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Autore: silverhind    03/04/2013    1 recensioni
E se il protagonista di Harry Potter non fosse più il famoso Harry ma una semplice altra ragazza di Hogwarts? Se il prescelto fosse una prescelta ignara fino all'ultimo del suo destino? Bene questa è la storia del destino di una ragazza. La storia di un amore difficile, ostacolato, combattuto, ricercato, rinato, tormentato, dimenticato, maturo, dolce, di sacrifici, vissuto, impulsivo, prorompente, vivace, segreto, esagerato, tenero. La storia d'amore tra un professore all'apparenza severo, insensibile, arrogante e prepotente ma in realtà anche lui capace di provare ammirevoli sentimeti, e una studentessa, all'apparenza normale ma in realtà l'essere più speciale per lui. E se è vero che il fiore nato nella tempesta è il fiore più bello e duraturo, i problemi e le difficoltà che i due protagonisti dovranno affrontare li uniranno in un legame indissolubile... o almeno lo spero!
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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I giorni passavano piacevolmente, la mente sempre occupata da mille impegni e preoccupazioni. Era la notte il vero problema. Restare soli coi propri pensieri portava un profondo senso di malinconia, nostalgia, solitudine. La ragazza non si era mai sentita così sola in vita sua; il suo più grande amore nello stesso edificio ma lontano dal cuore, la sua migliore amica impegnata in altre cose e un suo caro amico in prigione per non aver fatto nulla se non essere se stesso. Nessuno che potesse farle davvero compagnia, starle accanto, consolarla.
D’altra parte neppure Piton si era mai sentito così solo. Il pensiero di aver perso l’unica persona che lo avesse mai amato e l’unica che avrebbe voluto amare per sempre lo rendeva un’anima in pena. Il ricordo della sua Georgy lo teneva sveglio tutte le notti fino a tardi, il profumo dei suoi capelli lo ritrovava in ogni cosa, il suo sorriso lo custodiva gelosamente nel cuore.
La ragazza, una volta sola nella sua stanza, si rannicchiava nel suo nuovo letto e rimaneva in ascolto della notte, fissava il buio, piangeva. Talvolta riascoltava quella canzone che tanto l’aveva fatta sentire felice ed amata il giorno del suo compleanno, quella canzone che aveva canticchiato tutto il giorno, quella canzone che diceva “voglio portare tutto con me quando me ne andrò”. Ed era vero. Lei non poteva dimenticare i bellissimi momenti passati con il professore, l’iniziale convivenza forzata, l’avvicinamento, le vacanze, tutto. L’aveva resa davvero felice, era riuscito a farla sentire amata, voluta, protetta, sicura. E lei si portava tutto nel cuore, anche le ferite, la memoria persa, la gelosia per Annie, l’ultimo tragico giorno in cui si erano parlati. “Chissà se anche Severus pensa questo di me…” pensava la ragazza, gli occhi carichi di lacrime.
E il professore pensava esattamente lo stesso. Lui aveva scelto quella canzone, che mai fu più appropriata per un amore come il suo. “Spero che un giorno capirai, Georgy, che ti ho tanto amata, e che ti amo ancora, e per sempre. e che per sempre porterò con me tutti i momenti trascorsi con te, tutte le tue parole, i tuoi gesti, le tue espressioni. Spero che un giorno capirai, e mi perdonerai…” era sempre l’ultimo pensiero di Piton, prima di cadere in un sonno breve e sconsolato.
 
Georgy era tornata altre due volte a far visita a Lupin, ed entrambe le volte aveva trovato Linda ad attenderla nella cella dell’amico. Ormai erano rimasti gran pochi detenuti nelle celle di quel corridoio. Alcune creature avevano subito un processo veloce ed erano poi state rilasciate per mancanza di prove, ma erano davvero poche. I più furono ingiustamente accusati ed eliminati. Una vera e propria pena di morte, con tanto di processo finto e di persone che potevano assistere all’esecuzione. I più fortunati se la cavavano con un “veloce e indolore” Avada Kedavra, i più sfortunati invece venivano torturati e solo dopo lunghe sofferenze uccisi. E il Ministero, ovviamente, fingeva di essere allo scuro di tutto.
<< Il Ministero teme Corvax quasi quanto Voldemort. E Corvax così tiene a bada il Ministero, con la paura. Ma non possiamo agire sconsideratamente, è un bravo mago, è potente ed influente e possiede un vero e proprio esercito di lupi mannari e non solo, che gli sono fedelissimi. >> diceva Linda a Georgy.
<< Ma qualcosa dovremo pur fare, non possiamo stare qui a braccia conserte senza muovere un dito. Ci sono molte persone nella situazione di Remus, non possiamo abbandonarli. >>
<< Cosa sa Silente di questa storia? Dei nostri incontri, intendo >> intervenne Lupin.
