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Autore: Lady Anya    24/10/2007    2 recensioni
Una nuova indagine per gli agenti speciali dell'NCIS e un nuovo elemento entrerà a far parte della squadra. Semplice e senza pretese. Mia prima ff. Commentate per favore.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Folle

Il corridoio era buio e Penny non sapeva dove fosse l’interruttore, così procedette a tastoni. Sentiva Tony blaterare qualcosa riguardo alle donne… la ragazza sorrise… che scemo! Quel guardiamarina però era sospetto… lei aveva notato quella strana luce che gli aveva illuminato gli occhi quando avevano nominato Lauren Morris o quando aveva saputo che Johnson era morto… non la convinceva… non aveva una grande esperienza, ma l’intuito le suggeriva che quel ragazzo sapeva altro. La prima porta a sinistra era uno sgabuzzino. Scope e detersivi… ma dubitava che venissero usati molto spesso. La prima a destra nascondeva la camera da letto… più caotica del resto della casa. La seconda porta a destra, l’ultima, era il bagno. Decise che ci sarebbe entrata alla fine, almeno per tirare lo sciacquone e fare un po’ di scena se tutto fosse stato a posto. Così si voltò verso l’ultima porta a sinistra. Sospirò e la spinse. Quello che vide la lasciò senza fiato.

- mio Dio…-

Tutta la stanza era tappezzata di foto di Lauren Morris. Centinaia e centinaia di foto della ragazza in ogni momento della sua giornata: mentre serviva ad un tavolo, mentre sorrideva ad un cliente, a cena con il ragazzo. Al centro della stanza c’erano dei vestiti sporchi probabilmente di sangue. Penny tirò fuori la pistola e mise il colpo in canna.

- fossi in te, la butterei a terra.-

***

- Abby, in quale archivio hai trovato questo DNA?- chiese Gibbs spalancando la porta della camera di osservazione.

- in un posto insolito… donatori di organi…-

- capo, - cominciò McGee - ma è… è Carlyle?-

- esatto!-

- ma è quello da cui sono andati…-

- avanti, avanti!- esclamò Gibbs - non c’è tempo da perdere! Ziva, McGee andiamo subito a casa di Carlyle. Abby…-

- …contatto subito Tony o Penny per avvertirli!-

- in fretta!-

***

Penny si voltò di scatto. La borsa le cadde a terra. Sollevò la pistola e la puntò verso la voce. Merda! Come aveva potuto non accorgersi che l’aveva seguita! Carlyle era sulla soglia della camera e le puntava a sua volta una pistola contro. Il cellulare nella sua tasca vibrò, ma lei lo ignorò.

- buttala a terra.- ripeté gelido il ragazzo.

- buttala tu.- sibilò Penny altrettanto gelida.

- non sei capace di uccidere un uomo a sangue freddo.- notò lui con un ghigno malevolo.

- dici?-

- altrimenti mi avresti già sparato. Ma io… io sono capace.- negli occhi aveva una luce folle.

- hai ucciso tu Johnson!-

- già. Ma ti racconterò la storia più tardi, adesso butta quella pistola a terra. Anzi, dalla a me.- aggiunse allungando una mano.

- mai.- disse semplicemente Penny. Sostenne lo sguardo di Carlyle e intanto cercava di tenere ferme le gambe che volevano tremare a tutti i costi.

- avanti.-

Penny si ordinò di sparare. Sarebbe stata legittima difesa, nessuno le avrebbe contestato nulla. Ma se era legittima difesa, perché era così difficile premere quel grilletto? Abbassò lo sguardo e gli lanciò l’arma. Lui la prese al volo.

- hai ragione.- disse guardandolo con disprezzo - io non sono come te.-

- molto brava… su, precedimi.- fece lui cedendole il passo.

- ma che uomo galante.- mormorò lei sarcastica.

- cammina!- la redarguì lui, premendole la pistola sulla schiena e stringendole un braccio. La guidò fino al salone. Appena Penny entrò, vide Tony riverso sul pavimento, forse svenuto.

- Tony!- esclamò cercando di liberarsi.

- ferma!- disse trattenendola.

- cosa gli hai fatto?- urlò lei.

- un colpo alla nuca con quel soprammobile che gli piaceva tanto… niente di che…-

- non sarà…?- sussurrò lei.

- in verità non so come sarà quando si risveglierà… sempre se…- sogghignò lui. La girò di spalle, le mise le braccia dietro la schiena e le bloccò con dello scotch da pacchi. Poi la spinse sul divano e le bloccò i piedi. Quando cerco di metterla in piedi, Penny gli sputò in faccia.

