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Autore: Fucking_Princess    23/10/2007    10 recensioni
Sana è partita per due anni, per girare un film...ma quando ritorna trova Akito cambiato...o forse è stata lei a cambiare?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Allora, chiedo scusa se non vi ringrazio ad uno ad uno, ma sto morendo di shonno...! *_____*
Perciò posto questo chap e vado a ninna...in ogni caso grazie a tutte per il vostro appoggio, e per scoprire se Akito e Sana faranno pace, beh...non vi resta che leggere i prossimi chap! xD
Baci a tutti! :*
Spero di non deludervi...! ^^

JuSt A dReAm?

Finalmente Sana congedò gli ultimi invitati e si chiuse la porta alle spalle.
Non poteva, non DOVEVA esplodere adesso.
Augurò velocemente la buonanotte a Rei e a sua madre e salì di corsa le scale che portavano in camera sua.
Chiuse la porta a chiave e finalmente si lasciò andare in un lungo pianto liberatorio.
Soffocò i singhiozzi nel suo soffice cuscino e pianse, fino a non avere più la forza e le lacrime per continuare.
Cos'era succeso ad Akito? Al SUO Akito?
Aveva promesso di aspettarla...
E invece?
Lui dov'era? Non l'aveva aspettata...
Se n'era andato, lasciando un vuoto incolmabile nel suo cuore...
Afferrò la scatoletta.
La aprì, sperando che ci fosse qualcosa che potesse spiegarle...che potesse permetterle di capire...
Ma non trovò nulla, se non quell'ispiegabile vuoto.
"E che palle, Akito! Perchè?!" Urlò dentro di sè, scagliando la scatoletta contro il muro.
Si lasciò cadere sul letto, mormorando solo "Perchè...perchè...perchè..."

Akito tornò a casa. Era notte fonda, ormai.
Salì le scale e sentì un conato di vomito. Sua sorella era a casa.
Sospirò e chiuse la porta della sua stanza.
Che gran casino.
Voleva chiarire con Sana.
Voleva spiegarle il perchè...
Ma sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta...
A cominciare da quel suo stupido orgoglio, a finire al fatto che non sapeva nemmeno da dove iniziare.
"Dannazione!" Sibilò tra sè e sè, dando un pugno alla parete.
"Sana...scusa..."
E si addormentò, con questo pensiero ancora in mente.

"Dove mi trovo?" Sana si guardò intorno. Era un posto a lei apparentemente sconosciuto, ma che aveva qualcosa di familiare.
Sembrava una scuola. La sua vecchia scuola elementare!
Sana si diresse verso il corridoio che portava alla sua classe.
Quanta polvere! Era tutto buio, illuminato solo da una fioca luce che proveniva dal neon sopra la sua testa.
Svoltò l'angolo, ed eccola lì.
La sua vecchia aula.
Sorrise tra sè e abbassò la maniglia.
Quello che non si aspettava, era di trovare qualcuno.
Akito.
Era seduto all'ultimo banco e si dondolava sulle gambe posteriori della sua sedia.
"Hayama, ma che ci fai qua?" Chiese Sana, confusa.
"Potrei farti la stessa domanda." Ribattè lui, con aria perplessa.
"Non lo so...pensavo che stessi sognando..."
"Beh, anche io...ma...mi sono ritrovato qui all'improvviso!"
"Già." Sana abbassò lo sguardo. Chissà se quest'Akito sapeva cos'era successo quella stessa sera...
"Sana?"
"Uh?" Chiese lei alzando la testa.
"Ma tu...sei la mia Sana del passato, presente o futuro?"
"Ma che domanda è?!" Esclamò lei, tra lo sconvolto e il confuso. "So solo che TU nel mio PRESENTE hai fatto una cosa molto cattiva, umph!"
'Alla fine è un sogno' si disse Sana 'posso sfogarmi quanto mi pare...'
Akito si prese il volto tra le mani. "Bene...sei la mia Sana del presente, allora."
Sana gli rivolse un'occhiata interrogativa e si avvicinò a lui.
"Del presente? Non capisco..."
"Questo non è un semplice sogno...io sono qui. Tu sei qui. Entrambi sappiamo cos'è successo stasera."
"Oh." Mormorò la rossa, iniziando a capire.
"Beh...a questo punto, penso di doverti una spiegazione. Siediti accanto a me."
Lei si accomodò sulla sedia accanto e lo fissò.

