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Autore: SlytherinsQueen    04/04/2013    4 recensioni
Una ragazza è riversa sul pavimento del bagno, in posizione supina.
Suda freddo.Trema.Ha sballato ancora.Ha vomitato tutta l’anima insista in se stessa. Il trucco le scivola via dagli occhi rigandole di nero le guance arrossate. Sembra una bambola gotica.Non vede niente.Non sente niente.Tutto gira.Tutto è bianco.Tutto la soffoca.
- Hermione! -Una voce femminile ha parlato, lontana.Si sente sollevare.“ Volo!”
... curiosi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Pansy/Theodore
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Era risaputo che la Foresta Proibita fosse il luogo più spaventoso di tutta la Regione.
Ed era altrettanto risaputo che genere di creature mostruose ci potessero essere.
Luici era stato il primo anno ad Hoghwarts, in punizione con Hagrid, Lenticchia, Potterino e lei.Erano passati sette anni e ancora la visione di Voldemort che succhiava sangue di unicorno lo faceva rabbrividire.
Si scosse un attimo scacciandone via il ricordo.
Blaise lo notò:
- Era meglio aspettare gli altri!- borbottò a bassa voce
- Sono conigli!- rispose Draco con rabbia – Non verranno ancora per molto.
Blaise pensava che avesse ragione, gli dava ragione ma dava ragione anche a loro:
- Saremmo stati di più a …difenderci!- gli tremò la voce – Questo posto è tremendo!
Si guardava attorno.
La luce della notte non riusciva a penetrare il fitto fogliame, un po’ colpa anche del mal tempo.
Il silenzio era agghiacciante. Ogni tanto un uccello notturno emetteva suoni raccapriccianti. Oppure spiccava il volo all’improvviso facendoli sobbalzare, allerta.
Il ragazzo si alzò il bavero del mantello e strofinò le mani congelate sul dorso della bacchetta che emise delle scintille rosse.
Draco ghignò:
- Paura, Zabini?- disse camminando piano e seguendo la luce della bacchetta.
- Tu che dici, Malfoy!? Siamo solo, nel bel mezzo della foresta. E’ notte. Fa freddo e Merlino solo sa cosa c’è in giro e cosa ci sta spiando e cosa vuole farci …- cominciò isterico
- Blaise…- disse piano Draco, fermandosi
- … e magari vuole ucciderci e poi mangiarci. Oppure …
- Blaise…- insiste Draco avvicinandosi all’amico
- … vuole solo ucciderci perché è un sadico e vuole vederci soffrire …-
- Blaise …- gli disse Draco appoggiandogli una mano sulla spalla
- Che c’è? – sbottò quello, guardandolo con espressione di puro panico nella voce. Deglutì
- Sta calmo, okei? Troviamo la Mezzosangue e ce ne torniamo a “ casa” – disse mimando le virgolette - ..okei?
Il ragazzo bofonchiò qualcosa dondolandosi sul posto, poi sbiascicò un “ va bene “ e riprese a camminare davanti al biondo.
Raggiunsero una radura silenziosa e qualche ragno abbastanza grande passò loro sui piedi, con grande disgusto di Draco.
Le mie scarpe nuove!
Una civetta strillò al loro passaggio e un procione si nascose in un cespuglio al passaggio della luce della bacchetta di Blaise, piuttosto sudaticcio e in ansia.
Attraversarono un corso d’acqua, un piccolo ruscello e qualche rana saltellò davanti a loro.
L’aria si faceva più fredda e il cielo non era più visibile.
- Malfoy…- balbettò ad un certo punto il moro
- uh?- disse il suddetto intento a guardarsi alle spalle.
-Ma- Malfoy, ci sono lupi nella Foresta Proibita?- chiese nel panico, la luce della bacchetta che tremava
- Che io sappia solo mannari e non c’è la luna piena! Puoi stare tranquillo…- rispose il biondo guardando tra i cespugli e togliendosi una foglia dal mantello.
- E- e allora…p-perché quel coso mi fissa e mostra i denti?- chiese Blaise indietreggiando piano.
