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Autore: RobiSmolderhalder    04/04/2013    6 recensioni
Edward e Bella.
Due caratteri differenti.
Due animi Sensibili e gentili.
Il destino li farà incontrare.
I loro dolori si uniranno.
Non ci sono né vampiri né licantropi. Se vi ho incuriosito leggete :)
Roby
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Love Save The Pain.

The Quiet Before The Storm.

 

 

 

Edward’s Pov.

 

 

“Non posso credere che tu l’abbia fatto.”- Sussurro incredulo sotto lo sguardo timido di Alice.
“Edward io…”- Cerca di dire, prima di essere interrotta da Bella.
“Non è colpa di Alice. Anch’io ho incoraggiato il tutto.”- Ammette con voce flebile.
Non sono arrabbiato, ma solo deluso. Non credevo che avessero organizzato la mia festa di compleanno, sanno benissimo, specie Alice, che non avrei mai e poi mai voluto festeggiare.
Ogni anno, come di tradizione, George organizzava una festa a sorpresa, ogni anno me lo aspettavo, ogni anno facevo finta di rimanerne sorpreso.
Dal giorno della sua morte, tutti avevano evitato di dirmi ‘buon compleanno’ , figuriamoci fare una festa. A parte che non mi sento in umore da festa.
Ci sono giorni, alcuni più di altri, che ti fanno pensare a certe cose. Ad esempio io soffro ogni giorno la perdita di George, ma quando arriva l’anniversario di morte o, il compleanno o semplicemente il Venerdì. Non è che in quei giorni lo penso e in altri no, è semplicemente che le ricorrenze ci fanno chiedere i perché.
E’ come vivere un’ingiustizia. E come se, il mondo piano piano, giorno per giorno, crollasse sotto ai miei piedi, come un vaso che si rompe piano piano. Ogni scheggia è un parte di dolore che penetra il mio corpo, e più passano gli anni, i mesi, le settimane, i giorni, le ore, i minuti, i secondi, il dolore penetra il mio cuore sempre in profondità, arrivando a perforare la mia anima per attimi, infiniti attimi.
E sono quelli i momenti in cui hai paura del buio. Quando tutto attorno perde la luce, quando ogni speranza lo fa, quando ti senti perso, come una persona che perde la vista improvvisamente. Dicono che si ha paura dell’ignoto, io non credo sia così, perché il dolore lo conosco bene, eppure la paura del dolore non mi ha mai lasciato un attimo.
“Vi lascio soli.”- Sussurra Alice, dirigendosi dagli altri. Noi siamo in quella che una volta era camera mia.
“Edward, mi dispiace, io non credevo che…”- Scuoto la testa interrompendola, non c’è l’ho con lei, né tantomeno con Alice. Loro lo hanno fatto per me, non hanno pensato al dolore, ma chi lo avrebbe fatto? Chi non vorrebbe vedermi felice almeno per pochi minuti? E adesso che tramite Bella, ho conosciuto la felicità, perché non mostrarla anche ai miei cari? In questi mesi ho scoperto una cosa; il dolore non andrà mai via, ma si può convivere con esso, con una buona dose di felicità, armonia e amore.
“Andiamo dai.”- Sussurro a Bella. Lei si toglie la maglia e i pantaloncini, indossa un costume nero con delle sfumature grigie brillantinate. Il suo corpo è stupendo e vorrei chiudere questa porta all’istante se non fosse che c’è quasi tutta la mia generazione lì fuori.
“E’ una festa in piscina.”- Annuncia porgendomi un costume per me. Io annuisco e lo infilo, sotto il suo sguardo malizioso. Si avvicina a me e mi bacia il collo dolcemente.
“Grazie.”- Sussurra, leccando la parte che pochi secondi prima aveva baciato. La mia mano corre a palpare una sua natica e lei sorride sul mio collo.
“Non cambiarti dopo.”- Sussurra prima di prendermi per mano e raggiungere gli altri.
Ci sono i miei nonni paterni, i miei zii, i miei cugini, Emmett e Rosalie, appena rientrati dalla luna di miele, Alice e Jasper che telefonicamente ho imparato ad apprezzare. Forse averlo lontano da me, me lo ha reso più simpatico, occhio che non vede cuore che non duole. Ci sono anche alcuni amici che non vedevo da una vita.
“Edward. Piccolo mio!” -Esclama mia nonna Julia abbracciandomi stretto. Bella mi sorride e accarezza la mia spalla.
“Nonna lei è Bella.”- Mormoro a mia nonna che non accenna a lasciarmi andare.