<< Bè veramente… Silente mi ha espressamente detto di non poter incontrare né te né Corvax, ma di restare fuori da questa situazione per il momento… >> rispose Georgy un po’ intimidita.
<< Forse Silente ha ragione, dovresti restarne fuori. È pericoloso Georgy, tu non ti rendi conto dei ciò che può fare Corvax. E di certo non avrà pietà o timore di una ragazza, quello è capace di tutto. >>
Georgy sapeva che Lupin era molto fedele a Silente, che faceva qualsiasi cosa gli dicesse, ma non credeva che lo avrebbe mai fatto in un momento come questo. Guardava Linda in cerca di approvazione ma non la trovava neppure in lei, che anzi aveva abbassato lo sguardo e aveva cominciato a roteare un piede per terra.
<< Georgy non ti devi preoccupare per me, tutto sommato sono in buone mani qui >> disse Lupin strizzando l’occhio a Linda, che arrossì. << Silente avrà sicuramente un piano. Vai ora, è tardi e qualcuno potrebbe accorgersi della tua assenza a Hogwarts >> disse Lupin ammiccante, intendendo ovviamente Piton. per tutta risposta Linda lo bloccò con una gomitata sul braccio e gli lanciò un’occhiataccia. Più tardi gli avrebbe spiegato il problema maggiore che in quel momento affliggeva la sua amica.
Linda accompagnò Georgy all’atrio dove c’erano gli ascensori e, prima che la vedesse scomparire, le disse: << Mi dispiace per l’ultima frase di Remus, lui non sa ancora niente. E mi dispiace molto per quello che stai passando. Io c’ho messo un po’ a superare il mio di colpo, anche se spesso non l’ho dato a vedere. Se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, io sono qui. >>
<< Grazie Linda, sei un’amica >> rispose Georgy, avviandosi verso il fondo dell’ascensore.
<< Ah Georgy >> disse Linda all’ultimo momento, slanciandosi verso di lei, << se ti interessa lui è libero tra due giorni, alle 11.00 del mattino. >>
Georgy ringraziò con un cenno del capo e sparì giù con l’ascensore. Arrivata al piano terra si diresse all’auscita del Ministero, inforcò la sua scopa riposta per tutto il tempo nella borsetta, e sfrecciò alla volta di Hogwarts, ripensando a tutto ciò che era stato detto in  quell’incontro.
La ragazza era decisa ad incontrare Corvax, a farsi dare delle risposte, e la sua amica le aveva praticamente fissato un appuntamento per due giorni dopo. Non avrebbe detto nulla alla preside, e neppure a Silente, anzi, sarebbe andata nel loro ufficio per chiedere aggiornamenti, giusto per non insospettirli. Al massimo poteva dire di aver rivisto la sua amica per strada, nulla più. A proposito, tra lei e Lupin c’era davvero una bella intesa. Vuoi vedere che forse i due avrebbero potuto finire per innamorarsi? Lupin si sarebbe meritato una ragazza, e Linda era bella e brava. E lei si sarebbe meritata un uomo fedele, gentile, educato ed affettuoso. Che belli sarebbero stati insieme! E mentre pensava a queste cose non provava sentimenti come la gelosia o l’invidia, non era protettiva nei confronti di Lupin, non vedeva Linda come una minaccia. Forse Severus si sbagliava, anzi di sicuro. Evidentemente lei non era innamorata di Lupin, voleva solo il meglio per lui, come una brava amica, non c’era né ci sarebbe mai potuto essere nulla più di un’amicizia tra loro.
Gli occhi di Georgy si illuminarono. Forse c’era una speranza di poter ricominciare con Piton, se non una relazione come prima almeno un dialogo. Gli avrebbe parlato. Subito.
 
Toc toc. Qualcuno di inatteso bussava alla porta dello studio della preside.
<< Avanti >> disse una voce femminile dall’interno.
Georgy entrò nell’ufficio, i modi da studentessa timida e imbarazzata. Avrebbe dovuto sfoggiare faccia tosta e nervi saldi, nonché un buon repertorio di piccole, innocenti ma giustificate bugie.
<< Oh ciao Georgy, cara ragazza, come stai? >> chiese la McGranitt, andandole incontro. Sapeva della sua rottura con Piton, ma non le avrebbe chiesto di parlarne, avrebbe aspettato che fosse stata per prima la ragazza ad aprirsi.
<< Bene grazie. Sono venuta qui per sapere se…ecco…se ci sono notizie su Lupin, o su qualche novità dal Ministero. >>
<< Oh ragazza mia, non dovresti preoccuparti di queste cose. >>
<< Lo so, me lo avete detto, ma sono comunque in pensiero, e volevo sapere quando il professor Lupin potrà tornare ad insegnare… >>
<< Hai qualche problema nel gestire le classi? Guarda che te la stai cavando egregiamente, non ho ancora sentito alcuna lamentela, e vedrai che presto troveremo una soluzione! >>
Silente non parlava. La sua immagine appesa al muro scrutava la ragazza.