Draco recepì la notizia agghiacciato. SI voltò nella direzione indicata da Blaise e restò immobile, gli occhi spalancati e la gola secca.
- Sta fermo, Blaise.- sussurrò all’amico. Lo raggiunse e gli si mise accanto fissando l’animale.
Era enorme. A metà tra un lupo e un orso.
Il pelo folto e rossiccio.
Gli occhi infuocati.
Il muso sporco di sangue tirato indietro in un ringhio feroce e sonoro.
L’animale mosse un passo verso di loro leccandosi i baffi.
- Draco..-
- Zitto Blaise, sente la tua paura!- disse il ragazzo cercando di non far tremare la sua voce
- Io ho paura, Draco! Quello è sangue ..- soffiò il bruno in un orecchio dell’amico.
- Tieni pronta la bacchetta…- disse il ragazzo senza perdere il contatto visivo con il lupo.
- C- cosa? – chiese il moro mentre l’animale si faceva sempre più vicino.
- Tieni pronta la bacchetta … - disse Draco, gli occhi che gli bruciavano per lo sforzo di tenerli aperti
- …per? – chiese l’altro nel panico.
Come si ferma un lupo di quella stazza?
- …al mio tre …- cominciò il biondo - …Uno…-
- Draco cos …- chiese Blaise cercando di capire
- …Due …-
- …ma mi dici cosa…-
- TRE! SCAPPA BLAISE!!!
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte.
Cominciò a correre a perdi fiato.
Senza badare a dove mettesse i piedi.
Gli sembrava di correre più veloce del vento .
Gli sembrava di non toccare terra.
L’adrenalina era alle stelle.
Mai, Blaise Zabini e Draco Malfoy avevano corso in quella maniera così forsennata. Odiavano correre e non erano mai stati i primi alle staffette scolastiche.
Ma in quel momento…
Era l’unica cosa che potevano fare per tener cara la pelle.
Per restare in vita.
Sentivano il respiro dell’animale sul collo.
La sua, era una corsa facile.
Li raggiungeva in un niente. Con due tre falcate, per quanto era grande e agile.
Correte, bocconcini!
Li raggiungeva e poi dava loro il tempo di prendersi qualche metro di distanza.
Per puro, sadico , divertimento.
- CORRI BLAISE!- urlava il biondo all’amico.
- DRACO, E’ DIETRO DI TE.- urlò il moro
- CORRI, NON PREOCCUPARTI, CORRI!- gli gridò dietro il ragazzo.
Le ginocchia stavano cedendo e il terreno non era uniforme. Proprio in quel momento una buca lo tradì e cadde di faccia a terra.
- DRACO!- ulrò il moro
- VAI BLAISE, SALVATI!!- gli urlò dietro il biondo.
Il sangue gli colava dal mento e probabilmente si era fratturato un ginocchio.
- NON DIRE STRONZATE!- disse il moro tornando indietro di corsa.
Raggiunse l’amico ma gli fu impossibile trarre Draco in salvo.
L’animale fu sopra di loro in un balzo.
Blaise era su Draco e lo proteggeva con il corpo dando le spalle al lupo.
Sentiva il fiato caldo dell’animale sul collo.
Draco riusciva a guardarlo negli occhi.
L’alito marcio e le bave sul viso, mentre quello mostrava i denti.
Il ragazzo era paralizzato dalla paura.
Tremi, Malfoy!
Si avvicinò con il muso alla guancia del biondo, che credette di morire in quel preciso istante.
Si fece coraggio, l’animale l’avrebbe sentito.
Lo guardò dritto negli occhi e cercò, nonostante le lacrime di dolore, di sostenere il suo sguardo spietato.
Erano magnetici.Un marrone così chiaro da sembrare miele e quelle pagliuzze rossastre attorno all’iride sembravano dargli fuoco.
Erano fieri e orgogliosi.
Emanavano una tale energia da farlo sentire forte.
Il ragazzo per un solo attimo dimenticò in che situazione si trovasse e gli sembrò di poter vincere quella grande paura che lo attanagliava. Si sentiva invincibile.
Ma fu un solo attimo.