“Oh ma che bella ragazza. Complimenti!”- Urla, credendo che, dato che non ci sente lei lo stesso sia per noi, Bella le sorride e la ringrazia dandole un bacio sulla guancia. La prima di altre centinaia di presentazioni.
“Ciao Jazz!”- Esclama Bella, correndo ad abbracciarlo. Lei e Jasper hanno istaurato una bella amicizia, si abbracciano e Jasper le sorride, ma la cosa, stranamente non mi innervosisce. Poi Alice trascina via Bella.
“Ciao Edward!”- Saluto Jasper e iniziamo a parlare un po’. Mi fa strano ammetterlo, me è davvero un ragazzo in gamba.
“Quindi ti trasferisci a New York?”- Gli chiedo. Lui annuisce e mi guarda.
“Alice è contenta, le è sempre piaciuta l’idea di una casa a New York…”
“Aspetta! Volete andare a vivere insieme?”
“Si. Non te lo ha detto?”- Scuoto la testa e guardo mia sorella lanciandole uno sguardo omicida. Lei mi sorride e mi soffia un bacio.
“Ehi Edward!”
“Ciao Jordan! Come va?”- Chiedo ad un amico che non vedevo dalla prima guerra civile.
“Tutto bene.”- Sussurra guardandosi attorno.
“Che c’è? Qualcuna ha già fatto colpo su di te.”- Scoppia a ridere e annuisce.
“Guardala è quella lì!”- Esclama cercando di avvicinarsi a quella ragazza bellissima, con un corpo splendido fasciato da un costume nero. Lo fermo da un braccio e inizio a camminare a passo veloce verso Bella.
Prendo il suo viso tra le mie mani e divoro le sue labbra con le mie, marcando il territorio, lancio uno sguardo a Jordan alla ‘lei è mia’. Bella mi abbraccia e sorride sulle mie labbra. Jordan rimane a fissarci con la bava alla bocca.
Avvolgo la vita di Bella con un braccio mentre lei parla con Rosalie della luna di miele. Sono stati alle isole Bahamas.
“Facciamo un tuffo?”- Mi chiede Bella io annuisco e ci avviciniamo alla piscina.
C’è solo mia madre con mia zia Marie che parlano tranquillamente a bordo vasca.
“Qualche volta andiamo al mare?”- Le chiedo appoggiando la testa al suo seno. Lei scuote la testa e la guardo negli occhi. Zona off limits.
“N-non…”- Poso l’indice sulle sue labbra e dolcemente la zittisco.
“Ne parliamo un’altra volta.”- Sussurro baciandola passionalmente. E’ assurdo e a allo stesso tempo magnifico il nostro modo di passare dalla modalità grigia e quella rossa. Per ogni minima cosa, che riguarda il dolore,  diventiamo tristi, ma non appena uno si avvicina all’altro l’umore cambia, di radice, colore.
“Sei la mia salvezza.”- Sussurra guardandomi intensamente negli occhi.
“Tu sei la mia.”- Soffio sulle sua labbra prima di afferrarle i fianchi facendola alzare e baciare il suo ventre piatto e morbido al tempo stesso.
“Affittatevi una camera!”- Urla quel troglodita di mio fratello, scoppio a ridere e Bella arrossisce nascondendo il viso nell’incavo del mio collo.
Il pomeriggio passa tra baci, chiacchierate, sfioramenti sensuali, insulti per mio fratello, abbracci con i familiari. Mi manca, tantissimo, ma sono felice, lo sono e sono fiero di me per aver trovato Bella ed essere riuscito a sorridere nonostante tutto. Apro i regali; Ci sono un sacco di cd, libri, maglie, una valigetta nuova per il lavoro, una tuta e accessori per l’auto. Infine Bella mi porge il suo.
“Non dovevi.”- Sussurro sincero, il suo regalo è il suo amore, niente è più prezioso di quello.
“Non è niente di che.”- Sussurra imbarazzata, lo scarto e immediatamente sgrano gli occhi.
E’ una maglietta nera, in mezzo c’è stampata una foto; mia e di George. Ricordo quel giorno, avevamo appena finito di suonare, dopo qualche birra di troppo, Emmett aveva be pensato di farci delle foto. Ricordo che lui mi disse: ‘questa è la più bella, sai perché? Perché siamo noi, siamo due semplici amici che ridono ’. Una lacrima riga il mio viso e, vorrei prendermi a pugni dato che qui presente c’è tutta la mia famiglia. Bella mi guarda e bacia la mia guancia.
“E’ perfetta.”- Sussurro. Lei guarda Alice, che mi sorride, porto una mano alla bocca e soffio un bacio a mia sorella.
Vedo mia madre prendere per mano Bella e, dirigersi insieme dentro casa.
“Sono contento Edward, lo sono per te.”- Mormora serio mio fratello a fianco a me.
“Grazie.”- Sussurro. Lui annuisce e corre da Rosalie.