<< Allora, avete notizie di Lupin? >>
<< Sì >> disse finalmente Silente. << Sono stato informato che il professor Lupin per il momento sta bene, dietro le sbarre, ma vivo e vegeto. E ho anche saputo che tu hai ritrovato una vecchia amica in queste tue uscite, vero? >> chiese Silente fissando Georgy con un sorrisetto.
<< Sì bè ecco, non so a chi si riferisca di preciso... >>
<< Alla signorina Linda Norton >>
<< Ah, sì, Linda… >> disse la ragazza, paonazza in volto, lo sguardo fisso in basso e i piedi che disegnavano grandi cerchi immaginari sul pavimento di pietra.
<< La signorina Norton mi ha detto che vi siete incontrate per caso, mentre lei andava a lavorare al Ministero e tu uscivi da un negozio di libri lì vicino. Non è così? >>
<< Libri? Ah sì… >> continuò Georgy impacciata. << Sì è vero, la prima volta sì. Mi servivano dei libri sulle Arti Oscure, cioè non per me, non per impararle, ma per le lezioni. >>
<< Sì immagino. Che bella coincidenza però, eh? Strana… guarda te a volte il caso cosa ci fa accadere. >>
<< Eh già, proprio una bella coincidenza. Era da molto che non la vedevo. >>
<< Comunque se in futuro ti serviranno libri potresti consultare anche la nostra biblioteca, o magari chiedere al professor Piton, che di sicuro sa molte cose e può essere molto utile per entrambi >>.
<< Sì preside, mi consulterò con lui. Anzi, gli parlerò subito, ora lo cerco >> disse Georgy riprendendosi dall’imbarazzo, pronta ad affrontare un nuovo problema: trovare il coraggio di parlare con Piton.
<< E’ inutile che lo cerchi >> rispose Silente con la solita voce calda. << Severus, cioè, il professor Piton è partito. >>
<< Cosa? >>. A Georgy si fermò il cuore per un istante. “No” pensava, “non può essere…proprio adesso?”
<< Deve fare rifornimento di erbe magiche, pozioni, e quant’altro serva a Hogwarts. Ogni tanto decide di ritirarsi e fare i suoi giretti, era da un po’ che non li faceva, evidentemente qualcosa lo turba e ha bisogno di restare da solo. >> Silente fingeva di non sapere niente di ciò che era successo tra la ragazza e il professore, ma non gli riusciva tanto bene, o meglio, non sembrava plausibile visto che la maggior parte del tempo la passava a parlare con la McGranitt che sapeva tutto. << Ora che ci penso, non mi ricordo più se gli ho detto di prendere un Giratempo… >> disse Silente lasciando in sospeso la frase, come se si aspettasse che qualcuno gli domandasse perché. Non ottenendo ciò che desiderava ripetè la frase a voce alta, così da avere nuovamente l’attenzione della ragazza.
<< Ma… non erano finite tutte le scorte di Giratempi? >>
<< Sì, ma uno è rimasto, e se il suo proprietario non ha mutato modo d’essere, scommetto che sarà integro e perfettamente funzionante, ben riposto e mantenuto. >>
A Georgy non interessava nulla del Giratempo. Non le importava neppure di aver mentito al grande Albus Silente e alla preside di Hogwarts. Piton era lontano, chissà a fare cosa, e lei non poteva neppure dirgli ciò che aveva maturato in quei giorni.
La ragazza salutò educatamente e uscì dall’ufficio, muovendosi di corsa verso la sua stanza, dove si abbandonò ad un pianto sconsolato.
<< Questa ragazza non è mica in grado di mentire, vero Albus? >>
<< No Minerva, però si sta muovendo nel modo giusto. La signorina Norton mi ha detto che le ha procurato un appuntamento con Corvax, vedremo cosa riuscirà a scoprire. >>
<< Ma non sei arrabbiato? >>
<< Per cosa mia cara? >>
<< Ma per il fatto che non rispetta i tuoi ordini Albus! >>
<< E chi sono io per impedirle di fare qualcosa? Non è più una studentessa, non dobbiamo più recluderla. E poi incontrando Lupin e l’amica Linda credo abbia scoperto qualcosa di se stessa che credeva di aver perso, qualcosa che varie situazioni avevano soffocato. >>
<< Ti riferisci a Piton? >>
<< Esattamente. La ragazza ha fatto chiarezza sui propri sentimenti. Ora speriamo che anche Severus faccia altrettanto. >>
<< Ma perché hai lasciato che partisse? Se fosse rimasto qui ora avrebbe parlato con Georgy >>.
