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Autore: Ma_AiLing    03/04/2013    5 recensioni
Questa non è “La storia dei Malandrini„ ma la storia di una loro avventura. Perché un giorno, al loro quinto anno, una parola spunta nelle vite dei quattro amici, di Severus Piton e di Lily Evans. Una parola che provocherà malintesi, scherzi e risate. Una parola che riecheggerà ancora per i corridoi di Hogwarts: Waddiwasi!
***
Dal capitolo 1:
«Oh Mocciosus, vaa...» ma James si interruppe, vedendo che alle spalle di Piton si stava avvicinando il professor Vitious.
«Va... Cosa?» gli chiese il ragazzo dai capelli unticci, uno strano brillio negli occhi. «Cosa c'è? Il coraggioso Grifondoro ha paura di dire una parolaccia?» lo prese in giro Piton, recuperando la sua arroganza. «Credevo che tu fossi sprezzante verso le regole».
«Va... Va... Vaddivasi!» sbottò allora James, punto sul vivo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Remus Lupin, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Giuro solennemente di non avere buone intenzioni'
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~Unto in biblioteca o Di libri, traffici e malefici~

I malandrini erano tornati al castello che fuori era ancora chiaro, e considerando che era febbraio e che il sole tramontava in fretta, era piuttosto presto per i loro standard. Ma si vede che quella era la giornata delle stramberie, perché corsero dritti filati in biblioteca. Ora, non è che quei quattro ragazzi odiassero studiare, ma non era neanche una tra le loro attività preferite. Soprattutto, non amavano farsi vedere tra gli scaffali per mantenere la “reputazione” di “degni Malandrini”. 
Quello che considerava di più lo studio era certamente Remus, che lo metteva secondo tra le sue priorità. Lo precedevano a pari merito d'importanza la sua famiglia, i Malandrini e la speranza di non ferire nessuno mentre era trasformato, mentre lo seguiva la cioccolata. ”Un buon pezzo di cioccolato è quel che ci vuole per riprendersi da qualsiasi brutta esperienza”. Glielo aveva detto sua mamma dopo la prima, terrificante, dolorosa trasformazione. Da quel mattino dopo ogni luna piena gliene regalava una stecca al gusto differente. 
Per gli altri Malandrini invece le priorità erano diverse: per Sirius al primo posto venivano i Malandrini, al secondo gli scherzi, al terzo il Quidditch e al quarto lo studio. La sua famiglia veniva in fondo, perché “quella non è una vera famiglia”. James invece metteva la famiglia al primo posto, ma per il resto la sua classifica de “Le cose importanti nella vita” erano le stesse di Sirius.
Peter al contrario era di tutt’altro avviso: non poteva permettersi di venire bocciato, gli stessi Malandrini non glielo avrebbero premesso perché lo aiutavano, ma lo studio veniva dopo molte altre cose: la sua famiglia e i Malandrini, l’essere considerato e accettato, divertirsi, mangiare, dormire, rilassarsi e… C’erano altre cose che riteneva più importante dello studio? Sì, sicuramente ce n’erano, per cui: “altre cose” e poi finalmente veniva lo studio. 
Si può ben capire quindi, lo stupore di chi li vide quel pomeriggio: quando mai Peter Minus era corso di sua spontanea volontà in biblioteca?
I quattro compari trovarono in fretta quello che cercavano: un ragazzo dai capelli unticci seduto curvo ad una scrivania, circondato da tanti di quei libri che anche Remus aveva avuto la stupida idea di sfogliare. Si ridiede mentalmente del cretino.
 