 

“Tesoro sono felice che ci sia Bella con te.”- Sussurra mia madre con le lacrime agli occhi, lei è stata l’unica a sopportare me e il mio dolore, lei è stata la più forte ad affrontare tutto con me, lei c’è sempre stata e ci sarà sempre.
“Anch’io mamma, è solo che, mi sento come…”
“Edward non devi sentirti in colpa, lui non vorrebbe, lui ne sarebbe felice. E non importa se non saremo mai felici al cento per cento, importa riuscire a convivere con il dolore. Lui vorrebbe vederti felice, lui a vederti così soffrirebbe.” -Sussurra mia madre abbracciandomi.
“Ti voglio bene mamma.”
“Ti voglio bene piccolo mio.”
Bella ci raggiunge sorridendo e si abbraccia con mia madre.
“Spero che sia stato bello per te.”- Sussurra ansiosa.
“Lo è stato.”- Con ancora il costume addosso – come mi aveva chiesto lei- ci dirigiamo in macchina.
“Andiamo da me?”
“No. Accompagnami a casa.”- Sussurra mentre io dentro di me disapprovo.
“Non entri?”- Io la guardo confuso, sono le undici di sera, sarà stanca, sua madre sarà a letto, al massimo potevamo andare a casa mia.
“Non c’è nessuno.”- La sua voce improvvisamente diventa roca. Slaccio la cintura e scendo dall’auto, con uno slancio mi fiondo sulle sue labbra. Non so come, ma, in pochi secondi ci ritroviamo mezzi nudi sul suo divano del soggiorno. C’è urgenza, c’è voglia di diventare una cosa sola. Non avrei mai creduto alle doti sessuali di Bella, ho sempre detto che fosse sexy e ammaliatrice, ma mai e poi mai, avrei creduto che fosse una vera e propria bomba del sesso.
Bacio il suo collo, lascio scie di baci che ricoprono di brividi la sua pelle, fremo per la voglia di entrare in lei. Il trillo del mio cellulare mi avvisa di un messaggio, ma al momento non mi importa.
“Edward, il cellulare.”- Ansima con la voce rotta dell’eccitazione.
“Al diavolo.”- Mormoro continuando a baciare il suo collo, per poi passare le mie mani sotto il tessuto del suo top e sfilarglielo sorpreso che non l’abbia strappato. Le sfilo i pantaloncini per poi, finalmente, slacciare i lacci del pezzo di sotto del suo bikini. Le mie dita passano lì, sul frutto della passione, su quella parte del corpo che chiede attenzioni da me. Lei sposta la mia mano e ribalta la posizione.
“Sono già bagnata, non ce la faccio.”- Mormora sulle mie labbra, getto la testa indietro e lei ne approfitta per mordere il mio collo. Le mie mani accarezzano le sue spalle, perché tutto ad un tratto non voglio affrettare il momento, non voglio che questo finisca, anche se so che domani lei sarà qui, è come se mi sentissi costretto a voler fermare il momento, senza ragione, senza apparente motivo. Slaccio anche il laccio del pezzo di sopra ed è finalmente nuda sotto ai miei occhi. Mi perdo a contemplare quel corpo meraviglioso, chiedendomi se questo non sia un sogno, chiedendomi se davvero questa creatura meravigliosa sia mia. Sorrido tra me, pensando a quante volte avevo desiderato vederla nuda sotto le mie braccia, a quanto non avevo mai desiderato nessuno in vita mia quanto desidero lei.
“Edward!” - Urla impaziente, sicuramente chiedendosi perché io non sia già dentro di lei, e una parte di me se lo chiede anche in questo momento.
Accarezzo i suoi seni, così tondi e perfetti, più chiari delle altre parti del corpo. Lei butta la testa all’indietro e la mia eccitazione pulsa, per la sua voce, le sue carezze, per il suo amore, per il suo corpo, per la sua anima.
Sfila la mia maglia e alzandosi abbassa pantaloni e boxer in un unico movimento. Le sue mani si aggrappano sulle mie spalle e sedendosi sulla mia erezione mi permette di entrare dentro di lei. Inizia a muoversi, ma io la fermi per i fianchi, non voglio fretta anche se non sembra. Guardo i suoi occhi, lucidi per l’eccitazione, la sua bocca gonfia dei miei baci, la amo, amo tutto di lei, è la cosa più bella che mi sia capitata in tutti questi anni, è la ragione di tutto il mio essere.
Prendo un ciocca dei suoi capelli e la bacio, lei inclina la testa e mi sorride.
“Ti amo.”- Sussurro sinceramente.
“Ti amo anch’io.”- Sussurra prima di iniziare a muoversi e dando vita ad un ballo passionale.
I suoi seni danzano ad ogni suo movimento e vederla mentre è persa nella nostra bolla di passione è una visione talmente erotica che mi trattengo dal venire immediatamente.
Accarezza il mio collo delicatamente e in tutto l’amplesso non abbiamo smesso un attimo di guardarci negli occhi. Una lacrima di emozione riga i suoi occhi, come la prima volta, come sempre, come se fosse una regola da rispettare, la sua anima mi mostra che si sente bene, che è felice. Dicono che gli occhi sono lo specchio dell’anima, non so se sia realmente così, ma se lo è, la sua è l’anima più bella che i miei occhi abbiano incontrato, che la mia anima abbia mai conosciuto.
I suoi muscoli intimi si contraggono intorno alla mia erezione e butta la testa indietro, appoggiando automaticamente i suoi seni sul mio viso, io, non perdendo occasione, li faccio sparire tra le mie labbra, prolungando il suo orgasmo.
Dopo pochi attimi raggiungo l’apice, sfiniti, appagati, ansanti e follemente innamorati ci abbracciamo.