<< Perché ci si accorge di tenere davvero a una persona anche e soprattutto quando la si perde. Con la rottura, i litigi e la lontananza Severus crede di poterla perdere, e forse dimenticare, nel senso di non pensare più compulsivamente a lei. Ma spero che si renderà presto conto di non potere fare altro che pensare a lei per sopravvivere. >>
 
Il giorno seguente Georgy era stanca, non sorrideva, non parlava. A lezione aveva lasciato che gli studenti se la sbrigassero da soli con gli incantesimi, per i corridoi non salutava e neppure degnava di uno sguardo quelli che invece calorosamente le rivolgevano saluti e parole. Aveva passato la notte a pensare e ripensare. Ovviamente il fulcro dei suoi pensieri era Piton. Si era posta mille domande sul perché fosse partito, se lei c’entrasse qualcosa, se forse lui l’avrebbe amata ancora, se, al suo ritorno, avrebbe avuto il coraggio di parlargli. Interrogativi cui non aveva trovato risposta.
Quel pomeriggio fu convocata nello studio della preside per discutere di alcuni piccoli incidenti avvenuti nelle sue ore di lezione. Niente di che, qualche piccola botta e un po’ di vermiciattoli che spuntavano dal naso di un ragazzo distratto.
<< Georgy, ragazza mia >> diceva la McGranitt con tono quasi da nonna premurosa, << so quello che stai passando, sono vecchia e ne ho di esperienza sulle spalle. Non voglio dispensare consigli che possono sembrarti inutili o intromettermi nei tuoi affari, ma se c’è qualcosa che posso fare, ti prego, dimmelo. Se vuoi parlare io sono qui, ti ascolto. >>
<< Grazie preside, è molto gentile, ma non credo di volerne parlare ora >> aveva cordialmente risposto la ragazza. Poi, con un sorriso sincero, come per buttarsi tutto alle spalle, disse: << Sono qui per parlare delle mie lezioni, è giusto dare la priorità a questo. In fondo, non si può mica fermare il mondo perché qualcuno ha qualche problema! Mi dispiace per gli studenti coinvolti, prometto che farò più attenzione la prossima volta. Non ricapiterà. >>
La McGranitt la guardava con un’espressione triste, comprensiva ed amichevole. Capiva benissimo come si sentiva Georgy, e sapeva che quello era il suo modo di reagire. Georgy non voleva che altri ci rimettessero per i suoi problemi, si preoccupava degli studenti, lavorava duramente, sia per tenersi occupata sia per non far pesare a nessuno il suo stato.
D’un tratto nel camino dello studio divampò una fiamma più alta e rossa del normale. Nel quadro appeso al muro comparve l’immagine di Silente, e fissava proprio il camino. Le fiamme ora si erano fatte di un giallo acceso, e sembravano sfumarsi in arancione come a delineare i contorni di un volto umano. Georgy avrebbe giurato di aver intravisto il volto di Piton.
<< Preside? Silente? Mi sentite? >> disse una voce inconfondibile proveniente dal camino.
<< Sì Severus, ti sentiamo benissimo >> rispose Silente.
Piton stava comunicando con il preside tramite il camino, un modo alquanto bizzarro ma veloce ed efficace. Non si era accorto che nella stanza erano presenti altre due persone.
<< Dimmi Severus, hai novità? >> chiese Silente.
<< Sì Albus, altrimenti non mi sarei messo in contatto >> rispose con la tipica acidità il professore. << Sono andato a parlare con alcuni rappresentanti dei branchi e mi hanno detto di essere a conoscenza della situazione, ma non sono mercenari. Non si uniranno a nessuno. >>
<< Evidentemente non hanno ricevuto offerte convenienti… >>
<< Ho trovato il luogo dove reperire le erbe che mi servono per la pozione, domani mi recherò lì e poi cercherò di rintracciare la signorina Granger… >>
Georgy non ci capiva niente. Branchi? Erbe? La signorina Granger?
<< Cerca di parlare anche con altri rappresentanti, le notizie che arrivano dalla signorina Norton non sono molto incoraggianti >>.
E Linda adesso cosa c’entrava?
<< No, scusate, ma… cosa c’entra Linda, chi è la signorina Granger, e i branchi di cosa? >> sbottò Georgy senza pensarci troppo, stanca di tutti questi enigmi. Le fiamme nel camino cambiarono l’espressione sul volto del professore, che mostrava stupore per la presenza di una voce femminile che di certo aveva subito riconosciuto. Non rispose alla ragazza ma a Silente.
<< Cercherò Albus, ma lo sai anche te che non è facile, ed è anche… pericoloso >>
<< Lo so Severus, e ti ringrazio per il lavoro che svolgi, ma so che sei l’unico che possa farlo egregiamente >>.
<< Cosa deve fare? Mi volete spiegare? >> chiese Georgy visibilmente agitata.
