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Autore: Stregatta    24/10/2007    3 recensioni
Un avvenimento meraviglioso nella vita di mr Bellamy porterà delle conseguenze a dir poco catastrofiche per lui e i suoi compagni di band...Questa è una fic a capitoli che nel mio gergo è diventata "lo psicodramma",quindi siamo un po' lontani dal mio stile abituale XD....Spero vi piaccia =)!
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Bellamy, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Don't close....

Capitolo 3


                                
                            

Don’t close the door on what you adore



Sapevo di stare sognando.
Stavo esplorando una landa desolata,un deserto di sabbia color rame,un colore talmente bizzarro da farmi fiorire in mente un pensiero altrettanto stravagante :- Sembra di stare su Marte…-.
Mi accorsi allora di indossare una tuta da astronauta,e girandomi di scatto notai dietro di me una struttura simile al modulo utilizzato dagli uomini che per primi avevano messo piede sulla Luna.

Abbracciai il paesaggio con un’unica occhiata,assaporandone le asperità,la solitudine,le differenze rispetto a qualsiasi ambiente terrestre,e mi sentii….In pace con me stesso,libero.
Talmente libero che la voce di Gaia che mi chiamava dolcemente dal mondo reale mi diede un fastidio terribile.

- Matty,ho preparato la colazione…-

Aprii gli occhi a fatica,richiudendoli subito dopo per via della luce del sole che spadroneggiava nella stanza,spietata ed abbagliante.
La mia compagna era seduta sul letto accanto a me,ad aspettare che mi alzassi,con un atteggiamento da madre affettuosa che mi atterriva.
Mi rintanai sotto le lenzuola come un bambino capriccioso.
- Dai,pigrone,che il caffè si raffredda! – esclamò allegramente,dandomi una scherzosa pacca sul sedere. Ne approfittai per sgusciare fuori dal mio rifugio di cotone,afferrarla per un polso e farla ricadere su di me.
- Lascialo raffreddare…- mormorai con la voce ancora impastata di sonno,e rotolai su di lei invertendo le nostre posizioni,tappandole la bocca con un bacio.

Il caffè di quel giorno fu il più gelido di tutta la mia vita.


- Cosa hai intenzione di fare,stamattina?- mi chiese,sistemandosi la sottile sciarpa di lino davanti allo specchio del corridoio prima di uscire.
- Mhm…Pensavo di fare la solita passeggiata sulla collina,e poi…Boh,cazzeggiare come al solito!- risi.
- Sta diventando davvero pigro,signor Bellamy… Le sue uniche occupazioni sono cazzeggiare e mangiucchiare… E i risultati si notano!- sogghignò lei,gettandomi un’occhiata fugace.
- Come si permette??- mi finsi indignato,andando ad abbracciarla da dietro,trovando uno scampolo di pelle lasciato esposto dalla sciarpa e baciandolo teneramente.
- Smettila…- la sentii mormorare,gli occhi chiusi e la testa reclinata all’indietro,in un gesto di languido abbandono.
- E’ stata lei ad accusarmi di essere troppo pigro,signorina…Sto cercando solo di dimostrarle che non è affatto vero…- dissi innocentemente,mordicchiandole il lobo dell’orecchio.
Mi respinse un po’ controvoglia,notai soddisfatto.
- Dio,sei davvero insaziabile…- sospirò,scuotendo il capo,con le labbra gentilmente incurvate in un lieve sorriso.
- Ora vado…Ci vediamo per pranzo…Stallone!- esclamò ironicamente,prima di uscire di casa,lasciando dietro di sé una scia sottile di profumo fruttato.

Rimasto solo,mi resi conto di non avere affatto voglia di affrontare l’abituale scarpinata lungo i sentieri montani,e accesi la TV in soggiorno,per poi spegnerla dopo nemmeno cinque minuti.

Che palle i programmi del mattino.

Meditai di infilarmi di nuovo a letto.
 No,ormai il sonno era definitivamente evaporato.
Pensai al computer nello studio,che non usavo quasi mai,ma che in quel momento mi pareva un ottimo diversivo alla noia.

Decisi di dare un’occhiata al mio MySpace,che avevo dimenticato di chiudere dopo aver lasciato il gruppo.
Il sito ufficiale ancora esisteva,anche se molti membri lo avevano abbandonato dopo che due settimane prima avevo pubblicato un lungo messaggio su di esso per comunicare che non avrei più fatto parte dei Muse.
E che di conseguenza i Muse stessi erano arrivati al capolinea.


Ventimila cento ventitre messaggi sul MySpace. Wow.
Ne lessi solo alcuni;la maggior parte erano totalmente disperati e mi imploravano di tornare indietro sui miei passi,alcuni pragmaticamente mi auguravano “buona vita e auguri per il bimbo”,altri ancora mi davano del “figlio di puttana egoista”,addirittura.

Tutti erano concordi nell’affermare che “comunque è un vero peccato”,chi lo diceva in modo più civile e chi meno.

Un messaggio mi colpì per la sua brevità e sobrietà.

“Mi dispiace davvero che sia finita. Mi dispiace per me ma soprattutto per te,Matthew. Perchè questo poteva essere il periodo più felice della tua vita,ma tu,parafrasando proprio un verso di una tua canzone,hai chiuso la porta in faccia a ciò che adori. E non credo che sarà qualcosa che ti scivolerà addosso tanto facilmente. Buona fortuna,comunque.”

Non ne capii immediatamente il perché,ma quelle parole mi procurarono una sensazione sfocata e indefinibile di fastidio.
E questo sentimento uggioso e inafferrabile non tardò a trasformarsi in un’irritazione sorda,fino a sfociare in un’incazzatura davvero nera.
Chiusi il MySpace e spensi il computer rabbiosamente.