 

 

**

“Ti era arrivato un messaggio.”- Sussurra sdraiata sul mio petto. Annuisco e prendo i pantaloni per terra, dalla tasca estraggo il cellulare.
Signor Edward Cullen, siamo lieti di annunciargli la data del processo del signor John Audost che avverrà il 24 di questo mese. Cordiali saluti.
A.V.

“Che cosa dice?”- Mi domanda Bella ansiosa.
“Il…il processo…”- Mormoro imbambolato, non so se devo esserne felice, ma sono sicuro di essere spaesato.
“Non sei contento?”- Mi chiede confusa.
“Si, ma, non lo so.”- Sbuffo in totale confusione. E se andasse tutto male? E se tutto quello che ho cercato di fare si ritenesse inutile? E se quel furfante la passi liscia anche questa volta? Voglio davvero assistere a quel processo? Voglio davvero rischiare di vedere la inutilità per quanto riguarda questo caso? Sono pronto? Scuoto la testa, più confuso di prima. Bella accarezza il mio braccio.
“Lo so quello che stai pensando. Devi andare, devi esserci, non puoi non farlo, ne dipende parte della tua vita. Aspetti questo momento da tanto tempo, e se andrà male? Se andrà male continuerai a lottare fino al punto di mettere fine a questa situazione, a questo caso. Non devi confonderti, io so quello che vuoi, e lo sai anche tu.”- Sussurra con una sicurezza nella voce che non le avevo mai sentito.
“Verrai con me?”- Le chiedo sicuro che non rifiuterà, ho bisogno che lei mi stia accanto.
“Certo. Verrò sempre con te.”- Sussurra soffiando un bacio sulle mie labbra.