Nessuno disse nulla. La McGranitt guardava la ragazza con occhi lucidi, comprendeva la sua ansia, avrebbe voluto dirle tutto, ma Silente stesso le aveva raccomandato di non dire una parola a riguardo della missione di Piton. Già ciò che stava udendo avrebbe potuto metterla nei guai.
<< Se non c’è altro preside, io tornerei ai miei doveri >> disse Piton freddo.
<< Certo Severus, grazie, e sii prudente. >>
L’immagine di fuoco del professore scomparì dopo aver dato un’occhiata in giro, come a voler guardare in volto la ragazza, cercandola nella stanza. Lei non seppe trattenere uno << Stai attento >> mentre scompariva, la voce interrotta dalle lacrime.
La ragazza si voltò verso Silente, guardò la McGranitt supllicante spiegazioni, ma non ottenendole se ne andò. Era preoccupata per Piton, non si sarebbe mai perdonata di non avergli potuto parlare nel caso gli fosse successo qualcosa. Dopo aver parlato con Corvax sarebbe partita a cercarlo. Al diavolo le lezioni. Al diavolo gli studenti. Al diavolo la sua sicurezza, per la quale stava perdendo tutte le persone più care che aveva.
 
Il Ministero sembrava sempre più lugubre e sinistro quando Georgy vi si recava per qualcosa di importante. Questa volta avrebbe dovuto parlare con il potente Corvax Swire, e tutto attorno le sembrava nero, misterioso, nemico. Gli sguardi che incrociava lungo la strada sembravano torvi, la scrutavano come un cacciatore osserva la preda prima di attaccarla. Si sentiva estremamente a disagio. Per fortuna in breve tempo arrivò al piano di Corvax e si fiondò nell’ufficio di Linda, in cerca di un volto amico. La trovò china sulla scrivania, come al solito, ben vestita, ma con dei graffi sul volto mal celati dalla tonnellata di terra e fondotinta che si era messa.
<< Oh Georgy, sei arrivata! Entra pure, il signor Corvax ti attende. >>
<< Cosa ti sei fatta? >>
<< Dove? >>
<< In faccia, hai dei graffi, come di gatto… >>
<< Ah questi, niente, sono… sono proprio di gatto, sì, quello che ho cercato di… quello che… l’ho trovato per strada ieri tornando a casa e mi faceva pena, volevo portarlo a casa ma mi ha graffiato… povero, era impaurito… >>
“ Balle “ pensò Georgy, convinta che invece che un gatto avesse incontrato Henry, il suo ex, e che l’incontro fosse stato tutt’altro che piacevole. “Se lo becco io gli faccio rimpiangere di non avere studiato bene le tecniche di difesa come tutte le altre materie… “
<< Dai, non ti preoccupare, il fondotinta fa miracoli, vai dal capo, ti aspetta! E poi, ovviamente, mi racconterai tutto! >>
Linda sembrava contenta di ciò che Georgy stava per fare, ma la ragazza non ne capiva il motivo. “Perché deve essere così eccitata? Io son terrorizzata” pensava.
Attraversò una parte di corridoio e bussò a una grande porta con delle grosse maniglie e dei ghirigori disegnati in oro. “Però, si tratta bene a vedere la porta. Questo non è semplice colore, è oro puro! Mi ci posso specchiare!” pensava la ragazza. ora non era intimorita solo dalla persona di Corvax, ma anche da tutto quello che lo circondava. Doveva essere davvero ricco e potente come dicevano. La porta si aprì da sola e davanti alla ragazza si stagliò una sala enorme, il pavimento quasi totalmente ricoperto da tappeti, il colore rosso spiccava sugli altri, prepotentemente. Il soffitto era altissimo, le pareti lunghe adornate con lo stesso tema dei ghirigori dorati della porta, mettevano n mostra una serie di quadri strani e inquietanti in cui le immagini non si capivano bene, e i colori principali erano scuri. In fondo alla stanza una grande scrivania di legno ordinata ed elegante era sovrastata da un enorme affresco alla parete, raffigurante una sanguinosa battuta di caccia. “Sarà anche arte ma io, in una stanza così, con quell’affresco lì, non ci starei mai. Non mi stupirebbe se venisse fuori che qui è stato ucciso qualcuno” pensava Georgy.
<< Prego, venga avanti signorina >> disse l’uomo seduto alla scrivania. << Non sia intimorita, non la mangio mica >> continuò, facendo scintillare i denti in un sorriso smagliante, e mettendo in mostra il dente d’oro piantato nella parte destra della dentatura.
<< Buongiorno signor Swire, io sono… >>
<< Oh non serve che si presenti, lei è Georgy Huges, la nuova assistente-professore di Hogwarts, anzi, direi professoressa a tutti gli effetti visto che chi deteneva la cattedra ora si trova…bè, qui! >> disse Corvax in maniera gentile e simpatica.