«FERMATELO!» urlò Sirius all'improvviso, facendo trasalire tutti i presenti, e guadagnandosi un'occhiata truce dalla bibliotecaria, che stava camminando lì vicino e che con il solo sguardo gli intimò il silenzio.
«Ma signora, sta deturpando i libri!» si giustificò sottovoce. Bastarono quelle poche parole per allarmare la donna che trattenne il fiato scandalizzata. «Che cosa…» ma non fece in tempo a finire di chiedere che Sirius l’anticipò.
«C'è unto che gli cola dai capelli e che"Plic!" goccia dopo goccia cade sulle pagine e le buca, neanche fosse acido! Anche se, conoscendo le sue abitudini, non ci sarebbe da stupirsi!».
Molti studenti iniziarono a sghignazzare sommessamente riconoscendo i Malandrini e la vittima preferita dei loro scherzi, Severus Piton, che si era alzato sbattendo una mano sul tavolo e serrando l’altra attorno alla bacchetta. Digrignava i denti in una smorfia di puro odio, mentre Madama Pince, tra l’innervosito e il sollevato, constatò che era solo una presa in giro e si premurò di zittire tutti grazie al suo sguardo sbieco. Ma lo scherzo di Sirius era stato piuttosto crudele per quella donna che trattava i libri come figli, e li avrebbe cacciati tutti e cinque, Piton compreso, se Remus, dopo un pestone così forte da parte di James che non poteva essere ignorato, non fosse intervenuto. Occhi dolci: l’arma segreta di Lunastorta. Tutte le ragazze, più o meno giovani che fossero, dicevano che il suo era uno sguardo ammaliatore. Dolce e rassicurante, con guizzi malandrini, sembrava che nei suoi occhi si celasse qualcosa di più. Sirius aveva iniziato a prenderlo in giro dicendo che la dolcezza dipendeva dalla gran dose di cioccolato che mangiava, ma aveva dovuto rinunciarci quando Peter era finito in infermeria per un'indigestione. Di cosa? Domanda sciocca: cioccolata.
Fatto sta, che quando la bibliotecaria vide che c'era pure il giovane licantropo dagli occhi ambrati, che spesso si rifugiava tra i libri tenendo una condotta impeccabile, decise di chiudere un occhio sul baccano provocato e li lasciò restare. 
Piton tornò al suo posto maledicendo quei bulletti da quattro zellini e la promessa fatta a Lily di fingere che non esistessero, mentre i Malandrini si sedettero a un tavolo lì vicino commentando l'accaduto.
«Quella donna dovrebbe davvero fare un giro fuori da queste mura!» sbuffò Sirius.
«Ma come, Felpato, proprio ora che Remus ha scoperto che il suo grande amore è ricambiato?» scherzò James.
«Ma voi due siete veramente...» incominciò Remus, ma venne interrotto da Sirius: «I migliori, lo sappiamo!».
«Veramente volevo dire altro, ma lasciamo perdere, tanto siete un caso disperato» disse Remus alzando gli occhi al cielo, prendendo un libro dalla borsa.
«Un caso disperato? Guardi, signor Prefetto, che siamo migliorati da quando ha la spilla!» disse James, il tono sostenuto. Remus lo guardò scettico. Molto scettico. 
«I miei piedi ti sarebbero davvero grati se la piantassi di pestarli, sai» disse tornando a fingere di leggere il suo libro. 
«E i miei piedi sarebbero grati a te se tu intervenissi alla svelta» scrollò le spalle James. Remus lo guardò stranito. «Sono io che mi sono beccato un tuo pestone!».
«Appunto! I miei piedi hanno faticato» spiegò James ovvio, il sorriso sotto i baffi. Remus sbuffò, trattenendo un sorriso. Certe discussioni con James erano tempo perso.
E mentre James decantava gli “epici sforzi dei suoi piedi”, Sirius appellò dei libri e ne ficcò uno in mano a James, facendogli capire che avevano capito l’antifona e che poteva piantarla. Erano così James e Sirius, potevano combinarne quante ne volevano non ascoltando nessuno, nemmeno Remus o i loro genitori, che di tanto in tanto, specie quando ricevevano certe lettere dalla McGranitt, avrebbero desiderato che non fossero così scalmanati, ma ascoltavano sempre l’altro quando si trattava di darsi una calmata. Certo, doveva coincidere che solo uno dei due facesse “il Malandrino”, ma di tanto in tanto accadeva, bastava un’occhiata e l’altro si chetava.
Libri davanti agli occhi, si misero a fissare Piton, che pareva li ignorasse.
 