 

**

“Non posso andare senza di te.”- Sussurro incazzato sotto lo sguardo infuriato di mio padre e quello dispiaciuto di Bella.
“Edward. E’ importante, ci sarò, il mio cuore non ti lascerà nemmeno un istante.”-
Siamo davanti casa, anche questa volta ho scelto di andare in macchina. Non ho intenzione di volare in aereo, specie adesso che ho la certezza che Bella non sarà con me. Mio padre ha detto che non può venire, che ha bisogno di lei per una cosa importante, che non ha voluto svelare cosa, dovrebbe cercarsi un’altra segretaria. Sbuffo passandomi una mano tra i capelli.
“Edward puoi farcela da solo. Ne sono sicuro, tutti noi, io, tua madre, Alice, Bella, i genitori di George contiamo su di te, ci fidiamo di te. Saprai cosa fare, cosa dire, se sbagliare oppure se tacere. Sei in gamba figliolo.”- Sussurra mio padre cercando di confortarmi. Ma lui non capisce, non capisce che non posso riuscirci senza il mio punto di forza; Bella. Ma non posso tirarmi indietro, devo farlo per George, devo farlo per me stesso.
“D’accordo.”- Dico ad alta voce, facendo sospirare mio padre e Bella.
Mio padre mi saluta con una pacca d’affetto sulla spalla. Bella si avvicina e per minuti interminabili co guardiamo negli occhi.
“Sarò qui ad aspettarti.”- Promette in un sussurro. Io annuisco e avvicino le nostre labbra.
“Ti amo.”
“Ti amo anch’io.”- Sussurro prima di entrare in macchina e partire verso Seattle, sperando per l’ultima volta.

 

**

 

“Edward. Ciao! Ho una notizia.”- Mormora l’avvocato Price venendomi incontro.
“Mi dica.”
“Non ci sarà Aro Volturi oggi.”
“E’ positivo?”
“Dipende da dove vogliamo vedere la cosa…”
“Che il processo abbia inizio.”- Il giudice spunta dalla porta che si trova dietro la poltrona e noi tutti ci alziamo in piedi. Lo sguardo di John Audost mi è addosso, nelle sue labbra aleggia un sorriso strafottente. Vorrei davvero oltrepassare questa dannata barriera che ci divide e prenderlo a pugni, vendicandomi a modo mio, ma quello sarà il piano B, se il piano A andrà in fumo.
“Siamo tutti qui riuniti per  una sentenza penale di condanna. L’imputato è accusato di violenza sessuale, falsa testimonianza, calunnia e infine guida sotto effetto di stupefacenti. Dopo varie istanze, procedimenti, abbiamo deciso il da farsi.”- Mormora con voce calda.
“Dall’articolo 111, 6° comma, dichiariamo che il qui presente imputato John Audost è stato condannato, senza proscioglimento su cauzione, per trentacinque anni di carcere sotto stretta sorveglianza..”
“Obbiezione!”- Urla l’avvocato dello stronzo. Il giudice abbassa gli occhiali e guarda l’avvocato sottecchi.
“A  cosa esattamente?”- Chiede il giudice senza scomporsi.
“Il mio cliente avrebbe qualcosa da dire al riguardo.”- Il giudice annuisce e l’imputato prende un respiro.
“Ho già pagato per quello che ho fatto. E’ ora di mettere fine a questa storia.”- Sibila con un sorriso strafottente sulle labbra.
“Lei non è in carcere per qualcuno che dovrà pagare per quello che ha fatto. Le hanno coperto le spalle molto bene in questi anni. Ed è per questo che Aro Volturi non ha potuto prendere il mio posto quest’oggi. Signor Audost, questa è la sentenza, non c’è niente da obbiettare, anzi ci abbiamo solo perso tempo.”
“Signore…”
“No! Questo è stato deciso e questo si farà. In nome di Judith, di Stephan , per George e per le loro famiglie che dopo anni aspettano che giustizia sia fatta. Ma volevo dirle Signor Audost, credo che questo le appartenga.”- Il giudice porge un  passaporto all’imputato. Un immagine spunta nel grande schermo dell’aula. C’è la sua foto, ma il nome non è John Ausost, ma John Juker. Ecco perché molti lo chiamano in quel modo, quindi non è il suo soprannome come avevo creduto in tutti questi anni, è un documento falso.
“I documenti falsi sono facilmente riconoscibili nel nostro stato. La condanna è decisa. Non accetto obbiezioni, non accetto niente di niente.”- Mormora sotto lo sguardo incazzato dell’avvocato di Audost e di Audost stesso. Rimette apposto gli occhiali e continua a leggere la sentenza.
“Dall’articolo 111, 6° comma, dichiariamo che il qui presente imputato John Audost viene condannato a trentacinque anni di carcere, sotto stretta sorveglianza, senza proscioglimento su cauzione. L’imputato è condannato di Calunnia, violenza sessuale, falsa testimonianza e guida sotto effetto di stupefacenti. La corte annuncia che inoltre, non sono stati ben definiti alcuni reati che verranno presi in considerazione immediatamente.”- Il giudice si alza e sparisce da dove era spuntato. Ci alziamo applaudendo e un sorriso aleggia sul mio volto.
Audost mi guarda con gli occhi pieni d’odio.- “Ve la farò pagare. A tutti quanti è una promessa.”- Urla un secondo prima che le guardie lo prendono per scortarlo in carcere.
“Signor Cullen. E’ stato un piacere lavorare con lei.”- Mi dice Price stringendomi calorosamente la mia mano.
“Anche per me lo è stato.”
Esco dall’edificio e afferro il cellulare, al primo squillo Bella risponde.
“Edward!”
“Bella. Ce l’abbiamo fatta!”- Esclamo colmo di gioia nella voce.
“Tu ce l’hai fatta amore mio, sapevamo che ci saresti riuscito.”- Sussurra felice.
Mi sento liberato, come se quel macigno che sentivo sulle spalle tutto ad un tratto fosse sparito.
“Sto partendo. Il tempo della strada e sono da te.”- Le dico con la voce felice.
“ Devo dirti una cosa importante. Ti aspetto.”- Sussurra. Stacco la chiamata e i genitori di George mi indicano di raggiungerli.
“Volevamo ringraziarti. Sappiamo che con questo nostro figlio non tornerà, ma almeno sei riuscito ad alleggerire almeno un pochino le cose. Non so se ci saremmo riusciti senza di te.”- Mormora il padre di George abbracciandomi.