Georgy per tutta risposta esibì una faccia stupita.
<< Non si preoccupi, non sono andato a spulciare i fascicoli del Ministero anche se, vista la mia posizione, avrei anche potuto! Linda, la mia segretaria, mi ha parlato di te, e molto bene devo dire. Tranquilla, non mi ha rivelato i vostri segreti, le ho semplicemente chiesto qualcosa di lei signorina Huges. >>
Georgy era completamente spaesata, continuava a guardarsi attorno, non riusciva ad ambientarsi, e si era quasi dimenticata il motivo per cui era andata lì. Corvax continuava a parlare di sé, chiedendo ogni tanto alla ragazza piccole cosucce cui avrebbe dovuto rispondere solo sì o no, non permettendole quindi di instaurare un discorso in cui fosse lei a fare le domande.
Ad un certo punto entrò Linda, lo sguardo basso e inizialmente triste, portando due tazze di tè.
<< Oh grazie Linda, gentilissima come al solito >> disse Corvax con un gran sorriso rivolto alla sua segretaria. Quando uscì continuò: << E’ una brava ragazza, lavora sodo e si impegna, ma sa che non deve sgarrare o fare di testa sua, perché so essere molto… bè diciamo che voglio ordine, rigore e disciplina, e chi non rispetta il mio volere viene punito. A mio avviso tutto deve essere così, la vita deve essere governata da ordine e disciplina, altrimenti regnerebbe il caos, e quando il caos la fa da padrone qualcuno finisce per rimetterci >>. La voce di Corvax si era fatta più pesante, come se in qualche modo avesse voluto giustificare il suo modo di agire.
Georgy colse al volo l’occasione per entrare nell’argomento che tanto le stava a cuore.
<< Scusi signor Swire, ma perché sembra tanto una persona per bene, gentile e anche simpatica, e invece nella realtà lei cerca di far del male a persone e creature innocenti? Perché ce l’ha tanto coi lupi mannari? >>. Georgy pensava che a queste parole che potevano suonare come un attacco (e in effetti l’intenzione era quella) Corvax si sarebbe arrabbiato e forse l’avrebbe addirittura mandata via chiamando la sicurezza. L’uomo tuttavia esibì un sorriso che sembrava un ghigno e, sempre gentilmente, rispose: << Lei è preoccupata per il suo amico, il professor Lupin, vero? Lei è venuta qui per chiedermi di smettere di dare la caccia agli esseri come lui, vero? Voglio chiederle io una cosa: se non ci fosse stato di mezzo il suo amico, sarebbe venuta lo stesso qui a perorare la causa? Oppure se ne sarebbe rimasta a Hogwarts, al riparo da qualsiasi minaccia, tranquilla, a vedere come si sarebbe evoluta la faccenda? >>.
La ragazza era rimasta in silenzio. Non si aspettava una reazione così tranquilla e allo stesso momento sconcertante. Ora pareva lei la cattiva. Corvax Swire era riuscito a farla dubitare delle sue intenzioni.
<< Come immaginavo, l’ho spiazzata. Stia tranquilla, non mi aspetto una risposta, e neppure mi interessa sentirla. In fondo la storia non si fa con i “se” e con i “ma”, lei è venuta qui ora, ed è questo che conta. Cos’ho contro queste creature? Bè, legga qualsiasi articolo o mia biografia, vedrà che sono sempre rimasto colpito dal fatto che nessuno abbia mai voluto contenere la pericolosità di questi esseri. La sua visita potrà fermarmi? Non penso proprio signorina. >>
Georgy era sempre più spiazzata. Quest’uomo era capace di parlare da solo per ore, e lei lo stava ad ascoltare. Era contraria a ciò che egli diceva ma non poteva rispondere perché ne era infatuata. D’altronde alcune persone hanno questo immenso dono, quello di permettere alla gente di ascoltarle, il dono della parola, dell’eloquio. C’è chi sa cantare, chi scrivere, chi ascoltare, e chi sa parlare. Corvax Swire era un eccellente oratore, sapeva catturare l’attenzione, coglieva le domande della gente prima che gli fossero poste, rigirava i discorsi a suo piacimento. Georgy avrebbe quasi potuto ammirarlo da questo punto di vista, se non fosse stato per il piccolo difetto che l’uomo stava giustificando il suo voler ammazzare Lupin.
