a camminare mentre le sue amiche si fermavano sul marciapiede.
Non vedendo praticamente nulla prosegui',credendo di avere Cherry e J. dietro di lei.
Si ritrovo' in mezzo alla strada proprio mentre la pioggia cominciava ad attenuarsi.
- Bea cazzo!!! Vattene da li'!! - grido' Cherry.
Ci furono altre urla confuse,e senza capire Beatrice fece appena in tempo a vedere un camion mastondico avanzare troppo velocemente verso di lei.
Era paralizzata dal panico;
voleva scappare ma le sue gambe non si muovevano.
"E' la fine" penso'.
Chiuse gli occhi aspettando il colpo che l'avrebbe ammazzata.
Ma non venne quello che si aspettava.
Senti' una forte spinta,e cadde' violentemente a terra,rotolando su un lato della strada.
Altre urla.
Apri' gli occhi.
Il camion era sparito e molta gente si stava raggruppando intorno a lei.
Solo allora si accorse di un ragazzo disteso al suo fianco; si stava alzando da terra,scuotendo via la polvere dai pantaloni.
Lei lo fisso'.
Lui la fisso'.
Nessuno dei due apri' bocca, e lei anche se avesse voluto non ci sarebbe riuscita:
era incantata dal viso di quel ragazzo.
Era bellissimo,e aveva un aria quasi famigliare.
Poi riusci' a rantolare un "Grazie" e continuarono a fissarsi per una frazione di secondo.
Ad un tratto vari flash iniziarono ad offuscarle la vista.
Uno sciame di fotografi si era avvicinato e immortalava i due ancora sul ciglio della strada.
- Merda! - ipreco' lui,e senza dire altro corse via.
Lei lo fisso' mentre se ne andava.
- Fateci passare brutti cazzoni! - senti' urlare alle sua spalle.
Caroline e Juliette si stavano facendo largo tra la folla a forza di spinte per raggiungerla.
La aiutarono ad alzarsi e la portarono via dai paparzzi assatanati.
Si sitemarono in una stradina appartata,accesero tre sigarette e provarono a medicare i graffi che Beatrice si era fatta nella caduta.
Sedettero di fianco a lei e iniziarono a guardarla con insistenza.
- Ci hai fatto morire! - disse Cherry.
Nessun'altro parlo' per vari minuti.
Poi improvvisamente J. urlo' - Beatrice la caduta ti ha rincoglionito per caso?!-
- Non capisco - rispose quella,perplessa.
La bionda e la rossa si guardarono.
Poi Cherry parlo' e disse un sette di parole che,da quel momento,cambiarono del tutto la vita di Beatrice.
- Jimmy Page ti ha salvato la vita!-


Ciao a tutti :) e' la mia prima fan fictio,spero vi piaccia! 
Recensite e fatemi sapere cosa ne dite,e se fa cagare non risparmiatemi haha,un bacio <3


















 
  
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