**

“Ciao Edward.”- Reneé mi apre la porta in lacrime.
“Che succede? Dov’è Bella?”
“E’ scappata via.”- Mormora singhiozzando.
“Come…”
“Mi ha lasciato questa.”- Sussurra porgendomi una lettera. Confuso apro la lettera e mi accomodo sul divano.

Ciao amore,
Lo so sembra strano chiamarti così in questo momento ma lo sei, sei il mio amore. Sono dovuta andare via, senza un motivo valido, senza essermene resa conto davvero. Voglio solo dirti di non cercarmi, sarebbe solo inutile.
Ti ringrazio anche se per poco, per aver reso la mia vita una vera vita, per avermi dato il tuo amore, per avermi permesso di amarti, grazie. Io sarò sempre con te, la mia anima ti appartiene così come il mio cuore.
Sono andata via non perché lo volessi, ma l’ho fatto, l’ho fatto proprio perché ti amo immensamente. Non dimenticarmi mai, perché io non lo farò. Il mio cuore ti apparterrà per sempre.
Non chiederti niente, non puoi, non posso, darti spiegazioni.
Non è un addio, è semplicemente un arrivederci, in una prossima vita. Perché in questa Edward e Bella non possono restare uniti. L’amore è forte, ma non è sempre quello che tiene uniti.

Ti amerò per sempre,

per sempre tua. Bella.

 

Una lacrima riga il mio viso, guardo Reneé che scuote la testa e mi abbraccia.
Che cazzo significa?

 

 

 

______________-

 

 

 

AAAAALT. Fermi con le pistole! NON E’ COME SEMBRA. A tutto c’è una spiegazione no?
Questa ultima parte l’ho scritta insieme al prologo, in un secondo momento volevo toglierla, ma poi mi sono resa conto che la storia deve andare così. Nel prossimo capitolo ci sarà un Pov Bella, sarà un capitolo in cui tutti i nodi verranno al pettine. Prometto che non vi farò stare sulle spine, cercherò d farvi scoprire tutto entro la prossima settimana. E recensite, mi fareste felice. Cosa ne pensate voi? Cosa vi aspettate nel prossimo? Cosa doveva dire Bella a Edward? Perché è scappata?
E la storia è malinconica, quindi accetto le critiche ma non le lamentele per quest’ultima parte. Riguardo il processo, avrò scritto cose assurde, ma, capitemi, non sono un avvocato né ho mai partecipato ad una cosa del genere v.v .
Detto questo, grazie per avermi seguita fin qui e spero che siate meno silenziosi.
Un bacio.
Roby.

   
 
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