- giusto…- disse lui asciugandosi con una manica - dimenticavo…- e le sigillò la bocca con un altro pezzo di scotch.

***

- allora Abby?- ruggì Gibbs al telefono, mentre guidava in modo spericolato. - li hai trovati?-

- il cellulare suona libero… ma niente…-

- maledizione!-

***

Carlyle la sollevò di peso, se la sistemò sulla spalla e uscì nel giardino. Aprì il portabagagli della macchina, ce la mise dentro e chiuse il cofano. Quando rimase al buio, Penny si sentì perduta. Cosa sarebbe successo adesso? Sentì l’auto mettersi in moto e partire sgommando. Sconfortata, cominciò a piangere.

***

Gibbs si fermò davanti casa Carlyle con una frenata stridente. I tre agenti uscirono di corsa e si appostarono intorno alla casa.

- McGee, la porta sul retro. David con me.- bisbigliò Gibbs.

McGee annuì e sparì dietro la casa, mentre Ziva e il Capo si avvicinavano alla porta d’ingresso. Dopo alcuni secondi, McGee tornò.

- niente porta sul retro.- mormorò.

Gibbs imprecò a bassa voce e gli fece cenno di mettersi dietro di lui. Poi con un calcio sfondò la porta e fecero irruzione.

- libero!- gridò Ziva controllando il salone.

- libero!- fece di rimando Gibbs dal corridoio.

- Capo!- esclamò McGee. I due agenti si sporsero verso Tim. E videro Tony.

Ziva emise un gemito.

- come sta?- chiese Gibbs.

McGee prese il polso del collega e stette in silenzio alcuni secondi.

- è svenuto, si riprenderà…-

Gibbs sospirò di sollievo.

- Ziva, - disse - controlla il resto dell’abitazione.-

***

Penny cercò di riprendersi. Doveva reagire. D’un tratto sentì uno strano formicolio sulla gamba. Lì per lì non capì cosa fosse, poi si ricordò del cellulare. La speranza si riaccese. Probabilmente era qualcuno dell’NCIS che cercava di contattarla, forse era Abby… magari la volevano avvertire che Carlyle era pericoloso… le venne da ridere. Si fece forza e cercò di arrivare al cellulare. Fece molta fatica, anche perché nel portabagagli non c’era molto spazio, ma alla fine riuscì a prenderlo tra le mani. Chiuse gli occhi e accettò la chiamata, sperando con tutto il cuore che questo sarebbe servito per aiutarla. Dopo un tempo che le sembrò interminabile, sentì l’auto rallentare e infine fermarsi. Velocemente cercò di nascondere il cellulare da qualche parte. Fece appena in tempo, perché Carlyle aprì il portabagagli.

- sei ancora qui!- considerò sarcastico. - ma già… dove saresti potuta andare?-

Era proprio folle!

La tirò fuori con forza, chiuse il cofano e ce la sbattè sopra. Le puntò la pistola alla fronte e le tolse lo scotch sulla bocca.

Penny si guardò intorno. Si trovavano su una banchina del porto di Baltimora. Erano molto vicini al mare, nero e minaccioso, quella sera.

- che ci facciamo qui?- chiese Penny cercando di mantenere la voce ferma.

- ti ucciderò e ti butterò in mare con qualcosa di molto pesante legato al collo.- rispose lui. - hai paura?-

- già.- considerò lei semplicemente.

Carlyle sembrò turbato dalla risposta. Cominciò a camminare freneticamente avanti e indietro.

- perché hai ucciso il capitano Johnson?-

- Johnson… Johnson… era un bastardo…- cominciò lui continuando a camminare. - mi trattava come un cretino… come un cretino… anche dopo che mi sono arruolato… e Lauren... io l’amavo… si si l’amavo… per anni ho ascoltato i suoi sfoghi… ho consolato i suoi pianti… e lei mi ha lasciato… solo perché mi sono arruolato… perché odiava la Marina… io l’amavo!-

- …e si è arruolato comunque… già- fece la ragazza sarcastica - l’amava…-

In uno scatto d’ira, Carlyle la colpì in pieno volto.

- l’amavo!- ringhiò.

Penny sentì il sapore del sangue in bocca.

- allora, - aggiunse il guardiamarina - vuoi sapere la storia o no?-

La giovane annuì fissandolo.

Sesto capitolo... fino ad ora è il mio preferito... grazie a tutti quelli che mi hanno recensito...

  
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