<< Vede signorina, non sono incoerente, neanche un po’. Glielo dico perché molti mi hanno mosso questa accusa. Sarò duro, testardo, talvolta crudele, ma incoerente proprio no. Ho visto prima, quando è entrata, che osservava i quadri alle pareti. Se volesse darci un’altra occhiata per me non ci sarebbe alcun problema, potrei anche spiegarglieli ad uno ad uno. Non serve che le dica, mi sembra una ragazza intelligente, che sono tutte scene di caccia o che riguardano i lupi mannari. >>
A questo invito Georgy non poté rifiutare per non sembrare scortese, si alzò e guardò i quadri appesi alle pareti. Alcuni potevano anche avere qualche tratto carino, ma altri erano davvero raccapriccianti e inquietanti, tali che sarebbero parsi belli solamente a dei cultori dell’orrido. Lo sguardo della ragazza però si posò in particolare su un dipinto che non colpiva per i colori, che erano tetri, sul blu e il marrone scuro, ma per le immagini raffigurate. Un uomo, dalla sagoma snella e slanciata, e una creatura grande e pelosa accanto.
<< Quel quadro è il mio preferito. Mi ricorda i vecchi tempi. Siamo io e… >>
<< Un lupo mannaro? >>
Corvax annuì. Georgy lo aveva capito subito. Era la stessa immagine che tempo addietro era apparsa nell’aula di lezione quando Lupin aveva affrontato il molliccio per gli studenti.
<< Ma quindi questo è… Lupin? >>
Corvax annuì. << Sì è Lupin. Romulus Lupin. >>
La ragazza rimase in silenzio a contemplare il quadro. Un’immagine così del professor Lupin non l’aveva mai potuta apprezzare con calma. E poi era stato bravo Remus a ricordarsi la scena come se fosse stato lui stesso un terzo spettatore… un momento…
<< Ha detto Romulus? >>
<< Sì signorina. Non capisco perché la sorprenda tanto. >>
<< Io... io credevo che il nome del professor Lupin fosse Remus… >>
<< E infatti lo è. Evidentemente lei non sa che il professore ha un fratello gemello. >>
Il cuore della ragazza smise per un attimo di battere. Un gemello? Di Remus? Perché non gliene aveva mai parlato?
<< Nella mia lunga carriera ho avuto modo di conoscere entrambi, e anche loro si sono conosciuti ma non credo si siano mai ri-conosciuti. Romulus era con me la notte che Remus a compiuto la grave atrocità di cui è stato principalmente accusato. È stato poi Romulus a tirarlo fuori di prigione, con il mio aiuto ovviamente. Temo però che Remus non sappia neppure che esiste Romulus. Eppure…gli deve tutto. >>
<< E perché non glielo ha mai detto? >>
Corvax rise. << Cara mia, gli affari sono affari, non posso permettermi passi falsi in questo lavoro. >> Poi tutto a un tratto il suo volto si rabbuiò. << Credi che un impero si costruisca da solo? Pensi forse che con bontà e gentilezza si vada ovunque? Ma fammi un piacere, stupida e ingenua ragazzina, non ti impicciare di queste cose, torna a scuola a giocare con incantesimi e pozioni. potresti farti male qui. >>
Ora Georgy aveva conosciuto il vero volto, crudele e meschino di Corvax Swire. Se prima era a un passo dall’ammirare la sua parlata, ora era ad un passo dal lanciargli uno Schiantesimo.
<< Non mi fa paura, non mi spaventa il doverla affrontare! >> rispose a tono la ragazza sfoderando la bacchetta. << E non creda che nessuno farà niente dopo che Lupin e gli altri avranno saputo questa storia. >>
<< Oh oh oh la piccola maghetta non sa cosa sia l’educazione a quanto pare. Non si minacciano le persone quando si sta discutendo gentilmente. E poi, ammesso che questo tuo modo di comportarti possa essere sorvolato solo per l’istintività della giovane età, a chi è che vorresti raccontare questa storia? Ai tuoi amici di Hogwarts? Interessante. Utile. Pietoso. A Lupin? A Remus Lupin? Cara mia, se credi di trovarlo in fondo al corridoio con le celle dove lo vedevi di solito ti sbagli di grosso. Mi credi uno sprovveduto? È in un posto dove nessuno potrà mai arrivare senza il mio permesso. Nel mio regno, nel mio impero, nelle mie mani >> diceva Corvax ridendo malignamente.
<< Non è possibile >> continuava a ripetersi Georgy. La ragazza corse fuori dall’ufficio, percorse il lungo corridoio buio e giunse alla cella dove fino a poco tempo prima era rinchiuso Lupin. Come detto da Corvax la cella era vuota. Tornò indietro con estremo disappunto, entrò nell’ufficio dell’amica Linda e le chiese spiegazioni. Linda non seppe che rispondere, ma era visibilmente triste e spaventata dall’uomo che continuava a chiamare capo.
<< Tu qui non ci puoi più stare >> disse Georgy e, presa l’amica per il polso, la trascinò via, fino agli ascensori.
<< Che fai adesso? Mi rubi la segretaria? >> urlò Corvax dalla porta del suo ufficio.
Georgy con la bacchetta eresse un muro magico davanti a lui, per fargli perdere tempo e impedirgli di seguirle. L’incantesimo però durò davvero poco, in breve tempo Corvax riuscì a romperlo, e con facilità.