Ma cosa cazzo ne sanno loro della mia vita??

“Non sarà qualcosa che ti scivolerà addosso tanto facilmente.”

Ma certo,perché mi conosci abbastanza da sputare inutili sentenze sui miei sentimenti,giusto?

“Hai chiuso la porta in faccia a ciò che adori.”

Lo ammetto. Ho preso una decisione drastica,ma l’ho fatto perché…Perché Gaia ha bisogno della mia totale attenzione,del mio amore,e ne avrà bisogno pure mio figlio quando nascerà - Dio,mi dà i brividi anche solo pensarlo.

Sono loro ciò che più amo. I miei beni più preziosi. Più importanti di un concerto,di un album in cima alle classifiche di vendita o di un premio per la migliore band dell’anno X.
E…Bè,sì,più importanti dei fans.


Quest’ultimo concetto mi fece sentire un po’ in colpa.
Non se lo meritavano,certo. Ma neanch’io meritavo di essere definito un figlio di puttana,no?


Per una strana analogia improvvisa,quell’allusione alla “porta chiusa”  mi rimandò col pensiero alla mia sala da musica,la stanza della casa dove tenevo le mie chitarre,gli amplificatori,il pianoforte…
Da due settimane non vi ero più entrato;fra uscite con Gaia,gitarelle al lago,visite ai suoi parenti,cene e pranzi con amici comuni non avevo avuto né tempo né modo di pensare ad alcun tipo di attività concernenti il suonare o il cantare.
Non avevo sentito il minimo bisogno di dedicarmi a due attività che nel corso degli anni mi avevano non solo fatto diventare più ricco e famoso di quanto osassi sperare in gioventù,ma mi avevano aiutato ad esorcizzare i miei demoni interiori,mi avevano impedito di uscire di senno inseguendo le mie fobie,le mie paranoie talvolta insensate ma non per questo più gestibili.

Senza pensarci troppo su,scattai in piedi e mi diressi a passi decisi verso la stanza tanto trascurata.
La mia mano esitò per qualche secondo sulla maniglia,spinta da qualcosa che somigliava sgradevolmente a della…
…paura?
E di cosa?
Ingoiai a vuoto,come cercando con quel movimento di ricacciare quella sensazione in fondo,dove non avrebbe potuto nuocere a nessuno.
Entrai.
Le mie Manson occhieggiavano dai loro cavalletti,brillando nella sfolgorante luce mattutina che accentuava i loro bagliori cangianti,glitterati,argentati come specchi…
Il pianoforte a coda nero giaceva in un angolo,e sempre quel riverbero di sole sembrava donargli un’anima.
Qualche tempo fa ero io che lo facevo.
Le mie dita formicolarono quasi di anticipazione quando mi sedetti sullo sgabello lucido d’ebano e le poggiai cautamente sui tasti candidi.
Non pensai razionalmente a cosa suonare,le mie mani si mossero da sé a riprodurre la mia Piano Thing.
Dapprima ero incerto,timido nel riprendere una relazione interrotta bruscamente qualche settimana prima con quello strumento,ma poi i miei movimenti si fecero più sicuri,tornando precisi e disinvolti come ai concerti.
E più mi addentravo nella melodia più mi tornavano in mente immagini di mani,centinaia di mani stese contro il cielo,il silenzio brulicante di bisbigli durante i miei assoli alla tastiera,io che semplicemente mi smarrivo fra le note,quasi perdendo ogni contatto con la realtà circostante…

Interruppi la sinfonia a metà di un accordo,sentendomi sopraffatto da quel fiume di ricordi.
Ma non potei lo stesso impedirmi di alzarmi,afferrare una chitarra a caso,attaccare spine e cavi,accenderla con uno scatto famelico.

Suonai con ferocia per ore,forse,o secondi,o secoli.

Passavo da New Born a Bliss,da Stockholm Syndrome a Hysteria,in un parossismo impossibile da placare.
Perché adesso sì che ricordavo tutto.

L’adrenalina libera di scorrere nelle vene prima di salire sul palco,i miei gesti teatrali rivolti verso un pubblico puntualmente in delirio,i riff finali infiniti e tortuosi,lo sguardo dei miei due compagni assorto ed eccitato speculare al mio,le risate e le sbornie degli aftershow,le ragazze (e i ragazzi…) che tentavano di rimorchiarci,la stanchezza che finite le nostre performances permeava ogni più piccola fibra del nostro corpo ma che non ci aveva mai impedito di pensare che,Dio,suonare era la migliore delle cose che potevano esistere in questo fottuto mondo,e che mai,mai nella vita avremmo potuto rinunciare ad essere un tutt’uno  con la musica,per niente e nessuno al mondo…

Di nuovo smisi repentinamente di suonare,mozzando senza pietà un assolo di non ricordo più quale canzone…
Non riuscivo più a distinguere le corde attraverso il velo di lacrime che mi gonfiarono gli occhi crudelmente e inaspettatamente.

Mi lasciai andare a dei singhiozzi convulsi,amari,nascondendo il volto fra le mie mani ammaccate,vergognandomi di quello sfogo inarrestabile e patetico.

La porta era di nuovo aperta. E sapevo perfettamente che richiuderla sarebbe stato impossibile.



Note dell'autrice:Ah, non potete capire che gusto ci provo a scrivere queste due scemenzuole a fine capitolo ^_^....Ok,sappiate che "Don't close..." lo amo da morire,è il figliuolo prediletto,quello che ha scalciato più degli altri nella mia mente per uscirne fuori XD....Spero vi piaccia!E grazie delle recensioni e della lettura :****!
   
 
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