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Autore: fewlish    05/04/2013    1 recensioni
«Conosci l’effetto farfalla?» Mi chiede guardando la farfalla camminare sulla sua mano.
«No, cosa sarebbe?»
«Dice che il minimo battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Sai cosa significa?»mi chiede mentre la farfalla vola via dalla sua mano.
«Che ogni azione presente può comportare delle conseguenze in futuro?»
«Esattamente. Se io adesso buttassi questa sigaretta nel bosco, potrebbe provocare un incendio devastante. Se tu ieri
non avessi mangiato quella mela, probabilmente io e te non ci saremmo mai conosciuti»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cosa leggi di bello?” chiede una voce maschile alle mie spalle. Una voce inconfondibile, che distinguerei fra mille altre voci.
“Ciao Ale”dico abbassando il libro e appoggiandolo sul tavolo.
“Ti stavo cercando sai?” dice sedendosi accanto a me. La biblioteca è completamente vuota, ci sono almeno 35 gradi e
nessuno si sogna di rinchiudersi in biblioteca a soffrire il caldo, tutti saranno sicuramente in mensa, l’unico posto del campo con l’aria condizionata.
Perfino il bibliotecario è sparito, ci siamo solo io e Ale.
Sono completamente sudata, il caldo sta diventando insopportabile, ma il profumo del suo dopobarba mi rimanda al passato,
a quando facevamo l’amore alle 4 di notte al chiaro di luna, incuranti di tutto e di tutti.
“Perché mi stavi cercando?” gli chiedo di rimando tornado alla realtà.
“Perché non ce la faccio più scricciolo”
“Non chiamarmi così, ti prego” supplico e abbasso lo sguardo. Non posso piangere, non ora! Sii forte Anna, coraggio!!
“E io lo farò comunque, perché per me tu sarai sempre il mio scricciolo, la mia piccola eroina” dice alzandomi il viso con un dito.
“Ti odio Ale, ti odio tantissimo” dico mentre una lacrima scende sulla mia guancia destra. Faccio per coprirmi il volto con le mani
ma Ale mi blocca i polsi. “Non coprire il tuo bel volto, non aver paura di piangere. Sono stato un coglione amore mio! Perdonami,
Perdonami, non vivo senza di te” dice mentre mi abbraccia con forza.
Mi abbandono al suo abbraccio, al suo profumo inebriante, sfrego la mia guancia sulla sua....la sua barba è così ruvida a contatto con la mia guancia liscia....
“No....no....NO!” urlo e mi libero dalle sue braccia. “Basta Ale, BASTA! Dimenticami! Smettila, smettila, come posso dimenticarti se
mi ronzi sempre attorno?! Vattene, vattene! Ti devo cancellare dalla mia memoria, capisci? Non puoi continuare a
presentarti davanti a  me così....io....non ce la faccio più...”
“Se vuoi che io sparisca lo farò, sappi che però non potrò mai andarmene completamente. Me ne starò in un angolo e
finché non avrai bisogno di me ti aspetterò. Io non ti cancellerò mai amore mio, perché anche se non ti vedo tu populi i miei sogni e mi fai sentire vivo”
Lo guardo con le lacrime agli occhi. Ormai siamo in piedi, uno di fronte all’altra, ansimanti dal troppo caldo.
Il silenzio è tale che si possono sentire i nostri cuori battere all’impazzata. I nostri sguardi non si staccano, è come
se i nostri occhi fossero legati da una linea invisibile che non li farà mai separare.
Ed è come se i nostri cuori fossero delle calamite, perché due secondi dopo siamo abbracciati in una forte stretta.
Le nostre bocche sono come affamate, hanno bisogno l’una dell’altra. Abbiamo entrambi voglia dell’altro, siamo assetati, come
quando ci si sveglia nel bel mezzo della notte con la bocca secca e l’unica cosa che si desidera è un bicchiere di acqua ghiacciata.
Le nostre mani si cercano avide: era da troppo tempo che non toccavano la carne viva dell’amato. I nostri gesti sono frenetici, ma al
tempo stesso armonici, come in una danza.
Siamo grondanti di sudore, un po’ per il caldo, un po’ per l’eccitazione del momento.
Lui è così vicino che posso sentire il suo cuore battere all’unisono con il mio.
Mi alza da terra e mi fa sedere sul tavolo. Mi slaccia freneticamente la camicetta baciandomi il collo, mentre io gli slaccio i pantaloni
e avvolgo le mie gambe attorno alle sue.
“Drin” dice Ale.
Mi fermo un attimo e lo guardo negli occhi. “Come hai detto scusa?” gli chiedo.
“DRIIIIN” urla Ale più forte, ed è in quel momento che apro gli occhi e mi accorgo che è tutto un sogno.
Mi alzo di scatto e vedo Thomas ai piedi del letto con le mani sulle tempie.
“Non l’hai dimenticato vero?” mi chiede guardandomi serio.
E ora?
  
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