<< Bè tienitela, non mi serve una così, vigliacca e che perde la testa per un essere inferiore come un lupo mannaro! >>
Le ragazze entrarono nell’ascensore e in un lasso di tempo che sembrò interminabile arrivarono al piano terra, all’atrio del Ministero. Avevano entrambe il fiatone, non tanto per la corsa, quanto per lo spavento.
Percorsero l’atrio e uscirono dal Ministero. Come al solito Georgy estrasse dalla borsetta la sua scopa e insieme partirono alla volta di Hogwarts, un rifugio sicuro.
<< Tu lo sapevi? Per questo eri triste? E la ferita sulla guancia c’entra con questa storia vero? >> chiese Georgy impaziente.
<< Sì… >> rispose sommessa Linda. << Lo hanno trasferito questa mattina presto. Io ero lì a fargli…compagnia. Corvax mi ha vista. Remus ha reagito e per sbaglio mi ha… ho cercato di dirgli di non sentirsi in colpa, ma alla fine si è consegnato. Dobbiamo fare qualcosa Georgy, ti prego! >>
Georgy lesse negli occhi dell’amica uno sguardo supplichevole che le ricordava tanto il suo quando le parlava di Piton, quando le chiedeva consigli, quando soffriva perché lontano, quando aveva perso la memoria. Quello sguardo… innamorato.
<< Lo troveremo Linda. Voglio che almeno la tua storia abbia un lieto fine. >>
Linda ringraziò l’amica, le mise una mano sulla spalla e con l’altra la abbracciò. << Vedrai che anche per te si sistemerà tutto. Piton è tornato! >>
<< E tu come lo sai che era partito? >>
 
<< Suvvia non c’è alcun bisogno di scaldarsi così. In fondo abbiamo solo omesso di dirti che Linda era in contatto con noi da qualche mese. >>
<< Ah bè, e farmi fare la figura dell’allocca che racconta balle allora? >>
Georgy era furiosa, al punto che stava riempiendo di parole Silente e la McGranitt. Silente non diceva nulla, sorrideva quasi, mentre la McGranitt cercava di dare spiegazioni.
<< Te lo avevo detto Albus che non l’avrebbe presa bene! Come con Severus! >>
<< A proposito, è tornato e non me lo avete detto? Dopo che io vi avevo esplicitamente spiegato che gli volevo parlare? >>
<< Vedi è… era… sì insomma, per il bene tuo e di tutti… >>
<< Non me ne frega un cazzo del mio bene, o della mia sicurezza, lo volete capire? E se gli fosse successo qualcosa? Cosa faceva da Lupin? Lo voleva ammazzare? Ne sarebbe stato capace… >>
<< Sì non ne ho dubbi! >> intervenne Silente, ma fu fulminato all’istante dalla ragazza.
<< Georgy cara, Severus era andato a cercare delle erbe per… >>
<< Non mi interessa, preside, cosa stesse cercando il professor Piton, non mi interessa neppure se ha trovato quel che cercava, io voglio solo… >>
<< Sì che lo ha trovato >> disse Linda, zittendo tutti. Prima rintanata in un angolo dello studio della preside, ora avanzava alla luce, parlando a testa alta rivolta all’amica. << Ieri notte ha portato a Lupin la pozione per la trasformazione con la luna piena. Era andato a cercare le erbe per farla. E le ha trovate. Solo che l’effetto è svanito prima del previsto, ed è intervenuto Corvax e una serie di sfortunati eventi… ma Piton ha fatto una cosa buona. >>
<< Mi stupisce, davvero… >> disse Goergy quasi con timidezza. << L’ha fatto per… Lupin. Forse finalmente ha capito… >>
<< No >> disse Linda con voce ferma. << Ha detto che non lo faceva certo per Remus. Georgy, nessuno gli ha detto di recuperare a tutti i costi quelle erbe. Silente gli aveva detto di non correre troppi pericoli, Lupin in cella non poteva nuocere a nessuno da trasformato. >>
<< Quindi… sapeva di te e Lupin? Cioè che lo andavi a trovare spesso? >>
<< No Georgy. Sa che tieni a Remus come amico, e che non vuoi che soffra, come chiunque attorno a te. Lui l’ha fatto per te! Solo ed esclusivamente per te! >>
Georgy sbarrò gli occhi. Dunque il professore non l’aveva dimenticata. Forse non sarebbe servito neanche parlargli. O era un estremo gesto d’amore prima del definitivo addio, oppure era un gesto per riappianare i rapporti. Non importava. Piton aveva mosso il suo passo. Che fosse stato di nuovo amore o solo amicizia ora non importava. Ciò che davvero contava per Georgy era che Piton dava segni di riavvicinamento.
Di una nuova speranza cominciarono a brillare da quel momento gli occhi della ragazza.  
 
  
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