Quando poco dopo Lily andò in biblioteca per aiutare Severus nella famosa ricerca, la scena che le si parò davanti fu esattamente questa: l'amico, quasi invisibile dietro ai libri, osservato da quattro paia di occhi, che quando la intercettarono scapparono velocemente sui libri aperti. Tranne gli occhi di Potter, ovviamente, che la fissavano ostinati, sopra un sorriso che la ragazza avrebbe definito “da sbruffone”. 
«Ciao Sev» disse Lily ignorandoli e andando a sedersi di fronte all'amico. Come la ragazza distolse l'attenzione dai Malandrini, i quattro ripresero a confabulare tra loro, e presto si disegnò un ghigno sui visi di James e Sirius, un sorrisetto sul volto di Peter, e una smorfia sconsolata su quello di Remus.
Intanto Lily aveva preso un libro dalla pila del Serpeverde. Dare le spalle ai Grifondoro era il metodo migliore per non far sì che pensassero di essere al centro dei suoi pensieri. Non che servisse a molto però, i quattro si erano già messi all'opera sfogliando rumorosamente i libri, giusto per il gusto di disturbare i due. Remus naturalmente era quello che lo faceva con meno convinzione: Lily era sua amica, per Godric!
Ma la ragazza era paziente, sapeva che chi fa i dispetti si comporta così solo per attirare l'attenzione, e lei non avrebbe mai dato a Potter questa soddisfazione. Mai. Ma anche la pazienza ha un limite, e dopo cinque minuti il limite era stato raggiunto e oltrepassato. Lily si voltò di scatto fulminandoli (subito tre paia di occhi si abbassarono -Potter non si smentirà mai-) e si rivolse poi a Lupin: «Ehi Remus, ancora con la ricerca? Ti stanno aiutando i tuoi amici o vuoi unirti a noi?»
Gli altri tre guardarono il ragazzo, tre occhiate che significavano solo una cosa: "diglielo!". Il licantropo sospirò, dopodiché rispose con un sorriso di scuse: «Grazie dell'invito, Lily, ma ho già risolto». La ragazza sgranò gli occhi e tentò di farlo continuare: «Hai risolto e…».
«E questo, siamo spiacenti, ma è un segreto da Malandrino!» finì Sirius compiaciuto.
«Sì certo» disse Lily guardandolo con sufficienza, per poi rivolgersi nuovamente a Remus. «Stavi dicendo?». 
«Non stavo dicendo niente. Scusa Lily, sai che te lo direi, ma è stata una decisione presa a maggioranza, tre contro uno: dovrete continuare a cercare» disse Remus, sentendosi un po' colpevole.
«Che ti dicevo, Lily» s'intromise Severus, «è un balordo come gli altri tre».
«Senti un po', trafficante d'olio, prova solo a ripeterlo e…» lo minacciò James alzandosi.
«E cosa? Mi lanci un incantesimo?» lo provocò Piton, alzatosi a sua volta per fronteggiarlo. «Oh mammina, ho paura! Sua eccellenza l'imbecille vuole affatturarmi, aiuto!» continuò con una vocina sottile.
A sorprendere tutti fu l'intervento di Peter, il quale si mise in mezzo ai due litiganti che nel frattempo avevano sfoderato le bacchette, senza estrarre la sua, e si rivolse a Piton con la voce inaspettatamente alta:«Sua eccellenza l'imbecille sei tu, Mocciosus: fossi in te non stuzzicherei James, se non vuoi che ti lanci un Vaddivasi!»
Dopodiché non ci fu più tempo per parlare: infuriata per il baccano la bibliotecaria li cacciò fuori, occhi dolci o meno, proibendo loro l'ingresso in biblioteca per una settimana. «E guai a voi se osate anche solo pensare di duellare qua dentro!».
 