L’animale lo annusò famelico.
Te la stai facendo sotto eh Furetto?
Il suo profumo era invitante : un’essenza sicuramente costosa, mischiata all’odore aspro della paura.
Ne avrebbe voluto assaggiare un po’, se non fosse che era già sazio della preda precedente.
Gli soffiò sul naso, come i capo branco fanno ai sottoposti per impartire la disciplina.
Lui non avrebbe capito.
Per il grande lupo rossiccio, sottomettere il ragazzo in quella maniera e vederlo impaurito era un’ennesima vittoria.
Alzò il muso vero l’alto e ululò.
Un ululato lungo.
Di gioia selvaggia.
DI vittoria piena.
Guardò i ragazzi sotto le sue possenti zampe un ultima volta e poi sparì con un balzo nell’oscurità.
 
- Cos’è stato?- chiese Pansy con un balzo.
Si era addormentata dandogli le spalle. Credeva di trovarlo sulla poltrona.
Il ragazzo era alla finestra della Sala Comune che dava sul parco. Intento ad osservare le manovre delle squadre di ricerca.
L’ululato gli aveva gelato il sangue.
Strinse i pugni, i suoi migliori amici erano là fuori. E se aveva riconosciuto bene la natura del suono, quello era un suono di vittoria.
- Nulla, torna a dormire!- disse voltandosi a guardarla.
Aveva il viso acceso dal caldo, forse un po’ troppo.
Le si avvicinò. Allungò una mano e le toccò la guancia.
Lei rabbrividì. Erano gelide.
Poi le tastò la fronte.
Era bollente!
- Hai la febbre..- le disse secco – Dovresti metterti nel letto!
C’era troppa freddezza in quella voce. Eppure tutte quelle premure non potevano essere solo l’obbedienza al comando di Draco.
Voleva credere che tutte quelle premure gli venissero dal cuore.
Perché un cuore doveva avercelo, seppur fosse stato il Re dei Freddi Theodore Nott.
Non rispose.
Si alzò e si diresse ai dormitori femminili.
Le girava la testa ed era troppo debole. SI resse allo corrimano di ferro battuto della rampa di scala ma perse l’equilibrio.
Non cadde mai.
Theo, con prontezza, la prese tra le braccia.
- Non così veloce, Parkinson!- le sussurrò. La avvolse nel pile e in braccio la portò nella sua stanza di prefetto.
L’odore delle Camelie che la ragazza aveva sulla finestra lo investì subito.
Tutto era in perfetto e severo ordine. Tutto perfettamente pulito. E tutto perfettamente profumato al punto giusto.
Le avvicinò il pigiama :
- Questo almeno, riesci a metterlo da sola?- chiese severo
- Puoi andare Nott, grazie!- rispose lei acida.
Il ragazzo si accorse del tono e capì di aver sbagliato ancora una volta.
SI schiarì la voce:
- Intendevo: vuoi che ti dia una mano?- chiese piano
Lei avvampò.
Per quanto avesse voluto che lui non la lasciasse.
Per quanto avesse voluto che rimanesse lì tutta la notte a farle compagnia.
Per quanto ne fosse tremendamente lusingata, non voleva il suo aiuto.
Provami che sei sincero, Theodore!
- Non mi vedrai nuda, Nott.. Quindi grazie per avermi fatto da balia, ma sto bene!- gli disse fissandolo dura
Il ragazzo sentì una morsa all’altezza dello stomaco. Aprì la porta e fece per uscire:
- Se hai bisogno sono di sotto, credo che gli aspetterò sveglio!- disse chiudendosela alle spalle.
Pansy si tuffò sul letto.
Theo rimase qualche istante dietro la porta.
Pansy sospirò.
Chi ti capisce, Nott!
Theo si massaggiò le tempie.
Non odiarmi, non è colpa tua!
La ragazza si sistemò tra le lenzuola e chiuse gli occhi. I ragazzi non erano ancora tornati. Hermione, dunque, era chissà dove. L’unica certezza in quel momento era che qualcuno, a distanza di una mezza scala, era lì se lei ne avesse avuto bisogno.
 
 
  
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