Akito era cosciente che non poteva essere un semplice sogno, eppure era tutto così assurdo!
Evidentemente il destino voleva che loro chiarissero, e gli ha dato questa opprtunità attraverso il sogno.
Chissà se una volta svegli lo avrebbero ricordato...in ogni caso, tentar non nuoceva.
Hayama trasse un profondo respiro e iniziò.
"Allora, ci sono molte cose non sai...
Poco dopo la tua partenza, a mio padre è stato diagnosticato un tumore ai polmoni.
Inizialmente reagiva bene alla chemio e tutto, e non si pensava fosse il caso di ricoverarlo.
Ma da quando mia sorella ha iniziato ad uscire con Hachiko, la situazione è precipitata."
"Ha...Hachiko?" Chiese Sana timidamente.
"Si, è una sua nuova compagna di classe. Una ragazza carina, con una bella casa e una bella famiglia.
Peccato che sia una poco di buono. Da quando Natsumi ha iniziato ad uscire con lei, beve, torna a casa ubriaca...qualche volta sniffa pure."
"O mio Dio...è terribile..." Commentò Sana, con le lacrime agli occhi.
"Già...E mio padre è peggiorato ulteriormente.
L'ultima litigata non gli ha fatto per niente bene. Lei è tornata a casa alla tre, con la maglietta mezza strappata e lui ha dato fuori di matto. Cioè, le ha urlato che non poteva trattare questa casa come una albergo, che lui era pur sempre suo padre e che doveva darsi una regolata.
Lei ha risposto che ormai era maggiorenne e che di noi non gliene fregava più nulla.
A quel punto mio padre è svenuto e l'hanno portato all'ospedale. Tutto questo è successo un mese fa. E da allora non migliora."
"Akito, è davvero...perchè non me l'hai detto subito?" Chiese lei, tra il dispiaciuto e l'arrabbiato. "Lo sai che io posso darti una mano! Lo sai che io ti avrei ascoltato! Saresti venuto a stare da noi, avremmo aiutato tua sorella, sarei andata da tuo padre!" Esclamò singhiozzando. "Io ti sarei rimasta accanto..."
"Tu eri in Francia a girare quel dannato film!" Sbottò lui.
"Appunto ERO! Adesso sono qui!" Ribattè lei, continuando a singhiozzare, il volto rigato dalle lacrime. "Allora è per questo, eh? Questo è il motivo per cui stasera mi hai trattato così...MI RITIENI RESPONSABILE DI TUTTO QUESTO?"
"No, ma tu non c'eri nel momento del bisogno! Mi hai lasciato solo!" Akito sapeva che tutto questo discorso era infondato. Non era colpa sua. Ma non poteva fare a meno di pensare che se lei fosse rimasta...se non se ne fosse andata...magari tutto questo non sarebbe successo.
Un pò come nelle favole...
Spesso, quando capisci che non è colpa di nessuno, ti convinci che se quel piccolo particolare fosse andato diversamente, probabilmente non sarebbe successo nulla.
Un ragionamento infondato, irrazionale, infantile...
Ma te ne convinci...e quando capisci che non sarebbe cambiato ASSOLUTAMENTE nulla, è troppo tardi...
"Akito, sei un bambino! Sai benissimo che non ti ho lasciato solo! Sai benissimo che io ti sarei rimasta accanto! Non è la lontananza fisica a determinare quella morale, o come la vuoi intendere! Come te lo devo spiegare!?"
"Sana...io..." Si interruppe e trasse un respiro profondo. "Scusa."

  
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