«Complimenti, Minus, ottima mossa, non c'è che dire» si congratulò falsamente Piton.
«Sai Mocciosus, non è che devi sempre dare aria alla bocca, potresti tenerla chiusa ogni tanto» disse Sirius piccato.
«Quindi è un incantesimo? Non è una Runa Antica?» chiese Lily a Remus. Ma James fu più veloce e disse:«E chi lo sa, Evans. Sai che presto ci sarà un'uscita…». Non fece in tempo a finire la frase che la Rossa era già corsa via, seguita dall'amico Serpeverde.
«Ma per Morgana!» sbottò James infastidito. «Remus, guai a te se le dici che è tutto inventato!». Lunastorta, che stava cercando di trattenere le risate come gli altri due, annuì: se avesse aperto la bocca molto probabilmente Ramoso non avrebbe gradito.
I quattro amici si diressero in Sala Grande per cenare (si sedettero il più distante possibile da Lily) e poi salirono al loro dormitorio per poter chiacchierare senza doversi preoccupare delle orecchie indesiderate.
 
«Certo che Mocciosus è insopportabile!» si lamentò Sirius.
«Già» confermò James. «Dare a te del balordo…» disse rivolto a Lunastorta, il quale alzò le spalle con noncuranza.
«Peter invece, Merlino! Sei stato un vero Grifondoro!» si congratulò il Licantropo, guardandolo con orgoglio.
«Vero!» continuò James. «Dirgli che avrei lanciato un Vaddivasi» e scoppiò a ridere. «Fantastico, dopo aver sfogliato tutti i libri di Rune Antiche, ora sfoglierà quelli di Incantesimi, e in più si roderà il fegato, perché deve aspettare una settimana!».
Il piccolo Peter era arrossito a sentire tutti quei complimenti, però, nonostante l'imbarazzo, era bellissimo sentirsi dire che era stato coraggioso.
«Però si è spaventato quando hai nominato il "terribile incantesimo", chissà cosa pensava che sarebbe successo!» rise Sirius, per poi ipotizzare con James le paure più ridicole di Mocciosus. Quando si calmarono, erano tutti sdraiati sui loro letti, chi a pancia in su, chi a pancia in giù, e chiacchieravano su che scherzi potevano escogitare ai danni di Mocciosus.
«Certo che sarebbe bello potergli lanciare un incantesimo che gli faccia finire qualcosa in bocca ogniqualvolta sta per aprirla. Sai quanti commenti inutili e fastidiosi ci risparmieremmo?» sospirò Sirius.
«Già, anche se nel naso ci sarebbe più posto, qualsiasi cosa tu ci voglia ficcare» scherzò James.
Remus scattò a sedere, sul volto un sorriso malandrino che non presagiva nulla di buono e che fece illuminare gli occhi di James e Sirius.
«Ramoso, mi è appena venuta un'idea» esclamò Remus. 
Oh sì, disse lo sguardo che Sirius lanciò a James, vendetta balorda in arrivo!







***
Noticine:
Eccomi qua! Innanzitutto un grazie a Frasca94 e a ArwenUndomiel che mi hanno consigliato un titolo per questo capitolo, perchè quello che c'era prima non mi piaceva. Io non sapevo scegliere tra i due proposti perchè mi piacevano entrambi, quindi, ai lettori la scelta!
Comunque, volevo chiedervi una cosa: secondo voi, c'è qualche personaggio OOC? O c'è qualche atteggiamento che non vi spiegate? Ve lo chiedo così, mi piacerebbe rispondere a eventuali dubbi se ne avete.
Ok, non c'è bisogno di dirmelo cento volte: mi defilo!
A presto!
Che cosa intendo con presto? Beh, diciamo che il prossimo capitolo lo scriverò nelle pause tra un compito e l'altro, quindi non so quanto presto. Meglio "Alla prossima!" ;)
 
Vostra,
AiLing 

 
   
 
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